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Autore: Ciuscream    02/04/2021    11 recensioni
Ognuno di noi ha un segreto: c’è chi lo ha sepolto così in profondità da non riuscire più a trovarlo, chi se ne vergogna anche se non dovrebbe, chi lo ha sulla punta della lingua, pronto a cacciarlo fuori non appena ne trovi il coraggio. Tutti li custodiamo gelosamente, tutti li sentiamo adesi ad una parte di noi – quella che in pochi sono in grado di sorgere.
[Questa raccolta partecipa all'iniziativa "Apri le challenge" indetta da Gaia Bessie su Facebook]
1. Brucia e disinfetta (Dudley Dursley)
2. (Im)puri (Oliver Wood/Marcus Flint)
3. Pioggia io sarò (Ted/Andromeda Tonks)
4. Disordine, disonore (Mundungus Fletcher/Emmeline Vance)
5. I sogni dell'alba (Charlie Weasley)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Andromeda Tonks, Dudley Dursley, Marcus Flint, Oliver Wood/Baston, Ted Tonks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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(In)confessabile

 
 
1. Day 2, girone 2; prompt: “Signora, i limoni!” (Dal web)
Lunghezza: oneshot; genere: introspettivo; personaggi: Dudley Dursley; raiting: verde.

 
BRUCIA E DISINFETTA
 
“Signora, i limoni!” Dudley corre dietro a quella ragazza dai capelli castani, stropicciati nel venticello di una Londra periferica, dimenticata. Non è avvolto dalla linda e confortante normalità di Privet Drive, non più. La guerra dei maghi ha fatto vittime anche tra quelli lontani, tra quelli privi di bacchetta – lui, è una di queste. Si sono salvati la vita e, allo stesso tempo, l’hanno persa: non c’è più la fabbrica di trapani, non più la villetta intonsa di sua madre. Non c’è il vialetto meticolosamente curato, non c’è la macchina lucidata, non c’è più suo padre. Vernon si è spento poco tempo prima ma Dudley non se n’è sorpreso – era già spento da molto tempo. Sua madre ancora pulisce casa con dovizia ma con meno amore; lui vende frutta in un negozio poco lontano dal loro nuovo appartamento e non si lamenta più. Gli piacerebbe tornare a casa e trovare Harry, anche la sua irritante espressione di fastidio. Gli piacerebbe essere guardato come la persona che è, non come il bambino che era. Gli piacerebbe poter chiedere scusa, non dover pagare adesso la colpa dei suoi capricci. Si chiama destino? Si chiama karma? A volte se lo domanda ma la risposta ancora non è apparsa.
 
La ragazza dai capelli castani si volta: non è una signora, deve avere a malapena la sua età. Ha gli occhi di un nocciola intenso e confortevole, il sorriso morbido, lo sguardo sorpreso che scivola su di lui. Lui che le è corso dietro, perché quel sacchetto con tre limoni è rimasto sul bancone, non è stato preso con il resto della spesa. Lei lo osserva: il ragazzo ha le guance arrossate per quella breve fatica, i capelli corti leggermente adesi al viso da un neonato sudore. Si tiene una mano sulla milza, con l’altra le allunga ciò che aveva perso. Lei se ne rende conto in un secondo, molto prima di quando riuscirà a realizzarlo anche lui: ha trovato molto di più di quel sacchetto perduto. Il sorriso non scema, anzi; lei allunga la mano libera, con l’altra gli sfila il tesoro smarrito dalle mani. Snocciola qualche parola ma Dudley non l'ascolta; si è perso nel colore di quelle iridi che gli ricordano le torte di sua madre e di quanto la felicità, molto tempo prima, fosse un concetto semplice. Lei non ci fa caso; sente che quell’incontro brucia un po’, come succo di limone su una ferita.
 
“Grazie.” Abbozza, mentre con la mano a mezz’aria attende che quella grande e umida del ragazzo arrivi a stingerla. “Io sono Agata. Tu?”
 
*
 
“Signora, i limoni!” Dudley e Agata adesso ridono di come sia sbocciato quell’amore, di come sia stato galeotto un sacchetto dimenticato e la voglia di suo marito di rincorrerla per strada, nella periferia polverosa e stanca. Raccontano spesso al loro bambino di quell’aneddoto e lui ride, ride sempre. La sua infanzia è stata diversa da quella di suo padre: c’è stata disciplina, insieme all’amore; ci sono state le scelte giuste e sbagliate di due genitori che hanno concesso ma che mai hanno lasciato scivolare nell’arroganza quei suoi capricci sbrodolanti. C’è stato anche altro 
qualcosa rivestito da un misterioso manto di domande, da una sorpresa via via più sospettosa: ci sono stati accenni di scintille, misteriose sparizioni e sacchetti di limoni dimenticati ricomparsi all’improvviso. Ci sono state le sopracciglia di Agata aggrottate di sorpresa, quelle di Dudley che le hanno imitate per spavento. Lui sa, immagina, teme quale potenza vi sia tra i palmi paffuti di suo figlio: qualcosa che lui e lei, loro, non potranno mai avere. Qualcosa che un tempo ha disprezzato, ha additato, ha respinto e adesso scintilla dentro suo figlio, la creatura che più ama al mondo. La paura lo schiaccia a terra, come molto tempo prima aveva fatto la potenza dei Dissennatori – quel male che solo il bene, che solo Harry, è riuscito a zittire. Adesso Harry è lontano, però, ed il freddo che sente al centro dello stomaco è più gelido del ghiaccio, è annidato nel luogo più profondo della sua anima tremula. Se ne rende conto in quell’istante, di quanto abbia rifiutato di vederla, quell’anima, di farla risalire in superficie, mentre quella di Agata emerge dai suoi occhi con naturalezza e candore; l'ha potuta vedere all'istante, quel pomeriggio di molti anni prima. Fissa gli occhi nocciola di suo figlio e detesta l’idea che le sue straordinarie doti debbano rimanere un segreto, un segreto da celare dietro tendine spesse e dietro mura di silenzi e bugie. Quelle che è costretto a dire a sua madre, a cui la magia ha già tolto troppo – una sorella, un nipote – e non ha mai dato nulla, se non cumulo di dispiaceri e debolezze. Si chiama destino? Si chiama karma? A volte se lo domanda ma la risposta ancora non è apparsa.
 
Sente la fitta di una colpa antica, in fondo al cuore, per quel che non ha mai compreso, per il modo in cui sa di aver ferito. Osserva suo figlio, il suo scintillante entusiasmo, mentre il fumo dell’Espresso per Hogwarts ne rende i contorni più sbiaditi. La donna dai capelli castani al suo fianco si volta: il nocciola dei suoi occhi è ancora la sua oasi di pace, il rifugio per quando il mondo fa paura. Questa volta, però, è lei ad averne: le persone intorno a loro sono diverse, estranee, hanno qualcosa che a loro manca ma che suo figlio, come per magia, possiede. Le mette un braccio intorno alle spalle mentre il ragazzino li saluta e sfila velocemente sul treno. Si volta per un istante a guardarli: ha il sorriso morbido di sua madre, i tratti rotondi di suo padre, un baule quasi identico a quello di suo cugino. Lui ci fa caso; sente che quella nuova vita lo disinfetta un po’, come succo di limone su una ferita.
 
Il ragazzino scorre con impazienza, con paura, lungo il corridoio del treno. Si tuffa nel primo scompartimento libero, come se fosse un mare nuovo; ha il naso tappato e lo sguardo spaurito di chi non sa bene cosa stia facendo, cosa lo aspetti. Una ragazzina dai capelli rossi gioca con qualcosa che non ha mai visto e gli sorride di un sorriso curioso, divertito – scintillante. Ha gli occhi di un verde intenso e qualche lentiggine sul naso.
“È libero?” Lei annuisce con troppo trasporto e poi si allunga, per aiutarlo con il baule. “Grazie.” Abbozza soltanto lui, mentre con la mano a mezz’aria attende che quella della ragazza arrivi a stringere la sua. “Io sono Thomas Harry Dursley. Tu?”

 
 

Nda: Questa raccolta, come anticipato in introduzione, nasce per l’iniziativa “Apri le challenge, chiudi le challenge” indetta da GaiaBessie su Facebook. Non credo riuscirò a sviluppare tutti i prompt, ma proverò comunque a scrivere quante più storie possibile. Potranno variare personaggi e lunghezza delle stesse ma ho voluto provare a trovargli comunque un unico filo comune: un segreto.
Questa storiellina-ina-ina prende spunto dal prompt che ho riportato come introduzione iniziale e nasce senza aspettative particolari. È venuta su di getto, scritta con altrettanta semplicità e non ha la pretesa di essere bella o completa. Mi andava semplicemente di scriverla e di dar voce al prompt più bello della storia dell’umanità (dopo quello di Gerry) quindi grazie a Gaia per aver indetto questa bellissima challenge e a chiunque si arrivato fin qui, nonostante tutto!
Un abbraccio
   
 
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