Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Sanae77    02/04/2021    4 recensioni
Si fanno scelte nella vita che spesso coinvolgono gli altri.
Altre volte, senza esserne coscienti, sono le tue scelte a portare conseguenze.
Ma indipendentemente da ciò che scegliamo... il nostro destino è già scritto?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koshi Kanda, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il messaggio di Koshi è stato chiaro: Vestiti comoda. Ed io l’ho preso in parola non rinunciando però ad un tocco di femminilità. Guardo i leggings grigio chiaro che indosso sotto ad un semplice camicia che ovviamente mi copre il sedere. Troppe forme in giro non me la sento di metterle in mostra. Appena arrivo all’angolo lo vedo che mi aspetta in sella alla moto con il mio casco tra le mani. Ho optato per uno zainetto da mettere in spalla così da avere le mani libere per potermi reggere saldamente. Il solo pensiero di stare ancora a contatto con la sua schiena mi fa venire caldo.
 
E quel pensiero/angoscia, misto emozione, che mi si è piantato in testa sul possibile primo bacio non accenna a lasciare spazio ad altre immaginazioni.
 
Che ammettiamolo, di pensieri ce ne sarebbero tanti, a cominciare dall’infrangere le regole di mamma che in questo istante non me ne frega nulla. Il non sapere dove andremo a mangiare e come si svolgerà la serata. Ma tutto passa in secondo piano se penso al Bacio. Niente, si è piantato lì e non accenna ad andarsene, anzi aumenta proprio ora che sono davanti a lui che mi sta salutando e porgendo il casco.
 
Mi tranquillizzo pensando che non sarà ora. Subito, ma presto!
 
“Abbiamo il benestare di mamma Nakazawa?” scherza mentre mi aiuta ad allacciare.
“No, se mamma Nakazawa lo venisse a sapere mi rinchiuderebbe in casa per un mese.”
 
Chiusa la sicurezza Koshi m’invita a sedere battendo la mano sulla sella, ed io non me lo faccio ripetere due volte mentre salgo aggrappandomi stretta a lui. Siamo nel vicolo vicino a casa mia così da non esser vista da mia madre.
 
“Quindi siamo arrivati ad infrangere anche delle regole per uscire con me.” Quel tono orgoglioso in un mix di spavalderia mi fa storcere il naso, anche se ovviamente sta scherzando.
“Diciamo che io e Yukari stasera abbiamo detto di essere uscite insieme; sai che lei esce con Kazuo?”
“Sì, so che stasera andranno al cinema, magari più tardi se ci va li raggiungiamo: che ne dici?” indaga mentre accende la moto e il rombo mi fa tremare anche la pancia.
“Sono curiosa di capire cosa hai inventato per cena visto che mi hai praticamente ordinato di vestirmi comoda.”
“Vedrai…” risponde in tono misterioso. 
 
Il vento improvviso che sento mi fa stringere ancora di più a questo corpo che si fa ogni minuto sempre più interessante. Il cuore scalpita ancora a contatto con la schiena e prego tutti gli dei che lui non lo senta.
Il viaggio non è stato lungo, il nostro parco Hikarigaoka ci accoglie negli ultimi bagliori del tramonto. Scendo dalla moto e tolgo il casco mentre Koshi assicura il mezzo chiudendolo. 
 
“Vieni” dice semplicemente invitandomi a seguirlo.
Con tutti i posti dove potevamo andare non mi sarei mai immaginata il nostro parco cittadino. Superata una panchina s’introduce in un piccolo spazio tra due siepi, lo seguo aggrottando le sopracciglia e stando ben attenta a non graffiarmi con i rami delle piante.
 
Dopo pochi passi si apre una piccola radura che non avevo mai notato essendo coperta dalla siepe, un piccolo angolino intimo dove subito noto stesa a terra una tovaglia e un cesto di vimini al centro. L’aria ambrata del tramonto dona a questo luogo un’atmosfera magica.
 
“Non sapevo cosa ti piacesse, quindi ho optato per dei cibi da passeggio, ma da consumare in tutta tranquillità, spero che ti piaccia.”
Non riesco a parlare mentre con le mani tappo la bocca che ormai spalancata non nasconde la sorpresa.
“Koshi, davvero, sono senza parole; è un’idea magnifica.”
 
Seduta a gambe attorcigliate e addentando una pietanza tra una chiacchiera e l'altra, ascolto i progetti di vita di Kanda. Sorrido mentre mi sembra di avere di fronte un capitano, a me noto, con le medesime ambizioni di sfondare nel campo della boxe. È cambiato sport, ma entrambi hanno grandi progetti. Resto incantata osservando lo stesso entusiasmo che conosco bene nelle parole del mio interlocutore. 
 
Devo avere una calamita per certi ragazzi!
 
Penso tra me e me. Ma… c’è un ma. Koshi non è assolutamente totalitario come lo è Tsubasa; e il paragone mi viene facile, troppo facile, visto che sto seduta qua con uno dei due mentre l’altro è disperso chissà dove. 
 
Oggi non ho neanche controllato il suo profilo. 
 
È innegabile che questa parentesi con Kanda mi stia distraendo dal capitano.
“Mi stai ascoltando?”
Colta in fallo piombo con la mente alla realtà e smetto di farmi duemila film in testa.
“Scusa stavo pensando a una cosa.”
“Una cosa che si chiama Ozora?”
Lo fisso abbassando poi lo sguardo, sono troppo trasparente per lui e non mi va certo di mentirgli.
 
“No, cioè… Sì, più che altro pensavo al fatto che entrambi avete dei grandi obiettivi in fatto di sport; e che forse ho una calamita per i fissati delle gare.” Sdrammatizzo.
 
Koshi sorride, e solo adesso mi rendo conto di quanto sia bello quell’incurvarsi particolare delle sue labbra. Non ci avevo mai fatto caso e non gli avevo dato troppa importanza. Ha una risata contagiosa che nel giro di pochi istanti invade anche me.
 
“Almeno hai cambiato sport no? Guarda il lato positivo, un incontro di boxe dura meno di una partita di calcio!”
“Giusto!” rispondo afferrando un yakitori, e lo prendo esattamente nello stesso istante che lui allunga la mano per servirsi. Per questo le nostre dita si sfiorano. Restiamo così a guardarci per alcuni attimi senza che nessuno dei due ritragga la mano. Abbasso gli occhi sulle nostre dita mentre avverto un leggero solletico sull’epidermide. In una specie di ragnetto improvvisato dalle dita, Koshi sta coprendo tutta la mano con la sua. La stringe mentre sollevandola insieme alla sua mi attira a sé. Resto ancora imbambolata da questi gesti così dolci e delicati, mentre la ruvidità della sua pelle parla di ben altro. Immagino che indossare i guantoni tutti i giorni e tirare pugni a destra e a manca non debba certo favorire una pelle liscia.
Cerco di sporgermi quel tanto che basta cercando di non sbilanciarmi.
Socchiudo gli occhi in attesa. Sì, in attesa di un primo bacio che però non arriva.
“Ti sei sporcata qua” precisa mentre avverto il pollice, sicuramente dell’altra mano, che passa sull’angolo della bocca e toglie non so che cosa, e che francamente neppure m’interessa.
 
Koshi mi manderà al manicomio per tutte queste occasioni mancate. Non riesco a capire perché ha questo comportamento, non ha detto che gli interessavo?
Sciolgo l’intreccio delle dita afferrando un fazzoletto e ristabilendo un minimo di distanza.
 
“Grazie” sussurro mentre pulisco la bocca, a quando guardo il panno è completamente bianco. Aggrotto le sopracciglia perplessa. Sollevo lo sguardo sul ragazzo che ho davanti e il suo viso imperturbabile non mi comunica niente.
 
Osservo ancora questo tavolo improvvisato pieno di gustose pietanze, quindi ne afferro ancora e continuo a mangiare, non voglio farmi troppe paranoie sul comportamento di Koshi o non ne uscirò viva. 
 
Già mi mette in difficoltà il capitano: ci manca anche lui!
 
La serata comunque si rileva gradevolissima, Koshi è davvero simpatico e mentre rido per l’ennesima barzelletta che mi sta raccontando sul suo sport, mi accorgo che siamo in una posizione molto confidenziale. Neppure ricordo esattamente come ci siamo arrivati. Io con le gambe stese in avanti e lui con la testa adagiata sulle mie cosce, ogni tanto intreccio l’indice ai suoi riccioli come spesso faccio con i miei capelli. Parla, parla e io rido come un’idiota. Ed è bellissima questa sensazione di tranquillità e spensieratezza che non avvertivo da tanti giorni. Da quando il capitano… ma non voglio più pensarci, devo accantonare il pensiero Ozora se non voglio rovinarmi la serata.
 
Improvvisamente si solleva mettendosi seduto.
 
“Quindi che facciamo? Raggiungiamo gli altri al cinema? Sono già le otto e mezza e alle nove inizia lo spettacolo.” 
“Direi che è un’ottima idea.” Rispondo alzandomi e scuotendo i leggings.
 
Lo aiuto a riporre tutto nella cesta che vedo nascondere all’interno di una siepe.
 
“Torno domani a prenderla, adesso in moto darebbe soltanto fastidio… andiamo?” chiede allungando la mano. Resto una frazione di secondo a osservarla che protratta verso di me resta lì in attesa di essere afferrata. Nessun timore o scrupolo m’invade la mente mentre allungo la mia e afferro la sua. Una sensazione piacevole e di sollievo arriva a darmi pace intanto che per mano raggiungiamo la moto. Appena giunti si appoggia alla sella attirandomi a sé. Non me lo aspettavo e come la sera precedente quasi gli cado addosso, se non fosse per i miei palmi che poggiano sui suoi pettorali. Tutto si svolge in modo veloce mentre avverto le sue mani prima sui fianchi e dopo dietro la schiena.
 
E esattamente come la scorsa sera arrossisco violentemente. Sollevo lo sguardo per capire che intenzioni abbia e c’è serietà nei suoi occhi adesso.
 
“Credo che sia palese il mio interesse per te, però…” lascia volutamente la frase in sospeso in attesa di un riscontro da parte mia.
“Però?” chiedo inclinando la testa mentre le dita prendono a giocare con le pieghe della sua maglia. Sono nervosa e devo impegnare la testa in qualche modo. Il corpo invece è già abbastanza impegnato vista la posizione che abbiamo assunto.
“Sei sempre stata chiara con me Sanae, mi hai detto che non volevi creare illusioni, che non avevo possibilità ma, ecco… i segnali che ricevo sono altri.” E stavolta è lui che arrossisce. Ridacchio nervosa per la sua sincerità e per la mia profonda confusione mentale.
“Capisco. Sono confusa anch’io, scusa.” Tento di appoggiarmi a lui per avere la spinta necessaria per uscire da questo abbraccio. Ma quando avverte il tentativo di fuga sento stringere di più in un abbraccio ancora più solido.
“Che ne dici se proviamo a dissipare questi dubbi?” propone. Lo guardo con curiosità perplessa. Non capisco cosa abbia in mente.
“Magari esistesse un modo.” Confesso ancora stretta a lui. Il suo sguardo indecifrabile cambia, nelle iridi vedo un luccichio che non avevo mai notato, ed è magnifico rispecchiarsi in queste due perle nere.
“Forse conosco un modo…” confessa prima di avvicinarsi e posare le labbra sulle mie. Ho gli occhi spalancati dallo stupore, dopo tante occasioni perse non mi aspettavo certo una presa di posizione così improvvisa. Mi è tutto chiaro quando avverto le mani fredde farsi calde e circondargli il collo in un gesto naturale.
Quando le palpebre calano sugli occhi e il mondo interiore si concentra solo sul bacio. 

Il mio primo bacio. 

Quando una sequenza di piccoli baci mi percorre tutto il contorno della bocca.
Quando avverto la pressione della lingua sulle mie labbra.
Quando decido di dischiudere le labbra e consentirne l’accesso.
E non penso più a nulla, né alla possibile paranoia di un’eventuale saliva in eccesso, né alla posizione delle mani che hanno trovato la loro collocazione perfetta dietro la nuca di Koshi.
E devo dare ragione alla mia amica quando affermava che non avrei avuto problemi e che la natura avrebbe fatto il suo corso.
In uno spazio e tempo indefinito continuiamo a baciarci appoggiati alla sua moto dimenticando il mondo che ci circonda; l’orario del cinema e anche quel velo di rimorso per non aver assaporato il primo bacio con Tsubasa. Ha ragione il mio adorato pugile devo schiarirmi le idee, ma devo ammettere che questo bacio è chiarificatore. Molto chiarificatore visto che mi sto praticamente sciogliendo tra le sue braccia. Braccia solide che mi stringono e sorreggono.
Ci stacchiamo per riprendere fiato mentre osservo le sue labbra rosse e gonfie dei miei baci.
Baci inesperti almeno nel mio caso.
Lascio andare per un momento la presa dietro al collo e con due dita mi sfioro le labbra umide. È una sensazione così strana; sorrido mentre con i denti chiudo il labbro inferiore in una morsa imbarazzata.
“Era il tuo primo bacio vero?” Koshi e le sue perle nere mi osservano curiosi.
“Si nota così tanto?” chiedo per dissimulare l’imbarazzo crescente.
“No, ma speravo solo che lo fosse.” Precisa prima di sciogliere l’abbraccio e afferrarmi il volto per baciarmi di nuovo.
Ed è solo nebbia mentre il suo corpo incombe sul mio rubandomi decine di baci sempre più sicuri.
 
 
“Siete in ritardo!” Yukari alla cassa del cinema picchietta un piede in terra con impazienza. Le vedo sollevare un sopracciglio quando nota le nostre mani intrecciate. Sì, perché appena scesi dalla moto Koshi non mi ha più lasciata andare. Dopo la chiacchierata chiarificatrice e la decisione di provarci a stare insieme adesso i suoi gesti si sono fatti più sicuri e al contempo audaci.
“Scusate.” Rispondo cercando il portafoglio.
“Non ci provare!” mi ammonisce il mio ragazzo impedendomi di aprire lo zaino. Ed è buffo come in pochi minuti si possa cambiare appellativo a una persona. 
“Ok, grazie allora.”
 
Yukari mi afferra un braccio trascinandomi in direzione dei bagni, già la immagino di fronte allo specchio mentre ci fissiamo nel riflesso in versione interrogatorio poliziesco. Lancio un’ultima occhiata a Kanda sollevando le spalle in un palese atteggiamento arrendevole. Annuisce capendo perfettamente la situazione. Ragazze e bagno può significare solo un aggiornamento veloce prima che inizi il film.
 
E non vedo l’ora che inizi il film perché, a luci spente, sono sicura che potrò ancora baciare il mio ragazzo in tutta tranquillità. Mi rendo conto che adesso che ho assaporato cosa si prova ho la necessità fisica di averne altri e altri ancora. Adoro baciare, non avrei mai creduto che fosse così appagante.
 
 
“Allora?” mi mette subito alle strette l’arpia appena chiusa la porta del bagno.
Faccio due smorfie prima di rispondere giusto per farla soffrire un pochino prima della rivelazione.
Adoro vedere la mia amica sulle spine.
“Allora… stiamo insieme.” 
“Ah, va beh, questo era evidente, adesso voglio i dettagli sconci.”
E arrossisco ancora mentre la spingo per allontanarla da me.
“Nessun dettaglio sconcio Yukari! Però…”
“Eh… però?”
 
Sì, adoro tenerla sulle spine è ufficiale.
 
“Ci siamo baciati.”
“Oh, finalmente per tutti gli dei ci sei riuscita. Una palpatina al culo te l’ha data?”
Mi emoziono fino alle orecchie. Perché deve farsi amare e odiare nello stesso istante?
“Ma cosa ti salta in mente Yukari!” l’ammonisco mentre cerco di raggiungere l’uscita non ho voglia di intraprendere certi discorsi in un bagno: figuriamoci!
“Oh, a me nulla, ma sono certa che Koshi con quei leggings che indossi un pensierino ce lo ha fatto.” Solleva due volte di fila le sopracciglia con fare risoluto di chi la sa lunga.
“Pensa alla tua minigonna dal facile accesso che indossi piuttosto.”
 
E ride la mia amica, sa perfettamente dove colpire quando vuole mettermi in imbarazzo e io come una scema ci cado sempre.
 
“Diciamo che rende la serata al cinema estremamente più interessante.”
“Quindi Kazuo apprezza giusto?” sto al gioco tanto conosco Nishimoto come le mie tasche e se non cedo allo scherzo non smetterà più.
“Non solo apprezza ma adora. Torniamo serie: come bacia il bel pugile?”
“Come faccio a esprimere un’opinione senza alcun termine di paragone?”
“Oh, quanto la fai lunga: ti è piaciuto sì o no?”
“È stato inaspettato e molto intenso. Sì, mi è piaciuto tantissimo.”
“Quindi ci attende il prossimo passo.” La malizia nella sua voce e nell’espressione la dice lunga.
“Perché tu?” indago ovviamente sul presunto prossimo passo e cosa esattamente intenda, insomma vedo la mia amica molto lanciata.
“Chissà, non lo escluderei a priori eh!”
“Non ti riconosco Yukari… davvero Ryo non t’interessa più?”
“Kazuo è davvero un ragazzo interessante mi trovo bene ed è molto più maturo di Ryo.”
Afferma convinta dopo avermi guardato con serietà.
“Cos’è dall’alto dei suoi diciassette anni ha tutta questa esperienza?” il tono di sfottò è evidente, insomma due anni non è che siano la fine del mondo… almeno credo.
“Due anni fanno la differenza secondo me a questa età. Andiamo, che inizia il film.”
M’incalza trascinandomi praticamente fuori.
 
Durante il tragitto rifletto sulle parole di Yukari.
Due anni.
Anche Koshi ha due anni più di me e onestamente la differenza la sto notando. Non ha l’atteggiamento infantile che ancora certe volte si presenta nel nostro gruppo di amici; sa come comportarsi con una ragazza e sa anche come gestire situazioni non facilissime come quella in cui lo avevo messo io. Ha lavorato per arrivare dove siamo adesso in un atteggiamento che devo riconoscere molto più maturo di quello a cui ero abituata tra le mie conoscenze.
 
Ci aspettano sull'ingresso, stanno parlando. Lo osservo da lontano mentre mi avvicino e più la distanza si accorcia e più avverto quella strana sensazione di attesa che ho provato fino a poche ore fa. Attesa di quel primo bacio tanto sconosciuto quanto ambito. E ora che so cosa mi aspetta non vedo l’ora di riassaporare quell'emozione.




Note
Ps= per esigenze di trama ho modificato l'età di Koshi Kanda, avrebbe la loro stessa età nel manga.
   
 
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