Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    03/04/2021    1 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
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Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Livello 23

ᚴᚱᛁᚷᛋᚷᚨᛚᛞᚱ

 

Fu l'equivalente di un faro negli occhi.
Appena attraversato lo Specchio, una luce bianchissima lo colpì dritto in faccia come una folata di vento, costringendolo a portare un braccio a coprirsi il viso. Passò un minuto bello abbondante prima che il tutto si dissipasse.
Håkan si guardò intorno confuso, cercando di assicurarsi che quello non fosse un sogno, ma effettivamente si trovasse in un mondo chissà dove. Il portale dietro di lui era scomparso, nessuna possibilità di tornare indietro.
Non che volesse farlo... piuttosto, come sarebbe tornato indietro se avesse vinto? Non aveva nemmeno la minima idea di come combattere il drago.
L'unica via da percorrere era quella davanti a lui: una stradina stretta di ciottolato candido che proseguiva per chissà quanto, fino ad una costruzione lontana che a causa della miopia non riusciva a scorgere bene, pareva soltanto una macchia grigiastra all'orizzonte.
Il cielo era azzurro, le nuvole sembravano cumuli di cotone, l'aria era fresca... somigliava quasi ad un paradiso, quel luogo. O almeno finché, durante il cammino, il suo sguardo non cadde più in basso, facendolo trasalire; ad entrambi i lati del sentiero si ergeva un burrone così profondo da risultare impossibile vederne il fondo, il quale si espandeva in lungo e in largo fino a quanto i suoi occhi potevano arrivare.
Solo il cadere da lì probabilmente, no, sicuramente, avrebbe decretato la sua istantanea fine.
Nonostante il nodo in gola ed il senso di inquietudine proseguì comunque, guardandosi attorno con circospezione, in attesa di un eventuale attacco a sorpresa o roba simile. Il fatto che lo spazio percorribile fosse tanto stretto e lo costringesse ad andare solo avanti e indietro contribuiva a quella sensazione di volerla sbrigare subito.
Un fortissimo stridio proveniente dalla lontana macchia grigia squarciò il silenzio all'improvviso, facendolo sussultare ed imprecare sottovoce.
Ma non si fermò, non poteva scoraggiarsi così, fare il codardo e decretare la fine dell'umanità. Letteralmente. Proseguì ancora qualche metro, finché una lieve scossa di terremoto non lo fece barcollare, spaventandolo a morte.
Doveva arrivare in fondo a quella strada maledetta.
L'ambiente circostante iniziò a distorcersi e mutare lentamente: si era alzata una nebbiolina che aveva oscurato parte del sentiero, mentre poteva vedere il suo riflesso ripetersi all'infinito ove una volta stava il burrone. Si erano formati degli specchi?
Un rumore di stivali alle sue spalle lo fece voltare di colpo. Niente.
Girò nuovamente la testa in avanti, trovandosi davanti una figura femminile in parte celata. La riconobbe subito: abbastanza alta, slanciata, curve generose ed una cascata di capelli mossi ricadenti sul petto.
-Ryoko!- Quasi urlò, accelerando il passo per raggiungerla, ma nonappena fu più vicino lei scomparve com'era apparsa.
-Dove sei finita?!- La chiamò, alzando la voce, ma non ricevette alcuna risposta. Anzi, la nebbia si fece fitta al punto da non vedere più nulla, mentre gli specchi circostanti si dissolvevano.
Giurò anche di aver visto delle iridi scarlatte e luminose tra la foschia, ma solo per un secondo.
Era confuso ed immobile, era tutto bianco, come se si fosse trovato in uno spazio vuoto. Aveva paura di muoversi anche solo di un passo e cadere in basso.

-Mi chiamo Ryoko Fudo... ho sei anni e... mh... non so cosa dire...-
Aprì gli occhi all'improvviso - quando li aveva chiusi?! -, l'ambiente circostante era cambiato completamente. Si trovava... in una classe?
Tutti quei bambini seduti ai banchi sembravano essere delle elementari, ma a lui cadde l'occhio su una in particolare: chioma magenta tagliata a caschetto, occhi blu e sguardo corrucciato. Era lei.
Dov'era finito? Nei suoi ricordi...?
Assistette anche alla scena di una bambina che la derideva, mentre nemmeno reagiva. I suoi occhi azzurri... Eiko? Ne ebbe la conferma subito dopo, quando ella si presentò.
-Lei è stata sempre perseguitata da loro.-
Una voce maschile, buia e profonda, provenne alle sue spalle. Si voltò, ma si trovò davanti la Ryoko attuale, ancora vestita con la tuta di pelle. Stava in piedi, immobile, a fissarlo con gli occhi spalancati, ma un dettaglio era diverso dal solito: l'occhio sinistro aveva l'iride scarlatta, mentre quel lato del viso era attraversato da linee azzurre che disegnavano anche un altro occhio stilizzato sotto al suo.
-Perché sei fuggita prima...?- Tentò di ignorare quelle mutazioni, avvicinandosi ed accennando un sorriso. -Dobbiamo tornare indietro.-
Quando fu a pochi passi da lei, fu colpito da una forte folata di vento gelido e l'aula si disgregò, le immagini iniziarono a vorticare tutte intorno a loro.
-Dagli occhi azzurri.-
Ancora quella voce profonda. Ma non l'ascoltò, cercando di afferrare la ragazza con scarso successo, perché le raffiche lo sbalzarono lontano da lei, facendogli sbattere la schiena al suolo.

Il dolore al braccio sinistro fu forte al punto da farlo urlare, sembrava rotto. Eppure, non era quello il punto in cui aveva impattato.
Si strinse l'arto con la mano libera, accovacciandosi a causa delle fitte, finché un pianto non si sovrappose alla sua voce. C'era ancora Ryoko bambina, stavolta stesa a terra, con il braccio sinistro contorto e gonfio.
-Lo senti, quanto male le hanno fatto?-
Incredibilmente, trovò la forza di alzarsi e correrle incontro, ma quando provò a toccarla la mano l'attraversò come se fosse una proiezione.
Proiezioni...? No, illusioni.
Avrebbe dovuto capirlo prima.
-Perché sto vedendo tutto questo?- Chiese, al nulla assoluto.
Il dolore al braccio sparì, ma non ricevette alcuna risposta. Solo un'altra apparizione della Ryoko adulta; il suo naso sanguinava.
Allora era lei a proiettarle...
-Ryoko! Cosa stai facendo? Non c'è tempo per il viale dei ricordi, dobbiamo uscire dallo Specchio, o...-
-Silenzio.- La voce profonda lo interruppe e la ragazza gli tirò un forte schiaffo, per poi scomparire nuovamente.
Era tutto così assurdo... pensava di trovarsi lì per fare un fantomatico combattimento con un drago, non un viaggio nei ricordi di Ryoko. Perché gli stava mostrando quelle cose...?

-Ci risiamo...- Mormorò, mentre tutto cambiava nuovamente.
Si trovava ancora in una scuola, stavolta diversa. Gli studenti non erano più bambini, ma adolescenti, quindi dovevano essere le superiori.
Il corridoio era quasi completamente vuoto, ad eccezion fatta per una Ryoko cresciuta, Eiko tinta di biondo paglia ed un tizio che non aveva mai visto.
La rossa stava in testa al trio, mentre gli altri due la deridevano pochi passi indietro.
"Sei un fallimento!", "codarda", "inutile", "tagliati quei capelli", "tu e tuo fratello dovete solo morire".
Si girò di colpo, interrompendo la sua marcia annoiata. Un forte vento psichico iniziò ad imperversare e tutti gli armadietti si spalancarono, poi scattò come un fulmine ed afferrò il ragazzo sconosciuto per i capelli, spalmandogli la faccia contro alla parete e provocandogli uno svenimento.
-Non nominare mai più mio fratello-, sibilò ad Eiko, per poi fuggire e lasciarla lì. Inizialmente si mostrò sconvolta, ma nonappena lei si voltò, fece un sorriso sghembo.
-Lo vedi, come la trattavano?-
A Håkan, però, non importava proprio nulla di quella scena: sapeva già della diatriba più che decennale tra quelle due e si aspettava anche gesti di quel genere da parte della psichica. Doveva trovare quella vera se voleva salvarla, più perdeva tempo con quei giochetti illusori, meno possibilità aveva di vincere.
Prese a correre per l'edificio, percorrendo corridoi che man mano si distorcevano sempre più, probabilmente perché non previsti dal flashback. La trovò quando tutto l'ambiente si era dissolto, in un altro spazio completamente bianco.
La schiena era leggermente ricurva in avanti, oltre al naso gli occhi sanguinavano ed anche la linea della mascella era sporca di rosso, perciò probabilmente le usciva pure dalle orecchie.
Stava soffrendo, si vedeva nonostante fosse come ipnotizzata e privata delle emozioni, eppure le palpebre rimanevano spalancate quasi innaturalmente.
Non tentò di avvicinarsi ulteriormente, o avrebbe di nuovo usato i suoi poteri.
-Perché le stai facendo del male, Krigsgaldr?- Chiese, a bassa voce, ma perfettamente conscio di essere sentito.
Tutto divenne nero all'istante, sembrava che ogni luce si fosse spenta. Vedeva bene sé stesso, ma non Ryoko, sicuramente era sparita, di nuovo.

Iniziò a crearsi un'ennesima illusione, la quale stavolta scorreva come un film davanti ai suoi occhi. C'erano lei ed un bambino dai capelli ricci e castani e gli occhi azzurrissimi.
L'ambiente e il loro aspetto era sempre diverso, ma la scena rimaneva la stessa: lui le dava una caramella, faceva un sorriso e si abbracciavano forte. Più rivedeva quegli spezzoni, più riconosceva in lui Izanagi man mano che crescevano.
Le immagini andavano sempre più forti, finché non diventarono come vere e proprie foto raffiguranti momenti felici tra loro.
-Lui le ha mentito più di tutti.-
Tutto si bloccò. Un vento fresco ed autunnale si levò, con le foglie brune, gialle e rosse che svolazzavano libere.
-Sai, voglio dirti una cosa importante, Ryo.- Izanagi le prese le mani, avvolgendole con le sue.
Lei lo guardava in silenzio, completamente persa nei suoi occhi e lui, invece di continuare la frase, la baciò. Il momento fu totalmente diverso da quello in cui il biondo aveva fatto la stessa cosa, Izanagi non era stato respinto, lo desiderava.
Poco dopo la lasciò, poggiandole le mani sulle spalle e sussurrandole all'orecchio.
-Tu morirai, e sarò io ad ucciderti.-
Istantaneamente le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre tutta la scena si frantumava al suono del suo pianto. Il rumore di vetri rotti si propagava nel nulla, e tornava il bianco, poi anch'esso si dissolse lentamente come una nebbiolina.

L'illusione sembrava essere finita, perché i piedi di Håkan erano tornati a posarsi sul ciottolato niveo di quel sentiero strettissimo e contornato dal burrone immenso. C'era solamente una differenza: quando tutto era iniziato, si trovava circa ad un terzo del percorso e l'enorme massa grigia in lontananza per lui aveva una forma indefinita, mentre adesso ne aveva percorso i due terzi e la costruzione risultava più nitida.
Sembrava trattarsi di un frassino le cui fronde si ergevano verso l'alto, mentre grosse radici si piantavano con forza nella nuda pietra.
Non ebbe il tempo di stare ad osservarlo e cercare di capire meglio cosa fosse; Ryoko era ricomparsa lì, a pochi metri da lui, con una spada dalla lama lunga e stretta e l'elsa dorata in mano.
Non presagiva a nulla di buono. Era già pericolosa da sé, cosa poteva fare con un'arma del genere tra le mani?
Si mosse di un passo, facendolo sussultare, ma poi si fermò e dischiuse le labbra. Che volesse parlare?
No. Vomitò una cascata di sangue, accasciandosi con le ginocchia a terra. Lì, la rabbia di Håkan prese il sopravvento: senza temere alcuna conseguenza, si fiondò sul corpo sofferente della ragazza, prendendola per le spalle ed iniziando ad urlare verso il cielo.
-Krigsgaldr, non lo vedi quanto sta soffrendo?! Di questo passo morirà certamente!-
-È normale perdere delle pedine negli scacchi.- Le sue parole echeggiarono basse, con un tono di stizza.
-Questo non è un gioco. Le fai proiettare tutta quella roba superflua raccontandomi il suo dolore e poi la porti sull'orlo della morte?-
-Non rivolgerti così a me, inutile umano. Io sono una divinità.-
-Me ne sbatto i coglioni del fatto che sei una divinità! Non è stato Izanagi a mentirle più di chiunque altro, sei stato tu. Ryoko si fidava di te, eppure la stai usando come una bambola di pezza. Sapevi benissimo che i suoi poteri sono fatti per attaccare e non creare illusioni e giochi mentali, ma glielo hai fatto fare comunque, portandola al limite.
Non meriti di essere venerato, le divinità vogliono il bene dei loro seguaci, tu sei solo un egoista a cui piace ingannare chi lo ama.-
Disse quelle parole cariche d'odio come se stesse sputando veleno. Ryoko aveva sempre parlato bene del suo amico drago, di quanto tenesse a lui... e Krigsgaldr, anzi, il Drago Ceruleo, aveva avuto il coraggio di farle del male in quel modo.
-Vuoi che impieghi le sue capacità per aumentare la forza fisica? Sarà fatto, allora, ma non piangere quando verrai dilaniato.-
La rossa si mosse, saltando all'indietro, sempre con la mano destra ben salda sull'arma.
-Hai attraversato lo Specchio per salvare il tuo mondo, non è vero? Devi sapere che Ryoko recitando l'ultimo Galdr è diventata l'Axis Mundi, ovvero la chiave che può fondere i due mondi. Senza di lei, il mio piano andrebbe in fumo; ti basterà farla cadere nell'oscurità per vincere.-
-Come puoi pensare che io voglia buttarla giù?!-
-Se lei muore, salverai miliardi di vite, se lei vive le condannerai a morte, te compreso. Devi scegliere, Håkan Atlas. Ryoko, o la popolazione mondiale?-
Si ritrovò a mordersi il labbro con insistenza. Quel mostro era astuto.
Voleva fare leva sul sentimento che provava per lei, l'aveva capito.
Ma non poteva scegliere: dall'altra parte c'erano i suoi genitori, suo fratello, Artemis, Akito, i suoi amici... e Yuichi, al quale aveva promesso di proteggere sua sorella ad ogni costo. E davanti a lui c'era proprio quella ragazza che doveva salvaguardare e per la quale probabilmente provava qualcosa oltre l'affetto, mentre stava soffrendo le pene dell'inferno a causa dell'uso eccessivo dei suoi poteri.
-Voi mortali ci mettete troppo a prendere le decisioni importanti.-
Quello della bestia fu un profondo sibilo, succeduto da uno scatto in avanti della ragazza. Brandendo l'arma in modo eccelso, tentò di colpirlo con uno, due, tre fendenti, tutti schivati per miracolo.
Un quarto lo prese per la catenina che aveva al collo, spezzando l'argento come se nemmeno ci fosse e facendola volare giù nel vuoto. Non aveva spazio sufficiente per fare altro oltre ad indietreggiare e se anche fosse riuscito ad evitarla fino al punto di partenza, non sapeva comunque come avrebbe fatto a scampare a quella lama. Lui odiava la violenza, non sapeva neanche come dare un pugno decente, in che modo avrebbe potuto battere una ragazza forte come un toro, con poteri psichici ed una fottutissima spada?
Il quinto rischiò di prenderlo a tal punto che inciampò sui stessi piedi e finì culo a terra, facendosi un male cane.
Stava già assaporando la morte, non aveva scampo, sotto di lui un immenso burrone e nessun modo di poterla schivare. Chiuse gli occhi d'istinto, aspettando il sesto fendente.
... il quale arrivò, ma non nel modo in cui si aspettava: la lama si bloccò a pochi centimetri dal suo corpo, se ne accorse per un tintinnio avvenuto con l'impatto contro qualcosa di invisibile. O almeno, invisibile all'inizio.
-Drago Ceruleo, ti diverti proprio ad usare gli umani, non è vero?-
Una voce femminile sconosciuta parlò, facendogli aprire gli occhi. Di schiena vi era quella che sembrava una donna molto alta avvolta in un largo abito nero, i capelli scuri erano corti, la pelle nivea segnata solo da una cicatrice lungo tutto il perimetro del collo. Aveva fermato lei l'attacco di Ryoko, afferrando la lama con la mano guantata e tenendola immobile. Poi, voltò il capo, fissandolo con due immensi occhi azzurri, estremamente luminosi.
-Akephalos?!- La riconobbe subito vedendola in viso. Quella donna era uno dei mostri synchro del suo deck: "Akephalos, Divinità Bicefala".
Cosa ci faceva lì e, soprattutto, in carne, ossa e due teste? Non si era nemmeno portato il mazzo di carte!
-Sono felice di poterti finalmente parlare, Håkan. Ti aiuterò a sconfiggere quella bestia immonda.- Senza dargli possibilità di replica, la strega, che teneva ancora ben salda la lama con la mano libera dal suo secondo cranio, lanciò lontano il corpo di Ryoko, il quale si fermò proprio sul bordo del sentiero, in procinto di cadere.
-Prendila prima che cada, per favore!-
La Dea era titubante, ma fece un lungo balzo e l'afferrò un istante prima che accadesse il peggio. Håkan si tirò su, raggiungendo le due.
-Non deve accaderle nulla. Io voglio salvarla.- La fissò dritta negli occhi, con estrema convinzione.
-Quindi hai scelto lei, e non il tuo mondo?-
Il biondo scosse il capo.
-Salverò entrambi, non so in che modo, ma lo farò.-
-"Ask veitk standa,
heitir Yggdrasill
hár baðmr, ausinn
hvíta auri;
þaðan koma döggvar
þærs í dala falla;
stendr æ of grænn
Urðar brunni."-
-Ti prego, parla in modo comprensibile, faccio già fatica a capire la mia lingua, figurati una antica o quel che è.-
-"
So che un frassino s'erge
chiamato 
Yggdrasill,
alto albero asperso
di bianca argilla.
Di là viene la rugiada
che cade nella valle,
si erge sempre verde
su 
Urðarbrunnr.
"-
-... Quel frassino di metallo si chiama "Yggdrasill"? È un'informazione utile, almeno?-
-L'Yggdrasill è anche chiamato "Albero del Mondo", questa ragazza è l'"Asse del Mondo", in questo caso la sua chiave d'accensione. Vedo dai segni sul suo viso che parte dei suoi poteri sono stati confluiti là, ma non è ancora stata completamente consumata. Se dovesse avvenire, sarebbe la fine per l'umanità ed anche per lei stessa.-
-Queste sono cose che più o meno sapevo già. Continua.-
-C'è la possibilità che, distruggendo l'Yggdrasill, si possano salvare tutti. Nulla è assicurato.-
-Però non abbiamo scelta.-
-L'alternativa sarebbe uccidere l'Axis Mundi, ma sembri tenere a lei.-
-Esatto. Tengo a Ryoko.- Lo affermò apertamente, prendendosene il corpo svenuto e mettendoselo in spalla come un sacco di patate. La donna gli passò anche la spada.
-Akephalos, un'ultima cosa.- Assottigliò lo sguardo, non perdendo mai il contatto visivo. -Sono davvero tuoi discendenti, Izanagi e la sua combriccola?-
Lei accennò un sorriso.
-Hanno fatto cose terribili: delle persone sono morte ed altre sono state ferite gravemente a causa loro.-
-Difendere l'umanità dal Drago Ceruleo è il loro compito, qualche sacrificio è contemplato quando in ballo c'è un'intera popolazione.-
-Tu e Krigsgaldr siete uguali. Vi piace giocare con le persone come se fosse una partita a scacchi.-
-Ora capisco perché il Galdr della Liberazione non prelevava la tua energia, umano.-
Gli specchi riapparvero in centinaia, mostrando i riflessi dei presenti moltiplicati. Uno, quello dinanzi a loro, venne attraversato da una figura simile ad un umano. Era un uomo, alto due metri o più, con occhi scarlatti, pupille allungate e lunghi capelli bianchi, i quali verso l'interno diventavano azzurri. Indossava un giaccone blu scuro, ricamato in oro e lasciato aperto; sotto di esso non c'era nulla, il busto muscoloso era completamente scoperto, mentre le sue gambe erano artificiali, fatte di metallo. Finivano con i piedi, i quali erano muniti di un tacco abbastanza alto.
Dietro la schiena spuntavano le ali chiuse, anch'esse di metallo e con delle piume azzurre che sembravano fatte di vetro capace di emettere luce.
Sulla sua testa svettavano due corna bianche, forate alla base da anelli dorati.
Sul suo viso era presente lo stesso disegno comparso a Ryoko, il quale si ripeteva su entrambi i lati, più altre linee sul mento, lungo il collo, nelle mani e sull'addome.
Metteva decisamente in soggezione tanto era imponente, assieme a quell'aura di potenza che emanava ed alla grossa spada in una delle sue mani. Faceva quasi paura da umano, nonostante fosse estremamente bello.
-Sei stata tu, Akephalos. Dannata megera, ecco dov'eri scappata.
Ti sei presa due terzi del mio corpo, mi hai rinchiuso qui e hai anche avuto il coraggio di tornare assieme a questo essere inferiore?- Nella sua profondissima voce si poteva chiaramente udire un sentimento di rabbia crescente. Håkan non ci capiva nulla di quella storia, ma sperava che quei due si mettessero a combattere, così da poter sgattaiolare via e distruggere l'albero. Forse stava sognando troppo.
-Drago Ceruleo, non potevo permetterti di cancellare il mio popolo.-
-Voi avevate smesso di venerare me e Cremisi, abusavate dei poteri che vi avevo conferito.-
-Non servono preghiere costanti per venerare le divinità, mettitelo in testa, stupido drago con manie di protagonismo.-
-Pianificavate di catturarci ed usarci come bestiame!-
La creatura metà umana e metà drago balzò in alto brandendo la spada, pronto a colpire la donna. Il biondo, approfittando di quell'attimo, scappò in direzione dell'Yggdrasill, tenendosi strette Ryoko e l'arma rubatale.
Akephalos bloccò il fendente e successivamente lo deviò mediante una falce che aveva fatto apparire dal nulla, spingendo Krigsgaldr fuori dal sentiero. Subito lui spiegò le ali, volando di nuovo verso l'obiettivo e sferrando una stoccata dritta al viso della corvina, la quale lo evitò quasi per miracolo, finendo per graffiarsi la guancia. Non fece nemmeno caso al sangue che fuoriusciva, perché rispose subito all'attacco.
Le lame si incrociavano e stridevano ad ogni contatto, provocando forti rumori metallici.
-Non ti provoca nostalgia questo scontro, drago?- Chiese lei, con fare provocatorio.
-Smettila di fare la sentimentale, strega.- La sua risposta, oltre alle parole, fu un attacco più violento.
-Dici così solo perché hai perso.-
-Io ti decapitai.- Ringhiò.
-Era proprio quello l'obiettivo.- Ridacchiò, sferrando un altro attacco.

L'Yggdrasill era davvero gigantesco.
Håkan aveva puntato il naso all'insù, ma la fine di quella chioma metallica era ben lontana da loro, così come le radici, estremamente grosse e corpose. Quello era sì un frassino, ma grande quanto una quercia.
Guardò prima la spada che aveva in mano e poi Ryoko, ancora svenuta a terra. Sarebbe riuscito a tagliarlo prima che Drago Divino dello Specchio Primordiale, Krigsgaldr, Drago Ceruleo o quale diamine fosse il suo nome se ne accorgesse?
Continuando a rimuginarci sopra certamente non avrebbe condotto a nulla, perciò prese di mira una delle radici.
Alzò la lama verso l'alto, poi la scagliò contro di essa, piantandocela dentro. Fortunatamente, quell'arma sembrava essere adatta all'operazione.
Con non poca fatica riuscì a tagliarla, facendo fuoriuscire una colonna di luce, la quale andò verso la ragazza stesa a terra. Probabilmente era l'energia che l'albero le aveva rubato.
Tirò un sospiro di sollievo, ma era ben lontano dall'abbatterlo. Decise quindi di adoperarsi direttamente sul tronco, o ci avrebbe perso una marea di tempo.
Usare una spada così bella a mo' di accetta era un sacrilegio, ma poco importava: in quel momento era un boscaiolo di fortuna intrappolato in un mondo stranissimo, non poteva pretendere una motosega. Il sudore scendeva lungo la sua fronte come se non ci fosse un domani; era un modello, non era abituato a mansioni di fatica del genere!
Quello era più un lavoro da Ryoko, o da Yuichi, mica da lui.
Doveva smettere di lamentarsi mentalmente e concentrarsi su quel tronco di metallo. Era, con sua sorpresa, quasi a metà.
Lanciò un breve sguardo alla battaglia in lontananza: Akephalos e Krigsgaldr se le stavano dando di santa ragione a colpi di lame, ignorandolo completamente. Meglio così.
Un paio di altri colpi e dovette levarsi la giacca, ansimando dalla fatica. Si passò un braccio contro la fronte sudata e continuò a fendere il metallo, finché la spada non attraversò completamente il tronco: ci era riuscito!
L'Yggdrasill iniziò a cadere quasi a rallentatore, mentre da ciò che ne rimaneva fuoriusciva un fascio di luce come se fosse un geyser, squarciando le nuvole. L'energia che Stelle Cadenti aveva rubato in tutti quei mesi stava tornando ai loro legittimi proprietari.
Håkan si precipitò subito da Ryoko, la quale stava iniziando ad aprire gli occhi. Non riuscì a trattenere le lacrime vedendola così, iniziò a piangere come se non ci fosse un domani, felice di averla salvata.
-Satana, è questa la mia punizione? Guardare per l'eternità la brutta faccia di questo idiota mentre piange come un bambino?- Un mormorio gli fece riaprire gli occhi di scatto. La vista era annacquata, ma poteva vederla fissarlo chiaramente.
-L'idiota sei tu, che ti sei fatta rapire da un drago.- Singhiozzò, tentando di asciugarsi le lacrime.
Ma lei non lo aveva sentito, perché era svenuta nuovamente.
L'urlo di Krigsgaldr si sentì potentissimo fino a lì, che da profondo si trasformava in un atroce stridio, mentre mutava forma, trasformandosi velocemente in drago.
La parte superiore del corpo era azzurra, mentre quella inferiore bianca. Le ali e le gambe artificiali si erano adattate al cambio e gli era cresciuta anche la coda, con la quale prese in pieno Akephalos, sbalzandola giù dal ciottolato.
Gli occhi da due divennero quattro sfere rosse e luminose.
Si era arrabbiato parecchio, a tal punto che aveva sconfitto la strega con un singolo colpo e senza nemmeno averla come obiettivo: infatti ora lo erano diventati Håkan e Ryoko.
Spalancò la bocca, iniziando a caricare un raggio d'energia.
Håkan d'istinto strinse a sé il corpo della ragazza, ormai arreso al suo destino. Senza Akephalos, non aveva speranza di battere quella bestia.
Il colpo venne scagliato, ma deviato a pochi metri da loro; a fermarlo fu una creatura serpentiforme costituita da vere e proprie fiamme vive.
Aveva sentito parlare tante volte di lui, ma mai aveva pensato di poterlo vedere di persona.
-Il Drago Cremisi...?!-
-Fuggi, salta dentro l'albero. Collega i due mondi.-
Non se lo fece ripetere due volte: prese con sé Ryoko e saltò dentro ciò che rimaneva del tronco cavo dell'Yggdrasill.
Il Drago Ceruleo lentamente tornò alla forma umana, accasciandosi sulla nuda pietra e scoppiando in un forte ed inaspettato pianto.
-Perché, Cremisi...? Perché...?- Mormorò, singhiozzando.
-Non piangere, fratello. Andrà tutto bene.-


Angolo autrice
ODDIO, FINALMENTE HO FINITO IL CAPITOLO!
Finora è il più lungo che ho scritto (escludendo l'11.5/12, i quali erano due insieme): sono 4000 parole circa.

Uff.
Mi sono impegnata a scriverlo, spero vi sia piaciuto nonostante il casino. :')

Chi è stato più "cattivo" secondo voi? Akephalos o Krigsgaldr? Entrambi hanno le loro belle colpe in tutta questa storia.

Io vi lascio con un disegno di Krigsgaldr. Non mi piace più di tanto com'è uscito, ma dovevo raffigurarlo, amo il suo design (come sempre, cliccateci su per una risoluzione decente).

Ci vediamo al prossimo ed ultimo capitolo!

P.S.: Il titolo è la trascrizione in futhark di "Krigsgaldr".

P.P.S.: Quello che dice Akephalos in norreno viene da qui.

Jigokuko

   
 
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