Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: hapworth    28/08/2009    1 recensioni
La porta si aprì rivelando la figura snella di Ayako con un caffè in mano – Signor Anzai le ho portato il the – gli disse sorridente – Oh Oh Oh... grazie Ayako. Dimmi è già qui? – lei annuì ridacchiando – Sta di nuovo sproloquiando sul fatto che non dovrebbe venire qui perché è un Genio... – sospirò esasperata, Anzai annuì e le chiese di farlo accomodare.
IN HIATUS || ATTESA DI REVISIONE
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Immensissimo ritardo lo so, ne sono consapevole... Sono terribile =_=

In questo abbiamo Kaede che si mette a parlare con Hana veramente (era ora!). Come sempre i personaggi che utilizzo sono di Inoue (tranne la madre di Hana ma la sua presenza è marginale) e io non scrivo a fini di lucro.

 

La Soluzione di Anzai

08. Modifica al piano

- Nh… Vorrei un thé - come al solito Kaede si stava facendo i fatti suoi: era andato in un bar solo per rilassarsi, o meglio per non pensare ad una certa faccenda.

Era impossibile… Perché doveva rivelare al Do’aho quello che lo faceva stare male da quando erano morti i suoi genitori? Oh… Certo, aveva visto che anche Hanamichi Argh! Che cavolo! Comincio a chiamarlo per nome nella mia testa?!” si era fatto dei problemi a dirgli quelle cose. Ma a suo parere quelle dell’Idiota erano paranoie… Cosa gli faceva credere che fosse colpa sua se suo padre era morto? Di certo comunque non sarebbe arrivato in tempo per salvarlo! E adesso perché continuava a ripensarci? Era meglio se pensava a come avrebbe parlato a quello psicotico tra meno di una settimana…

Vide la ragazza a cui aveva ordinato il suo thé tornare, manco a dirlo, sorridendo imbarazzata… Ma che Diavolo faceva alle donne?! Bleah! Era terrificante il modo in cui si sentiva osservato in quel momento, ma non solo.

Sorseggiò, velocemente, la sua bevanda per poi, dopo aver pagato, dileguarsi alla velocità della luce. Non aveva assolutamente voglia di sentire ancora quegli sguardi. Stava giusto tornando a casa quando qualcuno lo investì in piano. Cadde all’indietro per poi risollevarsi e fulminare la persona che aveva interrotto il suo viaggio di ritorno.

– Dovevo immaginarlo… Do’aho! Ma la strada la guardi quando cammini?! – borbottò contro il suddetto rossino che si sollevò guardandolo male per poi, ovviamente, rispondere – Io dovevo stare attento? Non eri tu quello con la testa fra le nuvole?! – Kaede sbuffò: era mai possibile che doveva sempre, sempre, finire a cazzotti? Hanamichi, ed ecco che lo chiamava di nuovo per nome, si divertiva così tanto a fare a botte? Bah…

Si accasciò al fianco del Do’aho cercando di riprendere fiato e non fargli capire che era un tantino dolorante. Per fortuna il posto dove si erano messi a menarsi non era vicino alla strada: almeno il buon senso di nascondersi ce l’aveva avuto l’Idiota.

– Baka Kitsune dimmi sei pronto per le rivelazioni? – lo provocò il rossino mentre si rialzavano tutti e due. Ma ci godeva a provocarlo? Non era possibile! Annuì sbuffando: ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma già aveva vinto per essere l’ultimo non poteva pretendere che, chiunque ci fosse lassù, sempre che ci fosse, gli mandasse un miracolo uccidendo o il Do’aho o Anzai o, perché no, magari Sendoh.

- Wahahahah non vedo l’ora di sentire i complessi che ti sei fatto! – commentò di nuovo Sakuragi… Oddio si era rimesso, se mai aveva smesso, a fare il cretino. Ma che diamine aveva fatto di male?! Si passò una mano sugli occhi esasperato per poi dirgli che doveva andarsene… Quello commentò con un – Fuggi fuggi ma tanto Mercoledì sarai tra le grinfie del Genio sublime! – inutile dire che Kaede lo aveva chiamato di nuovo Do’aho mentre se ne andava.

Erano state giornate infernali: era stato tormentato da incubi terribili sull’incidente ferroviario in cui erano morti i suoi. E, giustamente, era arrivato il giorno. Quello in cui si sarebbe dovuto aprire con qualcuno. Non che volesse scappare: avevano giocato pulito e Hanamichi la settimana prima era stato sincero ma... Ma... Non era pronto!

Sbuffando si diresse verso il solito, vecchio, ufficio di Anzai. Era di pessimo umore ovviamente e fulminava ogni persona per strada che cominciava ad additarlo. Perché non si facevano i fatti loro e non lo lasciavano in pace? Andassero tutti al Diavolo!

- Anzai-san? Sono io... - informò mentre entrava e vedeva Ayako alle prese con il thé: che novità! – Oh Kaede! Ciao entra pure dentro, Anzai è nella sala d’aspetto a parlare con una vecchia conoscenza e dovrebbe già esserci... – non le lasciò finire la frase annuendo – L’idiota? – chiese retorico mentre quella annuiva.

Uffa, non poteva arrivare più tardi quel Do’aho? Di solito era sempre in ritardo... Perché proprio quel giorno doveva essere in orario, anzi no in anticipo?

Prese un bel respiro prima di entrare senza nemmeno bussare: tanto che avrebbe dovuto fare Hanamichi “E di nuovo...” per essere disturbato? Lo trovò seduto al posto di Anzai che si dondolava avanti e indietro come un idiota quale era.

- Oh ecco la Volpaccia... Ti stavo giusto aspettando sai? Sei in ritardo di... Vediamo... Due minuti – lo apostrofò facendogli un sorrisone da cretino – Non dire cretinate. Sono in perfetto orario... Sei tu che sei un Do’aho e hai un orologio maffo – ribatté lui sedendosi di fronte al rossino che lo stava fulminando.

Lo osservò mentre si metteva dritto e con le mani a triangolo con un’espressione che non prometteva niente di buono. Stava per chiedere probabilmente.

- Allora... Ka-chan vogliamo cominciare? – Ka-chan?! Ma io lo pesto quello lì!” lo fulminò in un nano secondo mentre Hanamichi se la rideva, probabilmente per la faccia semi-allibita che si era lasciato scappare poco prima.

- Scherzo scherzo. Ad ogni modo quando te la senti puoi parlare – gli disse il rossino tornando serio, probabilmente voleva farlo sentire a suo agio. Per fortuna, almeno quella delicatezza ce l’aveva avuta!

- Primo: se lo racconti ad anima viva ti uccido lentamente. Secondo: dopo questo se osi fare dell’ironia sei morto. Terzo: ... Sei morto comunque – lo ‘informò’ amichevolmente prendendo un bel respiro: avrebbe dovuto parlare e la cosa non lo esaltava più di tanto, soprattutto se pensava che erano affari suoi quelli.

- I miei sono morti qualche anno fa, in un incidente ferroviario in cui io sono stato l’unico superstite. Mi sono sempre dato la colpa di tutto, soprattutto perché ero io quello vivo e non loro che invece meritavano di vivere più di me – disse cercando di tenere lo sguardo alto e piuttosto neutro anche se, probabilmente, non ci stava riuscendo per niente. La faccia di Hanamichi era cambiata completamente: sembrava comprensione e dispiacere quello che aveva negli occhi. Scosse la testa per riprendere a raccontare, doveva farlo.

- Mi sono rinchiuso in me stesso da quel momento, già non ero uno chiacchierone quindi... beh sono diventato così, per non parlare di quando ho scoperto di... – si fermò appena in tempo: dirgli che era gay? Ma era totalmente impazzito? Cavolo se lo era lasciato sfuggire e adesso chi lo avrebbe sentito il rossino? Avrebbe voluto sicuramente scoprire quello a cui stava alludendo! Accidenti a lui!

- Mh? Cosa? – chiese Hanamichi guardandolo interrogativo. Ecco, appunto! Non poteva certo dire “Niente” come minimo gli avrebbe rinfacciato che lui era stato sincero. Cosa vera tra l’altro, ma perché il rossino non era capace di mentire, l’aveva capito subito. Oh, non che lui fosse così bravo a mentire, semplicemente evitava il problema facendo finta di nulla.

- Io sono... Gay – ammise dopo un immane sforzo sulla sua parte riservata, quella che gli diceva che adesso, dopo quella confessione, sarebbe cambiato tutto. Non osò guardare l’altro: sapeva cosa sarebbe successo adesso. Invece quello che sentì dall’altro fu qualcosa di inaspettato.

- Embé? Che problema c’è? – l’aveva detto davvero? Niente scenate omofobiche o urla terrorizzate? Lo aveva davvero sottovalutato? Lo guardò, stavolta non mascherando il suo stupore.

- Come ‘embé’ Do’aho! Io ti ho appena detto che mi piacciono gli uomini e tu non fai una piega? – gli chiese ormai sicuro che la scenata non ci sarebbe stata e che non sarebbe cambiato niente. Il cambiamento lo spaventava a volte, ma non l’avrebbe mai ammesso.

- Kitsune... Il mondo è pieno di gay. Solo perché lo sei anche tu non è che il mio modo di vederli è cambiato. Anche se, magari, un po’ di rabbia ce l’ho. Ti corrono tutte dietro e tu sei gay... Ma guarda che rabbia! Se te lo scrivessi in fronte ci sarebbero più pollastre per il sottoscritto accidenti! – sproloquiò. Ok, decisamente adesso era la normalità.

- Do’aho... Anche se me lo scrivessi in fronte le ragazzine sono stupide: mi verrebbero dietro comunque – lo informò. Era risaputo che molte ragazze erano attirate dalla figura del ragazzo gay e lui, probabilmente, non avrebbe fatto eccezione.

- E questa è la cosa peggiore! – annuì il rossino per poi tornare serio e guardarlo dubbioso – Dunque... Ricapitolando: la tua situazione familiare è simile alla mia, quindi avrai capito che non serve colpevolizzarsi per qualcosa che era al di fuori della nostra portata. Giusto? Per quanto riguarda l’essere gay... Beh non so come aiutarti dato che, per ora, non ci sono passato. Non si può mai dire nella vita -  concluse Hanamichi, ormai non ci faceva nemmeno più caso se nella mente lo chiamava per nome – Ciò non toglie che il Tensai ama troppo la sua harukina per andare dietro ai ragazzi – aggiunse infine. Ovvio, la babbuina doveva sempre comparire nei discorsi del Do’aho. Che palle! Tuttavia annuì: effettivamente avevano problemi simili e Anzai aveva fatto proprio un bel lavoro a metterli in coppia per una terapia tra loro.

Si era incominciato ad instaurare un rapporto più profondo tra loro, forse dovuto alla consapevolezza che avevano problemi simili, non avrebbe saputo dirlo e, anche quando forse stava per giungere ad una risposta più vicina alla verità, il suo pensiero fu interrotto dall’entrata di Anzai.

- Ah Vecchiaccio! Sei giusto arrivato alla fine della nostra terapia – sentì il rossino informarlo mentre quello rideva con il solito ‘Oh Oh Oh’. Ma che diamine di risata era? E che aveva da ridere soprattutto? Mah.

- Sono felice che vi siate parlati tutti e due... Perché, vedete, ho deciso di fare un’altra prova con voi due... – iniziò l’uomo prendendo una tazza di thé che Ayako gli stava porgendo.

- Che genere di prova? – chiese Hanamichi, se non l’avesse fatto prima il rossino l’avrebbe chiesto senz’altro lui, anche perché le idee di quell’uomo erano pericolose.

- Voglio che viviate insieme – rielaborò l’informazione prima di alzarsi di scatto e guardare prima Anzai che rideva, poi Ayako che sembrava divertita, infine cercò lo sguardo di Hanamichi: era attonito quanto lui. Beh, almeno non era il solo!

- COSA?! – chiese infine Kaede in coro con il rossino aspettando la spiegazione che, probabilmente, non avrebbe tardato ad arrivare.

Continua...

 

Sperando che non ci voglia un altro secolo e mezzo per aggiornare... Beh spero che sia piaciuto. Ringrazio chi legge e chi ha commentato sto robo che sta degenerando, si sta davvero scrivendo da solo e i personaggi stanno, secondo il mio punto di vista, diventando decisamente troppo OOC.

By athenachan

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: hapworth