Immensissimo ritardo lo so, ne sono consapevole... Sono
terribile =_=
In questo abbiamo
Kaede che si mette a parlare con Hana veramente (era ora!). Come sempre i
personaggi che utilizzo sono di Inoue (tranne la madre di Hana ma la sua presenza
è marginale) e io non scrivo a fini di lucro.
La Soluzione di Anzai
08. Modifica al piano
- Nh… Vorrei un
thé - come al solito Kaede si stava facendo i fatti suoi: era andato in
un bar solo per rilassarsi, o meglio per non pensare ad una certa faccenda.
Era impossibile…
Perché doveva rivelare al Do’aho quello che lo faceva stare male
da quando erano morti i suoi genitori? Oh… Certo, aveva visto che anche
Hanamichi “Argh!
Che cavolo! Comincio a chiamarlo per nome nella mia testa?!” si era
fatto dei problemi a dirgli quelle cose. Ma a suo parere quelle
dell’Idiota erano paranoie… Cosa gli faceva credere che fosse colpa
sua se suo padre era morto? Di certo comunque non sarebbe arrivato in tempo per
salvarlo! E adesso perché continuava a ripensarci? Era meglio se pensava
a come avrebbe parlato a quello psicotico tra meno di una settimana…
Vide la ragazza a cui aveva
ordinato il suo thé tornare, manco a dirlo, sorridendo
imbarazzata… Ma che Diavolo faceva alle donne?! Bleah! Era terrificante
il modo in cui si sentiva osservato in quel momento, ma non solo.
Sorseggiò,
velocemente, la sua bevanda per poi, dopo aver pagato, dileguarsi alla
velocità della luce. Non aveva assolutamente voglia di sentire ancora
quegli sguardi. Stava giusto tornando a casa quando qualcuno lo investì
in piano. Cadde all’indietro per poi risollevarsi e fulminare la persona
che aveva interrotto il suo viaggio di ritorno.
– Dovevo
immaginarlo… Do’aho! Ma la strada la guardi quando cammini?!
– borbottò contro il suddetto rossino che si sollevò
guardandolo male per poi, ovviamente, rispondere – Io dovevo stare
attento? Non eri tu quello con la testa fra le nuvole?! – Kaede
sbuffò: era mai possibile che doveva sempre, sempre, finire a cazzotti?
Hanamichi, ed ecco che lo chiamava di nuovo per nome, si divertiva così
tanto a fare a botte? Bah…
Si accasciò al fianco
del Do’aho cercando di riprendere fiato e non fargli capire che era un
tantino dolorante. Per fortuna il posto dove si erano messi a menarsi non era
vicino alla strada: almeno il buon senso di nascondersi ce l’aveva avuto
l’Idiota.
– Baka Kitsune dimmi
sei pronto per le rivelazioni? – lo provocò il rossino mentre si
rialzavano tutti e due. Ma ci godeva a provocarlo? Non era possibile!
Annuì sbuffando: ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma già aveva
vinto per essere l’ultimo non poteva pretendere che, chiunque ci fosse
lassù, sempre che ci fosse, gli mandasse un miracolo uccidendo o il
Do’aho o Anzai o, perché no, magari Sendoh.
- Wahahahah
non vedo l’ora di sentire i complessi che ti sei fatto! –
commentò di nuovo Sakuragi… Oddio si era rimesso, se mai aveva
smesso, a fare il cretino. Ma che diamine aveva fatto di male?! Si passò
una mano sugli occhi esasperato per poi dirgli che doveva andarsene…
Quello commentò con un – Fuggi fuggi ma
tanto Mercoledì sarai tra le grinfie del Genio sublime! – inutile
dire che Kaede lo aveva chiamato di nuovo Do’aho mentre se ne andava.
Erano state giornate
infernali: era stato tormentato da incubi terribili sull’incidente
ferroviario in cui erano morti i suoi. E, giustamente, era arrivato il giorno. Quello in cui si sarebbe
dovuto aprire con qualcuno. Non che
volesse scappare: avevano giocato pulito e Hanamichi la settimana prima era
stato sincero ma... Ma... Non era pronto!
Sbuffando si diresse verso il
solito, vecchio, ufficio di Anzai. Era di pessimo umore ovviamente e fulminava
ogni persona per strada che cominciava ad additarlo. Perché non si
facevano i fatti loro e non lo lasciavano in pace? Andassero tutti al Diavolo!
- Anzai-san?
Sono io... - informò mentre entrava e vedeva Ayako alle prese con il
thé: che novità! – Oh Kaede! Ciao entra pure dentro, Anzai
è nella sala d’aspetto a parlare con una vecchia conoscenza e
dovrebbe già esserci... – non le lasciò finire la frase
annuendo – L’idiota? – chiese retorico mentre quella annuiva.
Uffa, non poteva arrivare
più tardi quel Do’aho? Di solito era sempre in ritardo...
Perché proprio quel giorno
doveva essere in orario, anzi no in anticipo?
Prese un bel respiro prima di
entrare senza nemmeno bussare: tanto che avrebbe dovuto fare Hanamichi “E di nuovo...” per essere
disturbato? Lo trovò seduto al posto di Anzai che si dondolava avanti e
indietro come un idiota quale era.
- Oh ecco la Volpaccia... Ti
stavo giusto aspettando sai? Sei in ritardo di... Vediamo... Due minuti –
lo apostrofò facendogli un sorrisone da cretino – Non dire
cretinate. Sono in perfetto orario... Sei tu che sei un Do’aho e hai un
orologio maffo – ribatté lui sedendosi
di fronte al rossino che lo stava fulminando.
Lo osservò mentre si
metteva dritto e con le mani a triangolo con un’espressione che non
prometteva niente di buono. Stava per
chiedere probabilmente.
- Allora... Ka-chan vogliamo cominciare? – “Ka-chan?! Ma io lo pesto quello
lì!” lo fulminò in un nano secondo mentre Hanamichi se
la rideva, probabilmente per la faccia semi-allibita che si era lasciato
scappare poco prima.
- Scherzo scherzo.
Ad ogni modo quando te la senti puoi parlare – gli disse il rossino
tornando serio, probabilmente voleva farlo sentire a suo agio. Per fortuna,
almeno quella delicatezza ce l’aveva avuta!
- Primo: se lo racconti ad
anima viva ti uccido lentamente. Secondo: dopo questo se osi fare
dell’ironia sei morto. Terzo: ... Sei morto comunque – lo
‘informò’ amichevolmente prendendo un bel respiro: avrebbe
dovuto parlare e la cosa non lo
esaltava più di tanto, soprattutto se pensava che erano affari suoi
quelli.
- I miei sono morti qualche
anno fa, in un incidente ferroviario in cui io
sono stato l’unico superstite.
Mi sono sempre dato la colpa di tutto, soprattutto perché ero io quello vivo e non loro che invece
meritavano di vivere più di me – disse cercando di tenere lo
sguardo alto e piuttosto neutro anche se, probabilmente, non ci stava riuscendo
per niente. La faccia di Hanamichi era cambiata completamente: sembrava
comprensione e dispiacere quello che aveva negli occhi. Scosse la testa per
riprendere a raccontare, doveva farlo.
- Mi sono rinchiuso in me
stesso da quel momento, già non ero uno chiacchierone quindi... beh sono
diventato così, per non parlare di quando ho scoperto di... – si
fermò appena in tempo: dirgli che era gay? Ma era totalmente impazzito?
Cavolo se lo era lasciato sfuggire e adesso chi lo avrebbe sentito il rossino?
Avrebbe voluto sicuramente scoprire quello a cui stava alludendo! Accidenti a
lui!
- Mh?
Cosa? – chiese Hanamichi guardandolo interrogativo. Ecco, appunto! Non
poteva certo dire “Niente” come
minimo gli avrebbe rinfacciato che lui era
stato sincero. Cosa vera tra l’altro, ma perché il rossino non era
capace di mentire, l’aveva capito subito. Oh, non che lui fosse
così bravo a mentire, semplicemente evitava
il problema facendo finta di nulla.
- Io sono... Gay –
ammise dopo un immane sforzo sulla sua parte riservata, quella che gli diceva
che adesso, dopo quella confessione, sarebbe cambiato tutto. Non osò
guardare l’altro: sapeva cosa sarebbe successo adesso. Invece quello che
sentì dall’altro fu qualcosa di inaspettato.
- Embé?
Che problema c’è? – l’aveva detto davvero? Niente
scenate omofobiche o urla terrorizzate? Lo aveva
davvero sottovalutato? Lo guardò, stavolta non mascherando il suo
stupore.
- Come ‘embé’ Do’aho! Io ti ho appena detto che
mi piacciono gli uomini e tu non fai una piega? – gli chiese ormai sicuro
che la scenata non ci sarebbe stata e che non sarebbe cambiato niente. Il
cambiamento lo spaventava a volte, ma non l’avrebbe mai ammesso.
- Kitsune... Il mondo
è pieno di gay. Solo perché lo sei anche tu non è che il
mio modo di vederli è cambiato. Anche se, magari, un po’ di rabbia
ce l’ho. Ti corrono tutte dietro e tu sei gay... Ma guarda che rabbia! Se
te lo scrivessi in fronte ci sarebbero più pollastre per il sottoscritto
accidenti! – sproloquiò. Ok,
decisamente adesso era la normalità.
- Do’aho... Anche se me
lo scrivessi in fronte le ragazzine sono stupide: mi verrebbero dietro comunque
– lo informò. Era risaputo che molte ragazze erano attirate dalla
figura del ragazzo gay e lui, probabilmente, non avrebbe fatto eccezione.
- E questa è la cosa
peggiore! – annuì il rossino per poi tornare serio e guardarlo
dubbioso – Dunque... Ricapitolando: la tua situazione familiare è
simile alla mia, quindi avrai capito che non
serve colpevolizzarsi per qualcosa che era al di fuori della nostra
portata. Giusto? Per quanto riguarda l’essere gay... Beh non so come
aiutarti dato che, per ora, non ci sono passato. Non si può mai dire
nella vita - concluse Hanamichi,
ormai non ci faceva nemmeno più caso se nella mente lo chiamava per nome
– Ciò non toglie che il Tensai ama troppo la sua harukina per
andare dietro ai ragazzi – aggiunse infine. Ovvio, la babbuina doveva sempre comparire nei discorsi del
Do’aho. Che palle! Tuttavia annuì: effettivamente avevano problemi
simili e Anzai aveva fatto proprio un bel lavoro a metterli in coppia per una
terapia tra loro.
Si era incominciato ad
instaurare un rapporto più profondo tra loro, forse dovuto alla
consapevolezza che avevano problemi simili, non avrebbe saputo dirlo e, anche
quando forse stava per giungere ad una risposta più vicina alla verità, il suo pensiero fu interrotto
dall’entrata di Anzai.
- Ah Vecchiaccio! Sei giusto
arrivato alla fine della nostra terapia –
sentì il rossino informarlo mentre quello rideva con il solito ‘Oh
Oh Oh’. Ma che diamine di risata era? E che
aveva da ridere soprattutto? Mah.
- Sono felice che vi siate
parlati tutti e due... Perché, vedete, ho deciso di fare un’altra
prova con voi due... – iniziò l’uomo prendendo una tazza di
thé che Ayako gli stava porgendo.
- Che genere di prova? – chiese Hanamichi, se non
l’avesse fatto prima il rossino l’avrebbe chiesto senz’altro
lui, anche perché le idee di quell’uomo erano pericolose.
- Voglio che viviate insieme
– rielaborò l’informazione prima di alzarsi di scatto e
guardare prima Anzai che rideva, poi Ayako che sembrava divertita, infine
cercò lo sguardo di Hanamichi: era attonito quanto lui. Beh, almeno non
era il solo!
- COSA?! – chiese infine Kaede in coro con il rossino
aspettando la spiegazione che, probabilmente, non avrebbe tardato ad arrivare.
Continua...
Sperando che non ci
voglia un altro secolo e mezzo per aggiornare... Beh spero che sia piaciuto.
Ringrazio chi legge e chi ha commentato sto robo che sta degenerando, si sta davvero scrivendo da solo e i personaggi
stanno, secondo il mio punto di vista, diventando decisamente troppo OOC.
By athenachan