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Autore: Beckett    03/04/2021    0 recensioni
Sono entrata in questo sito con il racconto di una storia n po' infantile, a tratti profonda ma che è rimasta in superficie nella maggior parte delle volte. See me in the mirror 2 cerca di fare quel salto di qualità di cui la scrittrice ha necessariamente bisogno; ovviamente ci sarà bisogno di leggere la precedente storia per potersi addentrare in questa nuova, i personaggi che ho creato nel 2015 mi accompagneranno anche ora e saranno protagonisti ma saranno cresciuti e a tratti completamente diversi da come li avete conosciuti. See me in the mirror 2 non è altro che la storia di tre ragazzi profondamente segnati da un qualcosa accaduto nel fiore dei propri anni.
Genere: Introspettivo, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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See me in the mirror 2 Capitolo 1: La rinascita
10 anni dopo gli accadimenti di quella sera.

Ciao, sono Katherine, adesso ho 28 anni di cui 10 passati all’interno di un carcere federale di Atlanta. Le cose sono cambiate da quando decisi di cambiare totalmente la mia vita trasferendomi a New York con l’allora mia amica Ellis. Siamo state arrestate pochi mesi dopo aver conosciuto il fratello della nostra vittima, è stato scoperto che dietro tutto questo c’era una massoneria di cui faceva parte anche il defunto Eremy Gliffer. Il mandante del mio arresto però è stato l’amore della mia vita, Jackson; la sera in cui mi dichiarai a Max, l’allora mio migliore amico, Jackson non la prese bene a tal punto da andare in commissariato e vuotare il sacco. Il processo giudiziario è durato un anno, i miei genitori si sono avvalsi dei migliori avvocati di Mainland, niente da fare; troppe testimonianze, troppi indizi che portavano a noi e confessioni. Ah, giusto le confessioni: Ellen e Max, per poter patteggiare e avere una pena ridotta, hanno confessato che l’artefice di tutto fossi io e che quindi Max fosse in realtà solo l’esecutore ma che l’autore mediato del reato portasse, in realtà, un altro nome: il mio. Sono stati accusati di omicidio colposo e condannati a 5 anni di reclusione previa libertà condizionale dovuta alla buona condotta. Jackson a 2 anni e 3 mesi di reclusione per favoreggiamento e complicità per omicidio colposo. Io, Katherine, a 15 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Sono uscita con la condizionale per buona condotta, 15 ore di lavori socialmente utili, mi è stato affidato uno psicologo d’ufficio dal procuratore distrettuale del Mainland. Lo psicologo in questione mi ha consigliato di scrivere un diario, ogni sera lo apro vedo la pagina bianca e ci immagino tante parole sparse per caso che raccontino i miei 10 anni in un carcere federale, dei traumi che tutto ciò comporta, della crescita, della regressione mentale e fisica che comporta l’essere escluso dalla società e vivere in un mondo completamente opposto rispetto al tuo. Il mio nome per tanti anni è stato il centro delle discussioni di paese, mio padre è stato licenziato, mia mamma è stata vittima di una gogna mediatica che tutt’ora le ha lasciato gravi strascichi. Mio fratello si è dissociato dal mio nome ed è andato a vivere a Denver, ha lasciato Lucy la mia cara amica, poi morta suicida.

La storia è davvero così lunga e piena di eventi che un diario sarebbe troppo poco e che le mie mani sarebbero troppo stanche di poter trascrivere. Ho una fedina penale da far paura, non mi chiamerebbero nemmeno per fare la commessa al supermarket di fronte casa mia, quindi mi sono detta: “perché no?” perché non scrivere le mie ultime memorie e poi morire, perché non far sapere ad un ipotetico lettore che mi ha conosciuto tramite i titoli di giornale la mia vera storia raccontata dalla vera e, purtroppo, sola Katherine? Ho iniziato a fumare e a bere whisky, mi sono convinta che mi desse un’aria da scrittrice incallita, ho comprato un computer nuovo e ho abbellito la mia scrivania, il diario l’ho buttato.

Ho 28 anni e nessun lavoro, non mi sono mai laureata, né tanto meno mi sono costruita una famiglia, la mia vita fa schifo al cazzo e quindi probabilmente l’unica cosa che potrebbe appagare i miei ultimi anni di vita è quello di farmi conoscere, di mettere su carta tutto quello che sono stata io. Ho detto ultimi anni di vita? Ho un tumore ai polmoni, ultimo stadio, morte assicurata credo in un paio di anni o forse meno. L’ho scoperto quando ero in carcere e stranamente dopo questa rivelazione ho iniziato a fumare, forse per accelerare i tempi di questa rottura di palle che è la vita. In carcere chiedevo solo sigarette, il cibo mi faceva schifo, probabilmente nemmeno ne sentivo il gusto, i miei famigliari non li ho più visti dal giorno in cui hanno pronunciato la sentenza di condanna, nessuno ha notizie di me nonostante viva sempre ad Atlanta, in una topaia di merda e per campare non faccio praticamente un cazzo, resisto grazie a dei sussidi che a volte lo stato da’ a quelle persone vittime di se stessi, in pratica io.

A parte tutto, credo che inizierò a mangiare topi morti che spesso e volentieri incontro nella lavanderia di casa mia se non inizio a trovarmi un lavoro; il problema è che nessuno vuole un’assassina che è stata addirittura tradita dai suoi amici e che ha scontato 10 anni di carcere. Non li biasimo, ma a me i topi non piacciono però.

Non ho mai scritto nulla, la mia vita mi è sempre stata narrata e a volte ne ero protagonista altre semplice spettatrice; non so esattamente come funziona scrivere ai posteri. Forse scriverò delle mie giornate chiuse in una stanza, altre scriverò delle mie giornate chiuse in una cella, altre ancora non scriverò perché la tosse sarà troppo forte e incontrollabile che vorrò solo stendermi sul letto e sperare di morire. Vorrei chiamare i miei genitori e dirgli che sto male e che a quasi 30 anni, quando una persona dovrebbe essere al massimo della propria vita con lavoro, famiglia, successo e soddisfazioni, io sono in un letto a contare su un calendario i giorni che mi mancano prima di morire, forse a loro fregherebbe, sono sicura di sì.
Ai miei compagni d’avventura vorrei chiedere il perché mi hanno tradita ma non credo che in realtà mi interessi tanto la loro risposta, chi è che non lo avrebbe fatto in quelle condizioni ? Però vorrei risentirli, sono dieci anni che non so che fine abbiano fatto, ci hanno smistato in carceri diversi come se fossimo carne da macello.
Non so Ellis se dopo i suoi 5 anni da vigliacca si sia finalmente costruita una vita che prescindesse dalla dipendenza morbosa che aveva nei miei confronti: ok, questo è il rancore che parla.
Max? Max spero sia morto.
Jackson? Non lo so, forse ha davvero costruito una famiglia con la ragazza dei suoi sogni e ha avuto finalmente quei due benedetti figli che ricercava affannosamente già all’età di 18 anni.

La mia psicologa mi ha detto che sarebbe bene se io iniziassi a contattarli per non rompere definitivamente con un passato che mi appartiene e che mi apparterrà per sempre, soprattutto vista la mia situazione precaria su questa terra. Forse lo farò ma forse saranno morti o probabilmente saranno così felici che sarà stato emanato un ordine restrittivo nei miei confronti. Ma se non li contatto che cazzo ci scrivo in questo diario del cazzo? Ho bisogno di personaggi e loro sono i miei.
   
 
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