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Autore: D a k o t a    04/04/2021    2 recensioni
In cui Jack è un piccolo drago, Dean è uno scoiattolo, Sam è un alce e Cas è sempre un angelo // o in cui Jack è Fifì e Cas è Zorba.
"C’era una volta un piccolo principe che era stato trasformato in un drago da una maledizione scagliata contro la donna che lo aveva messo al mondo. Mi dispiace, ma non c’è tempo per essere bambini, gli aveva sussurrato la mamma, accarezzandosi il ventre, mentre il suo respiro rallentava."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NDA: La società ha superato il suo bisogno per la 15x20, ammesso e non concesso che ne abbia mai avuto, quindi il finale è canon compliant con una qualsiasi Everyb0dy Lives e, nella mia testa, ovviamente con il finale di Zihuatanejo.  Per me è anche una song-fic di Sto volando di Ivana Spagna, perché davvero, non conosco alcuna vergogna. E scrivere una fic su Jack su una canzone che si chiama Sto volando è top a prescindere, ecco.

 

Storia di un Nephilim e dell’angelo che gli insegnò a volare

A E., nel mese in cui mi manca di più.

 

«Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali» miagolò Zorba. La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L'umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi. «La pioggia. L'acqua. Mi piace!» stridette. «Ora volerai» miagolò Zorba. «Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono» stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra- «Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo» miagolò Zorba.“

[Luis Sepulveda, La Gabbianella e il gatto]

 

C’era una volta un piccolo principe che era stato trasformato in un drago da una maledizione scagliata contro la donna che lo aveva messo al mondo. Mi dispiace, ma non c’è tempo per essere bambini, gli aveva sussurrato la mamma, accarezzandosi il ventre, mentre il suo respiro rallentava.

 

C’era una volta un drago, che era stato un piccolo principe dai capelli biondi e gli occhi azzurri luminosi come piccole stelle, che aveva incontrato un alce dalla voce oh, così gentile, a cui il piccolo drago aveva deciso di aprire il suo cuore. Con un possente battito di ali, si era trovato nel suo palazzo, dove l’aveva rinchiuso e gli aveva promesso: non voglio farti del male, ti lascerò andare quando sarò sicuro che tu non possa farne a noi.

 

C’era una volta un piccolo drago, che era stato un piccolo principe alla ricerca del suo papà e che viveva in un palazzo pieno di fantasmi, che condivideva con un alce e con uno scoiattolo. Passava la giornata a squartarsi e a dilaniarsi la carne con unghie e artigli. Uno o due uomini erano morti sotto il peso delle sue zampe; altri erano scappati urlando, quando avevano visto il suo vero volto. Voglio solo trovare il mio papà, aveva pensato sconsolato.
 

C’era una volta un drago, che era stato un bambino che un giorno aveva perso il suo cuore e si era chiuso nella torre più alta del suo palazzo, mentre un angelo che profumava di papà faceva la guardia al maniero in cui si erano rifugiati – per proteggerti, ripeteva mentre faceva la ronda alle scale che portavano alla sua porta, per proteggervi tutti.

 

C’era una volta un bambino, che era diventato un piccolo drago e una mattina si era svegliato e aveva scoperto che nemmeno lo scoiattolo che pensava volesse aiutarlo – perché gli aveva scompigliato i capelli, sussurrandogli parole ruvidamente affettuose e calmandogli la febbre - si ricordava più di lui. Quando il drago si era alzato in tutto il suo splendore, lo scoiattolo era inorridito ed era scappato a nascondersi dietro ad una colonna. Cosa sei?, aveva chiesto spaventato e il drago aveva esalato un sospiro tremulo come oro tintinnante.

 

C’era una volta un drago, che era stato un piccolo principe. Se diventa un problema, sarà necessario risolverlo, aveva detto lo scoiattolo, davanti all’aria di disapprovazione dell’alce, non è necessario che muoia però. Può tornare nella sua torre e non uscirne mai più. L’angelo gli aveva detto qualcosa su come non fosse ciò che lo scoiattolo intendeva davvero, ma il piccolo drago aveva capito e non era arrabbiato con lo scoiattolo, perché aveva pensato non potrò mai essere libero, fino a quando sarò l’unico drago sulla terra.

 

C’era una volta un drago, che era stato un piccolo principe. Dovrei ucciderti, gli aveva gridato lo scoiattolo, dopo che il drago aveva divorato la sua mamma e per la prima volta era diventato il vero cattivo di quella storia. Fallo, aveva risposto, e si era strappato parte delle squame che ricoprivano la sua zampa anteriore con un morso, mentre l’angelo si era frapposto fra lui e lo scoiattolo, come una statua di dolore e di oltraggio.


C’era una volta un piccolo principe, che era diventato un drago. Voglio solo essere buono, aveva sussurrato davanti al patibolo, e la folla aveva riso e il drago dentro di lui aveva pensato che avrebbe divorato tutti i presenti.


 

C’era una volta un drago, che era diventato un piccolo principe. Dimostramelo, l’aveva sfidato lo scoiattolo. Dimostramelo, e il drago aveva ringhiato perché come poteva uno scoiattolo dare ordini ad un drago. Dimostramelo, aveva mormorato e il drago si era trovato a chinare impercettibilmente il capo per scrutarlo con i suoi occhi, improvvisamente gialli come l’oro. Dimostramelo.

 

C’era una volta un piccolo principe, che era stato un drago, e c’era una volta un angelo che aveva promesso di proteggerlo per sempre. Insegnami a essere buono come te, posso imparare, te lo prometto gli aveva detto una volta il piccolo principe e l’angelo aveva sorriso, ma senza allegria.


 

C’era una volta un drago, che era stato un piccolo principe, pensa distrattamente. Sono passati anni, aggiunge.  A volte il drago si è chiesto se lo scoiattolo stesse avendo una bella vita, si è chiesto se dovesse volare a spiarlo per accertarsi che avesse una famiglia e un lavoro; a volte ha pensato di portargli in dono tutte le noci che aveva nel suo Paradiso, ma sapeva che vedere un drago solcare il cielo avrebbe portato solo terrore e scompiglio e l’avrebbe privato della vita che desiderava. E il drago questo non poteva farlo. Non a lui e all’alce.

 

Jack osserva le persone raccolte sulla spiaggia, ne studia le rughe e conta i bambini e pensa che ha la sua risposta, pensa che va bene così – che Dean ha avuto la vita che desiderava, che meritava, che Sam ha avuto un bambino a cui raccontare le favole e lui…lui ha avuto un angelo a vegliare su di lui. Si volta, e con un possente battito di ali, è già sparito oltre le nuvole del cielo. Al suo posto fra le nuvole vi è un arcobaleno che, Castiel può giurarlo, un attimo prima non c’era.


 

NDA
Se conoscessi un minimo di vergogna, questa storia non avrebbe mai visto la luce, ma tempo fa mi hanno detto che se mi ero fatta turbare dal finale di SPN, sarei dovuta andare a guardare i Teletubbies e volevo fare sapere al mondo che io preferisco Sepulvèda. 
In questo momento mi sento molto Paul McCartney quando - mentre era con gli Wings - gli hanno detto che scriveva solo sciocche canzoni d'amore e lui per risposta ha scritto la canzone Silly love songs.

 

 

 

   
 
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