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Autore: Roxanne Potter    04/04/2021    6 recensioni
Un giovane Gellert Grindelwald pieno di progetti e aspettative è appena arrivato a Godric's Hollow, inconsapevole che una richiesta della zia Bathilda gli impedirà di mettersi subito alla ricerca dei Doni della Morte.
Le frustrazione gli ribollì nelle vene; lui, Gellert Grindelwald – lo studente più brillante di Durmstrang, mente superiore agli esseri abietti che lo circondavano, genio destinato a rivoluzionare le fondamenta della società magica – stava sprecando il tempo prezioso che avrebbe dovuto dedicare alla ricerca dei Doni per fare il fruttivendolo in un mercato Babbano.
[...]
Afferrò il sacchetto e corse dietro la ragazza, gridando a pieni polmoni; “Signora, i limoni, signoraaa!”
La “signora” si voltò e Gellert si ritrovò improvvisamente immobile, con la bocca semispalancata e le guance che andavano a fuoco.

[Questa storia è stata scritta per la challenge "Apri la challenge" indetta da BessieB su Facebook]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Di limoni e incontri fortuiti

La mattina del 25 giugno 1899, Gellert Grindelwald si era svegliato di ottimo umore, era sceso in cucina canticchiando, aveva salutato allegramente la zia Bathilda e si era seduto a fare una colazione a base di caffè e uova strapazzate. Aveva grandi progetti per il suo primo giorno a Godric's Hollow, progetti che comprendevano una visita al cimitero alla ricerca della leggendaria tomba di Ignotus Peverell e un salto alla biblioteca locale.
Non riusciva ancora a credere di trovarsi finalmente in quel villaggio che l'aveva tanto affascinato nel corso degli anni, di potersi gettare a capofitto nei suoi studi sulla famiglia Peverell e sui Doni della Morte e iniziare, pian piano, a spianare la sua scalata verso il potere.
Neanche il pensiero di essere stato espulso da Durmstrang riusciva a scalfire il suo entusiasmo; dopotutto, pensò divertito mentre beveva il suo caffè, nessuno gli avrebbe chiesto il diploma quando sarebbe stato finalmente a capo della società magica europea – una società asservita ai suoi voleri, che avrebbe guardato alla sua figura con un miscuglio di ammirazione, timore e reverenza.
Immerso nei suoi sogni di gloria, Gellert ascoltava a stento le chiacchiere della zia Bathilda, che fin dal suo arrivo in casa, la sera prima, aveva fatto sfoggio di una parlantina vivace e petulante.
Penso che dovresti conoscere Albus Silente, sai? Abita solo a due strade di distanza da qui. Quel ragazzo è un vero e proprio genio, era il migliore studente non del suo anno ma di Hogwarts...”
“Mh mh.”

Sono sicura che andreste d'accordo, due cervelloni come voi avrebbero così tanto di cui parlare! Ma guarda, hai visto che bella giornata?”
Già, davvero meravigliosa.”
Ha piovuto per tutta la settimana, ci voleva proprio un po' di sole... oh, a proposito, caro! Ti andrebbe di darmi una mano al mercato oggi?
Sì, zia, cert... aspetta, cosa?”
Beh, a quanto pare ieri mi sono proprio dimenticata di dirtelo! Ogni tanto vendo i prodotti del mio orto al mercato locale. È utile e costruttivo imparare a integrarsi nelle comunità Babbane, non trovi? Mi farebbe piacere se venissi anche tu oggi, così oltre a darmi una mano inizierai a conoscere in prima persona la vita a Godric's Hollow.”
I suoi piani per la giornata erano ben presto andati all'aria e Gellert si era ritrovato in piedi sotto il sole cocente, dietro la bancarella dove la zia Bathilda aveva sistemato i suoi frutti e ortaggi, maledicendo tra sé e sé l'insopportabile caos dei Babbani accalcati in strada; donne che ciarlavano, bambini che correvano ridendo e spingendosi a vicenda, rozzi mercanti che si urlavano addosso da una bancarella all'altra in un inglese fitto e pieno di slang.
La sua pazienza era stata messa a dura prova quando Bathilda si era accorta di aver dimenticato a casa i meloni e l'aveva spedito a recuperarli; Gellert non si era neanche sforzato di trattenere le imprecazioni mentre tornava verso il mercato sforzandosi di tenere sollevata una cesta pesante come un macigno.
Se solo potessi usare la magia per trasportarla... no, aspetta. In primis, io non mi sarei neanche dovuto ritrovare nella situazione di dover trasportare dei fottuti meloni.
Le frustrazione gli ribollì nelle vene; lui, Gellert Grindelwald – lo studente più brillante di Durmstrang, mente superiore agli esseri abietti che lo circondavano, genio destinato a rivoluzionare le fondamenta della società magica – stava perdendo il tempo prezioso che avrebbe dovuto dedicare alla ricerca dei Doni per fare il fruttivendolo in un mercato Babbano.
Sbuffò, sempre più fiaccato dalla calura soffocante che gli imperlava la fronte di sudore, mentre si faceva strada tra la folla. Gli mancava già il clima del Nord Europa, dove l'aria era fresca e pungente anche in estate; lui aveva sempre odiato il caldo, che gli prosciugava le energie e lo rendeva più irritabile che mai.
La sua attenzione venne attirata dalla figura di una ragazza che stava in piedi davanti al bancarella della zia Bathilda; era girata di spalle, per cui non riusciva a vederle il viso ma solo i folti capelli rossi e l'abito violetto lungo fino alle caviglie.
Però. Potrebbe essere carina. Spero che non sia una Babbana.
Stava per accellerare il passo, quando un ragazzino intento a correre come un forsennato gli finì addosso, travolgendolo. Gellert barcollò, mentre la cesta gli scivolava dalle braccia e i meloni rotolavano a terra, tra la polvere.
Mi scusi,” borbottò il ragazzino, rosso in viso, per poi girarsi e darsela a gambe. Gellert inspirò profondamente e serrò i pugni, trattenendo l'istinto di sfoderare la bacchetta e scagliare un incantesimo che avrebbe appeso quel dannato marmocchio a testa in giù.
Ci penso io a buttarli, caro, non preoccuparti! Tu vai a vedere se arrivano altri clienti.”
La zia Bathilda gli si stava avvicinando a un passo sorprendemente svelto per una donna della sua età. Gellert le sorrise, tornò alla bancarella e si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia, perplesso; sul ripiano del bancone c'era una busta ricolma di limoni.
Si guardò intorno e individuò subito la ragazza con i capelli rossi, che si stava allontanando con dei sacchetti di frutta sottobraccio.
Ma come ha fatto a dimenticarsi i limoni? Come fa la gente a essere così stupida?, pensò Gellert, esasperato. Afferrò la busta e corse dietro la ragazza, gridando a pieni polmoni; “Signora, i limoni, signoraaa!”
La “signora” si voltò e Gellert si ritrovò improvvisamente immobile, con la bocca semispalancata e le guance che andavano a fuoco.
Davanti a lui c'era un ragazzo che dimostrava più o meno la sua stessa età. Aveva i capelli lunghi che gli ricadevano oltre le spalle e una veste da mago – che lui da lontano aveva scambiato per un tipico abito femminile Babbano – avvolgeva la sua figura longilinea.
Il viso del ragazzo era tremendamente attraente; pelle chiara e delicata, lineamenti perfettamente proporzionati e occhi di un azzurro celestiale, in quel momento illuminati da uno sguardo divertito.
“Grazie mille,” Il ragazzo rise e afferrò la busta dei limoni. “Non si preoccupi per il disguido, non l'ho preso come un'offesa.”

Ne sono lieto,” ribatté Gellert in tono disinvolto. Certo, quello sconosciuto era bello da mozzare il fiato – era una meraviglia ultraterrena, un capolavoro della natura – ma per nessuna ragione al mondo poteva permettersi di mostrarsi timido e impacciato davanti a lui. Occhieggiò la sua veste da mago e aggiunse; “Per caso lei conosce Bathilda Bath? Sono suo nipote.”
Sì, certo che la conosco. Effettivamente Bathilda mi aveva parlato di un nipote che avrebbe dovuto farle visita in questi giorni,” rispose allegramente il ragazzo, tendendogli la mano. “È un piacere conoscervi, io sono Albus Silente.”
Albus Silente, certo. La cara zia avrebbe potuto prendersi la briga di farmi sapere che eri così bello.
Gellert gli afferrò e gli strinse la mano, sfoderando il suo sorriso più accattivante.
“Io sono Gellert Grindelwald.”
“Cognome molto particolare,” Albus lo scrutò con aria curiosa. “Posso chiedervi da dove venite?”

Sono austriaco ma ho studiato a Durmstrang, in Nord Europa. Anche se, come immagino saprete, non sono autorizzato a svelarvi la posizione precisa della scuola.”
“Sì, sapevo di questa politica. Siete qui da molto, Gellert? Avete già fatto conoscenze nel villaggio?”
“No, a dire il vero sono arrivato giusto ieri. Non conosco ancora nessuno.”

Mi dispiace molto. Se volete, potrei darvi una mano a integrarvi,” Il mondo lì fuori svanì, si dissolse nel suono della voce di Albus. Gellert, ormai sordo alle urla dei mercanti e al vociare della folla, aveva occhi solo per il ragazzo, per le sue ciglia lunghe e quelle sue labbra così rosee e invitanti. “Dite a vostra zia che sarei lieto di ricevere una vostra visita, in questi giorni. Sempre se vi fa piacere, s'intende.”
Certo, per me sarebbe un immenso piacere...”
“Gellert!” La voce stridula della zia Bathilda lo riportò bruscamente alla realtà. “Non perdere tempo, ragazzo mio, vieni qui a darmi una mano!”
Gellert sospirò, roteando gli occhi al cielo; la magia del momento era finita e lui stava per tornare alle sue basse, squallide mansioni da fruttivendolo improvvisato.
“Sì, zia, arrivo! Albus, purtroppo devo scappare ma sono lieto di aver fatto la vostra conoscenza. Mi auguro che potremmo rivederci presto.”
“Sì, me lo auguro anche io.”
Albus gli sorrise – un sorriso che sapeva di cieli luminosi, della carezza calda del sole sulla pelle – e Gellert si ritrovò a pensare di non aver mai amato tanto l'estate come in quel momento.

*

Note

Questo piccolo delirio è stato scritto per una challenge indetta sul gruppo Facebook “Apri la challenge chiudi la challenge.”
Ci sono due liste di prompt da cui prendere ispirazione, quelli seri e quelli trash. Quando mi sono ritrovata davanti il trashissimo “Signora, i limoni!” ho deciso che dovevo assolutamente scriverci sopra e ho partorito questa... questa cosetta senza pretese. (Tra l'altro, non ho potuto fare a meno di parlare anche di un altro frutto inserendo un riferimento a una canzone trash, spero abbiate capito di cosa parlo!)
Spero che la storia vi sia piaciuta, vi ringrazio di aver letto fin qui :)
   
 
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