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Autore: Milagar    04/04/2021    2 recensioni
Mi piaceva così, George Weasley, quando mi trovavo sola con lui, senza Fred. Perché era diverso dal suo gemello: è sempre stato così. C’era appena un accenno che li rendeva distinguibili, sottile come l’orizzonte tra mare e cielo.
[Questa storia è stata scritta per l'iniziativa "Apri le challenge" indetta da Gaia Bessie su Facebook]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Il ritorno della marea

 
Beato chi ti conosceva già
prima che ti andasse via dagli occhi tutto quel mare (F. De Gregori)
 
“Ehi, Capitana! Come stai? È una vita che non passi in negozio. Guarda che per te lo sconto è ancora garantito” mi aveva detto George, quando, per caso, lo avevo incrociato carico di buste della spesa, per una contrada di Diagon Alley.

Ci eravamo fermati a chiacchierare per quelle vie che si inscurivano di giorno in giorno. L’ansia di attacchi improvvisi di Mangiamorte stava attanagliando la società, ma non i nostri cuori.

“Non potranno portarci via il futuro. E non potranno di certo annullare il Quidditch” avevo detto, fiduciosa nell’avvenire e inconsapevole che di lì a qualche mese il sogno appena realizzato di diventare giocatrice professionista sarebbe stato sgretolato da inutili decreti che, ai fini di garantire la sicurezza della società magica inglese, appiattivano tutta la vita sociale. Anche il Quidditch.

I suoi occhi chiari però infondevano fiducia. Era per quello che adoravo avere George e Fred in squadra. Perché erano la mia roccia, la mia certezza, i consiglieri capaci e mai troppo seri ai quali avrei lasciato ciecamente la spilla da Capitano.

Mi piaceva così, George Weasley, quando mi trovavo sola con lui, senza Fred. Perché era diverso dal suo gemello: è sempre stato così. C’era appena un accenno che li rendeva distinguibili, sottile come  l’orizzonte tra mare e cielo.

Gli occhi di Fred erano il cielo frizzante di un pomeriggio ventoso e senza nuvole; quelli di George, invece, un mare calmo screziato dal sole, che invitava ad una bella nuotata.
“Mi raccomando, passa ogni tanto a trovarci” mi aveva raccomandato, prima di raggiungere l’appartamento che divideva con Fred.
 
***
 
E invece non ero passata più. Le prime partite, gli allenamenti e poi la depressione per la sospensione del Campionato, le aggressioni ai vicini babbani sempre più frequenti, mi avevano frenata.

Esattamente un anno dopo quell’incontro, lo avevo rivisto ancora: il volto provato da un qualcosa che non sapevo decifrare. Poi un foro al posto dell’orecchio ad indicare che lui, quella guerra che ci era precipitata addosso, la stava combattendo in prima linea, quotidianamente.

“Alla fine hanno annullato il Quidditch” mi aveva detto, il sorriso sghembo sul viso e quel mare negli occhi che sembrava essere solcato da cavalloni. Io non riuscivo a sorridere. Non in quel momento, in cui il futuro che ci eravamo promessi sembrava scomparso. “Se avessimo scommesso, mi avresti dovuto sicuramente qualche zellino”. Alla fine ci era riuscito, a strapparmi una risata, maledetto George Weasley. Ci riusciva sempre. Anche senza Fred. Anche se non credeva ne fosse capace, da solo .

“Dove l’hai nascosto, Fred?” gli avevo chiesto, quasi per gioco.

Il mare dei suoi occhi era parso all’improvviso ritirarsi, in bassa marea.

“Si assenta spesso, ultimamente. Credo di sapere anche il perché. Sento che lo sto lentamente perdendo. Ma meglio che non ci pensi. C’è ben altro di cui preoccuparsi”.

Sapevo anche io a cosa si riferisse. L’avevo visto coi miei stessi occhi, mentre, lontano dal resto del mondo, abbracciava una ragazzina – doveva avere a malapena quindici anni - così minuta, fragile da perdersi tra le braccia forti di Fred. Potevo solo immaginare come dovesse sentirsi, George in quel momento: stava perdendo il suo complementare. Rimaneva indietro, mentre il cuore di Fred iniziava ad appartenere ad un’altra. Non ce lo aspettavamo, né io e men che meno George.  

“Promettimi che resisterai come tutti noi. Come hai fatto sempre. So che ne sei capace. D’accordo, Capitana?”

Non avevo capito cosa volesse dire, in quel momento, ma le onde dei suoi occhi, tornate più agguerrite di prima, mi avevano travolta.
 
***
 
I tempi si erano incupiti. Non c’era più modo per pensare al futuro, ma dovevamo soltanto cercare sopravvivere.

Dare soccorso, ospitalità a chi fuggiva, a chi era indesiderato – rischiando di essere scoperti da un momento all’altro. Avevo messo da parte la mia scopa da Quidditch per resistere e ogni giorno mi svegliavo con le parole di George che mi rimbombavano in testa.

Ci eravamo ritrovati tutti in prima linea, noi giovani. Perché spesso chi aveva passato la guerra prima di noi non c’era più. Li avevamo visti cadere, uno dietro l’altro.

Quella notte, in cui il Galeone che continuavo a tenere in tasca, più per abitudine che per altro, era tornato a scottare, mi ero precipitata a Hogwarts e lì avevo rivisto George e Fred. Non ero consapevole, però, che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrei visti assieme, come il cielo e il mare che si toccavano confusi nell’orizzonte segnato da una burrasca imminente.  
Quell’orizzonte si era squarciato quella notte stessa. La tempesta aveva mescolato e poi distrutto tutto. Non c’erano più cieli azzurri da guardare, ora che Fred era caduto. Siamo stati schiacciati dalle nubi plumbee che ci hanno oscurato la vita.

Non avevo avuto il coraggio di incrociare gli occhi di George, all’alba del nuovo giorno.
 
***
 
E non ero ancora pronta a guardarli, quegli occhi, quando, una mattina di fine estate, me li ero ritrovata davanti, improvvisamente. Il mare era diventato un’arida distesa di nulla, chiazze di una bassa marea che aveva portato via senza chiedere permesso lo specchio che rifletteva il cielo ventoso che era stato Fred.

“Non sono più niente, senza di lui” mi aveva detto, dopo un abbraccio senza calore.

Con quale coraggio avrei dovuto dire che per me George Weasley esisteva ancora? Che per me era sempre stato qualcuno anche quando Fred non c’era? Come avrei potuto dire che solo grazie al mare dei suoi occhi avremmo potuto rivedere tutti il cielo che era stato Fred?

Non gli ho detto nulla.

Ma ho voluto rivederlo ancora, il giorno dopo.

E il giorno dopo ancora.

Perché non potevo continuare a vederlo così.

Non passava attimo in cui non mi ritenessi fortunata di aver conosciuto George Weasley com’era stato prima di quel maledetto due maggio. Cercavo di ancorarmi a quel ricordo, continuando a cercare il mare nei suoi occhi, scavando in quell’aridità che cerchiava il suo sguardo e che aveva prosciugato ogni entusiasmo di vita.

Volevo essere per lui l’alta marea che avrebbe inondato nuovamente quelle iridi vuote.

E quell’alta marea che ha fatto tornare il mare nei suoi occhi è arrivata, oggi. L’ho rivista mentre George prendeva tra le braccia quel bambino che abbiamo voluto con tutte le nostre forze.

Ha gli occhi color cielo, come Fred.

E mentre mio marito stringe commosso nostro figlio, finalmente li rivedo ancora: l’orizzonte tra cielo e mare è tornato.






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[Non l'avrei dovuto fare... Non l'avrei proprio dovuto fare... semi-cit.]
Cari lettori, 
prima di tutto buona Pasqua! Con il mio pessimo tempismo, pubblico oggi la storia che avrei voluto pubblicare il 1 aprile, in occasione del compleanno dei gemelli. Complice studio, lavoro (e poca ispirazione), mi sono illuminata soltanto oggi grazie al bellissimo prompt offerto da Gaia Bessie per l'iniziativa "Apri le challenge" su Facebook. 
Non è la prima volta che affronto la coppia George/Angelina. Non è facile scrivere di loro: perché sappiamo tutti quali siano state le difficoltà e le sofferenze provate da George dopo la morte del gemello; sappiamo anche le dicerie che vogliono Angelina innamorata di Fred e che ripiega (in modo abbastanza raccapricciante, a mio avviso) su George. 
Qui invece, ho voluto fare un passo indietro cercando un principio di affetto che lega George e Angelina già prima della morte di Fred. Un affetto che qui vediamo raccontanto da Angelina, un POV più "facile" rispetto a quello di George. 
Ho voluto anche fare un piccolissimo (e maldestro) accenno alla coppia Fred/Astoria (ehm... sì, la ragazzina fragile tra le braccia di Fred è lei), che trovo molto bella, molto emozionante (e anche abbastanza credibile, a dire il vero). Proprio questa relazione tra Fred e Astoria rappresenta un primo "distacco" tra i gemelli. 
Detto questo, spero di non aver rovinato i personaggi e di non aver fatto troppi disastri a parlare di queste tematiche.
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Un abbraccio
Milagar
 
  
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