Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Jungkook004    05/04/2021    0 recensioni
"Non abbandonare i tuoi sogni magari possono diventare realtà"
"Mi manca qualcosa " - "Desidero lui.."
"Lei, la mia musa " - "Lui , la mia musa "
Una caotica Seoul e due anime gemelle che vivono per la musica , destinate a non incontrarsi mai...Forse...
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Aprì gli occhi…solo questo,  eppure sembrò uno sforzo quasi disumano.
Il mal di testa incessante e le luci bianche ghiaccio del soffitto però mi costrinsero a richiuderli subito dopo . Ci riprovai solo una volta , solo una…E all’improvviso un flash, sembrò quasi  che la mia coscienza andava finalmente a pari passo con il pensiero perché capì una cosa . Questo soffitto non era quello della mia stanza e queste luci da ospedale io non le avevo mai avute.
 Stordita mi portai una mano alla tempia ,e mentre chiusi gli occhi , mentre stavo per sollevare la mano  avvertì su di essa una fitta atroce. Stanca e confusa riaprì gli occhi per vedere la causa di questa fitta e quasi spaventata mi tirai sù a sedere velocemente.
Con gli occhi sgranati guardai la stanza che assomigliava  a quella di un ospedale.
Girando lo sguardo al mio fianco osservai degli  strani macchinari,  per fortuna non in funzione e una flebo collegato direttamente alla mano indolenzita.
Spaventata il mio respiro incominciò  a farsi più veloce e l’unica cosa che riuscivo  a pensare era il perché ero  in questa stanza , perché ero collegata ad una flebo, perché ero tutta indolenzita e perché ero  in ospedale…
All’improvviso sentì la porta aprirsi e così voltai lo sguardo verso la persona che è appena entrata…
Magari c’era effettivamente qualcuno che poteva darmi spiegazioni
“o grazie al cielo, sei sveglia “ disse la ragazza con i capelli ramati 
“ Hye-jin” sussurrai  stranita quando mi abbracciò
“ sei sveglia per fortuna “ mormorò sempre lei tra l’incavo della mia spalla
“ sei sveglia finalmente  “ urlò un’altra voce
In una frazione di secondo l’abbraccio di Hye-jin si sostituì con quello di Mina.
“ è bello vederti”
“ Ma…tu non eri da tua madre “ dissi stranita
Lei si staccò dalla mia spalla e appena la osservai  in viso scorsi solo tristezza , lo stesso sguardo vedi quando mi girai verso Hye-jin
“ che succede ?” le chiesi preoccupata
Lei aprì la bocca ma un’altra voce parlò per lei
“ ieri era dalla madre , anzi,  ora è mezzanotte , due giorni fa era dalla madre “ disse So-yon sullo stipite della porta
“ Ehi So-yon”
“ ciao, come stai? “ chiese  lei entrando nella stanza per poi sedersi accanto a me
“ bene “ dissi  “ mi spiegate che è successo ?”
“ perché sei andata sul ponte Han ?” chiese So-yon
Io la guardai  incapace di rispondere….
All’improvviso un mucchio di Flash mi passarono davanti agli occhi.
La rivista, Jungkook, Il ponte Han, le macchine , la signora , il dolore , la paura , le persone radunate intono a me , e il ragazzo…quella mano così calda e accogliente allo stesso tempo, e l’ambulanza….dopo di che il vuoto.
“ perchè non ce lo hai detto ?” disse la voce di Hye-jin  “ Dio me ne sarei dovuta accorgere sapevo che non stavi andando allo studio”
“ Lo studio…“ sussurrai sovrappensiero fissando il vuoto  
“ ehi non è stata colpa tua Hye-jin” le disse Mina
“ ragazze non parlate così! Non si voleva mica suicidare “ urlò So-yon
“ suicidare “ sussurrai ancora io in uno stato di trans
Grazie a questa parola mi tornò in mente la signora che avevo salvato o almeno ci avevo  provato…e così  spontaneamente chiesi  “  la signora dov’è?”
“ la signora sta bene “ disse il medico appena apparso sulla soglia della porta
Le mie amiche si inchinarono per dargli il benvenuto e la stessa cosa provai a fare io se non fosse per i dolori all’addome
“ la signora che hai salvato è proprio nella stanza infondo al corridoio “ continuò
“ ed è sveglia ?” chiesi
“No, non al momento, ma sta bene…“ il giovane dottore trascinò una sedia accanto al mio letto su cui poi si sedette
Io a quella notizia abbassai lo sguardo
Ma il dottore mi costrinse a rialzarlo puntandomi negli occhi una lucetta
“ finalmente sei sveglia eh “ esclamò “ e già , sei anche troppo sveglia “ sussurrò controllando le mie pupille
Appena mise via la lucina , io strinsi gli occhi per il fastidio abituandomi un attimo alla vista lievemente oscurata da ombre , il mio sguardo si spostò sull’orologio a parete  e notai che veramente è mezzanotte
“Quindi ho dormito per due giorni ? “ chiesi  guardando le mie amiche
Tutte loro annuirono  e il dottore non fece altro che confermare la teoria “ esattamente “
Io sospirai pesantemente mettendomi le mani in viso
“ allora “ esclamò il dottore “ girati dall’altra parte del letto ti devo controllare la respirazione “
Sospirando mi tolsi le mani dal viso e obbedì  al dottore
Sollevata la maglia ,chiusi gli occhi e sussultai appena appoggiò il metallo  freddo dello stetoscopio sulla mia schiena
“ shhh, non parlare “ mi rimproverò
Nella stanza regnò silenzio, si sentì solo il mio respiro e anche fuori dalla stanza, lì fuori all’aperto i suoni della notte regnano sovrani.
Mentre osservavo  il cielo buio mi venne  il magone , due  giorni , due  maledetti giorni .
Anche  la mia carriera probabilmente era finita.  Avevo  perso l’opportunità di far sentire al CEO  la canzone su cui avevo  lavorato tanto, con fatica e sudore…Era stato il mio pensiero fisso per ben due settimane ed ora sembrava essere andato tutto in fumo.
“ bene sembra andare tutto bene ,anche nel respiro “ disse
Io alle sue parole mi girai e lo ringraziai ma una domanda mi sorse spontanea
“ Dottore “ lo fermai proprio sull’uscio della porta
“ quanto ancora devo rimanere qui ?”
“ oh si , te ne puoi anche andare se vuoi,  va tutto  bene , non hai niente e alla fine ti abbiamo trattenuto anche troppo” mi comunicò sorridendo
Di rimando gli sorrisi anch’io ringraziandolo ancora una volta.
“ oh quasi dimenticavo “ disse girando su se stesso “ bel lavoro con la donna , probabilmente se non ci fossi stata tu , beh sarebbe morta “ disse accennando un sorriso
A quelle parole rimasi immobile . Era stata una fortuna essere passata di lì, qualcuno lassù  voleva che prendessi questa decisone , quella di andare al ponte Han…
Così istintivamente mi sorse un sorriso sul volto ,mentre le mie amiche si rialzarono  dall’inchino appena fatto al dottore.
Subito nella sala cadde il silenzio…che venne poi  rotto da So-yon
“ sexy il dottore eh “
Sia io che Mina e Hye-jin ci giriamo sconvolte verso di lei…
“ dai …andiamo a casa “ disse Hye-jin sospirando lasciando cadere così il discorso sul sexy dottore.
 
 
Mentre firmavo  le carte per la liberatoria del mio ospedale , un’infermiera anziana mi chiamò dal fondo del corridoio
“ signorina ! ! Signorina ehm…Dello Stritto “ disse lei controllando il mio cognome e ovviamente pronunciandolo in modo al dir poco orrendo . Odiavo quando i coreani pronunciano il mio cognome , sembrava tanto che nel bel mezzo della pronuncia soffrissero.
“ signorina !!” esclamò ancora una volta raggiungendomi
“ Si, mi dica “ sussurrai confusa
“ c’è qualche problema ?” intervenne So-yon dietro di me
“ Ecco…la signora che avete salvato  si è risvegliata , è ancora un po’ stordita , riesce a parlare appena ma vorrebbe vederla “
I miei occhi a quella notizia si illuminarono di speranza e di contentezza , almeno avevo la certezza che stesse  bene , mi bastava questo
“ si è fatto tardi Alex, non credo sia il caso di….”
“ si , vengo subito “ dissu interrompendo la maggiore
“ ti prego Hye-jin…” sussurrai  con gli occhi imploranti verso di lei
Lo so che aveva paura di ricevere una sgridata dall’agenzia , dalle agenzia di tutte, ma ne avevo  bisogno. Avevo bisogno di accertarmi che stesse bene e dovevo  capire il perché di quel gesto estremo
 
La mano mi tremò leggermente  mentre abbassai il chiavistello della porta della camera della signora , inspirai  e iniziai a bussare
“ si, avanti “ pronunciò  una voce debole
“ salve” dissi  appena entrata
 Resto sull’uscio in imbarazzo non sapendo cosa fare o cosa dire
La signora provò a  muovere la bocca sussurrando qualcosa ma non la capì,  per cui le chiesi di ripetere
A questo punto alzò la mano  verso di me , con le unghie smaltate di rosso sangue e mi fece  segno di avvicinarmi 
Una volta accanto al suo letto le sorrisi  “ come sta ?”
“ bene “ disse debolmente
Un imbarazzante silenzio riempì la stanza , si sentivano solo i bip dei macchinai , si poteva persino sentire  s le gocce di flebo nella busta attaccata in alto che scorreva fino alle vene della donna.
“ mi dispiace “ disse
“ no no “ scossi  la testa violentemente “ non è colpa sua…”
“ ho messo a rischio la tua vita “
“ecco…sono contenta che stia bene signora “
“ Gi , il mio nome è Gi“
Abbassai lo sguardo sulla sua mano e osservai  in effetti il braccialetto riconoscitivo dell’ospedale con il suo nome
Allora feci  un sorrisino “ il suo nome significa ‘Coraggio’ “
“ gia….quello che non ho a…” non finì di parlare che subito incominciò a tossire
“ non si sforzi troppo “ dissi preoccupata
La signora vedendo la mia faccia spaventata mi prese per mano come per tranquillizzarmi
“ mio marito è morto 5 anni fa…sono senza lavoro , con un figlio, sai,  lui vive negli stati uniti, non ho neanche più soldi per pagargli l’università,  io…sono sola…” disse facendo delle pause tra una parola e l’altra per controllare il respiro corto
“ mi dispiace “ sussurrai  alzando lo sguardo
Vidi  i suoi occhi così pieni di debolezza , così pieni di tristezza
“ mi dispiace molto “ ripetei
“ sai…ho rivisto mio marito mentre stavo per cadere , ho rivisto lui e ho capito che non devo…non dovevo farlo, e tu eri lì al momento giusto , nel posto giusto “
Io abbassai lo sguardo di nuovo sorridendo
“ grazie “ mi disse dolcemente
“ sono contenta del fatto che abbia potuto rivedere suo marito “
Scese così di nuovo il silenzio , che venne però interrotto dall’infermiera che entrò nella camera con la con una busta di flebo nuova
“ Signora Gi, è il momento di cambiare “
Lei le fece un cenno per dire di procedere , sentendomi così di troppo lasciai la mano della signora e mi inchinai verso di lei
“ farò di tutto per aiutarla signora Gi , glielo prometto “
“ tesoro mio…non devi “
Io mi alzai e la guardai dritta negli occhi con insistenza
“ sei una ragazza molto testarda “ disse lei accennando un sorrisino e  abbassando gli occhi sulle sue mani portate al petto
“ ti ringrazio, ma non devi…”
“ no , è vero non devo , ma voglio” con questa frase mi girai per andare verso la porta ma la sua voce mi costrinse  a fermarmi
“ ama….promettimi solo questo,  fai questa cosa per me se proprio vuoi aiutarmi ,  ama una persona e si felice di farlo, amala con coraggio perchè il tempo a nostra disposizione è poco “
Io sorrisi  e con quelle parole lasciai la stanza
Lei mi aveva  ringraziato, ma avrei dovuto ringraziarla io perché da un po’ di tempo da quella parte sarei stata io a ringraziarla per avermi fatto conoscere lui…
 
   
 
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