Precipitare verso il cielo 

Akaashi Keiji ha sempre avuto paura delle altezze e non è mai andato in campeggio, perché puntualmente dove c’è un campeggio, c’è anche un dirupo e qualcuno che spinge per andarci, perché stare sul filo di un precipizio ti fa sentire il padrone del mondo e di te stesso. È un classico.
Akaashi però ne fa volentieri a meno e preferisce avere i piedi ben ancorati al suolo.
Non si definisce coraggioso e, infatti, il cielo gli piace guardarlo da lontano, stando sdraiato, piuttosto che raggiungerlo rischiando la vita. 

Bokuto Kōtarō è esattamente l’opposto. È attratto dai punti panoramici, adora arrampicarsi e andare in campeggio ed è colui che spinge per andare verso il burrone della zona. Arrivato sul bordo, gli piace guardare l’orizzonte mentre inspira a pieni polmoni per qualche secondo prima di lanciare un urlo e risentirne l’eco. Allora sente che tutto è possibile, anche andare contro la fisica. Sente che, se saltasse, la forza di gravità non lo tratterrebbe, ma lo spingerebbe ancora più in alto.

Quando Akaashi incontra Bokuto, il suo incubo diventa realtà e vorrebbe solamente scappare via.
Ha paura di essere trascinato in qualcosa che non sarebbe in grado di gestire e preferisce tirarsi indietro prima che sia troppo tardi, prima che con le sue paure possa togliere a Bokuto la forza di saltare, facendolo cadere insieme a lui. 
Kōtarō però non lo lascia andare e insiste affinché rimanga, perché quando sta con lui sente di poter raggiungere l’universo e conquistarlo.
Akaashi cede incredulo davanti a quelle parole e guardandolo disperato gli chiede come sia possibile. Bokuto non sa rispondergli. Non c’è una spiegazione logica. È così. La sua sola vicinanza gli dà quell’energia per spingersi oltre. 

Con un sorriso amaro, Akaashi gli confessa che stare con lui invece è come stare in piedi sul cornicione di un grattacielo senza recinzione, a un passo dal toccare il cielo e uno dal precipitare. Quando Bokuto è al suo fianco, è come se un po’ della sua audacia si trasferisse in lui, ma non è abbastanza da fargli superare l’acrofobia.  

“E se su quel cornicione ci fossi anche io che ti tengo la mano?”
Akaashi lo guarda interrogativo.
“Costruirò una recinzione sull’orlo di quel grattacielo a cui ti potrai aggrappare e ti rimarrò accanto anche quando non sarà più necessario. Ogni volta che vorrai osservare la città dall’alto, prometto che ci sarò e che non ti lascerò mai cadere. Che ne dici?”
Keiji non sa che cosa rispondere. Boccheggia. 
Le lacrime gli rigano il volto e si limita ad annuire. Bokuto ne approfitta per prendergli la mano e attirarlo a sé.  
“Ti va di salire con me sul tetto della scuola? È più basso in un grattacielo, ma è sempre alto. Non ci avvicineremo al bordo, lo faremo con calma. Oggi rimarremo sulla porta”
Akaashi non risponde. Gli stringe la mano con forza e solo allora sussurra sul suo petto “Mi fido di te”

Quando arrivano sul tetto, il cielo non è mai stato così vicino.














Buon BokuAka day!

Breo