Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    06/04/2021    6 recensioni
La canzone che aveva scelto per buttarla giù dal letto era It's my life di Bon Jovi, e con quella musica carica chiunque sarebbe resuscitato.
Certo, la prima frase della canzone non la aiutava molto.
This ain't a song for the broken-hearted...
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: City Hunter
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Kaori e Mick si allontanavano, rimanendo abbracciati. Sembravano felici, oltre ogni misura.
Li rincorse, e nonostante loro stessero semplicemente camminando, erano sempre più lontani.
"Kaori!"
Lei non lo sentì.
"Kaori! Kaori!" urlò a squarciagola, finché la giovane donna non si voltò con aria ingenua e platealmente desiderosa di tornare a dedicarsi all’uomo che aveva accanto.
"Kaori..."
Mick la strinse possessivamente, con un sorrisino odioso.
"Non c'è bisogno che tu dica niente, Ryo. Hai scelto di lasciarmi, e adesso io ho scelto Mick. Mi sono innamorata di lui"
Ryo si paralizzò, fissò con sgomento la donna che amava fra le braccia dell'altro.
"M...ma..." provò a balbettare, senza sapere cosa poter dire a quel punto.
Il ghigno sul volto di Mick si accentuò.
"Te l'avevo detto..." bisbigliò il rivale, che poi voltò il viso di Kaori nella sua direzione e catturò le sue labbra con le proprie.
Ryo cedette sulla ginocchia, sconfitto.
 
Non stava propriamente dormendo. Ma quel sogno/fantasia -anche se sarebbe stato meglio definirlo un incubo- fu in grado di risvegliarlo completamente, come una secchiata d'acqua gelida.
Si placò quando constatò con occhi e mani che Kaori era stesa contro il suo petto e dormiva serenamente. La mano salì ad accarezzarle il volto e si soffermò a giocare coi suoi capelli mossi.
La strinse a sé pensando che comunque quell'incubo sarebbe potuto trasformarsi in realtà e inorridì sul serio nel pensare a quanto era stato idiota.
Non l'avrebbe sopportato.


Kaori gli aveva fatto scoprire un lato di sé terribilmente geloso, cosa che solitamente non era mai in modo eccessivo visto che lui ragionava molto con la filosofia 'Vivi e lascia vivere'. Ma Kaori no, non era disposto a condividerla. Non avrebbe tollerato Mick...né chiunque altro.

Mentre le carezzava leggermente la morbida chioma, udì dei rumori provenire da fuori e prestò la sua attenzione constatando che erano passi sempre più vicini.
Già pronto a rifilare un paio di calci all'ospite indesiderato –che fosse un killer che non aveva proprio niente da fare alle sette del mattino?-, Ryo rimase immobile quando la porta si aprì e un’allegra Eriko entrò in scena esclamando: "Buongiorno principessa, la colazione è servita!" e agitò un sacchetto.
Ryo restò interdetto un paio di secondi prima di sibilare: "Shhh!"
Eriko si zittì fissando l'immagine che si presentava davanti a sé con occhi sbarrati.
 
Lei non era andata alla festa, la sera prima, quindi si era persa il faccia a faccia tra Mick e Ryo e gli eventi che si erano susseguiti.
Per cui fu giustamente sorpresa di vedere la sua amica profondamente addormentata fra le braccia di Ryo che la rimirava come fosse un quadro di inestimabile valore.
"Non urlare, per favore" disse Ryo.
"Penso che non dormisse così da un bel po'" osservò Eriko con tono appena polemico.
"Lo immaginavo...per questo non voglio svegliarla"


Eriko si stupì della voce calma e l'espressione dolce dello sweeper che non si seccò della sua intromissione. Con un sospiro, si accomodò sull'angolo del letto.
"Accidenti, Saeba. Ti avrei ucciso"
"Lo so, me ne sono accorto"
"Insomma...guardala!" gesticolò in direzione di Kaori. "Dorme come un angelo, la sua faccia è l'incarnazione della gioia!"
Per Ryo non fu un sacrificio tornare a concentrarsi sul volto effettivamente rilassato di Kaori, il suo colorito era perfetto, il suo respiro regolare gli suscitava una sensazione di pura pace, il suo calore era rigenerante.


"Mi dispiace" disse sapendo che Eriko avrebbe capito.
"Anche a me" annuì infatti la stilista. "Soprattutto perché non mi piace detestarti. In fondo sei un bravo ragazzo, ma se la fai soffrire di nuovo, penso che potresti trovarti una scorta di bombe H proprio in quel posto"
Ryo ridacchiò.
"Non commetto mai due volte lo stesso errore"
"Due che si amano devono stare insieme. Punto, è estremamente semplice" concluse Eriko per poi alzarsi e prendere la porta.
"Ah, quelle sono brioche. Buon appetito" aggiunse indicando il sacchetto con una punta di malizia e un sorrisetto più che esplicativo.
Ryo sorrise scuotendo il capo, accarezzò la schiena di Kaori che sospirando nel sonno si avvicinò ancora di più a lui.
 
Quando tornò dal bagno, vestito e profumato, vide con stupore che Kaori era seduta e perfettamente sveglia. La trovò bellissima ma si accorse anche che il suo volto aveva un'aria seria, come se stesse proprio aspettando il suo ritorno per dirgli qualcosa.
Guardava verso la finestra, ma gli prestò totale attenzione quando gli fu davanti. Ryo capì che doveva parlargli e aspettò dunque che lo facesse. Quello che era successo scottava ancora, non poteva essere dimenticato solo dopo una notte di passione, per quanto meravigliosa. Kaori puntò gli occhi nei suoi senza timore e senza arrossire come era solita fare e già questo incuriosì Ryo.


"Ryo" cominciò con tono assolutamente fermo. "Vorrei solo che ribadire, affinché tu lo capisca bene, che se dovesse ricapitare quello che è successo, tra di noi sarebbe la fine, senza alcuna speranza di ricominciare. Prima di addormentarmi ho riflettuto parecchio. E sono giunta alla conclusione che non voglio essere trattata come una bambola da usare quando se ne ha voglia; perché non lo sono, perché quello che è accaduto mi ha fatto stare malissimo e spero solo di buttare alle spalle questo periodo orribile. Ho capito le tue motivazioni, ho capito di cosa hai paura. Ma penso che la vita sia troppo breve per vivere di paure. Penso che adesso potrei anche uscire ed essere messa sotto da un pullman, per questo credo che ogni secondo debba essere vissuto. Non l'hai sempre detto anche tu, non ti piace pianificare, sai quello che fai adesso ma non hai voglia di pensare al mese o all'anno prossimo. Non voglio che tu pensi che io sia sempre disposta a gettarmi fra le tue braccia qualunque cosa tu mi faccia, non sarebbe giusto. Quindi ora mi devi rispondere, ma non dire nulla di cui non sei sicuro. Vuoi stare con me? Sii sincero, ti prego"


Ryo rimase esterrefatto, per un attimo senza parole. Tutto ciò che aveva detto Kaori, ampliando il concetto della sera precedente, aveva scagliato una serie di frecce arrivate ad abbattere ogni mattoncino che aveva formato quell’alto muro di timori e dubbi.
Gli occhi castani di Kaori erano limpidi e pieni di sincerità, Ryo non poteva mentirle, non più, l’avrebbe uccisa.
Si sedette, seguito dallo sguardo di Kaori, sul letto.
Intrappolò il suo polso nella mano traendola a sé, stringendola così forte da soffocarla, per farle sentire il battito fuori controllo che la sua sola vicinanza gli provocava, perché capisse che la amava davvero e averla lasciata era stato seriamente una delle cose più tremende che avesse mai fatto.
Ci mancò poco che gli salissero le lacrime agli occhi, si aggrappò a lei con disperazione.


"Voglio stare con te, Kaori...ti amo...ti amo troppo..." mormorò senza chiedersi come potesse amarla così tanto e ogni secondo di più.
Ma Kaori gli afferrò il viso, lo baciò allacciandogli le braccia al collo e trascinandolo con sé sul materasso.
"Te lo prometto. Adesso lo so" disse tra un bacio e l'altro.
"Non è una frase...'dettata dalla foga del momento'?"
Ryo scosse il capo, gemendo poi quando iniziarono ad accarezzarsi a vicenda  e Kaori si inarcò come una gattina.
Kaori rise, finalmente e interamente felice; non importò a nessuno dei due il pensiero che quel giorno avrebbero fatto tardi e qualcuno al Cat’s Eye si sarebbe fatto diverse domande.
  
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