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Autore: ballerina 89    06/04/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico
Capitolo 11

 

POV Emma 

Da quel giorno passò all’incirca un anno... un anno di duro lavoro, sempre alla ricerca della perfezione, ma sopratutto un anno di crescita interiore. Era stato davvero difficile provare a rimettersi in sesto dopo tutto ciò che mi era capitato ma dopo aver superato quello che credevo essere il mio ostacolo più grande le cose iniziarono ad andare leggermente meglio fino ad arrivare ad un punto in cui sembravo aver addirittura accettato la mia attuale situazione. Certo, continuarono comunque ad esserci le mie solite giornate no, il pensiero alla mia vecchia vita ogni tanto tornava rendendomi particolarmente malinconica, ma il dolore di sicuro era decisamente più sopportabile. 

Il mio psicoterapeuta mi aiutò molto in questo, il percorso che mi fece fare si ritrovó essere davvero efficace, ma l’aiuto più grande venne senza ombra di dubbio da parte dei miei genitori, che ebbero una pazienza ai limiti dell’immaginabile, da Regina e dal mio amore grande... Killian. Tra i miei problemi e le sue  preoccupazioni tra laurea, tirocinio e incontri e scontri con sua madre la nostra relazione subì un leggero rallentamento durante quei mesi ma posso assicurarvi che recuperammo alla grande tanto da evolvere il nostro rapporto in qualcosa di più.  Avevamo involontariamente tralasciato la nostra vita di coppia per preoccuparci dei nostri problemi ma non appena le cose per entrambi si furono sistemare ritornammo ad essere la solita coppia di fidanzatini innamorati, come amavano definirci i nostri amici per prenderci in giro, che non facevano altro che trascorrere tutti i loro momenti liberi insieme dimenticandosi di tutto e di tutti. Erano rare le volte che eravamo separati, se non fosse stato per il suo lavoro, gli allenamenti di entrambi e la scuola molto probabilmente avremmo finito per passare 24h no stop come due calamite. 

Da parte dei miei genitori questo mio attaccamento “morboso” nei confronti di Killian non venne visto come qualcosa di positivo, anzi... erano preoccupati. Avevano paura che avessi spostato tutti i miei interessi dalla ginnastica a lui ma non poterono in alcun modo impedirmi di vederlo o altro in quanto non mi ero mai comportata male, avevo sempre rispettato le loro regole di coprifuoco ecc, ma sopratutto andavo bene a scuola, cosa per loro fondamentale. A fine anno scolastico inoltre venni proclamata  la migliore studentessa dell’intero istituto con tanto di lettera ai miei genitori da parte del rettore e questa fu la prova tangibile che non meritavo alcuna punizione. Grazie a questa lettera, ma sopratutto grazie al mio impegno verso lo studio, riuscii addirittura ad ottenere il permesso per partire per ben tre giorni con i miei amici per una piccola vacanza. Amici... in teoria sarei partita solamente con Killian ma questo i miei  lo ignoravano... preferii mentire perché sapevo già che se avessero saputo le vere condizioni di quel viaggio, io e Killian soli soletti per tre interi giorni,  non mi avrebbero mandata. “Se il tuo amichetto viene con voi la mia risposta è no!” Disse categorico papà non appena gli accennai alla possibilità di partire, per lui era inaccettabile che la sua bambina, ancora minorenne, partisse con il suo fidanzato di ben quattro anni più grande, “un uomo bello che cresciuto” come amava ricordarmi ogni giorno, per cui l’idea di esse del tutto sincera con loro non mi sfiorò minimamente. 

Ad essere onesta agli inizi fui un po’ titubante anche io sul voler partire partire da sola con Killian  ma poi accettai di buon grado la proposta del mio amore. 

Eravamo da poco usciti dalla palestra e come orami era abitudine eravamo in macchina, in un parcheggio poco distante da casa mia, a goderci gli ultimi momenti insieme prima di doverci separare per la notte.

  • Odio doverti salutare ogni sera.... -  mi imbronciai dopo l’ennesimo bacio. - Fortunatamente la scuola è finita e possiamo vederci anche di mattina o credimi sarei già impazzita. - non stavo affatto scherzando, ogni giorno separarmi da lui diventava e Sempre più difficile. Adoravo le sue attenzioni, i suoi baci, le sue carezze... stare a casa senza averlo vicino mi provocava ogni volta qualcosa di simile ad una di crisi d’astinenza. 
  • A proposito di scuola finita... ho saputo che hai preso il massimo dei voti in tutte le materie. Però... niente male per una che si è trasferita da solo un anno. - si vociferava che ottenere voti alti in quella scuola fosse pressoché difficile,  pochi usciti con il massimo dei voti ero i primi a dire che per ottenere la tanto ambita A avevano dovuto sudare ben 4 anni. - bisognerebbe festeggiare non credi?  
  • Beh... pensò che festeggiare sia una cosa che si può fare sempre, in ogni occasione, mentre un regalo... - ammiccai - beh di solito un regalo si fa esclusivamente in occasioni speciali: un compleanno, una laurea, una promozione scolastica.... 
  • mi stai forse dicendo che vorresti un regalo? - mi domandò conoscendo già la risposta.
  • Chi lo sa... - mi misi a ridere per poi baciarlo.
  • Piccola ruffiana.... - esordì per quel piccolo ma passionale bacio - e se il mio regalo, perché fidati che te l’ho fatto il regalo, coincidesse con la mia idea di festeggiare? 
  • Direi che sarei molto felice e super curiosa di scoprire di che cosa si tratta. - lo vidi frugare all’interno del porta documenti della sua auto per poi estrarvi e pormi  un catalogo pubblicitario di un negozio sportivo molto conosciuto in zona. - vuoi che scelga il mio regalo su questo volantino? - domandai, anche leggermente delusa, provando ad interpretare cosa volesse dire quel gesto. 
  • Ma no schiocchina... guarda qui - aprì il catalogo alla pagina che gli interessava - che ne pensi??? - mi indicó una tenda da campeggio dalle dimensioni esagerate. 
  • Una tenda? Vuoi regalarmi una tenda? Si mi piace mah... - non sapevo come dirglielo. - non saprei davvero come sfruttarla: io odio il campeggio. Non mi piace la montagna e di conseguenza non.... 
  • non si può andare solo in montagna con una tenda e poi... beh non è questo il regalo. La tenda è mia in realtà.... - stavo decisamente perdendo il filo del discorso. - senti andrò diretto al sodo: che ne diresti di partire per il weekend insieme a me? Venerdì sabato e domenica.... tre giorni di mare in compagnia del tuo stupendo, irresistibile, affascinante fidanzato. Ti piace il mare vero?  Mi sembra di ricordare di si. - se mi piaceva il mare? Io adoro il mare, credo sia la cosa che più mi metta allegria subito dopo la ginnastica. Se mi fosse stato chiesto in un’altra occasione avrei detto di sì ancor prima che terminasse la sua proposta  invece quel giorno tentennai un pochettino prima di rispondere. - allora? Cosa ne pensi?
  • Amo il mare, lo sai mah... beh ecco... non... non so se posso venire... tre giorni sono tanti... i miei....
  • I tuoi???? Sul serio Emma? stai... stai davvero mettendo questa scusante? 
  • Non è una scusante io.... beh...
  • In tutti questi mesi quante volte hai mentito ai tuoi genitori per passare del tempo con me? - in effetti non aveva poi tutti i torni.... 
  • si lo so, è vero ho mentito loro parecchie volte ma era solo per un giorno... non ho mai detto loro che mi sarei trattenuta  anche per la notte... non  credo che me lo permetterebbero. 
  • Non ti permetterebbero di dormire da una amica? - disse per nulla convinto e scrutandomi attentamente negli occhi. Me lo avrebbe ro permesso eccome, lo sapevo io e lo sapeva anche lui, le motivazioni che mi trattenenvano dal dirgli di si erano altre e a quanto pare, a giudicare dal suo sguardo le aveva capite al volo. - amore ascoltami.... guardami.... - disse In gentilezza - credo di aver capito quale sia il vero problema... - abbassai lo sguardo più imbarazzata che mai. La cosa che mi preoccupava più di tutte nell’ andare al mare per lintero weekend con lui era la presa di coscienza che avremmo passato ben due notti insieme. Non fraintendetemi... l’idea di poter stare a stretto contatto con lui per  tutto quel tempo e senza coprifuoco mi rendeva impazienze di dirgli di sì ma non potevo far a meno di pensare anche che di solito quando due fidanzati si trovano da soli in circostanze romantiche come queste passano il loro tempo a fare cose decisamente differenti da quelle che siamo abituati a fare io e killian. La nostra relazione non era ancora arrivata a quel punto, probabilmente a causa mia e delle mie insicurezze, e di conseguenza mi sentivo sotto pressione. - so che può sembrare allusivo chiederti di venire per tre gironi in tenda con me ma credimi sulla parola: non ho nessuno scopo prefissato in testa. Voglio godermi qualche giorno di mare con te, tutto qua, non voglio fare niente di diverso da quello che facciamo di solito quando usciamo insieme. - sul serio???? - Ho preso la tenda grande apposta così se ti sentirai in imbarazzo a dividere gli spazi con me potrai avere un angolo di pace tutto tuo. - mi prese il viso con entrambe le mani e mi costrinse a guardarlo in quelle sue meravigliose pietre azzurre. - non ho secondi scopi Emma, te lo giuro! Ho sempre rispettato i tuoi tempi e intendo continuare a farlo. So che non ti senti pronta a quel passo e ad essere onesti non credo di esserlo neanche io.... - si grattó la nuca anche lui in leggero imbarazzo.
  • S... sul serio? - chiesi sorpresa ma maledicendomi immediatamente per la mia eccessiva curiosità.
  • Certo! Sembra assurdo vero? sappiamo entrambi che ho avuto altre esperienze mah... beh con te è diverso! Sento di provare un sentimento mai provato prima e questo mi spaventa un po’. Ho sempre paura di sbagliare qualcosa, di esagerare nei modi di fare e di non capire i tuoi pensieri. Sei il  centro del mio mondo Emma e se sbagliassi qualcosa, anche la più insignificante, credo che non riuscirei mai a perdonarmelo. - prese un respiro - È per questo che ho anche io, come te, timore di affrontare quel passo, non voglio deludere le tue aspettative, desidero solamente regalarti dei momenti emozionanti e indimenticabili. - mi accarezzó il viso - credimi sulla parola quindi: in questa vacanza, o nelle altre a venire, a meno che non sia tu a volerlo, il nostro rapporto non cambierà. Hai la mia parola. 

Sapevo con certezza che Killian non era il classico ragazzo che vuole solo ed esclusivamente una cosa dalle ragazze ma sentirmi dire quelle parole mi fece comunque piacere e mi mise ulteriore sicurezza tanto che senza pensarci oltre accettai immediatamente la sua proposta. 

  • sei sicura amore? Non voglio che tu mi dica si solo per farmi contento. - se ero felice? E me lo chiedeva? In quel momento ero di sicuro la donna più felice del mondo.  

Corsi a casa con un enorme sorriso sul volto e senza esitazione chiesi ai miei genitori il permesso di poter partire. Mi guardarono titubanti, indecisi sul da farsi, ma quando dissi loro che Killian aveva da lavorare e che sarei partita semplicemente con una amica, che per giunta loro adoravano e consideravano una brava ragazza, mi autorizzarono senza ulteriori domande raccomandandosi solamente di essere prudente, responsabile e di scrivere ogni tanto per fargli sapere se fosse tutto ok. Naturalmente chiamarono anche la mia amica prima di darmi la conferma ufficiale ma lei era dalla mia parte, le avevo chiesto di coprirmi e di conseguenza confermò quanto detto rimarcando più volte il fatto che Killian non ci sarebbe stato e che saremmo state solamente io e lei. Devo essere onesta, agli inizi mi sentii un po’ in colpa di stare mentendo loro ma quella sensazione di angoscia svanì non facendo più ritorno non appena Killian mi venne a prendere al solito  parcheggio dove ci davamo appuntamento di solito  per non essere visti. 

Dal primo secondo in cui la nostra avvenutura ebbe inizio non ci fu un solo attimo in cui mi pentii della scelta fatta anzi, mi reputai una vera stupida per aver fatto tutte quelle storie e non aver accettato prima la sua proposta. 

Passammo la prima giornata stesi sui nostri asciugamani a goderci il sole tra baci e abbracci, ci separammo solo per un caffè e il pranzo, guardammo il sole tramontare mentre stretti mano nella mano facevano una passeggiata in riva al mare e dopo una cenetta a lume di candela in un ristorantino vista mare lì vicino andammo in tenda. Nonostante mi avesse rassicurata più volte anche durante il viaggio non appena entrai con lui in quell’enorme tenda una sensazione di ansia mi pervase facendomi tremare le gambe. Come ho già detto non ero assolutamente pentita della decisione presa ma era comunque  la prima volta in assoluto che passavo la notte in compagnia di un ragazzo e per me, sesso o non sesso era comunque una cosa importante. Feci di tutto per sembrare rilassata ma lui non ebbe bisogno di nulla per capire cosa mi stesse passando per la testa, il mio corpo a quanto pare, parlava da solo e pur di non farmi sentire ancora di più in imbarazzo parlandone, propose di dormire separati senza che io gli accennassi null. 

  • non fraintendermi, mi piacerebbe davvero molto poterti stringere a me e sentire il calore del tuo corpo ma forse è meglio aspettare quando tu ti sentirai davvero pronta. 
  • No Killian non.... - mi sentivo in colpa per quella mia stupida ansia, avevo paura che pensasse che non mi fidavo di lui. 
  • Non voglio farti passare la notte in bianco in preda ai tuoi strambi pensieri - mi sorrise. - e conoscendoti  so gia che è questo che succederebbe se ti invitassi a condividere insieme a  me il sacco a pelo. - non ero convinta.... o meglio: era la decisione più semplice e forse la più sensata ma non mi sembrava carino nei suoi confronti. “Dannazione Emma! È Killian.... il tuo Killian! Comportati da persona matura!” Continuavo a rimproverarmi per quel mio atteggiamento infantile. Le mie amiche a questo punto avrebbero già concluso il tutto in maniera decisamente più stimolante. Se fossero state lì mi avrebbero preso di sicuro in giro. - ehi... va tutto bene! - si avvicinò per stringermi le mani nelle sue, senza volerlo avevo iniziato a tormentarle. - fidati di me ok? - ci pensai su dopodiche mi lasciai convincere che quella era la decisione giusta.
  • D’accordo ma... non ho sonno adesso! Non è che possiamo fare qualcosa insieme prima di concludere la serata? Non lo so... chiacchierare, passeggiare... 
  • vedere le stelle... - continuó lui - che ne dici? Ti andrebbe di guardare le stelle? È una serata meravigliosa, non ci sono nuvole, il clima sembrerebbe essere dalla nostra parte e abbiamo cibo, bibite e teli per poterci stendere e coprire, nel caso rinfreschi, a volontà. 
  • Sarebbe davvero carino... e romantico! - mi affrettai a dire - ma non offenderti se non saprò riconoscere neanche mezza costellazione. 
  • Non preoccuparti per questo, posso insegnarti io. 

Non aggiunse altro, prese lo stretto indispensabile per la serata e sistemò tutto, comperte e cibarie varie in men che non si dica. Ci stendemmo uno accanto all’altro e iniziammo così il nostro piacevole post cena. Mi indicó varie costellazioni, provò a farmele memorizzare dopodichè mi interrogò con scarso successo. Avevo ascoltato ben poco quello che aveva cercato di farmi apprendere ma non perché mi annoiasse anzi... soltanto che la mia attenzione vacillò non appena spostai lo sguardo dalla volta celeste sui suoi occhi azzurri. Li non capii più nulla. Ero innamorata di Killian da un anno ormai, il giorno seguente sarebbe stato esattamente il nostro anniversario, eppure sembrava come se ci fossimo conosciuti solamente il giorno prima e io pendevo completamente dalle sue labbra. 

  • d’accordo ho capito! Senza incentivi non hai intenzione di collaborare vero? Facciamo così: io ti faccio una domanda, ti do tre risposte su cui scegliere e se risponderai correttamente riceverai come premio un bel bacio dal sottoscritto. Ci stai? 
  • Assolutamente si! - mi ripresi di colpo e cercando di sforzarmi di ricordare quel poco che avevo ascoltato prima di perdermi nei miei pensieri cercai di indovinare quante più domande possibili. Andammo avanti a lungo con quel gioco, più passava il tempo e più  i baci diventavano passionali, tanto che di punto in bianco lasciammo da parte le parole e i giochi per dedicarci solo ed esclusivamente a noi. Fu una serata estremamente piacevole che finì direttamente il mattino seguente quando ci svegliammo, verso le dieci del mattino, a causa dei raggi del sole che ci stavano ustionando. A quanto pare ci eravamo addormentati amoreggiando stretti l’uno tra le braccia dell’altro. In un primo momento mi sentii spaesata, non capivo dove fossi, il sole mi aveva frastornata, ma poi pian piano iniziai a ricorda le dinamiche della serata appena trascorsa e mi resi immediatamente conto di essere stata davvero una stupida ingenua ad aver avuto tutti quei timori sul dover  dormire con lui. Era stata un’esperienza a dire poco piacevole, mi ero sentita al sicuro, protetta, tra le sue braccia tanto che il solo pensiero di aver soltanto un’altra notte a disposizione prima di dover tornare a casa mi mise addosso un alone di tristezza. Avrei voluto fermare il tempo ma questo era impossibile quindi cercai di immortalare alla mente quanti più ricordi possibili.
  • Accidenti Emma! Ti sei scottata! - mi riportò alla realtà Killian facendomi notare il braccio che avevo sul suo petto! Scrutandolo attentamente mi resi conto che era parecchio arrossato ma non ero di certo l’unica ad aver riportato dei segni. - abbiamo fatto malissimo ad addormentarci qui fuori. 
  • Lo credo bene... sul tuo petto c’è tatuata la mia mano! - risi indicandogli lo stampo che involontariamente gli avevo procurato tenendomi stretta a lui. Fortunatamente a differenza mia lui era già abbronzato quindi il segno con una mezza giornata di sole sarebbe scomparso, io al contrario dovetti mettermi all’ombra su sua esplicita ordinazione: aveva paura che sotto il sole il braccio e parte della schiena, avevo dormito girata su un fianco, sarebbero potuti peggiorare. Questo piccolo inconveniente fortunatamente non compromise la nostra giornata, dopo aver pranzato, saltammo la colazione per esserci alzati tardi, riuscii a convincerlo che stavo bene, che era solamente una scottatura e andammo a farci una bella nuotata scoprendo un posticino dietro gli scogli davvero molto intimo e carino. Restammo a mollo a scambiarci effusioni per parte del pomeriggio dopodiche tornammo in spiaggia per farci una seconda camminata al tramonto. La sera precedente lo spettacolo che ci si presentò davanti fu a dir poco strabiliante e anche quella sera non fu fa meno. Ammirammo il sole nascondersi dietro le colline e solamente quando fu scomparso del tutto Killian mi prese per mano e mi portò, a detta sua, in un posto speciale.  Aveva prenotato in un ristorantino poco distante ma a differenza del giorno precedente quella sera chiese al cameriere, ancora non so dire di preciso quando visto che era stato tutto il giorno con me,  un servizio del tutto speciale. Aveva richiesto un tavolino per due in un angolino di spiaggia deserto apparecchiato con tovaglie bianche e candele galleggianti dentro sfere di vetro. C’era un piccolo gazebo con tende bianche a proteggerti da quel poco di vento che c’era e come musica nient’altro che le onde del mare. Avevo le lacrime agli occhi, con i suoi gesti romantici sapeva sempre come sorprendermi. 
  • È tutto meraviglioso Killian mah... non... non dovevi! - dissi dopo aver raggiunto il gazebo guardando attentamente tutti i dettagli. Non vi erano solo le candele ad illuminare il nostro piccolo angolino ma anche delle lucine decorative intorno al gazebo.
  • Volevo rendere questa serata speciale. Domani sera dovrò riportarti a casa e difficilmente, dopo tre giorni di assenza tuo padre ti permetterà di uscire per venire a cena con me e festeggiare il nostro primo anno insieme. Ho pensato quindi di anticipare la cena ad oggi e prenderci tutta la sera, da mezzanotte in poi, per continuare a festeggiare. 
  • Nient’altro? - dissi ironicamente. Per me stava facendo fin troppo. 
  • Beh si... per domani ho prenotato un giro in barca. Ci porterà in un’isoletta davvero carina. Si vocifera che sia un luogo per giovani innamorati come noi. - non resistetti all’impulso di baciarlo. Mi alzai da tavola e andai a sedermi sulle sue ginocchia per ringraziarlo, con i fatti e non con parole, di ciò che aveva fatto per me. Tornare al mio posto per magiare mi risultò difficile, stare stretta a lui mi faceva impazzire, ma mi costrinsi a farlo per permettere alla nostra serata di proseguire, ci sarebbero stati altri momenti in cui ci saremo abbracciati e scambiati coccole per cui dovevo semplicemente rilassarmi e aspettare. Mangiai tantissimo quella sera: antipasto, primo e secondo tutto rigorosamente di pesce e poi per concludere un bel dessert che come due innanorari sdolcinati condividemmo imboccandoci a vicenda. Non credevo possibile riuscire ad alzarmi dalla sedia dopo tutto quello che avevo ingerito ma contro ogni mia aspettativa ci riuscii e riuscii addirittura a fare un’altra passeggiata, al chiaro di luna, per smaltire il tutto e continuare ad osservare le stelle come la sera precedente. Durante tutta la nostra passeggiata vedevo Killian fissare l’orologio in continuazione, come se fosse impaziente,  ma non capivo il motivo per cui lo facesse.
  • Hai un appuntamento tesoro? - lo presi in giro dopo averlo osserverò attentamente indicandogli l’oggetto incriminato - stai aspettando l’ora X per mettermi ko e fuggire dalla tua amante? - scherzavo naturalmente.
  • Non mi serve un’amante quando ho una donna come te al mio fianco ma su una cosa hai indovinato... sto aspettando l’ora X! 
  • Sul serio??? - che significava? - e come mai??? 
  • Sei una fidanzata troppo curiosa! - si limitò a dire mettendomi ancora più curiosità. 
  • Ma dai!!!! Killiannnnn?!?!? 
  • Non te lo dico! - mi fece la pernacchia.
  • Ti pregoooooooooo! Ti prego ti prego ti pregoooooooo! Per favore....
  • Attenti ancora qualche secondo e..... - mi indicò un punto dove guardare ma nonostante mi voltai subito verso la direzione indicata non vidi nulla. 
  • Non... non vedo nulla Killian cosa dovrei.....
  • Aspetta ancora qualche secondo e lo scoprirai. -  attendemmo qualche secondo ancora, proprio come mi disse e alla fine capii. Improvvisamente, di punto  in bianco uno spettacolo pirotecnico si presentò sotto i nostri occhi illuminando il cielo e il mare con i suoi colori scintillanti. 
  • C... cosa... 
  • buon primo anniversario amore mio! Ti amo... ti amo da impazzire. - rimasi a guardarlo scioccata e meravigliata allo stesso tempo... non potevo credere ai miei occhi. 
  • Hai... hai progettato anche questo? - chiesi conferma che non fosse una semplice coincidenza - Killian non... non dovevi - avevo le lacrime agli occhi - ti amo anche io! - lo afferrai per la maglia e lo attirai a me per baciarlo. Misi troppa energia nel farlo e prima che le sue labbra toccassero le mie eccoci entrambi a terra con lui sopra di me. Scoppiammo a ridere come due scemi ma poi le risate lasciarono posto al tanto atteso bacio. Ribaltò immediatamente la posizione portandomi sotto di se senza mai staccare le labbra. 
  • Ho un’idea! - esclamò quando ormai non avevano più fiato per continuare a restare incollati labbra conto labbra - bagno di mezzanotte! 
  • Cosa??? Vuoi fare il bagno adesso?!!?! No! Fa freddo! - dissi pensando fosse impazzito completamente. 
  • Fa freddo??? Seriamente? - rise - hai mai fatto il bagno di mezzanotte in vita tua? 
  • No mah...
  • Allora devi assolutamente provare! 
  • Non credo sia una buona....
  • Ti do tre secondi per andare a mettere il costume poi se non lo avrai ancora fatto ti prenderò di forza, anche vestita, e ti butterò in acqua con me. 
  • Sì certo! - lo presi in giro. - non avresti mai il coraggio di farlo!
  • A no???? Lo vedrai: uno.... due.... - si avvicinò sempre di più a a me con fare di sfida e allora capii che non scherzava, mi avrebbe buttata in acqua con se interamente vestita solo per farmi capire che non scherzava. 
  • Ok ok ok... hai vinto! Ma mi vendicherò sappilo! - e così dicendo ci incammina verso la nostra tenda per potermi permettere di indossare il costume.  - tu non ti cambi? - chiesi tornando al suo cospetto con indosso il costume più bello che avessi mai comprato. Era un bikini bianco con il pezzo di sopra a fascia, scollo a cuore,  decorato con dei fiorellini sempre bianchi e il pezzo di sotto una mutanda brasiliana sempre decorata con gli stessi fiorellini. Avevo deciso fin da prima di partire che avrei  indossarlo quel costume per un’occasione speciale come quella  del nostro anniversario, volevo lasciarlo senza parole, ma l’occasione che mi si era presentata in quel momento fu talmente allettante, nonostante inizialmente non volessi, che mi aveva fatto cambiare i programmi facendomelo indossare nell’immediato. In fondo poi... era davvero il nostro anniversario. - allora??? Mi vuoi rispondere? Killian che c’è? Ti sei imbambolato per caso? - bingo! Dalla sua bocca semi spalancata e dallo sguardo incollato su di me dedussi di aver colpito nel segno. - ho ho capito... hai cambiato idea. Molto bene... vado a rivestirmi. - mi voltai di proposito per fingere di tornare in tenda e come sospettavo eccolo riprendersi magicamente. 
  • Non provarci neanche a cambiarti! Non ho cambiato idea.
  • Ah no???? Sembrava di...
  • Sei incantevole swan! Da togliere il fiato proprio. Questo costume mi sta letteralmente facendo impazzire. Fortuna che posso vederti solo io così. 
  • Non è del tutto esatto. Ho intenzione di indossarlo anche domani. - non era vero, ormai lo stavo già indossando, se avremmo  fatto il bagno da lì a poco dubito che per il mattino seguente, senza sole, si sarebbe asciugato. 
  • Non scherzare, potrei morire di gelosia sotto gli sguardi maniaci di tutti coloro che incrocerai. Non esiste che tu ti faccia vedere così! No no no! Tu sei solo mia.
  • Geloso Jones?!?!?
  • Da morire! E ora andiamo -  si tolse la maglia lanciandola a terra e mostrandomi il suo fisico perfetto - ho già indosso il costume. - getto anche i pantaloni a terra e venendo verso di me, dopo avermi dato un leggero bacio, mi prese per mano e ci dirigemmo verso l’oceano. 

Rimasi piacevolmente sorpresa quando i miei piedi toccarono l’acqua, era tutto fuorché fredda come avevo immaginato tanto che mi tuffai addirittura prima di Killian. 

  • Wowwww! È meraviglioso! - esclamai invitandolo a raggiungermi. 
  • Visto che non sono poi così matto? Il bagno a quest’ora è la cosa più bella che ci possa essere non trovi? - ma non mi fece rispondere.... mi baciò con trasporto incurante della domanda appena fatta. Non obiettai, anzi.... con le gambe mi avvinghiai  attorno al suo bacino per poter stare più comoda. Da dove mi fosse uscita tutta quella intraprendenza prorpio non so spiegarlo ma poco importava, in quel momento stare stretta tra le braccia di Killian a godere delle sue dolci attenzioni era l’unica cosa a cui volevo prestare attenzione. Ci baciammo a lungo, con foga... desiderio, fino a ritrovarci a vagare con le mani ognuno sul corpo dell’altro. Lo sentii accarezzarmi il collo, le spalle, la schiena.... per poi passare al mio ventre e risalire fin sopra il mio seno dove prestò parecchia attenzione. Non opposi resistenza e questo lo invintò a continuare la sua dolce tortura accompagnata da teneri baci all’altezza del mio collo. Ero in estasi, stavo provando sensazioni uniche, meravigliose ma improvvisamente si fermò. La sua mano, una volta aver ripreso la sua corsa, si era spostata dal mio seno per tornare sulla mia schiena, scese sempre più giù fino ad arrivare al  mio fondoschiena. Lo feci fare anche questa volta ma  quando le sue mani iniziarono ad armeggiare con l’elastico dello slip ecco che sussultai involontariamente facendolo fermare di colpo. 
  • Oddio scusami non.. non so cosa mi sia preso! - si allontanò prontamente da me come se avesse appena preso una scossa elettrica. 
  • Killian cos... no! Non scusarti... va tutto bene. - cercai di rincuorarlo. 
  • Credo che dovremmo tornare in tenda... si è fatto tardi. - prese a nuotare verso la riva ma prontamente riuscii a fermarlo trattenendolo per un braccio.
  • Killian!!!! Si può sapere che ti prende???? Hai fatto tanto per convincermi a fare il bagno e ora vuoi già uscire? -non riuscivo a comprendere quel suo comportamento. 
  • Volevo fare il bagno è vero ma non... io non avevo intenzione di.... ahhh lascia stare! Non mi crederesti a prescindere.
  • Tu hai qualche rotella fuori posto lasciatelo dire... che diamine ti prende? Dimmelo! 
  • Perché?!?! Non l’hai capito?
  • No! 
  • Ho perso il controllo! Per un attimo ho perso il controllo e questo non doveva succedere! 
  • Sei serio? È questo il problema? - chiesi sorpresa facendomi scappare una piccola risatina. 
  • Ti sembra che stia scherzando? Certo che è questo il problema! Te l’ho promesso prima di partire... ti ho dato la mia parola che non sarebbe successo nulla in questo viaggio e poi che faccio? Mi comporto come un adolescente in preda ad una crisi ormonale! tze... sono un idiota, questa è la verità! vorrei prendermi a calci nel sedere da solo!!!!! 
  • Killian...
  • No Emma lascia stare, non mi occorrono parole di conforto.... qualsiasi cosa tu dica non cambierà il fatto che mi sono comportato da cafone! 
  • Ma non è vero questo! Sei stato impeccabile in questi giorni, altro che cafone. Il fidanzato perfetto! Non devi assolutamente pensate che....
  • Il fidanzato perfetto dici???? E cosa mi dici di poco fa è??? Anche in quel momento sono stato il ragazzo perfetto? - mi guardò come a voler sottolineare l’ovvio... il suo ovvio naturalmente.
  • Si. - risposi con decisione, non avevo alcun dubbio sulle mie parole - non hai nulla da rimproverarti perché non lo capisci è???? 
  • Perché...
  • E non ripetermi quello che hai detto poco fa perché è una bugia! Non è vero che mi hai promesso che non sarebbe successo nulla. Mi hai detto che non sarebbe successo nulla fin quando io non mi fossi sentita pronta... è diverso! 
  • Cosa vorresti dirmi con questo? Vorresti farmi credere che eri pronta a tutto questo? 
  • Ti ho lasciato fare mi sembra. Se non avessi voluto credimi che ti avrei fermato. L’ho fatto in passato quando siamo andati leggermente oltre un misero bacetto lo avrei fatto anche adesso credimi. 
  • Non non hai la minima idea di quello che dici! 
  • Mi fai così stupida Killian?
  • No, ma è evidente che tu sia confusa. Fino a tre giorni fa eri terrorizzata all’idea di dover condividere anche solo la tenda con me, non volevi neanche venirci in vacanza e ora????! 
  • Ora ho capito che sono stata un’ingenua a farmi tutti questi problemi. Dormire con te mi ha fatto stare bene e non mi dispiaceva affatto neanche il percorso che stavamo intraprendendo poco fa. 
  • Non... non lo so Emma! Non ne abbiamo mai parlato... io non voglio che tu agisca senza pensare, non voglio che tu te ne penta. 
  • Se una settimana fa qualcuno mi avesse chiesto se avessi mai anche solo pensato all’idea di intraprendere un rapporto più.... “intimo” tra di noi durante questa vacanza, molto probabilmente gli avrei detto di no. Avrei risposto loro che avrei voluto organizzare il tutto nel minimo dettaglio, programmare ogni cosa.... ad oggi però posso dirti che la mia risposta sarebbe completamente differente.  Non voglio programmare nulla con te Killian, voglio che tutto ciò che avverrá tra di noi d’ora in avanti sia istintivo, vero... dettato dall’impulso, dall’amore e dal sentimento del momento. Programmare mi sa tanto di meccanico, di finto... non voglio niente di tutto questo. - gli aprii il mio cuore. 
  • E se dovessi pentirtene? 
  • Non potrei mai pentirmi di questo perché sarò sempre consapevole del fatto che nel momento in cui è successo io lo volevo con tutta me stessa. - presi un respiro. - ascolta... so che non è da me, sembra quasi che i ruoli si siano invertiti ma.... smettiamo di pensare a cosa potrà succedere domani... godiamoci il momento ok? - lo vidi rimanere a fissarmi con titubanza.
  • Swan mi stai proponendo di....
  • Io sono pronta a dare una svolta alla nostra storia Killian  quindi: se sei tu a non essere ancora pronto per questo passo ok, va bene così, ma se hai semplicemente paura che io stia correndo troppo e che potrei pentirmene allora ti prego smettila di farti queste paranoie e fammi vedere di cosa sei capace. 
  • Tu... tu sei proprio sicura di questo?
  • Baciami e lo scoprirai! - ci pensò su ancora qualche secondo ma poi si convinse e tornò a stringermi a se e riprendemmo da dove avevamo interrotto.  Credevo si fosse finalmente convinto delle mie parole ma dopo qualche minuto si staccò nuovamente da me!  
  • Aspetta un secondo! - mi disse mentre riprendeva fiato dopo un bacio più passionale del solito 
  • che c’è ancora??? - chiesi quasi esasperata, possibile che fosse diventato tutto d’un tratto così insicuro? Che non volesse? Il dubbio mi sfiorò alla mente. 
  • Non... non qui! - si spiegò facendomi  
  • notare due o tre gruppetti di ragazzi sulla spiaggia intenti a fare un falò - Seguimi... Conosco il posto perfetto! - iniziò a nuotare verso una metà a me ancora sconosciuta e senza perdere tempo a cercare di capire dove fosse diretto lo seguii. - eccoci qui.... allora??? che ne pensi??? - domandó  una volta giunti a destinazione. Mi aveva portato esattamente In quel posticino tra gli scogli che avevano scoperto  quella mattina. - c’è più privacy qui non trovi? - esclamò. - e poi la luna che che riflette sugli scogli crea un’atmosfera a dir poco perfetta. - tirai un sospiro di sollievo: il mio Killian romanticone era finalmente tornato da me. 
  • È meraviglioso qui... - dissi avvicinandomi per baciarlo. - ti amo.... - era la prima volta in assoluto che prendevo l’iniziativa di dirlo per prima.
  • Fermami se cambi idea ok? - quello che successe da lì a poco è facilmente intuibile, non serve entrare nel dettaglio, basti pensare che fu la notte più bella di tutta la mia vita. Passammo l’intera notte in acqua a fare l’amore e dopo esserci riparati in tenda verso l’alba per poter recuperare un po’ di sonno tornammo nuovamente in acqua, primo pomeriggio, sempre in quel piccolo angolo di paradiso dimenticato da tutti, per ripetere la nostra danza dell’amore. Tornammo a casa completamente stremati ma felici di poter affermare di aver iniziato un nuovo capitolo nella nostra storia. Poche persone vennero a conoscenza di cosa successe in vacanza: un paio di amici di Killian, tra cui il mio psicoterapeuta, le mie amiche Abby e Sarah le quali iniziarono a saltellare qua e là per la felicità e mia madre. Già proprio così.... 

Riuscii a far finta che nulla fosse successo solamente per un paio di settimane poi sentii la necessità di confidarmi con lei. Non ero abituata a mentirle, o meglio... non ero abituata a mentirle per cose così importanti, così mi sentii in dovere di metterla al corrente di quanto successo. In fondo lei avrebbe potuto darmi anche qualche consiglio in caso in un futuro ce ne fosse stato bisogno. Aspettai che papà fosse a lavoro per intraprendere quella conversazione e quando finalmente riuscii a raccontarle tutto, dalla bugia che gli avevo rifilato per poter partire con Killian al fatto di aver fatto sesso con lui , lei mi spiazzò dicendo di averlo già capito. Già... lei aveva già intuito cosa fosse successo tra me e lui già da qualche giorno e questo mi lasciò per un momento sorpresa. Credevo di essere riuscita a nascondere bene le emozioni che provavo ma a quanto pare no. A detta sua ero troppo euforica e amante della vita per non essere successo nulla. “Hai una luce diversa negli occhi, sembri più grande, più donna” aggiunse poi “ma stai attenta... non è un gioco il sesso... porta con se responsabilità su responsabilità quindi... testa sulle spalle.”  Fortunatamente non intraprese un discorso sul sesso sicuro e cose di questo genere, in fondo ne avevamo già parlato anni addietro, sapevo come funzionavano certe cose e a cosa sarei potuta andare in contro se avessi avuto dei colpi di testa, quello da cui prorpio non riuscii a salvarmi fu la ramanzina che mi fece sul fatto di aver mentito, e di conseguenza averli presi in giro, sulla questione vacanza. Secondo il suo punto di vista avrei dovuto essere sincera almeno con lei, confidarle che in realtà sarei partita con Killian, ma come avrei potuto dirle una cosa del genere costringerla di conseguenza a mentire a papà? Non potevo farlo e tornando indietro non lo farei neanche oggi. 

Beccai una punizione, niente uscite con Killian per ben due settimane, ma fortunatamente tra telefono e computer riuscii comunque a vederlo senza problemi. 

Se da un lato avevamo sentito la necessità di confidare a  qualcuno  la nostra  nuova situazione amorosa, chiamiamola così, dall’altro lato ritenemmo comunque giusto non far circolare troppo la voce. Solamente i nostri amici più fidati sapevano, il resto era stato escluso dalla lista per paura che la notizia giungesse alle orecchie dei nostri rispettivi allenatori. In quell’anno tante cose erano cambiate e non solo per me, anche per il mio amore. Non si era dato per vinto per quanto riguarda la sua passione e nonostante numerose difficoltà dovute alla mancanza di tempo per via del lavoro e dello studio riuscì a riacquistare la fiducia del suo ex allenatore il quale aveva deciso di riprenderlo in federazione, in prova,  per valutare con mano se fosse seriamente in grado di aggiudicarsi nuovamente un posto in squadra. Non poteva permettersi di fare neanche mezzo passo falso per cui ritenemmo giusto non far circolare troppo la voce che la nostra relazione stava diventando giorno dopo giorno più solida e importante. Non volevo che, visto i trascorsi, potesse essere giudicato male e mandato via solo per paura che potesse ricadere nei suoi vecchi errori, non mi sarei mai perdonata se a causa mia avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno. Proprio per questo motivo decidemmo di non dire nulla neanche a Regina. Io non ero nel girone agonistico, non rischiavo di perdere il posto in squadra o di essere allontanata, avevo già perso tutto in altre circostanze, ma Regina non era solo la mia allenatrice, era anche la madre di Killian e dopo tutte le loro discussioni passate riguardo al suo rapporto con la donna che lo allontanò dal suo obbiettivo non volevo che la storia si ripetesse. 

Cercammo di essere molto discreti, sopratutto da quando Killian aveva preso a frequentare più spesso la casa di Regina  ma come avevo imparato già da molto tempo, a Regina Mills non si può nascondere nulla e nel giro di un paio di mesi eccola scoprire la verità in un modo che non avrei mai voluto. Avrei preferito che venisse a saperlo da noi e non nel modo in cui invece lo venne a scoprire. 

Era sabato mattina, lo ricordo come se fosse successo solamente ieri e proprio quella mattina avevo un allenamento extra. Non essendoci scuola avevo deciso, la sera prima, di rimanere a dormire a casa di Killian, inventai con i miei, con mio padre poi che altro, la scusa che ero a casa di una mia amica ma presa dalle sue attenzioni dimenticai la sveglia e quando mi svegliai, completamente distrutta visto ciò che per parte della notte avevamo fatto, mi resi conto di avere già venti minuti di ritardo. Scattai in piedi come una molla, mi preparai in fretta e in furia indossando già da casa il body di allenamento e corsi a prendere i mezzi per raggiungere la palestra. Killian aveva da fare con suo padre quella mattina e non avrebbe potuto accompagnarmi. 

  • scusa scusa scusa scusa scusa! Lo so... - esordii non appena entrato in palestra vedendo Regina seduta ad aspettarmi. - sono in ritardo. Mi dispiace. Non ho.... - abbassai la testa pronta all’imminente strigliata. 
  • Emma Swan in ritardo.... wow... credevo che non sarebbe mai accaduto e invece... eccoti qui! Con il fiatone in gola a cercare di giustificarti inutilmente. Non mi piace la gente che non rispetta gli impegni che prende Emma, lo sai... la puntualità è una delle prime cosa per un atleta credevo di avertelo insegnato.
  • Mi... mi dispiace davvero! Non si ripeterà mai più! 
  • Vorrei ben sperare... se vuoi continuare ad essere allenata da me. E ora fatti venti giri di campo e preparati per iniziare, spero per te che i tuoi esercizi oggi siano impeccabili! - era arrabbiata nera per via di quel ritardo ma quello fu nulla in confronto a quello che successe poco dopo, nel pieno dell’allenamento.  Stavamo lavorando alle parallele, l’unico attrezzo dove ancora avevo delle evidenti difficoltà quando improvvisamente, di punto in bianco e senza nessun motivo apparente mi ordino di scendere. 

 

Pov Regina 

Da quando ci conoscevamo quella era senza ombra di dubbio la prima volta che Emma si presentava in ritardo ad una lezione e fu solamente per quel motivo che la risparmiai ed evitai di indagare sulle cause che l’avevano portata a tardare oltre quaranta minuti rispetto tabella di marcia. Preferii concentrarmi sull’allenamento e recuperare il tempo perduto a suon di esercizi piuttosto che ascoltare inutili giustificazioni. 

Aspettai che si riscaldasse dopodiché gli chiesi di mostrarmi gli esercizi fatti la volta precedente alla trave, al corpo libero e al volteggio. Per sua fortuna furono quasi del tutto impeccabili... fino al momento delle parallele almeno.

  • Scendi immediatamente! - dissi categorica interrompendola prima che potesse concludere il suo esercizio - scendi e vai a sederti - ripetei indicandole la pedana del corpo libero.
  • Mah... Regina non... non ho ancora fi....
  • Non discutere con me! - la rimproverai dura - fila a sederti. - sapeva bene che non amavo ripetermi, quando dicevo una cosa doveva essere eseguita all’istante. Scese dalle parallele e  andò a sedersi con sguardo interrogativo, non aveva la più pallida idea del motivo per cui l’avessi interrotta. La raggiunsi qualche istante dopo e senza perdere tempo andai subito al sodo.
  • Perché hai fatto tardi stamani? - chiesi lasciandola sorpresa, credeva di averla scampata e sarebbe stato così se non mi fossi accorta di quel dettaglio. 
  • Non ho sentito la sveglia. - rispose innocentemente anche se di innocente c’era poco e nulla. 
  • Ah no? E come mai? Hai fatto tardi ieri sera? 
  • Un po’.... - si limitò a dire. - ma mi dispiace Regina, te lo giuro. Come ti ho già tetto non si ripeterà più.   
  • E sentiamo.... come mai hai fatto tardi? Dove sei stata di bello? Cos’è che ti ha stancata così tanto da non sentire addirittura la sveglia? - continuai a fare domande ignorando la sua risposta. 
  • Ho avuto da studiare... sono stata a casa di una mia amica perché dovevamo lavorare su un progetto  da dover presentare lunedì... 
  • Un progetto.... interessante. E di cosa parla questo progetto? Per caso si basa sull’esistenza o meno dei vampiri o creature soprannaturali? 
  • C... cosa? Vampiri??? No... non... Perché....
  • Senti Emma parliamoci chiaro: dove sei stata ieri! E non raccontarmi frottole. - stavo per perdere la pazienza.
  • A studiare! te l’ho già detto! - il suo tono divenne leggermente più alterato. - Non capisco proprio perché tu non voglia credermi. Ti ho mai mentito? Non mi sembra. E poi perché dovrei farlo? 
  • Ah non lo so... dimmelo tu questo! Forse hai paura che io scopra che in realtà è mio figlio il “vampiro” del tuo progetto. 
  • Cosa??? Killian? Cosa centra Killian adesso?
  • Guardati le gambe! - le suggerii. Durante l’allenamento alle parallele, come ho già detto, avevo notato un piccolo dettaglio che mi aveva distratto dal guardare l’esecuzione. Quel piccolo, non piccolo, dettaglio altro non erano che quattro lividi sulle gambe e un morso color violaceo, fresco fresco, all’altezza dell’inguine - come li spieghi quelli? - chiesi diretta. 
  • Cosa??? Questi lividi? - ne indicò due in particolare, guarda caso proprio quelli che non mi avevano destato sospetti. - Sono solo lividi Regina... ho sbattuto lunedì durante l’esecuzione alla trave. Non ricordi? - si sforzò di sorridere. 
  • Questi forse.... ma cosa mi dici di questo? O di questo? Sono più freschi e non hai lezione da tre gironi mi sembra. 
  • avrò sbattuto. 
  • Sì certo... contro un cannibale forse, guarda bene il tuo inguine ora! - le invicai il morso - anche questo te lo sei fatto allenandoti? - la misi con le spalle al muro. - non sono nata ieri, non puoi pensare di farmela sotto il naso. 
  • Io....
  • Dove sei stata ieri sera?!?! 
  • Ok! Ho dormito da killain... - confessò non riuscendo più a giustificarsi in altro modo. Ma bene.... non solo avevano iniziato ad approcciarsi in maniera più diretta, venivo a scoprire anche che aveva passato la notte a casa sua. Sua.... del mio ex più che altro. - senti Regina non alterarti ok? È stata solo una coincidenza che non mi sono svegliata... non è la prima volta che dormo da Killian e non è mai successo prima di oggi che facessi tardi. Non...
  • Non è la prima volta? - scosse la testa - e dov’è quell’imbecille del mio ex marito quando voi ve la spassate alla grande in casa sua? - sospirai - quell’uomo si faceva prendere in giro da Killian quando era bambino e continua a farsi prendere in giro ancora oggi. Tze...
  • Il signor Jones ci ha dato il suo consenso - disse timorosa. Sapeva che non l’avrei presa benissimo. 
  • Ma non mi dire.... imbecille fino alla fine insomma... ok... mi sentirà! Aspetta che ho finito con te e poi vedi cosa gli succede. 
  • Regina non...
  • Alt! Parlo io, non sei nella posizione migliore per poterlo fare. - la vidi abbassare la testa - Non ammetto questo genere di comportamenti nella mia sala Emma! Le regole non sono cambiate. 
  • Mah...
  • Niente ma! Non mi piace che i miei allievi se ne vadano in giro a fare i loro sporchi comodi mettendo in secondo piano il loro obiettivo. È da perdenti un comportamento simile e io non alleno i perdenti. 
  • Lo... lo capisco mah... Regina io... si insomma, lo sai anche tu che.... - sapevo dove voleva andare a parare, stava di sicuro per dirmi che lei non aveva più un futuro da agonista e che quindi queste regole potevano anche essere sorclassate. Ancora non sapeva quanto si sbagliava. 
  • Se vuoi che continui ad allenarti: sesso, alcol e cattiva alimentazione devono uscire fuori dal tuo regime di vita. Agonista o meno un atleta deve seguire determinate regole se tiene a ciò che fa e le mie sono queste. L’alcol non fa al caso tuo, lo spero almeno, ma per quanto riguarda gli altri due punti devi iniziare a lavorarci su. Non segui più la  dieta che ti avevano dato in federazione vero? - eccola abbassare nuovamente lo sguardo - lo sapevo... si vede sai? Ma non dal fisico, non fraintendermi, dalla forza. Non hai più la forza di un tempo e questo aggiunto all’attività fisica che hai iniziato ad intraprendere con il tuo fidanzatino non aiuta di certo. Killian queste cose dovrebbe saperle eppure... continua a fare come sempre di testa sua. - alzai gli occhi al cielo rassegnata. Mio figlio non avrebbe mai imparato la lezione. 
  • Tu sei preoccupata per Killian non per me.... vero???? - esordi improvvisamente Emma - come ho fatto a non capirlo prima!  ti non sei in collera con me perché sto infrangendo le regole di un buon agonista, stai inveendo contro di me perché pensi che io possa essere la prossima minaccia che allontanerà Killian dal suo sogno olimpico.... è così vero??? - era completamente fuori strada. 
  • Killian è grande e grosso per poter decidere della sua vita da solo. Ho smesso di dispensargli consigli... con lui è tutto inutile. Io mi preoccupo per te. 
  • Non devi preoccuparti per me, so gestire i miei impegni, quello di oggi è stato un semplice e stupido ritardo. Me lo puoi concedere un ritardo visto che per cinque anni non ne ho mai avuto uno non credi? E poi ti ho promesso che non si ripeterà più. Abbi un po’ di fede in me. 
  • Io ho fede in te mah...
  • E poi scusa: il sesso è bandito solamente in allenamenti che precedono competizioni quindi.... - quello era vero ed infatti c’era un motivo per cui volevo che smettesse ma non potevo di certo dirglielo... non ancora. 
  • Il sesso distrae e se vuoi tornare quella di un tempo dovrai concentrarti di più sul lavoro e meno sul divertimento. Una volta raggiunto l’obiettivo che ti sei prefissata potrai tornare a divertirti ma fino ad allora ti prego... dammi ascolto. È importante.  
  • Non tornerò mai quella di un tempo. Lo sai...
  • Intendo dire che quando recupererai parte del tuo vecchio lavoro allora potrai concederti i divertimenti... prima no. - annuì ma il suo era un di poco convinto. - e poi sei troppo piccola ancora per fare sesso. 
  • Ho 17 anni! 
  • Lui 21 però! - conclusi - e ora fila a casa! 
  • Cosa? Non abbiamo neanche iniziato a momenti....
  • Lo so ma non sei nelle condizioni adatte per fare allenamento. 
  • Non è vero io..,.
  • EMMA!!!! Mi conosci... sai che non devi contraddirmi. Torna a casa e rifletti su quello che ci siamo dette. Ci vediamo lunedì! Rigorosamente riposata. 

Rimproverare Emma non fu affatto semplice ma fui costretta a farlo, volevo aiutarla a riprendere in mano la sua vita e per farlo doveva tornare a concentrarsi sui suoi vecchi obiettivi. Conoscendola, sapendo di non avere più una carriera a cui aspirare, di sicuro non mi avrebbe dato ascolto, avrebbe continuato a fare di testa sua perciò approfittai di averla rimandata a casa per far chiamare mio figlio e fare quattro chiacchiere con lui per spiegare la situazione. Lo invitai a raggiungermi quanto prima in palestra e quando lo vidi arrivare aveva la classica espressione di quando c’è qualcosa che lo infastidisce. Capii subito che Emma lo avesse già messo al corrente di quanto successo. 

  • non guardarmi così! Ho le mie buone motivazioni per aver fatto ciò che ho fatto! - esordii prima ancora che potesse proferire parola. 
  • Ah si??? Beh anche noi! - rispose dandomi conferma ulteriore che già sapesse. - non mi è piaciuto affatto ascoltare la mia ragazza piangere per telefono per come tu, mia madre, l’hai trattata. Ci amiamo noi due e siamo liberi di esprimerci a vicenda il nostro amore come meglio riteniamo opportuno. Non devono di certo essere affari tuoi questi! 
  • Sono la sua allenatrice oltre che tua madre, ricordalo questo quindi posso benissimo intromettermi se vedo che la mia allieva sta perdendo di vista quello che è  il suo obiettivo. 
  • Ha fatto quanto? Mezz’ora di ritardo? Che sarà mai! Mi sembra un po’ troppo accusarla di aver perso di vista il suo obiettivo. Che poi... quale obiettivo mamma, siamo sinceri: il suo obiettivo ormai è solo un lontano ricordo.
  • Ha fatto tardi per rotolarsi tra le lenzuola con te, non perché ha perso un autobus. se permetti ho tutto il diritto di essere arrabbiata se una mia allieva si presenta tardi a lezione per motivi futili. Non ti hanno mai trattato così i tuoi allenatori? - chiesi conoscendo già la risposta. - non ricordi tutto il casino che successe quando hai perso la testa per quella ricciolina? 
  • Certo che sì ma la differenza tra me e Emma è palese e tu lo sai bene. Da un agonista si ci può aspettare un comportamento così, ligio al dovere, sono d’accordo su questo, ma non da altri atleti. Emma è tornata in palestra perché ama la ginnastica e non può farne a meno, non per rincorrere un sogno irraggiungibile. Sta accettando con fatica, nonostante sia già passato un anno,  questa cosa, sta provando a razionalizzare, non... non stressarla più del dovuto con stupidi rimproveri. 
  • Non sono stupidì rimproveri credimi ma anche se lo fossero c’è comunque il fattore d’età che non va bene. Ha 17 anni Killian, è nel pieno dell’adolescenza mentre tu... tu sei già un uomo, te ne rendi conto si? Non posso credere che quel disgraziato di tuo padre vi abbia permesso di dormire insieme in casa sua! - sospirai - mi sentirà stanne certo! 
  • Parli come se fossi un maniaco seriale! Ho 21 anni, solo 21... quattro anni più di lei, non mi sembra una differenza d’età così abissale per creare su un polverone come questo. Non ho fatto nulla che lei non volesse anzi... è stata lei, quando è successo ad insistere. Non ho nulla da rimproverarmi e non puoi di certo prendertela con papà! 
  • Se fosse una persona con la testa sulle spalle quell’uomo di sicuro mi avrebbe dato ragione ma non voglio parlare di lui, gli dirò ciò che penso in separata sede, ti ho chiamato per comunicarti una cosa, per metterti al corrente del motivo per cui insisto tanto affinché rispetta le regole stabilite.  - non disse nulla, mi fece segno di continuare. - da un anno a questa parte Emma ha fatto progressi enormi, non è ancora al suo massimo ma sta lavorando sodo per potercisi avvicinare il più possibile. Proprio l’altro giorno ho avuto modo di parlare con il presidente di federazione, il quale ha visto dei video di Emma fatti in questo ultimo periodo e a detta sua è quasi pronta per un ritorno ufficiale sulla pedana. Non è ancora eccellente nei passaggi, ha un blocco su molti virtuosismi ma è pura tecnica e nonostante queste lacune lui la considera un ottimo elemento da poter mettere un domani in squadra per aiutare le altre a portare punti in casa. 
  • Non... non ti seguo... Mi stai dicendo che costui vorrebbe riaverla in squadra? - la sua faccia era totalmente contrariata. 
  • Non ad oggi, forse in un futuro. Vorrebbe però che partecipasse alle qualificazioni per il campionato di serie A .
  • Tu gli hai detto che è un grandissimo idiota vero? Sarà anche brava, avrà avuto ottimi miglioramenti, non lo metto in dubbio e sono orgogliosissimo di lei, ma il suo corpo non reggerebbe mai un allenamento agonistico. 
  • Non lo puoi sapere! 
  • Io sono il suo fisioterapista quindi si! Lo so.  - disse con convinzione - Non... non sarai mica d’accordo con lui mamma, vero? 
  • Io penso che Emma sia un talento sprecato se non “sfruttato”. 
  • Cosa? Non.. non dirai sul serio? Non te ne importa nulla della sua salute mamma? Vuoi forse farle venire un dolore cronico? Un dolore muscolare con cui dovrà convivere per il resto della sua vita? Io non posso credere a quello che sento. È un discorso egoistico persino per te! 
  • Ho a cuore la sua salute credimi e sarei la prima ad interrompere il lavoro se risultasse dannoso al suo fisico ma sarei un ipocrita se non ammettessi che mi piacerebbe vederla nuovamente in gara. - lo vidi scuotere la testa seriamente contrariato - ascolta non è una decisione che va presa oggi per oggi, ne parleremo tra di noi e poi più in avanti ne parleremo anche con Emma per sapere la sua opinione in merito ma per il momento si tratta solo di farle fare una prova da qualificazione. Un semplice allenamento di routine nelle nostra  federazione. Almeno questo credo possa farlo non trovi? 
  • Un allenamento da qualificazione non è un allenamento qualsiasi. Vengono posti dei tempi e delle altezze da rispettare, dei passi specifici... e se il genio che ti ha proposto questa cosa le chiedesse di fare un esercizio che non è ancora in grado di fare? Hai pensato a questo? Lo sai anche tu che...
  • Abbiamo pensato a tutto e il “capo” ha già tra le mani tutto il programma del lavoro svolto da Emma in questo ultimo anno. Non la metterà in pericolo non temere, vuole solo capire se c’è ancora la vecchia Emma tra di noi. 
  • Non sono affatto d’accordo su tutto questo ma c’è un’altra cosa che mi lascia un po’ perplesso. Hai detto che se lui vedrà ancora il fuoco scorrere nelle vene di Emma allora le parlerete a cuore aperto giusto? 
  • Esatto.
  • Ma come farà a vedere i suoi progressi se prima non la si informa di questo allenamento di qualificazione a cui volete sottoporla? 
  • abbiamo pensato anche a questo! Dirle che è una vera qualificazione e che avrebbe come tutti la possibilità di accaparrarsi un posto in squadra per le prossime gare sarebbe di sicuro dannoso per lei, conoscendola reagirebbe molto male, ripenserebbe al suo passato iniziando a dire di non farcela ecc ecc... proprio per questo motivo, per non crearle più ansie del dovuto, abbiamo pensato di dirle che sarà semplicemente uno stage di formazione e che il presidente di federazione vorrebbe averla tra i partecipanti per poterla rivedere e salutare. 
  • E pensi che funzionerà? Sai che è ancora terrorizzata all’idea di tornare in federazione. E poi credi davvero che mentirle sarebbe la scelta più indicata? 
  • Non le sto mentendo, di sicuro non verrà scelta per la prima gara del campionato, non quest’anno almeno, quindi per lei sarà davvero solo uno stage. 
  • non lo so... 
  • sai anche tu che lei vorrebbe questo! Lo hai detto anche tu che la ginnastica è tutta la sua vita. 
  • Non vorrebbe essere illusa però e io ho paura che a lungo andare succederà proprio questo. 
  • Non succederà hai la mia parola! Nel momento esatto in cui ci accorgeremo che è pronta per tornare in pista, sempre se succederà... questo dipende da lei, le chiederemo se è disposta a riprendere, naturalmente con la consapevolezza che potrebbe essere costretta a ritirarsi da un momento all’altro se il suo corpo non dovesse farcela. Sarà messa al corrente anche del fatto che le olimpiadi rimarranno un lontano ricordo, richiederebbero troppa preparazione. 
  • A maggior ragione continuo a non essere convinto, sarebbe una seconda sconfitta per lei,  ma non voglio neanche essere colui che le ha impedito a prescindere di provarci. Per quanto vorrei difenderla arriva un punto dove non posso proseguire oltre...
  • Quindi ci lascerai tentare? 
  • Vedremo! voglio essere informato su tutto prima che le comunicherete qualsiasi cosa. Se riterrò rischioso per lei, per la sua salute, sottoporsi a determinati allenamenti allora lascerete cadere la questione senza illuderla inutilmente.
  • Non capisco... non hai appena detto che spetta a lei decidere?
  • Certo, ma solo nel caso in cui il suo fisico lo permetta. Ecco perché voglio essere informato. Non vi farò di certo rovinate una ragazza di soli 17 anni per dei stupidi capricci. 
  • Stai ostacolando il suo futuro così! Lo sai che ci sono già stati nella storia ginnasti tornati in pista dopo un brutto incidente? - era la pura verità - pensi che i loro fisioterapisti erano dei pazzi incoscienti? perché per lei non dovrebbe essere così? 
  • a differenza di quello che indirettamente stai insinuano, sto prendendo a cuore il suo bene credimi e sono consapevole della storia degli alti atleti di cui parli . Non lo so e non voglio neanche saperlo cosa hanno fatto i miei colleghi, ogni caso è a se e io penso solo ad Emma in questo momento, al suo bene. Sarei  il  primo che la spronerebbe se fosse possibile rivederla competere ad alti livelli ma per il momento non lo è e ad oggi posso dire con certezza che credo che mai lo sarà. - prese un respiro - allora? Siamo d’accordo? Parlerete con me prima di comunicarle qualsiasi cosa? 
  • Va bene ma almeno cerca di concordare con noi con l’allibi dello stage. Ti chiedo solo questo.
  • Se è vero che il tuo superiore ha già i programmi di Emma e non le chiederà niente di diverso allora si, non le dirò nulla, ma solo perché credo che tornare in federazione, anche se non lo ammetterá mai,  in fondo le farebbe piacere. 
  • grazie Killian. 
  • Non lo faccio per te... lo faccio per lei! 

 

Pov Emma. 

Tornai a casa demoralizzata e arrabbiata allo stesso tempo. Era la prima volta che regina mi mandava a casa, per punizione, prima della fine dell’allenamento e ad essere sinceri non credevo proprio di essermelo meritato. Avevo detto la verità sul mio ritardo, non avevo sentito la sveglia, sarebbe potuto succedere anche se avessi passato la notte a casa mia ma in quel caso ero sicura che non mi avrebbe di certo riservato lo stesso trattamento. Affatto... mi avrebbe rimproverata sulla questione puntualità, mi avrebbe caricata di esercizi extra, ma sarebbe finita lì. A quanto pare il problema non era affatto il mio essere in ritardo.... quello che proprio non le andava giù era aver scoperto, per vie traverse, l’evoluzione del mio rapporto con Killian. Forse avevo sbagliato a tenerglielo nascosto, forse avrei dovuto essere sincera con lei e parlarle a cuore aperto fin da subito... forse, ma non so perché ho come la convinzione che le cose non sarebbero di certo andate meglio in quel caso. Si era arrabbiata scoprendolo da sola ma  si sarebbe arrabbiata anche se fossi stata io o suo figlio a confessarglielo. Sport e amore non vanno mai a braccetto secondo lei per cui o ci si dedica ad uno o all’altro. Conoscevo  il suo modo di pensare e scoprendo anche il passato sulla vita di Killian riuscivo anche a capire il perché di tutti questi pensieri ma se in un primo momento lo rispettavo, quando ancora ero una ginnasta di serie A, adesso non vedevo più il motivo per cui non potevo concentrarmi sia sullo sport che sul mio fidanzato. La vita da agonista ormai era un lontano ricordo, niente più selezioni per aggiudicarsi un posto in quadra, niente allenamenti preparatori, niente più competizioni. Ero una semplice ragazza che praticava a livello amatoriale lo sport che più preferiva quindi perché mai non potevo, come tutte le mie coetanee non sportive, avere una relazione sentimentale con un ragazzo?Non ne capii subito il motivo, mi cervellai per intere settimane, ma con il passare del tempo la risposta arrivó e fu allora che il mondo mi cadde addosso per la seconda volta. 

Tutto cominciò all’incirca tre settimane dopo la mia punizione. Avevo appena finito il mio consueto allenamento quando regina mi prese da parte e mi chiese di raggiungerla non appena mi fossi cambiata al bar perché aveva urgenza di parlarmi. Dal suo tono di voce non percepii nulla, né in bene ne in male, ma considerando che gli allenamenti stavano andando abbastanza bene  mi tranquillizzai pensando che non ci fosse nulla da temere. 

La feci aspettare poco, giusto il tempo di rivestirmi, avrei fatto la doccia a casa. Mi stava aspettando ad un tavolo già apparecchiato con un paio di frullati proteici.

  • allora... - esordii andandomi a sedere. - di cosa volevi parlarmi? 
  • È una cosa bella... - mise le mani avanti con l’intento di tranquillizzarmi. Peccato che non ero affatto agitata. - volevo semplicemente  chiederti se avevi piacere di partecipare ad uno stage di ginnasta con mr. Harris, il nostro presidente di federazione, domani pomeriggio. 
  • Mr. Harris? - chiesi sbarrando gli occhi. 
  • Si, Ti ricordi di lui vero? - se mi ricordavo di lui? Come avrei potuto dimenticarmi di colui che mi aveva dato là possibilità di rappresentare la nazionale americana in giro per il mondo. 
  • C... certo che mi ricordo di lui. 
  • Terrà uno stage in federazione proprio domani e la prima cosa che mi ha chiesto quando ci siamo incontrati per organizzare il tutto è stata “come sta la mia baby campionessa?”.  È molto affezionato a te e mi ha chiesto esplicitamente di chiederti se volessi partecipare.lui ne sarebbe davvero felice. - accidenti... a tutto avevo pensato tranne che mi avesse chiamata per parlarmi di una cosa del genere. Volevo un gran bene a mr Harris, amavo la ginnastica e sopratutto le sue lezioni mah.... dopo quello che era successo non ero sicura che sarei stata in grado di portare a termine tutta la lezione. Per non parlare poi di dover rientrare in quella palestra che tanto avevo amato ma che allo stesso tempo ho odiato e forse odio ancora. 
  • Emh... regina io...non... non so se sia una buona idea questa... 
  • perché no? 
  • Beh.... il mio livello è notevolmente calato innanzitutto. Non riuscirei a seguire neanche un quarto della sua lezione conoscendolo e poi.... 
  • Poi? 
  • Beh tornare lì, in federazione, vedere gli altri ragazzi.... non... non so se...
  • Loro muoiono dalla voglia di riaverti in sala con loro, non fanno altro che chiedermi quando andrai a trovarli e mr harris sa esattamente che stai recuperando, non pretenderà la luna tranquilla. 
  • Non lo so regina... 
  • per favore emma: fallo! Affronta anche questo piccolo ostacolo. Non potrà altro che farti bene e poi... sarebbe scortese rifiutare un invito non trovi? E dai.... non mi dire che dentro di te non c’è nessuna voglia di provare! 
  • No anzi... la voglia di tentare è tanta lo sai ma... non voglio brutte sorprese ecco! Cosa succederebbe se mi chiedesse di eseguire un esercizio che non sono più in grado di fare? 
  • Punto primo non succederebbe nulla, lui è lì per aiutarvi ad imparare non per giudicare, punto due: lui sa benissimo il tuo nuovo programma, vedrai che non ci saranno sorprese.
  • Sicura? 
  • Te lo prometto. - annuii - questo è un si quindi?  - non risposi subito, dentro di me c’era ancora una piccola domanda - allora??? 
  • Zelina ci sarà? - lei era certamente l’unica persona che prorpio non avrei voluto incontrare. 
  • La verità? Non lo so, ma non credo almeno. Non ha un buon rapporto con Harris lo sai anche tu e dopo la figura delle Olimpiadi.... dai, sta tranquilla ok? 
  • È che non voglio vederla. 
  • Sai come la penso no?  Chiunque avrebbe accettato questa opportunità, anche tu! Lei non ha colpe in questo! 
  • Le ha per non avermelo detto però quindi se ci sarà lei domani non ci sarò io. 
  • ma perché no?!?! Emma.... - non le risposi - non mi dire che hai paura di confrontarti con lei... non penserai che...
  • Paura di lei? Chi io??? Ma non farmi ridere. Riuscirei a farle mangiare la polvere anche ad occhi chiusi e con un programma semplificato. 
  • E allora fallo! Non verrà probabilmente ma se verrà non lasciarti sfuggire questa possibilità. - mi stava forse incoraggiando a sfidarla? 
  • D’accordo mi hai convinto! Ma lo faccio solo per mr Harris sia chiaro.
  • Solo per lui? - mi guardò capendomi al volo.
  • No... anche perché voglio farle mangiare la polvere. 
  • Eccola la mia Emma! - sorrise - è deciso allora! Ci vediamo domani pomeriggio alle tre, in federazione. Puntualità mi raccomando e... capelli sistemati e divisa e body della federazione . Li hai ancora vero? - annui - bene... vai a riposare ora, domani sarà una dura giornata.  

Riposare.... ma quale riposare, quella notte a causa dell’adrenalina in circolo nel mio sangue non chiusi occhi occhio. Mi rigirai nel letto ancora e ancora fino a quando, consapevole che il sonno non sarebbe più arrivato, mi alzai e andando a sedermi in salotto mi misi a sfogliare tutte le foto degli ultimi cinque anni. Ripercorsi con la vista e con la mente tutte le tappe più importanti della mia breve carriera e per la prima volta riuscii a commuovermi nel vedere quelle foto piuttosto che piangere distrutta dal dolore. Non contenta del piccolo miglioramento fatto accesi anche il televisore e misi qualche dvd delle mie precedenti gare. Iniziai a vedere le prime esibizioni, i primi salti importanti, i primi atterraggi perfetti... ma poi l’attenzione si spostò su un piccolo dettaglio: quella piccola ragazzina bionda dagli occhi chiari era l’ombra di una sua compagna di squadra più grande. Tanti passi faceva la ragazza e tanti ne facevo io... la guardavo come se fosse una star, un esempio da seguire... incredibile pensare che tutto era finito e che ora noi due neanche ci parlavamo più. Se solo fosse stata sincera forse sarei riuscita anche ad essere felice per lei, a fare il tifo durante la sua olimpiade e perché no.. magari sarei anche partita per darle sostegno morale. Purtroppo le decisioni prese hanno influenzato molto il nostro rapporto e quel desiderio innocente di voler vincere e realizzare il nostro sogno insieme si era trasformato in una malsana voglia di ridicolizzarla a suon di ginnastica. Sapevo che molto probabilmente non avrebbe partecipato allo stage, lei e il presidente di federazione non si vedevano di buon occhio, ma io sperai ugualmente, meravigliandomene, che si presentasse ugualmente.... avevo una gran voglia di umiliarla. 

Ero consapevole di essere parecchio indietro con il lavoro e che molto probabilmente lei era più avanti di me con il programma, visto che aveva avuto la fortuna di non subire nessuno stop, ma nonostante ciò mi ripromisi di fare del mio meglio per farmi notare da harris e lasciarla con l’amaro in bocca. 

Per parte della mattinata non feci altro che fare esercizi di riscaldamento e provare qualche sequenza nella mia camera, non avrei dovuto farlo ma provai anche degli atterraggi andando ad arrampicarmi sul letto per poi fare qualche acrobazia e stoppare la discesa; dopodiche mi andai a preparare. Partii dalla cosa più semplice: i capelli. Optai per uno chignon bello tirato in modo da restare sempre in ordine, con la coda non si ottiene lo stesso effetto e poi passai al vestirmi. Indossai il body della federazione, il classico da allenamento Blue e argento, con mano tremante e per la tuta la cosa non fu da meno. Avevo smesso di indossare la divisa non appena avevo iniziato ad accettare che la mia carriera era ufficialmente finita ma ora nell’indossandola di nuovo sentii come una sorta di nuova speranza farsi spazio in me. “piantala Emma! È solo uno stage” mi ripetei a mente cercando di smorzare quella speranza inesistente “pensa solo a fare bella figura.” Gia... bella figura... più facile a dirsi che a farsi. 

Mi contemplai allo specchio ancora per qualche minuto poi mio padre mi venne a chiamare dicendomi che era tempo di andare: sarebbe stato lui ad accompagnarmi, Killian quel giorno aveva il turno di pomeriggio. Per tutto il tragitto non feci altro che chiacchierare in maniera  logorroica su tutto ciò che mi andasse a tiro ma quando l’auto si fermò davanti quella che era stata per cinque anni la mia casa mi ammutolii di colpo e le gambe iniziarono a tremarmi. Ero tornata già in quel posto dopo l’infortunio ma mai con in dosso la loro divisa e soprattutto mai con lo scopo di dover intraprendere uno stage. Da lì a poco avrei rimesso mano sui miei vecchi attrezzi, avrei lavorato nuovamente con la mia vecchia squadra... anche se per un solo giorno mi sarei sentita nuovamente parte di essa. Ero pronta a tutto questo? Certo che no, infatti la mia prima reazione fu quella di scoppiare in lacrime davanti a mio padre. 

  • amore mio.... - esclamò vedendo quella mia reazione inaspettata. Non ero mai stata il tipo che prende e piange in pubblico.
  • S... sc... scusami! - dissi tra i singhiozzi mentre cercavo disperatamente di darmi una calmata.
  • Non devi scusarti piccola mia... - rispose tenendomi stretta a lui - deve essere un’emozione davvero intensa per te questa! - annuii - lo so, lo capisco, fa strano anche a me sai?
  • D... davvero????
  • Si... ma sono felice che ti abbiano dato questa opportunità. Te la meriti tutta. 
  • E... e se... e se non dovessi essere in grado? 
  • Tu non potrai mai non essere in grado Emma! Sei la persona più motivata che conosca e se ti hanno voluta con insistenza qui ci sarà un motivo non trovi? Ascoltami.... vivila con semplicità, goditi il momento... vedrai che andrà alla grande. - mi abbracciò. Ahhhh.... il mio papà, se non ci fosse lui..... - ora fai un bel respiro, sorridi e vai a farti dare il  bentornato. Sono sicuro che saranno tutti impazienti di vederti.
  • Grazie papà! Sei il migliore. 

Scesi dall’auto e con la mia borsa in spalla mi recai verso l’interno dell’edificio. Incontrai i receptionist che mi salutarono calorosamente come sempre dopodiche mi recai negli spogliatoi. Le mie ex compagne di squadra corsero ad abbracciarmi non appena mi videro entrare senza nenache darmi modo di respirare, poi  fu il turno delle giovani allieve, giovani.... quindici e sedici anni, mie coetanee insomma rispetto alle altre, che volevano conoscermi In quanto fino a un anno prima ero stata il loro grande idolo. Restammo nello spogliatoio più tempo del dovuto, fui costretta anche ad incrociare lo sguardo di Zelina, a quanto pare aveva deciso di presentarsi anche lei, ma fummo subito richiamare all’ordine dai ragazzi i quali iniziarono a bussare alla nostra porta rumorosamente gridando di farmi uscire perché anche loro avevano tutto  il diritto di potermi abbracciare. Corsi da loro  e mi buttai letteralmente tra le loro braccia, non credo che Killian ne sarebbe stato felice se fosse stato lì, e non contenta mi feci stringere e coccolare da tutti loro. Mi erano mancati, tutti loro mi erano mancati, Zelina esclusa naturalmente infatti nenache la degnai di uno sguardo, ma la cosa che mi era mancata di più in tutto quel periodo era la palestra e me ne accorsi solamente nel momento in cui vi misi piede con la consapevolezza che da lì a poco sarei tornata a volteggiare tra quelle quattro mura. Mi presi del tempo per ambientarmi e mentre gli altri erano ancora per i corridioi a cazzeggiare io iniziai a passeggiare qua e là per tutta la palestra cercando di inprimemere nella mente ogni momento e ogni sensazione che essa mi suscitava. Passeggiai sulla pedana del corpo libero, osservai la trave e il trampolino e come ultima cosa mi avvicinai alle parallele dove fino al giorno prima di quella gara avevo eseguito alla perfezione l’elemento che mi aveva letteralmente finita. 

  • ma guarda guarda chi si vede oggi da queste parti.... - esordii una voce familiare alle mie spalle  - la mia baby campionessa! 
  • Mr Harris! - mi voltai verso di lui sorridendo e cercando di mandare via le lacrime che guardano le parallele avevano iniziato ad uscire incontrollate - è un piacere rivederla!
  • Il piacere è tutto mio, sono davvero felice di sapere che hai accettato il mio invito. Regina mi aveva preparato psicologicamente ad un tuo rifiuto ma a quanto pare sbagliava. 
  • Ho pensato a lungo a cosa fare ma poi.... beh... Come avrei mai potuto rifiutare un invito proprio da lei... a proposito, la ringrazio molto per l’opportunità che mi ha dato di poter tornare, anche se per una sola giornata, ad allenarmi di nuovo qui. Non sa quanto questo mi renda felice.
  • Rende felice anche me  cara Emma. Sei stata fondamentale per tutti noi in questi anni, umanamente e lavorativamente parlando e sarai sempre la benvenuta quando vorrai venire a farci compagnia.
  • Anche voi siete stati molto  importanti per me! - una lacrima riuscii ad avere la meglio su di me rivelando le mie debolezze più nascoste e prontamente mi mobilitai per eliminarla. Mr Harris Fu un vero signore in quella circostanza, vendendo che la cosa mi creava un certo imbarazzo distolse lo sguardo da me e si concentrò sul suo orologio facendo finta di essere molto interessato all’orario.
  • Mamma mia ma è tardissimo! Emma tesoro scusami, non  vorrei essere scortese ma si è fatto tardi e dobbiamo iniziare, continuiamo dopo ok? - annuii felice di quell’interruzione. - bene, che ne diresti allora di andare a chiamare quei scansafatiche dei tuoi compagni? - cosa ne pensavo? Pensavo che mi aveva appena risparmiato l’ennesima figura. Altri due secondi a parlare è molto probabilmente sarei scoppiata a piangere in preda alla nostalgia dei tempi andati. 

L’allenamento inizio nel migliore dei modi ovvero con una serie di esercizi di riscaldamento e potenziamento che solo un sadico come me Harris poteva farci fare. Corsa, arrampicate infinite  sulle funi,  esercizi per potenziamento gambe e braccia e per concludere più di quaranta minuti di addominali. Erano allenamenti standard per un membro della squadra ma per me non lo erano più e faticai per portare a termine il tutto senza fermarmi a riprendere fiato. Dopo la prima ora e mezza, la fase del riscaldamento, ero già distrutta, non riuscivo proprio ad immaginare come sarei uscita da quella sala a fine allenamento. Tra il riscaldamento e l’allenamento vero e proprio ci fu concessa una pausa di cinque minuti, credo fu la mia salvezza ma allo stesso tempo anche un’arma a doppio taglio perché Regina decise di venirmi a parlare proprio in quel momento. 

  • tutto bene? - esordi vedendomi rossa in viso e con il fiato corto.
  • Tutto a meraviglia! - risposi senza lasciar trasparire le mie vere emozioni.  Ero soffisfatta di essere riuscita ad eseguire un allenamento, degno di chiamarsi tale,  come tutti i miei compagni e senza interruzioni ma allo stesso tempo ero demotivata dal fatto che a differenza loro sembrava quasi che io stessi per morire. Avevo le gambe che mi tremavano, le braccia indolenzite e la testa che mi scoppiava per via dello sforzo fatto. Mi allenavo tutto il giorno, tutti i giorni in quel modo fino all’anno prima, non ero mai stanca e adesso? Sembravo una novellina.
  • Sicura??? Dai tuoi occhi non sembrerebbe. Guarda che a me puoi dirlo se c’è qualcosa che non va. La gamba ti sta dando pro...
  • No! - risposi secca - la gamba sta bene! - odiavo il fatto che tutti pensassero sempre e solo alla mia stupidissima gamba. - È il mio orgoglio che è ferito. 
  • Senti nostalgia vero? 
  • Non solo.... ma non voglio parlarne ora, sta per riprendere l’allenamento è voglio concentrarmi. 
  • D’accordo ma non strafare. - mi disse come ad aver capito quale fosse il problema. - È solo uno stage... non devi dimostrare nulla a nessuno. - parlava facile lei... proprio a pochi metri da me c’era una rossa antipatica che stava dando tutta se stessa per annientarmi... come potevo fare finta di nulla? Per non parlare che in teoria c’era qualcuno a cui volevo dimostrare qualcosa... si: a me stessa. 

Fortunatamente mr Harris ci chiamó tutti a rapporto prima che Regina potesse indagare oltre, chiusi quindi la conversazione che stava per diventare scomoda e dopo un ultimo sorso d’acqua mi radunai in cerchio insieme ai miei ex compagni. La seconda parte dello stage prevedeva una serie di esercizi agli attrezzi, stabiliti da mr Harris naturalmente e per concludere una sottospecie di piccola gara a tempo dove ciascuno di noi era chiamato ad eseguire nel minor tempo possibile una serie di passi, o nel nostro caso salti, al corpo libero o esecuzioni al volteggio per valutare chi di noi riusciva a saltare più in alto e atterrare in maniera perfetta. 

Per quanto riguarda trave e parallele fui esonerata da una gran parte di esercizi, c’erano troppi salti o virtuosismi che non provavo da tempo e quindi considerati rischiosi per me ma al corpo libero e al volteggio, nonostante sia harris che regina mi dissero che potevo anche evitare se non me la sentivo, decisi di mettermi alla prova e dimostrare a me stessa, e non solo, che ero ancora la Emma di un tempo. 

La prove da sostenere al volteggio furono due, la prima semplicissima, Rondata Flick, troppo semplice anche per me, il secondo invece decisamente più complesso: rondata con salto avanti e doppio avvitamento. Avevo ripreso, sempre con le dovute precauzioni, materassini ecc, ad eseguire i salti con avvitamento ma il doppio avvitamento era ancora un traguardo molto lontano. Feci il primo salto alla perfezione e senza nessun ansia da prestazione ma nel mentre aspettavo il turno per il mio secondo salto l’ansia iniziava a crescere sempre di più. 

  • Swan! - mi chiamò a rapporto Harris - è il tuo turno. - “respira Emma... respira” pensai avvicinandomi in postazione - va bene anche un solo avvitamento per te! So che non hai ancora avuto modo di provare il doppio quindi... - annuii ma la varitá è che non lo stavo minimamente ascoltando, ero troppo agita per capire cosa mi avesse appena detto. Provai a concentrarmi cercando di dimenticare tutta la folla di gente attorno a me che mi fissava, guardai dritta di fronte a me, presi un respiro profondo e senza ripensamenti iniziai la corsa per la preparazione al salto. Durò poco più di sei secondi il tutto e quando atterrai mi resi conto, con mia gran sorpresa, non solo di essere atterrata in piedi ma di aver eseguito, anche se  non in maniera impeccabile,  un doppio avvitamento. I miei compagni mi applaudirono felici di quel piccolo nuovo traguardo ma io a differenza loro non riuscii a gioire. Non che non fossi contenta, lo ero eccome, il punto è che dopo l’esecuzione, mentre tornavo dagli altri, ho sentito un dolore lancinante alla gamba operata, come se qualcuno mi avesse appena trafitto con una lama. Andai subito a sedermi e cogliendo al volo il fatto che fossero tutti impegnati, allenatori compresi, a giudicare il restante degli altri salti, provai a muovere qua e là la gamba per vedere se il dolore persisteva o meno. 

Dopo svariati tentativi mi resi conto che anche se non propio forte, un minimo di dolore alla gamba c’era e questo mi spaventava un po’. Sarei dovuta correre da Regina e informarla dell’accaduto, sapevo che era la cosa più sensata da fare, ma non volevo fermarmi, non volevo dovermi ritirare anche da un semplice stage ed è proprio questo che sarebbe successo se mi fossi confidata con regina; decisi quindi di non dirle nulla, strinsi i denti e portai a termine l’allenamento andando ad eseguire la famosa prova a tempo che consisteva nel riuscire a fare dieci salti raccolti all’indietro nel minor tempo possibile. Il salto raccolto non ha in se una difficoltà elevata ed è una delle prime cose che sono riuscita a rieseguire dopo il mio infortunio, ma l’ostacolo della prova non consiste nel salto in se ma nel farne dieci di seguito e nel minor tempo possibile. Questo rende la cosa, sopratutto per me,  un tantinello difficoltosà. 

Guardando regina da lontano vedo che è parecchio agitata, strano... regina non lo è mai. Si muove con fare nevrotico sulla sedia come se quest’ultima fosse cosparsa di spine e non potendone più ecco che si alza e mi raggiunge. Lo sapevo.... era girata per me.

  • non devi farlo! Hai già fatto di testa tua con il doppio avvitamento, evitiamo altre uscite di testa ok? - come volevasi dimostrare.
  • Tranquilla regina è tutto ok! Posso farcela! È un salto provato e riprovato... sarà una passeggiata. - risposi cercando di convincere più me  stessa che lei in realtà. Dopo quella fitta lancinante di poco prima avevo un tantinello paura ad affrontare la prova, sono sincera, ma questo non mi avrebbe di certo impedito di provarci. 
  • Emma non farmi pentire di averti proposto questa cosa ok? Hai svolto un allenamento eccezionale oggi e hai portato a casa un nuovo traguardo... può bastare non credi?
  • Voglio tentare! 
  • Ne sei sicura? Sicura sicura sicura???? Basta un’incertezza per farti male, lo sai. Un piede messo male, una spinta poco potente....
  • Sono più che sicura e poi cosa potrà mai succedere! Starò attenta. Al massimo mi fermerò ogni due o tre salti. Non mi importa del tempo, posso anche arrivare ultima, voglio solo portare a termine l’esercizio. - dissi solo ed esclusivamente per tranquillozzarla.
  • Se la metti su questo piano allora.... va bene, ma attenta ugualmente. 

La vidi tornare al posto ancora un po’ agitata dopodiche mi concerai sui miei compagni che nel mentre avevano già iniziato la prova a tempo. A vederli non sembrava affatto facile e anche dai loro commenti capii che la cosa era assai complicata. Forse avrei dovuto sul serio mettere in pratica ciò che avevo detto a regina, avrei dovuto seriamente  fregarmene del cronometro ed eseguire solamente i dieci salti in tutta calma. 

Più guardavo i miei compagni eseguire l’esercizio e più mi convincevo della cosa ma poi, quando salì in pedana Zelina, qualcosa in me cambiò. 

  • complimenti!!!! La sconfitta alle olimpiadi deve averti fatto prorpio bene. Dieci salti in sedici secondi! Non male....  -  disse Harris congratulandosi sinceramente. Lei di tutta risposta gli mostrò un sorriso a 32 denti e dopo essersi  pavoneggiata più del dovuto  decise di lasciare la pedana al prossimo ginnasta e tornò a sedere tra di noi comuni mortali. Mi passò accanto lanciandomi uno sguardo di sfida come a dire “prova a fare meglio di me se ci riesci” e questa fu la fiamma che accese in me la scintilla. Se fino ad un secondo prima avevo deciso di abbandonare l’idea della gara a tempo e affrontare solo l’esercizio, l’attimo successivo ero già pronta a cospargerla di polvere. Avrei affrontato la gara e l’avrei umiliata... fosse stata anche l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia. 

Mancavano ancora un paio di persone prima di me, stavamo andando in ordine alfabetico, per cui ne approfittai per scaldarmi un pochettino e poco prima

del mio turno, senza farmene accorgere, presi dalla borsa una bomboletta di ghiaccio spray e anestetizzai la gamba infortunata. In questo modo non avrei sentito dolore durante l’esecuzione. 

  • Come per l’esercizio precedente anche per questo c’è una variante per te. Puoi scegliere se eseguire il tutto come i tuoi compagni o, se preferisci... e te lo consiglio, puoi semplicemente eseguire l’esercizio senza cronometrare il tempo. 
  • Fai partire il cronometro! - mi limitai a dire alla persona incaricata e non appena mi diede il via iniziai il mio esercito. Un salto, due... tre.... quattro... “avanti Emma, puoi farcela” mi ripetevo a mente. Al quinto  salto iniziai a sentire la testa girare ma non potevo arrendermi, dovevo arrivare fino alla fine. “Guarda un punto fisso e respira, sei alla metà dell’opera”. Un sesto salto... un settimo.... l’ottavo, le gambe tremavano ma non potevo ancora arrendermi. Inoltre mi accorsi che miei compagni stavano facendo  il tifo per me grifando a gran voce “vai Emma” “puoi farcela Emma” “ne mancano solo due forza!!!l” e questo significava solo una cosa: non potevo deluderli. Feci gli ultimi due salti con un’energia totalmente diversa rispetto a quella di partenza e alla fine dell’ultimo salto bloccai il movimento e come da manuale alzai entrambe le braccia in alto mostrando il mio miglior sorriso. Non sapevo ancora come fosse andata la prova, a livello di tempo intendo, ma già il fatto di essere riuscita a non fermarmi doveva farmi onore. 
  • Non posso credere ai miei occhi. 14 secondi e 03. - esordi Harris ancora più euforico rispetto all’esecuzione di Zelina. - il terzo miglior punteggio dopo Michael e Sam. Congratulazioni Emma! - non potevo credere alle mie orecchie, ero tra i primi tre con il miglior punteggio nella classifica a generale ma in prima posizione tra le donne. Avrei voluto piangere tanta era l’emozione ma l’unica cosa che riuscii a fare, prima di intravedere uno sguardo glaciale negli occhi di regina, fu guardare Zelina e lanciarle un messaggio mito, solo attraverso lo sguardo: “fottiti”

Dopo di me altri tre ragazzi affrontarono la prova ma la classifica non cambiò, rimasi in terza posizione con una Zelina in quarta, proprio sotto dopo di me. 

Per concludere lo stage Mr Harris ci diede da eseguire degli esercizi di raffreddamento dopodiche ci mise tutti in fila. Credevo volesse farci una sottospecie di discorso e invece no: lo vidi appuntarsi qualcosa su dei fogli e poi con un gesto della mano sciolse le righe. Feci per andare nello spogliatoio, necessitavo di una doccia per riprendermi ma prima che potessi uscire dalla stanza Il signor Harris mi richiamò all’ordine. 

  • Allora? Come è andata questa giornata? - mi chiese mentre anche Regina si avvicinava a noi. Il suo sguardo non era ancora cambiato, era duro, serio... ergo: ero nei guai. 
  • È andata molto bene, mi sono sentita di nuovo... viva! - esclamai davvero felice 
  • Mi fa piacere e mi fa ancora più piacere vedere che la mia campionessa è ancora qui - indicò il mio cuore - dentro di te. Hai ancora molto da recuperare, si vede, ma in un anno hai fatto passi da gigante.
  • Si... - si intromise regina - peccato che voglia sempre fare di testa sua. 
  • Cosa? Regina mah...
  • No Emma! Regina ha perfettamente ragione ed è proprio di questo che volevo parlare con te. - lo feci continuare - Mi ha spiegato cosa è successo poco fa, prima della prova a tempo, e devo dirti che la cosa non mi è piaciuta affatto. -   Tze... ci mancava solo il rimprovero del presidente di federazione. - i ginnasti sono tenuti a seguire i consigli e i comandi dei loro allenatori, sempre! E’ una delle nostre prime regole lo sai bene. Certo ci sono delle eccezioni, dipende dai casi e dal contesto in cui ci si trova,  ma nel tuo di caso specifico non vi sono eccezioni. Vieni da un infortunio molto importante, non puoi pretendere di fare cose superiori a quanto ti è consentito quindi è necessario che tu ascolti il tuo allenatore, anche se ciò che dice non ti piace. Potresti compromettere la tua situazione facendo di testa tua e non vogliamo che questo succeda vero? - annuii a testa bassa - bene... che ti serva da lezione però perché semmai ci sarà un prossimo stage non ti permetterò di avere questo comportamento. L’allenatore decide, il ginnasta esegue. 
  • Va... va bene...
  • Oggi ti ho lasciata fare nonostante sapessi la situazione, volevo vedere fin dove saresti arrivata, la prossima volta mi prenderò tutto il diritto di scegliere per te se la voce di regina non dovesse essere sufficiente. Tutto chiaro?!
  • Si signor Harris. Non si ripeterà più ha la mia parola.
  • Molto bene! Detto questo ti rinnovo i miei più sentiti complimenti e spero vivamente di poterti rivedere presto. Regina noi due ci vediamo domani, dobbiamo discutere il prima possibile di alcuni dettagli su quella famosa questione... 
  • Alle 9 sarò in ufficio da lei.
  • Molto bene... a domani allora! 

Andó via lasciandomi sola con regina e fu la cosa peggiore che potesse capitarmi perché non solo inizió una ramanzina che sembrava non finire più ma si propose anche di riaccompagnarti a casa in modo da poter continuare a inveirmi contro. Sapevo di aver fatto una stupidaggine, sopratutto alla fine, ma non avevo avuto altra scelta.  Quella traditrice da strapazzo mi aveva sfidata... non potevo di certo dargliela vinta. 

Non appena spiegai questo piccolo dettaglio a regina per poco non mi prese a sberle. 

  • ma sei scema o cosa???? Di un po’? sei a caccia di una seconda operazione per caso?!?! No perché non so se ti è chiaro il concetto ma se non ci vai cauta e con gradualità, un ritorno in ospedale è cosa assicurata mia cara. Vuoi questo??? perché se è questo che desideri basta dirlo che ti ci spedisco io a forza di calci nel sedere in ospedale signorina. Bah... roba da pazzi. Mi sto facendo in quattro per portarti ad un livello semi professionale senza troppi sforzi e tu che fai? Mi ricambi spaccandoti le ossa? 
  • Io...
  • Ti è andata bene questa volta, ma se ti fossi fatta male durante una di quelle sue prove che ti ho consigliato di non eseguire? Cosa avemmo fatto è? Con che faccia sarei andata da mio figlio!!! - cosa centrava Killian adesso... - sapeva dello stage e inizialmente era contrario a fartelo fare... era preoccupato per la tua salute giustamente ma gli ho assicurato che non avresti fatto nulla che non avresti potuto fare. Se ti fosse successo qualcosa, se la gamba avesse iniziato a farti male con che faccia ti avrei portata da lui è???? - cavolo... non sapevo che tra di loro si erano parlati.... come minimo se Killian fosse venuto a conoscenza di quel dolore alla gamba avuto e che fortunatamente sembrava essere passato come minimo l’avrebbe ripudiata come madre. Conoscevo il mio ragazzo, era   Iperprotettivo verso di me e nonostante fosse colpa mia lui avrebbe comunque trovato il modo per prendersela con sua madre in quanto mia allenatrice. Ne lui ne regina avrebbero dovuto sapere di quel piccolo incidente di percorso e se prima ero intenzionata a chiedere consiglio a lei su cosa poter metterci su, se una pomata o del ghiaccio, decisi di non dire nulla e tenere tutto per me. In fondo riuscivo a camminare e il dolore era quasi del tutto scomparso, di sicuro non era nulla di grave.
  • Fortunatamente regina non è successo nulla! Sto bene...
  • Ti è andata di lusso! Ritieniti fortunata. La prossima uscita di testa te la farò pagare cara ci siamo capiti? - annuii - se non righerai dritta smetterò di allenarti e potrai scordarti ulteriori stage. E ora va a riposare, di sicuro sarai stanchissimia. - eravamo arrivati davanti il cancello di casa mia e neanche me ne ero accorta. - ci sentiamo domani. 
  • D’accordo! Grazie per tutto e... scusa ancora. 

Mangiai giusto qualcosa al volo quella sera soffermandomi qualche minuto in più per raccontare ai miei la giornata appena trascorsa, l’idea di tornare anche se per un solo giorno in federazione li rendeva davvero orgogliosi dopodiche mi sistemai per la notte e andai in camera. Il tempo di stendermi a letto che ero già nel mondo dei sogni: quella giornata mi aveva appagata ma distrutta allo stesso tempo.

Quando alle 6:30 del mattino seguente mi svegliai per andare a scuola mi accorsi di essere tutta un dolore. Collo, spalle, braccia, gambe.... mi faceva male ogni singola parte del mio corpo ma gli addominali erano quelli che più mi facevano male. Avevo esagerato non c’era altra spiegazione, non ero più abituata a tutta quella mole di lavoro, ma alla fine ero felice di tutti quei colori, mi ricordarono l’inizio della mia carriera, quando ad 11 anni per la prima volta capii cosa fosse un vero allenamento di serie A. Con il sorriso sul volto nonostante gli addominali che gridavano pietà mi alzai dal letto per andare a prepararmi per la scuola ma non appena toccai con i piedi il pavimento e mi tirai su una fitta dolorosissima alla gamba, quella gamba, mi colse alla sprovvista facendomi cadere a terra in preda al panico più totale. Il sorriso di poco prima sparì di colpo lasciando spazio al terrore più totale. Nonostante la fitta passata, la gamba continuo a farmi male, non era un dolore insopportabile ma comunque mi impediva di camminare correttamente. Ci volevano un paio di minuti di camminata altalenante prima prima che la gamba si scaldasse e non mi desse più problemi ma ogni volta che mi fermavo anche solo per un paio di minuti ecco che dovevo riiniziare tutto da capo perché il dolore tornava a manifestarsi. 

Mi veniva da piangere, non era normale una cosa del genere... cosa avrei dovuto fare? Dirlo ai mei??? No, si sarebbero spaventati e mi avrebbero portata di corda in ospedale. Dirlo a regina? Fuori discussione dopo le parole del giorno prima. Forse Killian??? Neanche per sogno...  come minimo mi avrebbe segregata in casa se avesse saputo cosa avevo combinato per ridurmi così. 

  • Emma tesoro sei sveglia? - sentii mia madre chiamarmi da dietro la porta della stanza - è ora di alzarsi! - cercando di saltellare su un piede solo raggiunsi nuovamente il letto e andai a mettermi sotto le coperte. - Emma mi hai sentito???
  • Emh... si mamma, sono sveglia! Potresti... potresti venire un secondo in camera? - entró qualche secondo dopo.
  • Buongiorno tesoro mio! Qualcosa non va? - mi disse vedendomi pallida - ti senti bene? 
  • Si, cioè no.. cioè.... - sospirai - mamma senti non è che potrei non andare a scuola oggi? Non ho nessun compito e nessuna interrogazione da fare.
  • Stai male vero? Hai un visino... - disse mettendo una mano sulla fronte. - mmmh... febbre non ne hai....
  • Non mi sento la febbre ma sono molto stanca, credo di aver fatto troppi sforzi ieri e non ero più abituata. - in fondo non le stavo mentendo no?
  • Evidentemente hai ragione, sarà solo stanchezza. Torna pure a dormire tesoro e chiama se hai bisogno di qualcosa. - mi bació una guancia.
  • Grazie mamma. 

Naturalmente non mi rimisi affatto a dormire anzi, mi alzai nenache due minuti dopo che mamma fu uscita dalla stanza e ripresi a camminare avanti e indietro per tutto il perimetro di essa cercando di scaldare la gamba il più possibile in modo che non mi facesse male. Aspettai che i miei fossero usciti entrambi da casa per poter allungare il mio percorso di camminata alle altre aree della stanza, non volevo farli insospettire. Dopo venti minuti buoni di avanti e indietro per tutta casa decisi di provare a fare un po’ di stretching, magari mi avrebbe aiutato un po’...  niente da fare, il dolere continuó a persistere. Fui presa da una sensazione di sconforto e finalmente libera di poter esprimere i miei sentimenti, ero sola in casa, scoppiai in un pianto liberatorio. Avevo bisogno di aiuto ma avevo paura a chiederlo. Neanche a farlo apposta pochi minuti dopo mi arrivo un sms da Killian per capire se fossi ancora viva. Non ci sentivamo dalla mattina precedente e solo in quel momento mi resi conto di non avergli neanche scritto di essere rientrata a casa la sera prima. Troppo nervosa feci la cavolata di dirgli di non essere andata a scuola quella mattina e lui subito si propose  per venire a farmi compagnia. Era a conoscenza che i miei genitori di lunedì mattina non erano in casa e non era di certo la prima volta, dopo quella piccola vacanza a due, che quando erano a lavoro, più che altro nei turni pomeridiani, passava per farmi “compagnia”. Ero ben felice di ospitarlo ogni volta, anche se ero convinta che prima o poi i miei ci avrebbero beccato, ma quella mattina non me la sentii di farlo venire.

 

“ dopo la tua stanza e il divano del salotto cosa mi proponi oggi? Tavolo della cucina 😏”  mi scrisse malizioso come al suo solito. 

 

“Idiota 😑! “

 

“ non fare la santarellina... non attacca più ormai! 😜”

 

“ non possiamo vederci oggi... mi dispiace...” 

 

“Perché no? Hai la febbre? Non mi spaventano le temperature alte, sono un medico lo sai: posso prendermi benissimo cura di te senza prendermi nulla. Dai... Vengo tra dieci minuti ok? il tempo di fermarmi a comprare la colazione. Saccottino  al cioccolato per il mio dolce amore va bene? Mia madre giuro non lo verrà mai a sapere.” 

 

“ Killian stamattina non si può! Sono impegnata... davvero! è per questo che non sono andata a scuola. Ho due ricerche da concludere per domani e come se non bastasse devo studiare per il test di matematica. La prof ha detto che inserirà nozioni su tutto il programma studiato fino ad ora e credimi se ti dico che non so niente. Preferirei vedere te piuttosto che passare tutta la mattinata e forse anche il pomeriggio sui libri, ma so già che se ti invitassi a venire qui faremmo di tutto tranne che studiare. “ 

 

Mi piangeva il cuore nel dirgli tutte quelle bugie ma non potevo fare altrimenti, non volevo che si preoccupasse o peggio... si arrabbiasse, vedendomi in quelle condizioni. 

 

“ hai ragione... non ti permetterei di combinare nulla😏! Test  di matematica hai detto? “

 

“ Già... ho il cervello che mi sta già esplodendo tra x y e incognite varie🤯” 

 

“ immagino.... beh, vorrà dire che comprerò i cornetti solo per me! Buono studio amore.... Ti passo a prendere stasera!”

 

“Per stasera ti faccio sapere... non so se riuscirò a finire di studiare purtroppo”

 

“Ripeto: ti passo a prendere stasera! Non mettere scuse 😘”

 

“Accidenti.... e adesso?” Mi ritrovai a pensare dopo aver letto l’ultimo sms. Cosa mi sarei dovuta inventare oltre allo studio per convincerlo che quella sera non sarei potuta uscire? Non mi venne nulla in mente così, su due piedi, decisi quindi di  rimandare la ricerca dell’idea perfetta ad un secondo momento.  Si era bevuto la storia dello Studio e per quella mattina tanto bastava. Magari con un po’ di ghiaccio e qualche antidolorifico sarei riuscita a raggirare il problema ed ad uscire con lui senza farlo insospettire di nulla.


 
  
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