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Autore: kokka1110    09/04/2021    1 recensioni
Raccolta di one shot, flashfic e drabble su qualsiasi personaggio di Detective Conan.
Spero con questa raccolta di base molto introspettiva di riuscire a farvi, se possibile, innamorare ancora di più di questi personaggi e delle loro storie.
Quasi tutte le storie sono scritte di getto quindi ognuna avrà colore e un sapore diverso dalle altre.
L'intera raccolta è come il mio personale roseto dove ogni rosa, seppur simile, è diversa dalle altre.
Infine vi avverto che i personaggi potrebbero sembrare un po' OOC, anche se cercherò di renderli il più simili alla realtà, e che la storia potrebbe contenere spoiler.
Detto questo, buona lettura
***
4. Sherry- [Buttò giù tutto d'un fiato il liquido rosso e si alzò. Per un attimo fu attraversata dal pensiero di una vita felice con sua sorella e senza l'organizzazione. Una vita dove poteva fare quello che voleva senza la paura di morire, senza il terrore di vedere i suoi cari morire. Purtroppo quelli erano solo ricordi di un futuro passato.]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO IV [Sherry]- RICORDI DI UN FUTURO PASSATO:


Guardò il bicchiere pieno di quell'alcolico che le dava il nome. Lo prese in mano e lo rigirò per qualche secondo guardando attentamente il liquido che si muoveva disegnando cerchi ad un ritmo quasi ipnotizzante. Non c'era nient'altro in quel momento, se non quel bicchiere con quel liquido rosso come il sangue.

Pensò che tutto ciò non fosse altro che una triste metafora della sua vita: il rosso, il sangue, la morte la accompagnavano da tutta la vita, così come il rosso di quel liquore la accompagnava continuamente.

Tanti pensieri affollavano la sua mente, tanti rimorsi e tante paure.

La luce fioca illuminava il laboratorio ma tutta la sua attenzione era concentrata su quel bicchiere. Attorno alla sua figura tante provette la avvolgevano e sembravano proteggerla. Proteggerla da cosa? Proteggerla da tutto. Proteggerla dall'Organizzazione, da ciò che succedeva nella sua vita, proteggerla dalle sue paure e da se stessa. Quello era il suo rifugio, quel luogo sacro dove si sentiva a casa, dove si trovavano tutti i suoi ricordi sia recenti che passati.

Un libro tra i tanti appoggiati al suo fianco, nascondeva le formule del famoso APTX4869 e piccole pillole sembravano indicare che questo farmaco fosse quasi pronto per essere utilizzato.

Questo però non sembrava interessare alla ragazza che aveva come unico obbiettivo cercare di carpire la bellezza di quel liquore. Perché dovrebbe essere così affascinante un liquore? Non ci trovava niente di bello. Non le piaceva particolarmente il suo sapore, non le piaceva il colore e non le piaceva neanche il suo odore.

Forse è per quello che anche lei si chiamava così: non le piaceva vivere quella vita, non le piaceva la sua figura, non le piaceva neanche quello che faceva. Forse è proprio per quello che lei e lo sherry erano così simili. D'altronde neanche le piaceva quel nome: non se lo era scelto, glielo avevano dato senza che lei si potesse opporre. Un po' come avevano scelto come farle vivere la sua vita. In diciotto anni di esistenza non aveva mai scelto niente. Non aveva mai scelto di entrare in quell'organizzazione, non aveva mai scelto di crescere lontana dalla sua famiglia, non aveva mai scelto di diventare una scienziata. Non aveva mai avuto il diritto di scelta. Tutta la sua vita era stata già decisa e lei non aveva diritto di controbattere.

Ogni tanto sentiva il bisogno di scappare, di andarsene e non tornare, ma questo non era possibile. Non usciva mai da quella struttura se non accompagnata e poi se fosse scappata l'avrebbero trovata in poco tempo. Voleva solo vivere la sua vita, eppure non poteva; i suoi anni le scappavano dalle mani senza che lei potesse fare qualcosa. Viveva la sua vita estraniata dal suo stesso corpo.

Scosse la testa con un sorrisino amaro stampato sulle labbra. Quei pensieri non potevano neanche sfiorarla, non le era permesso: la felicità e la libertà non erano cose per lei.

Sentì un fruscio leggero e sentì la porta aprirsi dietro di lei. Una piccola striscia di luce illuminò il laboratorio e colpì il bicchiere facendo illuminare il liquido rosso.

Rosso, brillante, ma spento. Come lei.

Capì immediatamente chi fosse appena entrato. Lo percepiva sulla pelle. Quella sensazione ormai la conosceva da tempo.

Il sorriso svanì.

Si prese quei secondi per guardare ancora il bicchiere che continuava a brillare incurante delle inquietudini della ragazza.

Buttò giù velocemente il contenuto del suo bicchiere e si alzò. In pochi secondi riprese la sua maschera di freddezza e chiuse nel cassetto più remoto della sua mente tutti i pensieri che fino a quel momento l'accompagnavano. Diventò il solito guscio freddo e privo di emozioni.

Spense la luce e si avviò verso la porta dove l'aspettava.

L'uomo si girò e iniziò a camminare mentre lei, con la mano sulla maniglia si girò un'ultima volta indietro: per un attimo fu attraversata dal pensiero di una vita felice con sua sorella e senza l'organizzazione. Una vita dove poteva fare quello che voleva senza la paura di morire, senza il terrore di vedere i suoi cari morire. Purtroppo quelli erano solo ricordi di un futuro passato.


[one shot: 682 parole]

   
 
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