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Autore: VigilanzaCostante    09/04/2021    4 recensioni
Fred Weasley era Chat Noir da alcuni mesi e ancora faceva fatica ad abituarcisi. Certo, amava quel ruolo, lo stacco dalla routine e quel pizzico d’avventura. Ma nascondere al proprio gemello, alla propria metà della mela, all’estensione del proprio braccio, d’avere una doppia vita segreta era tutt’altro che facile.
|Per il compleanno di Sia_
|Fred/Hermione | Miracolous Ladybug!AU. ChatNoir!Fred Ladybug!Hermione|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Day 9 della challenge "Apri la challenge, chiudi la challenge". Prompt trash: (2) "Mio Dio, ma parla di me!" (dal web)


Tanti auguri, Silvia!
Sai che sono in grado di essere più profonda di così, ma mi sono ripromessa una cosa: farti ridere il giorno del tuo compleanno.

 

Ma parla di me?



Fred Weasley era Chat Noir da alcuni mesi e ancora faceva fatica ad abituarcisi. Certo, amava quel ruolo, lo stacco dalla routine e quel pizzico d’avventura. Ma nascondere al proprio gemello, alla propria metà della mela, all’estensione del proprio braccio, d’avere una doppia vita segreta era tutt’altro che facile. Per non parlare del fatto che, in quella casa, non c’era mai un luogo di mezzo dove trasformarsi. Aveva provato il ripostiglio delle scope, ma era il nascondiglio dove Ginny, con in braccio una valanga di caramelle, evitava la capofamiglia: “Shh, mamma me le aveva nascoste perché dice che ingerisco troppi zuccheri, ma le ho ritrovate”. Aveva provato la mansarda, ma c’era sempre Ron che un giorno sì e un giorno no fingeva di avere la febbre per evitare un’interrogazione di trigonometria. Camera sua era da escludere (per via di George), il garage anche (per via del padre), la cucina non ne parliamo (la madre era sempre ai fornelli), quindi si era dovuto arrangiare. Sì, gli era toccato il bagno degli ospiti, piccolo e angusto, con una finestra che dava sul giardino, quindi la possibilità di essere visto era ogni giorno maggiore.
Ma, tutto sommato, quella vita gli piaceva. Perché il suo Miracolous aveva il potere della distruzione, e chi altro oltre a lui poteva maneggiarlo? Era nato per creare caos e scompenso, e ora aveva la possibilità di usare quel suo dono per il bene di tutta Londra.
Inoltre, con l’arrivo di Plagg, aveva avuto anche modo di conoscere l’amore della sua vita. Dalla prima volta che aveva visto Ladybug aveva deciso: o lei, o nessun’altra. Peccato che lei non fosse dello stesso avviso e continuava a ribadire – instancabilmente – che prima di tutto bisognava sconfiggere Papillon, e poi veniva tutto il resto. Era di quella determinazione che s’era innamorato. E poi, chi diamine rifiuta Fred Weasley quando ce l’ha davanti? Ma Ladybug non sapeva chi fosse Chat Noir, né il viceversa, il che era diventato il suo pensiero costante. Chi c’era sotto la tutina rossa a pois?


«Ciao insettina, quale cuore puro si è oscurato stamattina?».
«Una ragazzina dei bassifondi, un litigio con la madre da quanto ho capito».
La seguì senza fiatare. Diventava un po’ intontito quando c’era lei nei paraggi, ma era più forte di lui: seguiva quell’ammasso di capelli ricci e quello yo-yo pazzo per tutta Londra.
Si risvegliò quando si rese conto che si trovavano davanti a casa sua, e questo non era un bene. Dalla porta della Tana – come a loro piaceva chiamare l’umile dimora – comparve una ragazza dai capelli rossi fiammeggianti, raccolti in una coda alta, vestita da una gigante carta di caramella stropicciata.
«Ladybug, Chat Noir, siete arrivati» una risata metallica le squarciò la gola. «Io sono Candy baby e non permetterò più a nessuno, né parenti, né amanti, di dirmi ciò che devo fare».
Una scarica appiccicosa e infuocata di caramelle li sfiorò appena.
Sua sorella era stata akumizzata. Come poteva salvare lei e il mondo, e non far scoprire la sua identità?
«Io la inseguo, tu nascondi e metti al sicuro la madre e la famiglia!» gli urlò Ladybug prima di scappare via.
Come poteva guardare negli occhi Georgie e non cadere nella trappola? Lui lo conosceva, come le sue tasche. Non avrebbe esitato a riconoscerlo e lui, lo sapeva, era il gemello debole: mentirgli era quasi impossibile.
«E chi sono io, insettina, il tuo bamboccio?» urlò al cielo, senza ricevere risposta.
Parlare con i Weasley risultò non solo difficile, ma quasi impossibile. Quando si radunarono tutti, appiccicati e vicini nel salone della Tana, si resero subito conto della mancanza di Fred. Per limitare le urla, promise ai genitori che avrebbe non solo salvato Ginny, ma anche Fred dalle sue grinfie.
«Ma in realtà io non lo vedo da stamattina presto, non può averlo portato via Ginny».
«Sei il suo gemello, giusto? Bene, allora so bene che viso devo cercare tra la folla. Lo troverò, abbiate fiducia in me» strizzò l’occhio e scappò dalla sua stessa casa. Era sicuro, l’aveva capito dal suo sguardo: George l’aveva riconosciuto.


«Perché ci hai messo tanto?».
«I Weasley non trovano uno dei figl-».
«CHI?» le guance di Ladybug si arrossarono, e quasi cadde da un palazzo per la foga.
«Uno dei due gemelli, ehm quello più spiritoso e bello» ridacchiò per la sua stessa battuta, prima di rendersi conto dell’errore.
«Chat Noir, non ho tempo per i tuoi giochini. Dobbiamo trovare quello sciocco di Fred, ma può cacciarsi sempre nei guai?».
“Mio Dio, ma parla di me!” pensò, fulminato da una contentezza improvvisa. Non aveva tempo di riflettere sul fatto che Ladybug conoscesse i Weasley, o del fatto che lo reputasse bello e spiritoso, perché Ginny – che non sapeva d’essere sua sorella – cercava in tutti modi di colpirli.
«Dove pensi possa essere l’akuma?».
«Secondo me è nel braccialetto con il ciondolo della caramella!».
Fu difficile trovare una strategia, ma alla fine sacrificarono un muro di cemento. Chat Noir lo fece in pezzi, per bloccare il passaggio di Candy baby e riuscire a intrappolarla.
«Lucky charm!». Un pacchetto di caramelle venne fuori dal nulla.
«Non ti bastavano le caramelle infuocate, insettina?».
Lei non rispose, era troppo intenta a far muovere le rotelline del suo cervello. Oh, se amava quel cervello scattante, sarebbe stato ore a guardarla pensare.
Alla fine, si decise a usare la sua arma: aprì la busta di caramelle e le fece cadere e rotolare sotto i piedi di Ginny. Lei perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a terra, tra macerie e cartine.
Si guardarono con uno sguardo d’intesa, soddisfatti del loro ennesimo successo. Liberarono Ginny da se stessa e la riaccompagnarono a casa.
«Dobbiamo trovare Fred».
«Sarà a casa sua, controlliamo! Ho motivo di essere geloso? Chi è questo Fred?».
Ladybug arrossì, nuovamente, era successo troppe volte a distanza di poche ore.
«Me lo ricordo ancora dalla volta in cui era stato akumizzato l’altro loro fratello, Ronald, cosa vai a pensare?». Alzò il visino all’aria e lo superò in grande stile.
Entrò a casa dalla finestra del bagno e si trasformò di nuovo in Fred, unendosi di soppiatto alle urla di gioia nel vedere tornare sana e salva la piccola di casa.
«Ah! Sei qui e stai bene anche tu, quindi il mio lavoro è finito. Devo scappare, ciao a tutti!». Ladybug corse via, per evitare di svelare la sua identità.
«Gemellino… noi dobbiamo parlare». Oh no.


Così, il segreto che tutti tentavano di scoprire, lo scoprì George in un battito di ciglia. Come si fa a nascondere qualcosa al proprio gemello? Non si può, perché quello ti legge nel pensiero, ma soprattutto negli occhi.
«Freddie, sei sgamabile per me. Ma poi, che tu sia Fred o Chat Noir, quella coccinella lì la guardi con gli stessi occhi innamorati».
Plagg, ormai allo scoperto, ridacchiò contento mangiando il suo formaggio.
«Come fai a dire che sei tu il gemello simpatico? Amico, è palesemente lui! Mi piace».
Fred, che stava iniziando a temere in qualche strana cospirazione, sprofondò sotto le coperte, arrovellandosi nuovamente su chi fosse la donna che gli aveva rubato il cuore.


Mentre Fred era impegnato a salvare il mondo, George si impegnava a fare un regalo al proprio fratello. Se lo meritava, insomma, aveva evitato loro molte sofferenze e disgrazie, quindi il minimo era smascherare Ladybug. Fece molte ricerche, che consistevano per lo più nell’osservare attentamente i telegiornali e capire chi altro conoscessero con quella matassa di capelli ricci. Bellatrix Lastrange? Improbabile, troppo cattiva. La professoressa Sibilla Cooman? Troppo vecchia (e pazza). Poteva essere Ninfadora Tonks! Anche se recentemente si era tinta i capelli di un rosa cicca, quindi era molto difficile. Non riusciva proprio a raccapezzarsi. La chiave per risolvere l’enigma la trovò nuovamente in uno sguardo innamorato.
Hermione Granger, la migliore amica di suo fratello minore, che ogni tanto veniva a studiare a casa per dare ripetizioni a quel babbeo, era una ragazza con la testa sulle spalle e con un caratterino poco gestibile. Era intelligente, fin troppo, e tra lei e i gemelli era aperta una lotta fatta di frecciatine e battute.
Ma un giorno beccò la seria, diligente, posata Hermione Granger a fissare con sguardo vispo suo fratello. E no, per fortuna non Ron. 
Era Hermione, era Hermione ad essere innamorata di Fred! La stessa Hermione che, travestita da Ladybug, aveva quasi pianto di gioia nel vedere Fred, nelle vesti di Fred, vivo e vegeto! Potevano chiamarlo Mr Cupido, l’unico in grado di percepire con gli occhi ogni sorta d’attrazione amorosa!


Fred s’era apprestato a trasformarsi per un’urgenza improvvisa. George gli aveva detto di farlo, che c’erano delle persone in pericolo, che un akuma aveva annerito un altro cuore e bisognava correre ai ripari.
Ladybug arrivò di corsa e si ritrovò il compagno fedele e George Weasley, che paura non sembrava proprio averne con quel viso gongolante e sornione.
«Quindi, chi è stato akumizzato? Non ho sentito nessuna notizia disastrosa».
«Akuma? Cos’è un’akuma? No, cari miei, l’unica cosa a essere nera è il vostro cervello. Com’è possibile che io sappia chi siete, e voi no?»
In risposta, Fred si congelò sul posto ed Hermione si infuocò di rabbia.
«Dai Chat Noir, palesati».
«NO, non farlo, non puoi!».
Ma Fred si fidava del fratello, per quanto volesse strozzarlo in quel momento, e si trasformò.
«F-Fred?».
Nella disattenzione Hermione si impanicò, perché a lei le sorprese non piacevano, voleva avere tutto calcolato, e ritrovarselo così davanti – sapendo di essergli stata vicina per mesi come compagna, amica, complice – non era qualcosa che aveva premeditato.
Non riuscì a resistere, nonostante le regole, nonostante la morale. Perché l’amore va al di là di ogni maschera o tutina e quello che Fred le suscitava non la faceva più ragionare. Andava oltre al bene e al male, andava oltre a Papillon.
Tornò ad essere la solita Hermione di sempre, senza nessun potere, con i denti davanti sporgenti e si chiese gli piacerò comunque, ora che sa chi sono?
«Beh… ora posso anche lasciarvi da soli a parlare delle vostre cose, alla prossima! Chiamatemi pure Cupido!».


 
Sconfiggere il male non era mai stato così piacevole. Fred non solo era contento della sua nuova vita, ne era entusiasta. Ora poteva disturbare Hermione in molteplici modi: baciandola mentre studiava, baciandola prima di doversi trasformare, baciandola tra una vittoria e l’altra e tra un cattivo e l’altro.
«Fred, mpf, smettila. Mi soffochi. E cos’è questo trambusto?».
Al telegiornale un’intervistatrice tentava di farsi spazio tra frecce e terrore.
«Una nuova akuma ha colpito il bersaglio: il nuovo cattivo dice di chiamarsi Mr Cupido».
Oh diamine, perché i Weasley provano una sfera così ampia d’emozioni?






 

Nda:
Ciao Sil! Se sei arrivata fin quaggiù senza pensare che questa sia una trashata colossale.. beh, hai letto la storia sbagliata. Scherzi a parte, mi hai trascinato tu nel mondo di Ladybug, quindi oggi che è il tuo compleanno non potevo non unire Fred e Hermione con Chat Noir e l'insettina. 
Spero ti piaccia, un grande abbraccio a distanza e ancora auguri. 

Per chiunque stia passando di qua, grazie per essere arrivato alla fine della storia!

 
   
 
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