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Autore: Miss_Sunshine    28/08/2009    2 recensioni
Il giorno di San Valentino si avvicina. La severa Minerva McGranitt non vuole assolutamente festeggiarlo, ma se qualcosa, o meglio qualcuno, le facesse cambiare idea?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la mia prima ff sulla coppia Albus/Minerva. Io li trovo dolcissimi insieme e spero di aver reso bene i personaggi in questa mia storia. Ci terrei ad avere un vostro parere, quindi commentate in tanti!! Buona lettura^^

 

Ringraziamenti: vorrei ringrazie per la ff ‘A littel, crazy thing called love’ Piccola Vero e jillien per le recensioni nell’ultimo cap e per la ff ‘Amici?’ alida e jillien per le recensioni e alexiell, alida, FeFFe_95, Lars Black per averla inserita tra i preferiti. Grazie mille a tutti, siete il mio sostegno!!

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

Minerva McGranitt era seduta alla sua scrivania. La sua, era stata una giornata molto pesante: durante la prima ora gli studenti di Grifondoro e Serpeverde avevano iniziato a trasfigurarsi a vicenda in disgustosi animali, aveva una montagna di compiti da correggere e la squadra di Quidditch di Grifondoro, a causa dei compiti di fine semestre non era riuscita ad allenarsi molto. In più si aggiungeva il fatto che era febbraio e si avvicinava San Valentino. Le sue studentesse non facevano altro che assillarla per fare una festa, ma lei aveva ancora impresso in mente il ricordo della festa organizzata da Gilderoy Allock e non aveva la minima intenzione di rimettere in piedi un orrore simile.

Mentre era persa nei compiti del quinto anno, sentì un gufo beccare alla finestra. Andò ad aprire e gli diede un biscotto mentre leggeva il breve messaggio scritto in una calligrafia che avrebbe saputo riconoscere tra mille.

 

Mia cara Minerva,

ho urgente bisogno di parlarti di una cosa della massima importanza.

Ti pregherei, se non sei troppo impegnata, di raggiungermi nel mio ufficio appena ti sarà possibile.

A.S.

 

Il messaggio la stupì non poco: perché mai Albus aveva bisogno di vederla nel bel mezzo del pomeriggio? Rilesse nuovamente il messaggio cercando qualche dettaglio che le era sfuggito, ma non lo trovò. Decise così di recarsi nell’ufficio dell’amico per saperne di più.

Appena arrivata davanti al gargoyle, pronunciò la parola d’ordine ed entrò. Albus era seduto alla sua scrivania, chino su una pila di carte, con gli occhiali a mezzaluna appollaiati sul lungo naso adunco. Non appena sentì aprirsi la porta, alzò gli occhi verso di lei e la salutò.

“Buonasera, Minerva. Spero che il mio gufo non ti abbia disturbato dai tuoi obblighi tardo pomeridiani.”

“No, Albus. Stavo solo correggendo dei compiti. Ma  cosa è successo di così urgente?”

“Sai che fra quattro giorni è San Valentino, giusto?”

Minerva cominciò ad avere un brutto presentimento. “Sì, ma questo cosa c’entra con il tuo messaggio?”

“Ecco, vedi, molti studenti, tra cui parecchi della tua Casa, mi hanno chiesto di organizzare una… festa” disse Albus, dopo aver riflettuto sull’ultima parola.

“Credevo che non si organizzassero feste per San Valentino” tentò Minerva.

“Ma potremmo iniziare da ora, no? In fondo qualche anno fa abbiamo già avuto un eventi simile” disse Albus, mantenendo il suo solito sorrisetto e guardandola attraverso gli occhiali.

“Sì, ma l’aveva organizzata un pallone gonfiato che si era spacciato per un Mago di fama e…”

“Minerva cara, probabilmente non festeggeremmo più niente se ogni volta andassimo a processare chi ha istituito una festa!” scherzò Albus, ma in realtà sembrava più che risoluto a dare quella festa per San Valentino. Minerva capì che più che per chiedere il suo parere, l’aveva chiamata per informarla.

“D’accordo Albus. Incaricherò qualcuno di occuparsene” disse con rassegnazione. “Era questa la cosa della massima importanza di cui volevi parlarmi?” chiese, un po’ delusa.

“Oh no, mia cara! Volevo invitarti a venire alla festa con me, questa era la cosa importante!”

Minerva strabuzzò gli occhi: Albus Silente la stava invitando ad andare con lui alla festa di San Valentino?! Erano anni che aspettava che il suo amico si accorgesse che quello che provava per lui era più che semplice amicizia, che lui si accorgesse di lei, insomma. Ma ora che stava succedendo non le sembrava possibile, forse aveva sentito male. Albus, però, stava aspettando la sua risposta con il mento appoggiato sulle mani, come un ragazzino. Minerva si ricompose.

“Albus, mi… mi farebbe davvero piacere” disse, abbassando gli occhi e arrossendo, neanche fosse una ragazzina.

“Molto bene! Allora passo a prenderti alle sette in punto!” le disse, con un sorriso.

***

I successivi quattro giorni passarono in un soffio e da che era nell’ufficio di Silente, Minerva si ritrovò davanti lo specchio della sua camera a capire se davvero quel vestito verde smeraldo le stava bene. Aveva una gonna ampia e un corpetto stretto, cosparso di perline nere. Le maniche erano larghe e le coprivano parte delle mani. Tuttavia, continuava a non essere convinta della sua scelta. Non ebbe, però, il tempo di continuare a pensare al vestito perché sentì bussare alla porta: Albus era puntualissimo. Andò ad aprire la porta e il suo cuore saltò un battito quando se lo trovò davanti vestito di un azzurro che  faceva risaltare i suoi occhi e con un mazzo di rose in mano.

“Queste sono per te, Minerva” le disse con un sorriso, porgendole i fiori. Lei non sapeva che dire, non pensava che Albus Silente fosse così romantico.

“Grazie, Albus, io…”

“Minerva cara, questa sera sei incantevole, più degli altri giorni devo ammettere, ma posso farti un piccolo appunto?”

Minerva si chiese se aveva sbagliato qualcosa, se il suo vestito si era strappato e lei non se ne era neanche accorta presa com’era dal cercare di essere perfetta per Albus.

“Certo” disse titubante.

“I tuoi capelli. Starebbero molto meglio se li sciogliessi” e detto questo, Albus tolse il fermaglio che legava la stretta crocchia della Strega.

“Ecco, ora sei davvero perfetta. Vogliamo andare?” le disse, porgendole il braccio.

***

La festa, Minerva dovette ammettere a malincuore, era stata organizzata davvero bene, niente in confronto a quella di Allock. Lei e Albus aveva ballato per tutta la sera, come se fossero tornati ad essere due ragazzini al loro ballo scolastico. Ormai era quasi mezzanotte e Minerva era più che sicura che il giorno dopo non sarebbe riuscita a camminare. Forse quelle scarpe non erano così comode come aveva pensato. Mentre l’orologio scoccava la mezzanotte, Albus le si avvicinò.

“La sala è ormai troppo affollata. Andiamo a prendere una boccata d’aria?” le chiese, prendendola per mano e guidandola verso l’atrio.

Giunti in riva al lago, Minerva fu percorsa da un brivido dovuto alla brezza invernale che spirava fuori dal castello. Albus le cinse la vita in un abbraccio per riscaldarla e il cuore di Minerva accelerò i battiti.

“Minerva, devo farti una domanda” cominciò Albus, spezzando il silenzio notturno. “Se un vecchio pazzo come me ti dicesse che è innamorato di te da tempo immemorabile, ma che è così codardo da non aver mai trovato il coraggio di dirtelo, tu che risponderesti?”

Albus le aveva posto la domanda con tranquillità, come se le avesse chiesto se poteva passargli il sale a tavola. Minerva non riuscì a credere che finalmente lui le aveva detto quello che aspettava da anni di sentirsi dire.

“Risponderei che questo vecchio pazzo ha aspettato anche troppo per dirmelo.”

Albus non ebbe bisogno di altre parole: la prese per la vita e la fece voltare verso di lui. Fu il bacio più dolce che Minerva avesse mai ricevuto. Ma il suo cervello la riportò presto alla realtà.

“Albus, ma questo cambia tutto! Da domani…”

Lui la zittì con un altro bacio. “Professoressa McGranitt, perché pensare già a domani, quando c’è ancora tutta ‘sta notte davanti?!”

Minerva lo guardò: forse per una volta poteva anche smettere di pensare.

  
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