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Autore: Dreamer880456    09/04/2021    2 recensioni
Un incontro sulla torre di astronomia
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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~La prima fan fiction che scrivo su di loro ma spero possa piacere, perché sono troppo carini insieme~

La torre di astronomia portava con sé i suoi incubi peggiori. Il suo braccio marchiato di nero non aveva aiutato in quegli ultimi mesi, ma ritrovarsi di nuovo li fu peggio. 

Vedeva i ricordi passare davanti ai suoi occhi, incapaci di fermarsi. Si rivedeva lí davanti, la bacchetta puntata verso l'ex preside e il suo volto rovinato dalle lacrime. Si rivedeva incapace di fare ciò che gli era stato ordinato. 

Forse abbassare la bacchetta era stata la mossa più intelligente che avesse fatto fino a quel momento, ovviamente dopo quella di aver mentito per quell'idiota di Potter. 

Il ricordo di quella notte se lo portava con sé gelosamente, se lo ricordava fino a farsi male, fino a riempire il cuscino di lacrime. "Un Malfoy non piange", era quello che gli aveva ripetuto costantemente suo padre. Un Malfoy non fa questo, non fa quello. Ed ecco dove lo aveva portato essere un Malfoy. La notte piena di incubi e le giornate piene di sguardi sprezzanti che riservavano solo a lui.

Era stata una fortuna poter ripetere l'ultimo anno nella speranza di avere i suoi M.A.G.O. per avere una vita decente. In solitudine andava avanti, studiava e continuava a ricevere il massimo dei voti. In solitudine rimaneva a riflettere ore davanti al lago Nero. Le acque calme in contrasto con l'agitazione dentro di lui. In solitudine era ormai abitudine uscire la notte e raggiungere quella maledetta torre, quel dannato posto che non faceva altro che ricordargli di aver sbagliato tutto nella vita.

Sentii dei passi dietro di lui e si girò per vedere il nuovo arrivato, pronto ad andarsene subito dopo. Era nascosto dal buio della notte, ma la poca luce si rifletteva sugli occhiali rotondi dello sconosciuto. 

"Potter" Disse indifferente. 

"Malfoy" Rispose l'altro leggermente sorpreso. 

Se c'era una cosa di cui era grato, era la persona davanti a lui. Gli doveva la sua libertà e a volte si ritrovava a ringraziarlo silenziosamente perché tra i corridoi di Hogwarts era l'unico che lo osservava quasi come fosse un ragazzo normale. Neanche i suoi stupidi migliori amici Grifondoro si risparmiavano da sguardi arrabbiati e disgustati.

Ma il grande Harry Potter si limitava a guardarlo, a volte curioso a volte indifferente. 

I due ragazzi erano ancora fermi nella stesso posso, gli occhi fissi gli uni negli altri. Fu Draco a fare il primo passo verso l'uscita, ma venne fermato dalla mano dell'altro sul suo polso. 

"Resta, c'eri prima tu" e Draco semplicemente rimase. 

Si stupí quando rimase anche l'altro ragazzo, a distanza di sicurezza, ma comunque rimase. Gli era parso un ovvietà che quel posto era troppo piccolo perché ci potessero stare entrambi. Come era sicuro che quella notte uno sarebbe rimasto mentre l'altro avrebbe fatto ritorno nel proprio dormitorio. 

Ma ora sembrava quasi normale la sua presenza. Per la prima volta dopo mesi, la compagnia di qualcuno lo lasciava tranquillo. Rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. A Draco sembrò che gli ultimi sette anni non fossero esistiti.

Stare nella stanza con Potter voleva dire vedere volare insulti e incantesimi. Era sempre stato così con loro. Era colpa sua, questo lo sapeva ammettere. Ma forse era merito di quel loro odio se ora riuscivano a guardarsi l'un l'altro come ragazzi normali. 

Si ritrovò a fissarlo mentre l'altro volgeva lo sguardo rapito verso il cielo notturno cosparso di stelle. E Draco in quel momento non vide solo il salvatore del mondo magico, vide un ragazzo normale a cui era stata rubata l'adolescenza. Un ragazzo che portava con se il dolore di una guerra, il dolore di tutte le morti. 
 

***


Harry continuava a guardare le stelle, ma sapeva di essere osservato. Gli era venuto spontaneo farlo restare. Vicino a lui non aveva più il ragazzo viziato e strafottente. Era cambiato, e forse era uno dei pochi ad averlo notato. 

Lo osservava nella biblioteca chino sui libri. Lo osservava in classe concentrato sulle spiegazioni. Lo osservava in sala grande, isolato da tutti i suoi compagni di casa. Lo aveva osservato piuttosto spesso. 

Si girò fissando gli occhi in quello dell'altro. Due pozze grigie, fredde. Non si accorse nemmeno di essersi alzato e avvicinato, mentre l'altro continuava a guardarlo fermo dov'era. A pochi centimetri da lui, alzo il braccio e fece scorrere il dorso della mano sulla guancia dell'altro. 

Era bagnata, aveva pianto. Non si stupí a quella rivelazione, lo immaginava, era la stessa cosa che faceva anche lui prima di riuscire ad addormentarsi. Erano simili, persi nello stesso dolore. Due facce della stessa medaglia. Bene e  male, bianco e nero, giusto e sbagliato, amore e odio. 

Si avvicinò ancora poggiando la fronte su quella dell'altro che inconsciamente si era sporto verso di lui. Avvicinò anche le labbra, sfiorando solo quelle dell'altro ragazzo. E sembrava così giusto, si sentiva bene. Rimasero così per secondi, forse minuti. Non lo sapeva, non voleva saperlo. 

Infine un sussurro, la voce flebile e calda del suo nemico da una vita. 

"Mi dispiace" un'altra lacrima, altro dolore. Due parole che racchiudevano troppo. Il calore di quel momento scomparve, sentiva i passi del biondo allontanarsi. 

Poco dopo si allontanò anche lui girandosi solo una volta con un sorriso appena abbozzato. Un momento di fragilità che non sarebbe andato oltre, un parentesi chiusa nel momento in cui anche Harry aveva lasciato la triste torre di astronomia. Custodi di quel momento solo le stelle. 

   
 
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