09/04/2021
1 recensioni«Quei modi di fare a nobilitare ogni tuo comportamento |Che sono le sei di mattina, ma è di mattina che soffia il vento»
Mattia Briga (Sei di mattina).
Mattia Briga (Sei di mattina).
Perfida Bugiarda
«Perché ai piedi del letto c’è una palla di vetro?» chiede all’improvviso.La sua voce è flebile, una carezza come il vento che entra dagli spifferi della vecchia finestra davanti.
È mattina, Sibilla lo sa perché sulla bocca sente il sapore di un’alba non sorta mista a quello di Aberforth.
Lui giace con le braccia dietro la testa, gli occhi puntati verso il soffitto, le parole bloccate sulle labbra.
«Se sento la necessità, devo poter consultare il mio occhio» replica.
Lui ride senza ritegno e poco dopo sospira.
Sibilla si gira dall’altra parte, coprendo il piccolo corpo nudo con il lenzuolo sfatto, quasi quanto lei in quel momento.
«Dubito che dentro quell’insulsa cosa ci sia il futuro» le dice laconico.
Non ha molto tempo per una replica, lui sta cingendo la sua vita con quelle grandi mani e il calore la cosparge dalla testa ai piedi.
«Solo perché tu non riesci, non vuol dire che sia impossibile» risponde con una voce intrisa da un’eco di risentimento; inarca la schiena quando la sua barba sfiora lo strato liscio di epidermide.
Ancora una volta lui ride ironico, il respiro caldo arriva fino alla base del collo.
«Quindi hai predetto tutto ciò?» dice Aberforth con malizia.
Sibilla deglutisce quando la mano di Aberforth si insinua molto più in là, dove riesce ad annegare.
«Si, nei fondi di tè» ammette balbettante.
La fa voltare repentinamente, i loro visi quasi si sfiorano.
«Razza di bugiarda, lo abbiamo voluto entrambi» mormora schietto.
Entra tremante nella stanza, cosparsa da quell’odore che rimane nelle case chiuse per troppo tempo. I tavoli sono deserti, i boccali riposti alla rinfusa sul bancone e le bottiglie mezze vuote.
I raggi del sole irrompono come sempre nella quiete di quella mattina, che sembra quasi simile alle altre. Sibilla barcolla alla disperata ricerca di qualcosa di forte, alla disperata ricerca di lui.
Un rivolo di sangue fuoriesce da un graffio sotto l’occhio, trema e deve poggiarsi sulle sedie lasciate lì, fino a quando non lo trova.
Sembra sorpreso, tra le mani stringe una grande tazza, una di quelle con la decorazione blu che lei tanto ama.
«Perché sei andato via?» riesce a balbettare.
«Non potrei mai festeggiare un gruppo di imbecilli che hanno condannato a morte i loro cari» esclama graffiante.
«Hai combattuto anche tu!» squittisce lei.
«Si l’ho fatto, ma non sono cambiato. Sono degli inutili esseri umani, caduti nella trappola di quel burattinaio di mio fratello. Troppo stupidi per capire» mormora gelido.
Gli occhi di Sibilla bruciano ai lati, mentre la voce s’incrina.
«Leggi questi fondi di tè per me, dimmi cosa ne sarà di noi» le dice burbero, porgendole la tazza.
Interdetta, si avvicina ed afferra l’oggetto tra le mani.
Lo gira, socchiude gli occhi mentre la saliva quasi manca.
«Il nostro destino è unito» afferma profetica.
Aberforth ride sguaiato, gli occhi freddi sono ricolmi di dolore mai espresso, amore mai ricevuto prima di allora.
«Perfida bugiarda, sono fondi di caffè» rivela Aberforth.
La stanza ormai è inondata dalla luce.
Note.
Ciao a tutti, oggi straordinari. Ho deciso di scrivere questa storia molto tempo fa, quando mi sono iscritta al contest di Gaia sul forum. I Siberforth sono da tempo il mio rifugio, mi fanno sorridere e riflettere per certi versi; in questo caso invece sono voluta andare un po’ più in là. La flash si poggia su due archi narrativi: in una mattina dopo la drabble da me scritta per il compleanno di Gazza, l’altra la mattina del due maggio. Il pacchetto da me scelto in questo caso è il seguente: Mattia Briga (2).