Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Gatto1967    10/04/2021    2 recensioni
Oggi vi presento una nuova fan fiction scritta in collaborazione con Tamerice
Nella storia originale, nulla o ben poco viene narrato del periodo che Albert trascorre in Africa, è una storia tutta da scoprire e da raccontare, e abbiamo provato a riempire quei giorni, a modo nostro e in base alla rispettiva fantasia, alternandoci nel percorso di scrittura.
L'amico misterioso (Storie dall'Africa) non è la solita fan fiction con protagonisti Candy e Terence, per cui non aspettatevi di trovarli tra queste pagine, questa è principalmente una storia di amicizia e di gratitudine, ma se vi piacciono le storie con un pizzico di romanticismo, un po' di avventura e di azione, e magari anche qualche losco intrigo, allora seguiteci, poiché capitolo dopo capitolo, vi porteremo a fare un emozionante viaggio nell'Africa coloniale, sotto il sole cocente nella piana di Giza tra le piramidi, nella sconfinata savana tra leoni ed elefanti, in giro per il Cairo, e naturalmente a contatto con la popolazione locale immersa nelle piccole e grandi difficoltà di ogni giorno.
Buona lettura da Gatto1967 e Tamerice
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A prua del piroscafo Albert scrutava l’orizzonte, come se non vedesse l’ora di giungere a destinazione.
Quella notte Albert aveva sognato e ricordato l’episodio della leonessa. Per fortuna le ferite di Amir si erano rivelate superficiali, e grazie alle cure del dottor Stevenson e delle sue infermiere il giovane uomo se l’era cavata con poco.
Una evidente cicatrice sul torace era rimasta a perenne ricordo della brutta disavventura, e Albert aveva scolpito in modo indelebile il debito di gratitudine che aveva con Amir.
Un mese dopo, con Amir ormai completamente ristabilito, qualcos’altro era successo, qualcosa che doveva influire sulle vite di tutti loro.

Ahmed era rientrato dall’ospedale di Najmat portando con sé le medicine per l’ambulatorio. Aiutato da Naomi e Mary le stava scaricando dalla macchina quando sopraggiunsero Albert e Amir che si erano allontanati per sbrigare una commissione per conto del dottor Stevenson.
Con l’aiuto dei due uomini le medicine vennero rapidamente catalogate e stipate nella stanza adibita a magazzino delle medicine e attrezzature. Quand'ebbero finito Albert e Amir si accorsero che Ahmed aveva un’aria strana, seriosa. Il che era inconsueto in un tipo aperto come lui.
-Ehi, che ti succede Ahmed?- gli chiese Albert.
Il ragazzo non rispondeva, ma dalla sua faccia si intuiva qualcosa di terribile, qualcosa che doveva averlo sconvolto.
-Ahmed?- chiese di nuovo Albert. Al che lo studente pronunciò qualcosa in un arabo talmente stretto che Albert non riuscì a comprendere.
Anche Amir mutò espressione.
-Ragazzi, che c’è?-
-Venite, usciamo da qui.- propose Amir
Si rifugiarono in cima alla “collina di Pony africana”, e solo lì, al riparo da altre orecchie Amir spiegò ad Albert il significato di quello che aveva detto Ahmed.
-Ahmed ha visto una carovana di schiavi.-
-Cosa? Schiavi? Ma… ma la schiavitù è stata abolita! In America ci hanno anche combattuto una guerra cinquant’anni fa…-
-In America certo, e anche in Europa. Ma qui in Africa e nella penisola araba la schiavitù esiste ancora. Ahmed ha visto una carovana di schiavi dirigersi verso Nord in direzione del Sinai, dico bene Ahmed?-
Ahmed assentì.
-È così, a circa una decina di miglia da qui ho visto una carovana di schiavi. Dal loro aspetto sembravano Kykuyu o Masai, gente proveniente dal Kenya. Erano una ventina di persone, soprattutto donne e bambini. A condurli erano altri cinque o sei kenyoti e un paio di egiziani che probabilmente facevano loro da guida. Naturalmente non potevo certo intervenire e così mi sono tenuto nascosto finché non sono stati abbastanza lontani. Dai loro discorsi mi è sembrato di capire che erano attesi a nord da alcuni mercanti arabi che con una piccola imbarcazione da pescatori porteranno via gli schiavi in barba alle autorità inglesi ed egiziane.-
-Dobbiamo subito avvertire le autorità…-
-Non sai cosa dici Albert.- intervenne Amir. –Anzitutto le autorità sia inglesi che egiziane non si dannano certo l’anima per stroncare questo traffico. E poi quella carovana sarà già lontana da qui. I complici egiziani di quei trafficanti sanno il fatto loro. Seguono piste che nessuno conosce, e che cambiano ogni volta. Ahmed li ha visti per caso e per sua fortuna è riuscito a nascondersi, altrimenti lo avrebbero ucciso o catturato anche a lui per venderlo come schiavo.-

Sul ponte del piroscafo Albert ricordava con amarezza quel colloquio. Quella che fino a quel momento gli era sembrata una terra affascinante e selvaggia, gli aveva rivelato il suo aspetto più crudele e spietato. Esseri umani che venivano strappati alle loro vite per essere venduti come carne da macello. Fino a quel momento aveva creduto che quelle fossero cose del passato, ma non era così.
Ricordava ancora la sensazione di amaro in bocca che lo aveva accompagnato a lungo dopo quella rivelazione, finchè gli stessi Amir e Ahmed lo avevano esortato a non pensarci più.
-Non è in nostro potere di risolvere tutti i mali del mondo Albert.- gli aveva detto Ahmed –Noi siamo solo piccoli uomini, un giorno non ci saranno più schiavi nel mondo, e tutti gli uomini e le donne di questo pianeta potranno dirsi liberi, ma quel giorno non è adesso, e nemmeno domani. Quel giorno è ancora lontano.-
Albert aveva riflettuto su quelle parole e aveva capito quanto Ahmed avesse ragione. Gli venne da ricordare quando la sua Candy venne mandata in Messico dai Legan; lui l’aveva salvata certo, ma non poteva fare altrettanto con tutti i bambini del mondo.

Era passato un mese da quel giorno, e la vita nel piccolo ambulatorio proseguiva tranquilla e metodicamente organizzata dal dottor Stevenson.
Un giorno Albert ricevette una lettera indirizzata semplicemente “Al signor Albert”.
C’era una sola persona che conosceva il suo indirizzo africano, il fido Georges. Aprì la busta e ne trovò un’altra al suo interno insieme ad un foglio scritto proprio da Georges.
Georges lo informava che Candy, la sua protetta, era scappata dalla Saint Paul School, e la busta allegata conteneva una lettera della stessa Candy allo zio William in cui la ragazza spiegava le ragioni del suo gesto, il suo desiderio di realizzarsi nella vita senza interferenze esterne.
Albert sorrise malinconicamente all’idea di quella piccola peste bionda in fuga da Londra verso l’America. Come diavolo pensava di attraversare l’Oceano? Forse a nuoto?
Ne sarebbe stata capace!

Per leggere la sua lettera Albert si era ritirato sulla collina di Pony africana, e dall’altra parte di quella collina, quella da cui lui era provenuto qualche mese addietro, notò un piccolo gruppo di persone che attraversava trasversalmente e velocemente quel sentiero, come se si stessero nascondendo.
In quel momento Albert veniva raggiunto da Amir, e gli fece cenno di tacere e osservare.
Amir capì al volo la situazione.
-Sono trafficanti di schiavi.-
-L’ho capito anch’io, quel bambino che hanno con loro è legato. Non possiamo stare a guardare, dobbiamo intervenire!-
-Albert, quegli uomini sono in quattro e sono sicuramente armati!-
-Se li seguiamo di nascosto e li prendiamo di sorpresa possiamo farcela!-
Amir sembrò farsi contagiare dalla determinazione che leggeva negli occhi dell’amico, e fece un cenno affermativo: non potevano più stare a guardare!

Sul ponte del piroscafo Albert sembrò tornare al presente, davanti a lui si intravedeva la costa egiziana.



Scritto da Gatto1967
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Gatto1967