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Autore: Anonimadelirante    10/04/2021    3 recensioni
Faticosamente, con un’energia disperata che si nutre di vergogna, Cheryl distoglie lo sguardo: sa che non è così, sa che Toni sbaglia. Guardami, vorrebbe urlarle, ma guardami davvero: se mi starai accanto abbastanza a lungo, ti mangerò come il mostro d’una fiaba.
[Partecipa al contest "Storie alfabetiche" indetto da LadyPalma sul forum di EFP | Choni | 2S]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Cheryl Blossom, Toni Topaz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I'll be stumbling away 
Slowly learning that life is okay 

 

 


Today's another day to find you
Shying away
I'll be coming for your love, okay?
Take on me,
[…] I'm odds and ends
I'll be stumbling away
Slowly learning that life is OK
Say after me
It's no better to be safe than sorry

 


Anamnesi completa ed accuratissima dell’emorragia senza scampo del suo cuore sono gli occhi vitrei di Jason, il suo volto gonfio e tumefatto, i rimbotti chirurgici e feroci di sua madre, le mani grandi e callose di suo padre, che le hanno strappato la parte migliore di sé premendo un grilletto. Bioccoli di polvere le si annidano nella cavità destra del petto da quando JJ le ha impedito di seguirlo sull’altra riva dello Sweetwater, quella non ancora corrosa dalla sete di potere e di ricchezza dei loro genitori, e non vi è più spazio che per rabbia e desolazione. 
Catarsi, sta dicendo l’insegnante, qui, ora, in questo presente in cui Cheryl sa cosa si provi a sentire l’alito del fuoco arricciarle i peli sulle braccia e sua madre ha i lineamenti sciolti dal respiro incandescente d’una casa che brucia, e Cheryl gela sotto lo sguardo acuto di Toni – ca-tàr-si, dal greco katharsis, chi sa dirmi cosa vuol dire? 
Dolcemente, come la ninfa d’un sogno, Toni alza la mano e poi si alza in piedi, un unico movimento fluido, una specie di sospiro, un passo di danza: «Liberarsi di brutte esperienze con un gesto purificante» risponde, ma guarda lei, non il professore – e la guarda come fosse un pozzo incantato, qualcosa di profondissimo e senza fine, qualcosa da osservare con meraviglia e non con disgusto.
E mi parli del contesto in cui viene utilizzato qui, signorina Topaz.
Faticosamente, con un’energia disperata che si nutre di vergogna, Cheryl distoglie lo sguardo: sa che non è così, sa che Toni sbaglia. Guardami, vorrebbe urlarle, ma guardami davvero: se mi starai accanto abbastanza a lungo, ti mangerò come il mostro d’una fiaba; d’altronde è sempre stato così: lei è sempre stata un crepaccio aperto sul nulla più divorante e Jason la materia di cui era colma – senza di lui, è solo un buco nero, una supernova senz’altro modo per sopravvivere se non quello di distruggere ogni cosa incontri sul proprio cammino (anche Toni, se deve, soprattutto Toni, se continua a guardarla in quel modo – come fosse bella, fragile, come se fosse possibile amarla).
«Hai mai pensato di andare da uno psicologo?»
In bagno, Toni la trova a contare i respiri ed allora Cheryl s’irrigidisce, sulla difensiva, scoprendo la chiosa dei denti, bianco accecante contro il rosso terroso del proprio rossetto: «Mi stai dando della pazza, Topaz?»
Lentamente, senza distogliere gli occhi dai suoi, Toni le si avvicina, ma piano, in punta di piedi, come se stesse provando a catturare una volpe. Morbida, affettuosa, Toni ridacchia: è un suono d’una bellezza particolare, che gode dell’acustica straniante dei bagni della scuola e le gocciola in qualcosa di tiepido fin nello stomaco.
«Non fraintendermi, credo che siate tutti un po’ fuori, voi del North Side, ma non è per questo» le sorride. «O sono false, le voci che dicono che tuo fratello è stato ucciso?»
Pur di non affrontare l’argomento, Cheryl si butterebbe in ginocchio ed implorerebbe pietà contro le sue collant strappate ad arte, ma è Cheryl Blossom, grazie tante: «Non mi stupirei se avessi aiutato anche tu, a lavare il suo sangue dal seminterrato del Whyte Wyrm.»
«Quello che voglio dire è che parlarne serve» la ignora Toni con un’espressione stranissima, quasi affettuosa. Rotea gli occhi, semi-divertita dalle sue accuse sterili e disperate; a Cheryl sembra d’un tratto il momento giusto per battere in ritirata.
«Stavo meglio, prima di questa scenetta alla Breakfast Club» la informa stizzita. 
Toni la blocca, senza muovere un muscolo: «…A meno che non abbia già fatto qualcosa per liberarti di questo peso» insinua, ed anche se Cheryl le dà le spalle sa che sta sorridendo con una curiosità pericolosa a brillarle nello sguardo. 
Ultimamente le sembra di aver fatto solo scelte autodistruttive, psicotiche, e questa è la peggiore di tutte, ma lo stesso sospira, e chiude gli occhi per paura di scoprire che anche lei può essere disgustata dalla sua follia, dopotutto.
«Vorrai essere morta, se provi a parlarne con qualcuno» le promette, ma pensa alla sua casa vecchissima – legno e pietre e segreti saldati da una malta densa di jingle jangle sciolta nello sciroppo d’acero – sembrare cartone mentre veniva divorata dalle fiamme: «Non è stato un incidente, l’incendio di Thornhill».
Zigomi arrossati e cuore che batte così forte da dolerle, Cheryl si volta, seguendo l’invito delle dita di Toni strette al suo polso, ed è preparata alla rabbia, si aspetta che abbia già in mano il cellulare per denunciarla, ma non questo, davvero, non questo, non le sue labbra premute contro le proprie, non che le sussurri: «Non credo di averti mai trovata più attraente» e forse, si dice, dopotutto il punto non è colmare l’abisso che ha nel petto, ma avere affianco qualcuno che non abbia paura di precipitare, pur sedendovi sul ciglio.

 

 


Oh the things that you say
Is it live or
Just to play my worries away
You're all the things I've got to remember
You're shying away
I'll be coming for you anyway

 

 

 

 

 

N/A: yay, il mio esordio sul fandom <3 <3 <3
Questa storia partecipa al contest indetto da @LadyPalma: Storie Alfabetiche – la cui consegna era quella di scrivere un racconto di 21 frasi disposte in ordine alfabetico (la prima doveva cominciare con una parola che iniziasse con A, le conta con una che partisse con B etc etc).
È stato divertentissimo, e spero che il risultato sia convincente – il vero problema, per me, non è stato quello delle frasi in ordine alfabetico quanto il limite delle 800 parole. La mia prima versione era di 1609w XD e ho dovuto tagliarla e limarla un po’ alla volta: sul mio documento ne appaiono 21 versioni diverse, non sto scherzando. Quest’ultima, ha 800 parole contate, compresi i trattini trattini maledetti che contacaratteri.it conta come fossero parole (…why?). Btw.
Temporalmente, la storia s’ambienta a metà della seconda stagione, direi, o nella prima metà, insomma: dopo l’incendio, prima che le Choni si mettessero insieme. Il titolo e le citazioni ad inizio e fine del del testo sono versi di Take on me, @a-ah. Bene, basta direi. Grazie di nuovo alla GiudiciA per avermi dato una scusa così simpatica e stimolate per scrivere su un nuovo fandom e grazie a chiunque sia arrivat* fin qui :)

  
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