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Autore: Spensieratezza    10/04/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Aver a che fare con un malato, un distrutto, uno disadattato, un problematico o un moribondo, è difficile. Tutti credono di sapere il meglio per lui, ben pochi lo sanno, eppure continuano con la loro accondiscendenza, la loro arroganza di sapere come fare per risistemare l’essere umano rotto e l’umano rotto, beh lui…li guarda con aria accondiscendente, queste povere anime che sono tanto arroganti da pensare che riuscirebbero ad aiutarlo, un po’ prova pena per loro, vorrebbe fingere di essere felice per farli stare bene o anche soltanto per togliersi questi fastidiosi occhi perennemente incollati addosso. Altre volte è compiaciuto, delle attenzioni o della curiosità da animale selvatico che viene riservata loro, come un animale che può mordere loro in qualsiasi momento. Alle bombe viene sempre data così tanta importanza non perché sono amate, ma perché possono esplodere.
Se Gabriel avesse potuto scegliere, avrebbe preferito non esplodere, ma andarsene via in silenzio, senza fare rumore. Si era accorto di odiare il rumore, eppure lo aveva amato tanto da angelo. Feste, orge, di tutto e di più. Ora invece la sua testa chiedeva pietà, un po’ di silenzio, soltanto un po’.

I suoi capelli erano sfibrati, il biondo stava andando via, la lucentezza via e pure i capelli. Stava perdendo i capelli. Forse avrebbe dovuto farsi delle analisi, ma cosa sarebbe successo se avessero trovato qualcosa di non umano dentro? Il corpo era mortale, ora davvero mortale, ma l’anima era quella di un angelo..lo era anche senza i poteri e non sapeva se un macchinario potesse rilevarlo.

I giorni passavano e poteva sentirlo, l’orologio della morte, ticchettare. TIC TIC TIC TAC TAC TAC, quanto gli restava ancora?
 
 
*

“Mi è piaciuto trasformarti in una macchina…era divertente immaginare Dean, cercare te quando ti aveva proprio davanti, qualcuno che amava dentro fuso in un’altra cosa che amava. Mi sarebbe piaciuto continuare questo gioco, anche se aveva avuto vita breve..” disse Gabriel a Sam, mentre lavorava alla pasticceria.
 


*

“Sai, Dean, ho sempre amato la dolcezza, ma ce n’è poca nel mondo, non trovi anche tu? Non è vero che noi angeli non sappiamo degustare il cibo, noi siamo AVIDI, e io sono avido di zuccheri, di quella mielosità che quando sei un angelo non ti fa star male, ma quando sei invece un umano, ti fa venire il diabete, ti provoca indigestione e disturbi gastrointestinali. Di me si può pensare che sono uno lussurioso, ma una cosa sola è la mia droga, lo è stata sempre. La DOLCEZZA.” Disse tirando fuori un grande lecca lecca.

“Capisco, ma credo dovresti andarci più piano. Sei già alla tua terza torta e ora il lecca lecca. Non hai paura di..”

“fare indigestione? Se hai convissuto senza una paura per mille anni, non ti può arrivare a comando E poi sai come si dice mio caro Dean? Chi teme la paura, finisce per precipitare in nuove e più terribili angosce.”
 



*

“Gabriel, cosa ci fai qui?” chiese Lucifer, vedendo Gabe che era andato a trovarlo in paradiso. Lucifer era seduto per terra, in attesa ancora di essere processato.
“Volevo darti questa.” Disse Gabriel. Dicendo così gli porse una grossa stella luminosa.
“Non capisco.”

“La creai con i miei poteri quando aprii la pasticceria. La creai pensando a te, Lucifer, aprila.”
Lui lo fece e Lucifer disse:
“ Questo contiene..”
“Contiene tutti i colori del cosmo, già..”
“Perché mi stai dando questa?”

“Forse perché spero che quando tu la guarderai, ti ricorderai che bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante. E tu sei la stella più luminosa di tutte, fratello. La mia speranza è che tu te lo ricordi sempre.”
I due fratelli si abbracciarono.

“C’è una persona che voglio che tu veda. “ disse e si spostò perché Jack fece la sua comparsa. “Tuo figlio.” Disse.
"Oh mio dio. Era vero, allora...la ragazza..aveva detto la verità." disse Lucifer.

Padre e figlio si abbracciarono commossi.

Lucifer si staccò ma senza smettere di guardarlo con gli occhi lucidi.

"Dì grazie a lui se sono potuto venire a vederti. Mi ha portato lui qui." disse Gabe."

“ Gabriel, Perché sei qui, Gabriel? Se sei umano qui rischi. "

"Mah..credo di aver sperato in una morte rapida e indolore, ma mi sono sbagliato. Forse devo scontare i miei peccati nel modo tradizionale.”

"Gabriel.."

"Volevo..DOVEVO dirti che ho lasciato la mia testimonianza scritta per il processo, Lucifer!"

"Come??"

"Ho detto che non era tua intenzione uccidermi, che mi avevi suggerito la proiezione astrale per far credere di essere morto, lo hai fatto per me, per non costringermi a scegliere, per liberarmi dal FARDELLO di dover scegliere."

"Non avresti dovuto. Non merito assoluzione. Di nessun tipo."
"E io non posso permettere che paghi anche per colpe che non hai, non per via mia."

"Perché non hai aspettato il processo? Avrei voluto sentire queste parole dalla tua bocca. Gabriel, ancora con quella ridicola visione pessimistica che stai per morire? Se ti azzardi a morire, io ti riporterò in vita."disse lui.


 
 
*

“Questo è il figlio di mio fratello, Lucifer. La mia speranza è che voi lo accogliate come parte della vostra famiglia. Anche per quando vorrò viaggiare.”
“Farai un viaggio? Sarà un viaggio lungo?” gli chiese Jack.
“Sì..un viaggio molto, molto lungo..” disse Gabriel malinconico.
 

Era nel parco e guardava le stelle.
Sam si era messo seduto davanti a lui.

“Sai, Sam..guardavo le stelle, quando nacque Gesù, era una bellissima notte d’estate, anche se poi il vostro mondo la spacciò per la notte di dicembre, non seppi mai perché.. mi ricordo che guardavo le stelle e pensavo: è venuto il salvatore, il messia. Il mondo sarà pieno di luce, d’ora in poi. Non sapevo ancora che, anche le stelle non sono eterne, si spengono, prima o poi tutte le luci si spengono..come la memoria dell’uomo, anche l’epoca d’oro non può restare illuminata per sempre.”

“Gabriel, ascolta…”

“NO. ASCOLTA TU, ME! Pensiamo di essere immortali, come i SOGNI, ma noi moriamo e i nostri sogni..muoiono con noi! Che cosa sono i sogni per un angelo? Nulla. Solo un altro giocattolo con cui giocare, ma poi quando muoiono è triste..se un angelo muore…i suoi sogni muoiono con lui. Non erano forse tutti belli, ma sono i miei. Vuoi che ti racconti adesso cosa successe quando Dean morì per quei sei mesi, Sam?”

“Non ci tengo, particolarmente, no!” disse Sam.
“ma io devo…devo dirtelo. Devo liberarmi di questo peso, altrimenti anche questa cosa morirà con me..tu devi lasciare che io te lo dica!”
Aveva preso la faccia di Sam tra le mani. Quest'ultimo cercava di liberarsi.

“Me..lo dirai..quando starai bene, non quando sei così delirante.” Disse Sam. cercando di togliergli le mani di dosso.
“Non ci saranno altre albe per me!!” disse Gabriel.

“Sì, invece!!” disse Sam. Gli prese la testa tra le mani e cercò di far tornare i ricordi con sé, arrivò Castiel e cercò di fare lo stesso, ma Gabriel lo mandò via, entrambi.

“VIA, ANDATE VIA! Non capite, non potete fare più niente, niente!! Quello che è andato, è perduto. È perduto per SEMPRE!” diceva alzandosi in piedi, gridando.
 
 
 
*

Gabriel aveva chiesto aiuto a Ezekiel. Gli aveva donato un po’ di grazia in una fiala e grazie a essa, aveva potuto fare il viaggio nel mondo come sognava da tempo.
Aveva comprato una mongolfiera e con quella aveva sorvolato l’America.

È bello…sentire il vento e il calore del sole sul viso.

Dopo un po’ però, la malinconia gli faceva da padrona.

Vedeva le nuvole e si ricordava le sue amate ali che non riusciva più a tirare fuori da quel suo corpo malandato e ormai stanco. Vedeva le nuvole e piangeva ricordandosi il paradiso a cui non avrebbe avuto più accesso.

Ma il paradiso è chiuso e sbarrato…dobbiamo viaggiare intorno al mondo per vedere se un uscio è rimasto aperto…
“Il mondo…” pensava Gabriel.

Poco tempo dopo una pioggia scrosciante arrivò a far compagnia alle sue lacrime.

Si abbracciò le spalle, rimpiangendo di non avere un cappotto, di non avere le sue ALI.

Proprio quando si stava lasciando andare alla disperazione…vide uno stuolo di luci.
UN ARCOBALENO.
“Non posso vedere i violetti come una volta…eppure quello che vedo, mi sembra meraviglioso.” Disse ancora.

Non seppe dopo quanto tempo, cadde dalla mongolfiera e atterrò nel deserto.
 
 
 
*

Il deserto era caldo, afoso, terrificante da sopportare.
Eppure vedeva dei fiori, fiori del deserto. La vita cresce dappertutto, trova il modo di nascere anche nell’arido. Capì perché Saint Antoine ne andava pazzo.

Saint Antoine aveva ragione…non si vede e non si sente nulla e tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.
Poi arrivarono degli animali, perfino un’aquila.
Gabriel pensò che se l’avesse saputo prima, avrebbe cercato di trovare un modo affinchè il mondo tra animali e umani non fosse stato così diviso come lo è diventato poi.
È davvero un peccato…

Dopo che vagava un po', cominciò ad avere delle allucinazioni. Vedeva caprioli, cerbiatti e uomini nudi correre in mezzo agli animali, agli elefanti, alle scimmie, sembravano...felici.

Immaginò un mondo in cui umani e animali cooperavano, si aiutavano, si salvavano e si proteggevano a vicenda, invece di divorarsi.
Vide immagini. Animali che salvavano giovani vite dall’affogamento, umani che costruivano casette per le formiche, api che convivevano pacificamente con gli umani cui donavano il miele e i fiori…nessuno coglieva più i fiori. Un mondo verde, pieno di alberi.
 
 
*



Si trovava in Groenlandia, in un igloo e conversava con un eschimese.

“Voi vivete al freddo, ma siete CALDI, perché avete il cuore caldo, sapete cosa significa FAMIGLIA e chi ha questo, non sentirà mai il freddo. Ho passato..SECOLI a cercare di scaldarmi in ogni modo, rinunciando al desiderio che il calore fosse per sempre. Pensavo fosse quasi patetico desiderarlo…eppure solo ora capisco quanto questo possa addolorare la vita di un uomo..e quanto mi sentissi vuoto prima.”

Il vecchio si rivolse a Gabriel.
“Mio caro figliolo, scusa se mi permetto, ma se la pensi così, dovresti essere con la tua famiglia adesso.”

Gabriel, il viso infreddolito, il cappuccio sopra la testa, abbracciandosi le spalle, rispose: “Loro staranno meglio senza di me.”
 
 


Si materializzò in una casa del piacere, dovunque ballerine e spogliarelliste. Cercò di attirare l’attenzione ma nessuno lo degnava di uno sguardo. Allora salì sul tavolo.

Ho visitato più case del piacere io, che chiunque sia presente qua! E lo sapete perché lo so? Perché viaggio da tanto, tanto tempo. Mi sono sempre nascosto dietro il sarcasmo e la parlantina spiccia, diciamo spesso che parlare bene e da leader sia la chiave per il successo, io invece penso sia solo un modo per nascondere il vuoto che ci portiamo dentro, che in un’epoca come questa, è più di quanto possiamo sperare di ottenere!”
Pausa.
“Sono convinto che se gli angeli parlassero tra di noi, se potessero dirci qualcosa, ci direbbero di non avere PAURA di cedere al PIACERE, di non averne vergogna, perché sì, quando NOI usiamo certi epiteti e eufemismi e un certo linguaggio nascondiamo una certa vergogna, un certo imbarazzo per il fatto di non essere puri e casti come forse Dio vorrebbe che siamo. Sono sicuro che ci direbbero che siamo più sentimentali di quanto potremmo mai ottenere, perché la nostra ricerca spasmodica del PIACERE richiede invece una nota dolente spasmodica di amore, quell’amore di cui siamo così tanto tossicodipendenti al punto da farne la nostra eroina, così poco generosi quando si tratta di donarlo. Desideriamo quindi il piacere di una carezza, che è comunque un contatto fisico, è comunque una coccola, un’attenzione e la mascheriamo dal desiderio di un orgasmo. “

Ora tutti erano concentrati su di lui.

“Dovremmo forse essere più buoni con noi stessi. Ricercare il piacere anche nell’amore, ritornare a crederci e a non abbandonare proprio le persone che amiamo di più, cercando lo stesso amore nel sesso occasionale di una sconosciuta che ne ha forse più bisogno di noi. Il desiderio d’amore non è amore e ci fa sentire solo più soli, un giorno forse lo capiremo, ma fino ad allora, continueremo a cercarlo, fingendo la più grande bugia dell’universo, di amare il denaro, solo perché può aiutarci a sopperire quello che ci manca davvero. L’AMORE.”

Uno scrosciante applauso accompagnò queste parole. Qualcuno piangeva.
“Sei un poeta?” chiese qualcuno.
“No..non sono nessuno più.”
 
Gli umani pregavano sempre e lui aveva sempre trovato inutili le preghiere, solo adesso che era limitato e impotente, li capiva, pensava che fossero capaci di perdonare, li trovava e li elevava quando lo disse a Lucifer eppure adesso chiedeva perdono. Aveva commesso atti contro i suoi stessi fratelli, non sapeva dove finisse un angelo dopo la morte, soprattutto un angelo che non era più un angelo. Temeva di perdere la sua identità, non aveva mai capito gli uomini che ne avevano così tanta paura, eppure adesso li capiva, li capiva benissimo.

Guardava il cielo. Cielo e Terra sono stati creati forse per non essere divisi, ma gli umani avevano fatto una scelta, eppure chi lo sa se millenni fa le cose sarebbero andate diversamente, se avrebbe potuto essere un mondo migliore.

Aveva cercato di tirare fuori le ali, ma esse lo avevano lacerato all’interno del suo stesso corpo e non ci aveva più provato.

Non poteva più scappare, non poteva più nascondersi, tranne che con la grazia di Ezekiel, ma stava finendo. Aveva visto i colori, tutti i colori dell’universo e aveva viaggiato nello spazio e nel tempo ed era ritornato indietro con ricordi che aveva creduto di aver sepolto per sempre.

Era tempo di ritornare a essere polvere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Note dell'autrice:  chiedo scusa a tutti per questo capitolo...la seconda parte sarà più chiara

Chi teme la paura, finisce per precipitare in nuove e più terribili angosce.”
frase di Dylan Dog
   
 
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