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Autore: Fiore del deserto    10/04/2021    2 recensioni
A causa della sconfitta subita da Sarah diversi anni prima, il regno di Jareth rischia di andare incontro ad un pericoloso scioglimento di alleanze con il famigerato regno di Dullahan, dominato da un sovrano crudele e senza scrupoli. Quest'ultimo, tuttavia, è disposto a chiudere un occhio se Jareth sposerà la principessa Laryna, figlia del re di Dullahan. Non esattamente una storia romantica, Sarah si vedrà coinvolta nuovamente ad affrontare un' altra avventura nell'Underground... senza non incorrere in diversi pericoli.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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ABOVERGROUND
 
Nel frattempo
 
La soluzione era una sola, ma non tutti sono ancora d’accordo.
«Assolutamente no!» esclama Hoggle, stringendo i pugni.
«Non abbiamo altra scelta.» sentenzia Sarah.
«No, io non lo permetterò mai.» continua apprensivamente il nano.
«Anziché lodare cotanta temerarietà,» lo rimprovera Didymus «prediligi redarguire la nostra lady?»
«Non è così.» si difende Hoggle «Ammiro eccome il coraggio di Sarah, ma non permetterò che le venga fatto del male.»
Didymus appoggia una zampetta sulla fronte, come per sostenere una forte emicrania.
«Ahimè, mio melenso amico. Misconosci, forse, il fatto che nel nostro mondo vige un dettame in grado di tutelare la nostra lady?»
Hoggle scuote la testa in segno di confusione, ammettendo di non capire a cosa Didymus si stia riferendo. Guidata dal buon senso, Sarah si appresta a trovare la risposta alla domanda del nano – più che altro, per impedire che Didymus possa nuovamente aggiungere qualche altra parola che possa scatenare una lite.
«Non ricordo dove...» mormora Sarah, apprestandosi a perlustrare ogni angolo della scrivania alla ricerca di qualcosa. Trova, finalmente, ciò che stava cercando.
Dall’interno dell’ultimo cassetto della scrivania, Sarah ne tira fuori un libro dalla copertina rossa con sopra inciso in titolo in caratteri dorati.
The Labyrinth”.
Sarah inizia a sfogliarlo velocemente, cerca la pagina interessata fino a che non riesce a trovarla dopo pochi tentativi. Inizia, così, a leggere il capitolo dedicato alle “Antiche Leggi”, soffermandosi sul paragrafo che riguarda gli appartenenti all’Aboverground.
“L’Underground è un mondo vietato agli esseri umani, salvo casi eccezionali. Qualora un umano rientri nelle grazie dell’Underground, quest’ultimo ha il diritto di rivendicare i propri Diritti Speciali”.  
Sarah, incoraggiata dai suoi amici, continua a leggere la voce pertinente a tali diritti.
“I Diritti Speciali degli abitanti dell’Aboverground sono garantiti nel rispetto della legge stabilita dal supremo re Finvarra, re dell’antichissimo regno di Daoine, attinenti alla posizione sociale degli esseri umani e a norma delle Antiche Leggi.”
“L’essere umano avente il diritto o la capacità di entrare nell’Underground, secondo le condizioni stabilite dalle Antiche Leggi, può appellarsi ai Diritti Speciali.” 
“Nel caso in cui non abbia mai commesso nessun reato comune ai danni delle Antiche Leggi, l’essere umano ha il diritto di chiedere e ricevere i Diritti Speciali.”
“I Diritti Speciali garantiscono la protezione all’essere umano da ogni forma di persecuzione.”
“Poiché nessuno è superiore alle Antiche Leggi, nessun abitante dell’Underground, nemmeno un sovrano, ha il diritto di contrastare queste ultime e, in aggiunta, nemmeno rinnegare ad un essere umano la richiesta di appellarsi ai Diritti Speciali.”
“Ogni essere umano, in quanto tale, è esonerato dalle norme dettate dalle Antiche Leggi purché non commetta reati molto gravi che possano danneggiare l’equilibrio dei due mondi. Pertanto, nessun essere umano può essere processato nell’Underground. Di conseguenza, se dovesse commettere un reato di natura sopracitata, non può essere in alcun modo perseguito, né torturato, a meno che non abbia ottenuto il titolo di membro ufficiale dell’Underground coniugandosi con un abitante del medesimo mondo.”
“Se un abitante dell’Underground viene trasformato in un essere umano, indipendentemente dall’incantesimo e/o dalla scelta spontanea avvenuta con il matrimonio con un essere umano, l’individuo viene considerato automaticamente un umano a tutti gli effetti, in quanto ormai privo di immortalità. Pertanto, nel caso in cui lo ritenga necessario, potrà affidarsi ai Diritti Speciali.”
“Qualora un abitante dell’Underground assuma la natura di essere umano, non sarà in alcun modo possibile processarlo e/o torturarlo. Nel caso in cui si sia macchiato di reati molto gravi, l’unica condanna alla quale può andare incontro è esclusivamente l’esilio nell’Aboverground.”
“L’annullamento dell’immortalità come punizione verso un abitante dell’Underground spetta solo ad un’autorità superiore, quali un sovrano o un sacerdote di gradazione suprema. Tale punizione deve avvenire solo in caso di gravi episodi o estrema necessità, quali lo spodestamento di un proprio pari o di un sottoposto che minaccino l’equilibrio di uno o più regni.”
“Allorché ogni abitante ricoprente una carica superiore abusi del proprio potere, verrà immediatamente processato con l’inevitabile esito dell’annullamento della propria autorità, dei propri poteri e, successivamente, esiliato nell’Oltrelanda senza poter mai più ricorrere in appello e, di conseguenza, tentare di sovvertire la propria sorte.”
Quando Sarah chiede cosa sia l’Oltrelanda, Hoggle si appresta a rispondere.
«È la famigerata landa dove vengono spediti tutti i criminali dell’Underground che hanno commesso orribili delitti.» il nano quasi sbarra gli occhi durante la sua spiegazione «Si dice che mai nessuno sia riuscito a scappare da lì.»
Incuriosita da tale luogo, Sarah continua a sfogliare il libro sicura di aver già letto qualcosa di simile da qualche parte. Ritiene a sé stessa e ai suoi amici quanto sia strano il fatto di non aver mai prestato molta attenzione a questi capitoli, in quanto quando era una ragazzina preferiva meglio dedicarsi alle parti in cui venivano descritte le avventure della giovane protagonista. Certo, all’epoca Sarah era solo una bambina e poco poteva importarle dei paragrafi riservati alle leggi o ai luoghi da lei ritenuti, a quel tempo, poco interessanti.
Quando riesce, finalmente, a trovare la riga esatta, Sarah prosegue con la lettura.
“Ritenuta il luogo più famigerato dell’Underground, l’Oltrelanda è la prigione a cielo aperto dove i prigionieri sono condannati ai lavori forzati fino alla fine dei propri giorni. Non è possibile alcuna via di fuga, per via di diversi fattori naturali. La fittissima giungla raffigura una vera e propria prigione naturale, dove le creature feroci e gli spiriti maligni non mostrano nessuna forma di pietà per i prigionieri.
A nessun prigioniero viene concessa nessuna forma di diritto e di grazia, chiunque non si attenga alle regole e tenti la fuga, viene trasferito nell’angolo più oscuro della landa dove dovrà scontare anni di isolamento, alimentati con solo pane e acqua una volta al giorno.
L’unica ragione per la quale esista un luogo così macabro nell’Underground, è quello di calpestare i diritti di coloro che hanno osato compiere atti atroci ai danni dell’equilibrio di uno o più regni o, peggio, di entrambi i mondi.”
Ancora incredula a quanto ha appena letto, Sarah si riprende istantaneamente e ritorna sui suoi passi.
«Questo conferma che solo io posso farmi avanti per salvare Jareth.» sentenzia Sarah «E dato che tra noi sono l’unica che può ricorrere all’immunità, toccherà a me affrontare Laryna.»
«Ne sei proprio sicura?» domanda Hoggle ancora non molto convinto, più che altro perché molto preoccupato per l’incolumità dell’amica.
«Orsù, amico mio.» lo incoraggia Didymus «La nostra Sarah ha appena inventariato la sua spettanza di appellarsi ai Diritti Speciali, cos’altro esigi di più? E se quella maligna figlia del re Algol arrischierà nuocere la nostra Sarah, dovrà vedersela con l’Oltrelanda.» monta in groppa ad Ambrogio e, con fare cavalleresco, esclama il suo ardore per salvare la vita di Jareth «Andiamo, miei prodi!» sprona il suo fido destriero, riuscendo anche a coinvolgere Ludo nell’entusiasmo.
Sarah guarda Hoggle amichevolmente, come per dirgli che andrà tutto bene.
«Andiamo, allora!» esclama il nano, ormai convinto del tutto.
Prima di andare, Sarah porge il libro dalla copertina rossa ad Hoggle chiedendogli di metterlo in una delle proprie grosse tasche.
«Potrà tornarci utile.» sostiene lei.
Prima di proferire le fatidiche parole magiche, Sarah ricorda a Didymus di ricorrere nuovamente alle gocce della palude della Gora dell’Eterno Fetore, in modo da poter nuovamente camuffare i loro odori da umano. Didymus non se lo fa ripetere. Dopo una piccolissima goccia su ognuno di loro e dopo che Sarah si rimette addosso il mantello con cappuccio prestatole da Hoggle, sono pronti a tornare nell’Underground.
«Desidero che i goblin ci portino via... all’istante.» per la prima volta, dopo tanto tempo, Sarah pronuncia tale frase con tutta la grinta che sente all’interno della propria pancia.
 
UNDERGROUND
 
Si dice che il tempo sia un’illusione.
Infatti, Jareth non ha la benché minima idea di quanto tempo sia passato da quando le due guardie abbiano iniziato a mortificargli il corpo con le affilate fibbie del flagrum. Sa solo che, finalmente, si sono fermate e sembrano essere molto stanche. La febbre del lancinante dolore su ogni angolo del suo corpo non sembra incutere nessun senso di pietà agli occhi dei due sidhe di Dullahan. Al contrario, sembrano essere soddisfatti del loro “lavoro”. L’unica pecca di cui si “incolpano”, è il fatto che Jareth non abbia urlato in nessuna occasione.
Il suono di passi, sempre più vicini, fanno ricomporre i due sidhe. Capiscono subitaneamente chi si stia avvicinando e vogliono farsi trovare ben preparati.
«Aprite, in nome della regina!» esclama Laryna dall’altra parte della cella.
Come ben si aspetta, le guardie non la fanno attendere. Si inchinano al suo cospetto.
Laryna contempla al limite del compiacimento gli effetti della tortura sul corpo martoriato di Jareth, al punto da emettere una sonora, acida e stridente risata. Forse perché vinto dalla sofferenza del proprio corpo, Jareth non alza lo sguardo. Rimane in quel modo, immobile con le sue ferite, con lo sguardo rivolto verso il nudo pavimento.
«Oh, patetico, ridicolo, pezzente che non sei altro.» alterna le gracchianti risatine «Non fai più lo sbruffone ora che ti trovi in un miserabile corpo da umano.» altre risate «Ah, quanto rimpiango il non aver potuto assistere alle tue urla. Ah, quale musica sarebbero state per le mie orecchie.»
«Mia regina.» una delle guardie chiede il consenso di poter parlare e continua quando Laryna, sempre più soddisfatta, gli concede il permesso «In verità... in tutta la mia carriera non ho mai visto una resistenza come la sua.»
«Come sarebbe?» il sorriso soddisfatto di Laryna si trasforma in una smorfia di scontento.
«Non ha fiatato per tutta la durata della tortura, maestà.» continua l’altro sidhe per venire incontro al suo collega «Ma ci siamo impegnati parecchio per...»
Laryna lo silenzia facendogli assaggiare un suo sonoro schiaffo dritto sulla guancia sudata, per poi fare lo stesso con l’altra guardia.
«Incapaci!» strilla lei come una capricciosa «Vi avevo dato un ordine così semplice! Avete disonorato il nome del regno di Dullahan!»
Ritenendo le sue ultime parole motivo di soddisfazione per Jareth, Laryna si ferma e si avvicina al sovrano del Labirinto.
«E tu non credere di poter cantare vittoria.» lo avverte «Domani io e Onyx celebreremo il nostro matrimonio e vedremo cosa fare di te.»
Nonostante gli indescrivibili dolori, Jareth non può perdere l’occasione di stuzzicarla di nuovo.
«Ho una domanda...» dice lui, alzando la testa e guardando Laryna in faccia «Indosserai quella faccia anche durante il tuo matrimonio? Non vorrei essere al posto di Onyx...» stira le labbra in un sorriso beffardo.
Per tutta risposta, Laryna lo colpisce al viso con un ceffone. Stizzita più che mai, ordina alle guardie di non dargli né cibo, né acqua, né nessuna cura fino al giorno successivo.
Non appena si ritrova da solo nella sua cella, con le sue ferite sanguinanti, Jareth ritrova in quel momento un piccolo ritaglio di pace.

 
  
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