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Autore: Funlove96    10/04/2021    0 recensioni
Le lenzuola ancora calde e il letto sfatto davanti.
Era questo tutto ciò che gli rimaneva ogni volta...

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Piccola one shot dedicata ad una delle mie coppie preferite. Per celebrare la prima week dedicata a loro e il rilascio ufficiale dell'anime. Spero vi piaccia, buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shiki Granbell, Shiki/Weisz, Weisz Steiner
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le lenzuola ancora calde e il letto sfatto davanti.
Era questo tutto ciò che gli rimaneva ogni volta...

Non si era mai impegnato seriamente Weisz Steiner, aveva sempre visto il desiderio come qualcosa di fisico, che bastava accontentare quando il languore al basso ventre si faceva sentire, e se c'era un figo da paura nei paraggi tutto diveniva più semplice.
E all'improvviso si era ritrovato ad affrontare quel lato di quello stesso desiderio, tanto sconosciuto quanto insistente, non sapendo proprio cosa fare.

Aveva dato prima la colpa ai suoi ormai trent'anni, festeggiati nemmeno una settimana prima, che lo portavano a tirare le somme di quella vita sregolata fatta di alcol e sesso nei week-end, e poi ai discorsi dei suoi amici, quasi tutti con relazioni stabili alle spalle, che non avevano perso l'occasione neanche quella sera di prenderlo bonariamente in giro, stuzzicandolo di tanto in tanto con qualche, non proprio velata, frecciatina. Kris e Laguna erano una coppia stabile, ma ci avevano messo tanto ad arrivarci. Un po' per la natura del ragazzo dai capelli verdi, non molto espansivo, benché i suoi sentimenti verso il bluetto fossero sinceri, e un po' perché quest'ultimo non fosse molto diverso su quel fronte. Le difficoltà erano state tante, ma alla fine eccoli lì, insieme da cinque anni, e con l'intenzione di festeggiare tanti altri anniversari, insieme e innamorati...

Si apprestò togliere le lenzuola, sporche del sudore e della passione che lo avevano travolto anche quella notte. C'era differenza, da qualche tempo a quella parte, in quel rituale, una differenza che mai avrebbe immaginato fino a quella sera...

Era comodamente seduto sul divanetto bordeaux del privé, nella discoteca -la famosa Belial Gore- che i suoi amici avevano prenotato per festeggiare il suo trentennio di vita. In mano il quarto Martini e lo sguardo volto alla pista da ballo, occupata dai alcuni dei componenti della sua comitiva, dove si trovava anche quel ragazzo che tanto aveva attirato la sua attenzione. Era un moretto e con quel giacchetto -nelle luci stroboscopiche di quel luogo, notò che fosse di un bel rosso fuoco, aperto sul davanti a mostrare la maglia bianca e con sopra delle strisce in pendant col giacchetto e i pantaloni, di un verde scuro, abbinati agli stivali neri- doveva dire che non era male.
Non sapeva ballare, lo dimostrava il fatto che non andasse a tempo con la musica rock -Strike back, dei Rock City Boys, gruppo che lui stesso seguiva da quando era diventato famoso vincendo un talent show un paio d'anni prima- suonata in quel momento, ma evidentemente non gli importava, dato che continuava a ballare senza preoccuparsi di qualche sguardo di troppo. Sguardi che a lui stesso davano fastidio...
Un altro sorso, con cui svuotò definitivamente il bicchiere, senza staccargli gli occhi di dosso, e la mente immaginò diversi scenari in cui avvicinarlo, mentre le note cambiavano ormai ritmo, trasformandosi in un brano pop meno movimentato, che fece fermare il moro, il quale si diresse verso il bancone.
E così, senza persarci troppo si alzò, ignorando bellamente l'amica bionda -non che Rebecca se ne curasse, impegnata com'era a scolarsi il quinto Gin Tonic, incurante persino di Homura, che cercava di fermare quella sciagurata dal portare avanti la stramba gara di bevute, intrapresa, anche stavolta, con quell'altra scapestrata di Sister, che intanto era già al settimo bicchiere- e benché avesse l'imbarazzo della scelta a bevande sul tavolo, si diresse verso il bancone, e verso il suo vero obbiettivo...

"Un Martini!" dissero in coro, alzando il tono delle loro voci per farsi sentire dal barman, e il bel moretto si voltò, sorridendo o almeno così gli sembrò, incontrando il suo sguardo. "Bella serata eh?" iniziò a parlare il biondo, sedendosi sullo sgabello dopo che il barman -un ragazzo alto e scuro di capelli anche lui, ma non ci fece granché caso- si era allontanato di poco per preparare i cocktail. "Sì! Una bella serata! Ci si diverte proprio tanto..." sorrise ancora, costringendolo a concentrarsi sul suo volto anziché sul petto che si alzava e abbassava seguendo il fiatone. Pessima mossa, dato che solo in quel momento Weisz notò una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, che gli scatenò un fremito dritto al basso ventre. "Shiki, molto piacere!" ricambiò il sorriso, stringendo la mano che il ragazzo gli porgeva e -quando gliel'aveva porta? Si era accorto di come lo stava fissando? E perché si stava facendo tutte queste domande?- "Weisz, piacere mio!" e quello sfiorarsi gli diede un'ulteriore scossa proprio lì, alla pancia, dove c'era quel... quel qualcosa, quello che non sapeva come descrivere, ma che avrebbe voluto non finisse mai perché gli stava dando un calore dentro. Un calore tutto fuorché spiacevole.

"Ti piace ballare?" perché era così locuace? Non gli era mai capitato di interessarsi così tanto a qualcuno, non tanto da domandare cose che non fossero il solito "da te o da me?" prima di uscire dal locale e portare l'avventore del momento a casa sua, facendo poi ... beh ... non serviva molta fantasia per sapere cosa succedesse dopo ...

"Si, anche se non sono molto capace..." era appena arrossito? Doveva essere un ragazzetto di quelli che non cercavano avventure, e forse, ora che ci pensava, era pure già impegnato...
Io il mio ragazzo non lo lascerei venire in una discoteca da solo... lo accompagnerei giusto per evitare che qualcuno si interessi troppo a lui ... e se osassero mettergli gli occhi addosso anche solo per un istante io... io... pensò, con un travaso di bile non indifferente nello stomaco, nel riportare alla mente gli sguardi attirati dal ragazzo poco prima sulla pista. Accidenti a quei pensieri che proprio non volevano lasciarlo in pace! Tutta colpa dei Martini di prima senza dubbio...

"Beh, non sembrava importarti molto ahah..." si permise una risatina bonaria -in realtà quella sicurezza l'apprezzava molto. Non è facile andare avanti tra i giudizi della gente, a maggior ragione se gli si dà peso. Lo aveva imparato per bene, lui, negli anni- contagiando anche l'altro. "Infatti non m'importa. Non vivo per piacere agli altri. Mi interessa solo del giudizio di chi, per me, ha importanza..." e non lo diede a vedere, ma quella frase lo colpì non poco. Quanti anni poteva avere quel ragazzo? Forse una ventina o giù di lì...
Eppure era già così adulto, molto più di tanti che aveva incontrato, più grandi anche di lui, ma che si comportavano peggio delle matricole liceali.
"Neanche per la tua ragazza?" domandò d'impeto, e prima che potesse rendersi conto di ciò che aveva detto, il moro divenne d'improvviso serio, molto serio...
Aveva toccato un tasto dolente...
"Non posso avere interesse nell'opinione di qualcuno che non c'è, non credi?" ridacchiò l'altro, afferrando il bicchiere che il barman aveva lasciato sul balcone, e bevendone il contenuto in un solo sorso, stupendolo sì -non credeva fosse questo gran bevitore- ma di più per ciò che seguì. "Allora... a casa mia o a casa tua?" no, decisamente non gli era mai capitato un tipo così...

"Come?" non che non volesse... insomma, si era avvicinato per un motivo no?
In fondo, se quel moretto non lo avesse incuriosito non si sarebbe neanche alzato, tantomeno avrebbe tergiversato così a lungo. Ma quel ragazzino lo aveva completamente spiazzato con quella uscita...

"Andiamo... vuoi davvero farmi credere che ti sei avvicinato solo per prendere da bere?" gli sorrise indicandogli col pollice il privé dov'era seduto fino a pochi minuti prima, facendogli chiaramente capire che lo aveva notato ben prima che si avvicinasse al bancone, così come aveva notato anche la vasta scelta di bevande al tavolo, dove intanto Rebecca si era fermata solo per dare un bacio mozzafiato alla compagna dai capelli violetti, confusa dall'improvvisa mossa certo, ma non per questo meno intenzionata di lei a quel contatto, anzi...
In breve l'aria si fece bollente -e dovette complimentarsi mentalmente con le amiche- mentre le due continuavano incuranti di tutto. Anche del tifo fatto di fischi, applausi e incitazioni da parte di una Sister quasi del tutto partita, che intanto provava a togliersi il top dello stesso blu dei jeans a vita bassa che mettevano in mostra le curve mozzafiato dell'albina dai lunghi capelli. Era tenuta da Jinn, che aveva lasciato Laguna in mezzo alla posta per tornare da loro e fermare quell'ennesima gara di bevute. Sempre che si potesse ancora definire tale data la piega presa dalla situazione...
Sperava solo che nessuno avesse la malsana idea di avvicinarsi a loro, perché sarebbe stato messo k.o. da una Rebecca ubriaca. Oppure da una Homura molto gelosa.
Sinceramente non sapeva quale ipotesi fosse peggiore, dato che comunque lui e gli altri sarebbero finiti a cercare di calmarle dal malmenare mezzo locale, che più probabilmente li avrebbe cacciati fuori a calci. Di nuovo, e solo nel migliore dei casi...
Meglio non avere a che fare con Rebecca da ubriaca, e nemmeno con Sister che, da brava maestra di arti marziali, le aveva insegnato, tempo addietro, come spezzare qualche osso in poche mosse. Quelle due sapevano essere delle furie se si arrabbiavano da sobrie, da ubriache diventavano anche peggiori...
"Non dirmi che sei impegnato perché non ci credo. Quella lì..." disse riferito a una molto efuroca Sister, che si dimenava dalla presa dell'amico dai capelli verdi, imbarazzato e assolutamente deciso a evitare uno spogliarello lì davanti a tutti. E non che un certo ragazzo dalla capigliatura azzurra -che si era avvicinato mezzo sghignazzante con lo smartphone per filmare il tutto- si degnasse di dargli una mano eh...
"Non mi sembra proprio il tuo tipo..." disse ad alta voce, sovrastando la musica, che intanto era ritornata sulle note del rock.
"Da me!" rispose il biondo, di nuovo travolto da quello strano istinto di poco prima...

"Allora? Vogliamo stare a guardare o cambiamo queste benedette lenzuola?" gli posò il mento sulla spalla, alitandogli quella domanda dritta nell'orecchio, facendogli scendere un brivido lungo la schiena -grazie anche alle gocciolone d'acqua che cadevano dai capelli umidi di entrambi- la cui sensazione non svanì nemmeno quando il moro, a malincuore, si staccò da lui, attraversando la camera sui toni color crema dell'arredamento, avvicinandosi al letto. "Vuoi che ti aiuti?" disse di spalle, lasciando che il lenzuolo cadesse morbido sul parquet, in un leggero rumore di stoffa, insieme all'asciugamano che lo aveva coperto dalla vita in giù. E il ragazzo sentì molto bene su di sé lo sguardo, ancora più inscurito del solito grazie al desiderio che gli agitava le viscere, del biondo. Non fece molta fatica nel voltarsi e incrociare i loro occhi, così simili per colore e vogliosa passione che rispecchiavano, complice il pudore che era andato bellamente a farsi benedire, e da diverso tempo ormai...

Tutto era iniziato quella sera di appena due anni prima, quando un appena venticinquenne Shiki Granbell era entrato col suo coinquilino Michael in quella discoteca così alla moda, e solo per dimostrargli, e soprattutto dimostrarsi, che era in grado di viversi una serata senza film mentali di alcun tipo. Il ragazzo, alto e piuttosto magrolino, dai capelli rossi e gli occhi verdi, che lo aveva accompagnato glielo aveva detto di non provarci, ma egli non aveva voluto sentire ragioni.
Non era colpa sua, Michael glielo ribadiva sempre, se si legava a chiunque trovasse abbastanza carino e interessato a una notte bollente, rimandendoci male ogni volta che il tizio di turno lo rispediva nel loro piccolo bilocale di Castellan, un conosciuto quartiere abbastanza di quella stessa città -Norma era famosa per ospitare edifici molto signorili, oltre che vari locali allaoda, proprio come lo era la Belial Gore- dove poi lui si buttava sul letto sconsolato, cercando di farsi passare l'ennesima delusione...
Perché sì, Shiki Granbell era un tipo da più di una botta e via, e il suo vecchio amico dai tempi del liceo sapeva che quella era una pessima idea. Ci sarebbe rimasto di nuovo sotto, e aveva deciso di accompagnarlo per tentare di farlo ragionare, o almeno evitargli di ubriacarsi, come quello sciagurato stava facendo per darsi coraggio. Lo aveva visto scolarsi diversi drink, per poi buttarsi in pista, e ne perse le tracce in mezzo alla folla, continuando a cercarlo senza successo alcuno...

Si era accorto di avere due iridi nere come la pece puntate addosso, e aveva provato a concentrarsi sul ballo scoordinato che stava eseguendo su quelle note rock che a lui piacevano tanto più per non caderne vittima. Non troppo presto almeno. Non di nuovo...
Una volta finita la canzone poi, quando le note si erano spostate verso un ritmo pop, aveva deciso di andare a rinfrescarsi, anche perché sentiva la gola secca, un po' per la stanchezza, un po' per quello sguardo che ancora sentiva su di lui, che aveva ricambiato pochissime volte, approfittando di qualche distrazione -erano poche- del biondino seduto sul divanetto bordeaux del privè. Lo stesso che lo aveva seguito nonostante avesse l'imbarazzo della scelta sul tavolo di fronte a lui.
"Un Martini!" aveva una voce virile, molto sensuale. Non era solo bello dunque...
Sì, lo aveva notato avvolto in quello strano outfit: Una camicia nera fuori dai pantaloni gessati, sbottonata per i primi tre bottoncini, lasciando scoperta una porzione di petto, e una giacca, nera anche quella, ma dalla trama a tinta unita, diversa da pantaloni e camicia. Certo era che i completi non facevano per lui, eppure il fisico, abbastanza muscoloso -da vero modello avrebbe detto- gli permetteva quell'accozzaglia di vestiti. Il risultato era quel gran bel fusto biondo, che definire tale era poco, ma forse non c'erano parole per descriverlo a dovere...
Si erano messi a parlare, e lui sarebbe stato anche felice di conversare un po' prima di concludere, ma quella era la sua serata. Quella volta lo Shiki amichevole che era sempre stato in quei momenti era bandito categoricamente da quella discoteca!

Non era il tipo che prendeva molto in considerazione l'opinione che gli altri avevano di lui, quello era vero. Ma esiste, come si suol dire, la classica eccezione che conferma la regola. E la sua eccezione quella volta aveva i capelli biondi, gli occhi neri e se ne stava seduto sullo sgabello affianco al suo.
Quel tipo aveva davvero creduto che avesse una fidanzata? Che sciocchezza! Gli aveva già risposto, e per i suoi gusti -o semplicemente per quelli dei diversi cocktail ingeriti- aveva aspettato anche troppo. Dopo aver svuotato il bicchiere portogli dal barman, aveva finalmente dato voce a quel pensiero, per lui tanto difficile da dire senza un'adeguata quantità d'alcol in corpo. "Allora... a casa mia o a casa tua?"
Sì, forse sarebbe stata l'ennesima notte di sesso senza significato, ma non sarebbe stato lui quello a rimanerci scottato. Non stavolta...

Non credeva fosse accompagnato, se fossero stati lì insieme non lo avrebbe mai lasciato alzarsi per andare da un altro -perché no, di certo non si era alzato per bere. Con questo pensiero scacciò quello del suo solito io, quello che ci finiva male tutte le volte per dar retta a quella che pretendeva di non essere solo una valvola di sfogo fisica, e che aveva già provato a prendere il sopravvento con quel leggero rossore di poco prima- probabilmente il biondino neanche lo avrebbe guardato se fosse stato impegnato in qualche modo. Almeno lo sperava, sarebbe stato un gran mascalzone altrimenti...

"Da me!" gli aveva risposto senza guardare neanche il suo di Martini, rimasto sul bancone di legno scuro, regalandogli un bel sorriso, accompagnato da un secco 'se la caveranno non preoccuparti!' alla domanda di Shiki se volesse avvertire i suoi amici che andava via. Al moro invece bastò un semplice messaggio a Michael, in cui gli diceva di non aspettarlo e di tornare a casa se voleva. Lui, quella notte, sapeva già dove e come passarla...

"C'è bisogno di chiederlo?" ghignò, smettendo di sfregarsi l'asciugamano tra i capelli biondi, facendolo scivolare a terra, lì, a far compagnìa al lenzuolo e l'asciugamano del moro, dove poi arrivò anche quello che gli copriva la vita...
Lo raggiunse sul letto, dove il compagno lo aspettava, con gli occhi, carichi come i suoi, di quel desiderio mai mutato nel tempo. Quello stesso desiderio che li aveva travolti quella sera, stupendoli entrambi, anche il mattino successivo...

"Non sono quello che pensi ok?"
Aveva esordito il moretto, quando se lo era ritrovato nel letto, sotto le sue stesse lenzuola, che era riuscito a malapena a rinfilatsi i boxer per evitare di dormire completamente nudo -come invece aveva fatto Weisz che, dopo quello che avevano fatto ore prima, non ne vedeva l'utilità- e il biondo, sentendolo parlare così, si era subito messo in allarme. Che voleva dire?

"Non sono uno che cerca solo l'avventura... cioè sì... ma non sono il tipo pronto a lasciare casa tua la mattina dopo..." aveva detto dandogli le spalle muscolose, mentre Weisz -che cercava di ignorare il formicolìo che ancora gli albergava al basso ventre, cosa non facile con quei muscoli in bella vista- provava a comprendere dove volesse andare a parare. "Il punto è che io ieri volevo dimostrare di essere in grado di non legarmi così tanto anche solo dopo una notte di sesso..." in fondo era quello per cui si era avvicinato...
Una serata di sesso con quel ragazzo che lo aveva tanto incuriosito, nient'altro... no?
No...
La verità era ben altra. Una, tutt'altro che piccola, parte di lui stava accusando il colpo che gli aveva inferto il pensiero che, da bravo infame, gli suggeriva di essere stato solo una valvola di sfogo.
Non l'aveva mai provato, e l'ipotesi stessa di non vederlo mai più gli faceva... male... sì, male... Etanto anche...
Forse quel ragazzo rappresentava l'eccezione alla sua regola del non legarsi mai, e la cosa non lo infastidiva come aveva pensato per tanti anni...

"Nemmeno io sono quello che pensi..." lo fermò -non fisicamente, a quello ci aveva pensato da solo, bloccandosi in piedi accanto al letto, coi pantaloni ancora slacciati, a mostrare i boxer grigi sotto, e la maglia bianca e rossa tra le mani- facendo uscire quelle parole che aveva sempre creduto impossibili per lui e la sua vita libertina ma che, in quel momento, scivolavano fuori dalle labbra mezze impastate dal sonno come faceva acqua nel letto del proprio fiume. "Sì, in genere sono il tipo a cui una bella notte di sesso non dispiace... ma nessuno è mai rimasto a dormire da me Shiki... nessuno è mai rimasto abbastanza a lungo da svegliarsi la mattina dopo nel mio stesso letto..." e lo stava notando anche lui stesso, per la prima volta.
Andavano sempre tutti via, a tarda notte, e il massimo che faceva era chiamare un taxi. A entrambi andava bene e Weisz non aveva mai avuto sensi di colpa al riguardo.
Ma Shiki era lì, non aveva mai pensato un solo minuto, dopo le ore passate insieme, di chiamare quel taxi. Nemmeno adesso che se lo ritrovava davanti pronto ad andarsene ci pensava minimamente a mandarlo via.
"Ti va un caffè?" erano le sette o giù di lì, il suo stomaco chiedeva disperatamente cibo, possibilmente qualcosa di più dell'alcol ingerito la sera prima, ed era abbastanza certo di non essere l'unico...

Forse era solo un'illusione, forse la storia dell'eccezione alla regola era solo una cavolata, e tutto sarebbe finito presto, ma al biondo non importava. E sperava che a Shiki importasse poco quanto a lui, perché quel caffè insieme lo voleva davvero...

E a quel caffè ne erano seguiti molto altri, ai quali si erano poi aggiunte le uscite, prima da soli e poi con gli amici, e una relazione sempre più stabile, dentro ma soprattutto fuori dal letto, fino ad arrivare a quella convivenza -Micael era un bravo ragazzo, ma Weisz si era scoperto immensamente geloso con Shiki, facendogli fare il passo decisivo- la cui proposta era arrivata appena dopo un anno...

"Hai intenzione di passare la domenica così? Perché a me va più che bene..." rise sfacciato il moro, facendolo ghignare di rimando. Quel ghigno che, Shiki lo sapeva meglio di chiunque altro, era solo l'inizio di un programma che per loro rappresentava, da ben due anni, quell'eccezione divenuta la quotidianità più bella che potesse esistere...



[6670 parole]



Angolo autrice.
Beh, che dire? Da brava idiota sono in ritardo per la Steinbell week, giunta all'ultimo giorno proprio oggi, ma con una storia su cui mi sono bloccata più volte, e che doveva seguire (fino a un certo punto, perché poi se ne è andata un po' per i cavoli suoi😅) il prompt per il 9 Aprile, desire, ma che, come si è visto, ho sforato tantissimo😑
Coooomunque, si dice che non tutti i mali vengano per nuocere, e quindi ne approfitto per festeggiare questo 10 Aprile, data del rilascio ufficiale del primo episodio dell'anime di Edens Zero, con questa fic❤️
Direi che non ho altro da aggiungere, e quindi grazie per aver letto, e alla prossima!
Ciao❤️
   
 
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