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Autore: Stilesinskii    11/04/2021    0 recensioni
Lykosdale è una cittadina come tante altre od almeno in apparenza e Khalil lo scoprirà a sue spese.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il sole caldo di Agosto baciava tutta Lykosdale, una cittadina di appena seimila abitanti situata a nord della California. Era un posto tranquillo, senza troppi guai, in città si conoscevano praticamente tutti, le voci giravano più in fretta delle ruote di un treno, il panorama era mozzafiato, da una parte il mare si estendeva per migliaia di metri e dall'altro c'era un fitto bosco con alberi forse più vecchi di Lykosdale stessa. 《Buonasera gentili telespettatori, oggi parleremo della grande crescita nelle scomparse negli ultimi mesi, pare infatti che da Giugno la tranquillità in città si sia spezzata, dal quindicesimo giorno di quel mese sono scomparse almeno tre persone a settimana e non si erano mai registrati numeri del genere qui a Lykosdale!》Il giornalista si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi continuò 《C'è già chi parla di alieni, ufo che vengono durante la notte per prelevare i nostri concittadini e farme chissà che cosa... Bagianate a parer di molti, non ci sono piste per ora, ma le persone che hanno visto per l'ultima volta queste vittime hanno sempre parlato del bosco! Cosa si nasconde tra quegli alberi? Vi terremo aggiornati. Ora la linea passa al meteo! Dicci Fred, questo caldo ci acc-》 il televisore si spense evidenziando quanto le strade della cittadina fossero silenziose ormai da un po' di tempo, era un posto totalmente trasformato da ormai diversi mesi, tanti si erano trasferiti, altri preferivano barricarsi nella propria abitazione, altri ancora si rifiutavano persino di mandare i propri figli a scuola, ma per tante altre persone era solo un'esagerazione. La famiglia di Khalil pensava che la questione fosse preoccupante, ma che stando lontani dal bosco e non girando da soli non si sarebbe corso alcun rischio ed il ragazzo condivideva l'idea, ma tutta quella situazione non poteva che far riaffiorare qualcosa di terribile di quando aveva appena sette anni, era tanto che non ci pensava, aveva cercato di cancellare quei ricordi dalla sua mente eppure in quel momento riemerse tutto. Era da poco iniziata l'estate e la sua famiglia e quella del suo migliore amico erano andati nel bosco di Lykosdale nei pressi del fiume per fare una scampagnata, lo facevano spesso, i loro genitori si conoscevano dal liceo ed era una loro usanza da almeno trent'anni. Ricordava perfettamente l'odore del bosco, l'odore di erba umida, il rumore del fiume, il cinguettio degli uccelli e le risate allegre di tutte quelle persone. Tutta la giornata era stata perfetta, nessun intoppo almeno fino a quando, calata la sera, non iniziò a diluviare, pioveva talmente forte che le due famiglie decisero di andarsene senza recuperare la proprie cose, ma qualcosa andò storto. Mancava qualcuno. Elijah era sparito nel nulla, non si vedeva, tutti gridarono il suo nome per svariato tempo, ma nulla. Quando si era allontanato? Si guardavano intorno, ma non c'era traccia del bambino. Nei mesi successivi la polizia locale cercò notte e giorno quel bambino, ma senza alcun successo, l'unica cosa che riuscirono a trovare fu il suo orsacchiotto che lo accompagnava in ogni posto da quando era nato. Da quel giorno Khalil cambiò totalmente, era stato sempre un bambino solare, ma in quel bosco fu come se gli fosse stata strappata via una parte di sé. Per quel motivo lui e la sua famiglia si erano trasferiti altrove per diverso tempo, ma nulla cambiò veramente, non riuscirono mai a far uscire il figlio da quella bolla tenebrosa. Il padre lo vide sotto pensiero, stava praticamente fissando il vuoto da dieci minuti, "terra chiama Khalil" scherzò dando una pacca sulla spalla del figlio che scosse la testa e guardò con aria interrogativa l'uomo "Tutto ok? Non preoccuparti per queste cose, vedrai che qualunque cosa sia la risolveranno", il ragazzo storse il muso e si alzò senza dire nulla, raggiunse la sua camera al piano superiore e si sedette sul proprio letto lanciando una pallina da baseball contro il muro facendola rimbalzare e tornare a sé, lo faceva sempre quando si rinchiudeva nella sua bolla, non era un bell'ambiente a dirla tutta. "Come poteva un bambino sparire così nel nulla? Almeno un corpo, delle ossa, perché non era stato rinvenuto nulla se non quel pupazzo? Ed ora com'è possibile che tutte quelle persone sono sparite senza lasciar traccia? E se ci fosse dietro una persona? Magari la stessa di nove anni fa? E che senso ha far sparire quella gente? Dove la mette?" La sua testa era bombardata da domande eppure il suo volto era... Calmo? No, non calmo, era vuoto, non si riusciva a leggere nulla, zero. Erano passate ormai ore e Khalil si era addormentato per tutta la durata del pomeriggio fino ad ora di cena, venne svegliato da sua madre, ma lui borbottò che non aveva fame ed uscì in giardino, era sul retro della casa ed era circondato da una staccionata in legno per impedire ad animali selvatici di entrare e far casino, d'altra parte quella casa era situata all'entrata del bosco, non ideale per quel periodo. Il cielo era sereno ed esibiva ogni stella presente in esso, la luna era alta nel cielo al pieno delle sue potenzialità. Il giovane aveva sempre trovato conforto nel guardare quell'infinito e misterioso telo che sovrastava il mondo, in qualche modo prendeva ogni sua preoccupazione e la faceva a brandelli, almeno per quel lasso di tempo in cui veniva rapito. La sera l'unico rumore che si sentiva era quello dei grilli, se lo ascoltavi per troppo tempo ti sembrava di uscire di testa, ma quella volta gli animali sembravano agitati, stormi di uccelli avevano iniziato a partire dai numerosi alberi del bosco, si udivano passi di chissà quale bestia a destra ed a sinistra, sembrava come se dovesse arrivare un terremoto. Khalil si guardava intorno confuso, era come se di punto in bianco qualcosa lo avesse strattonato sulla terra. C'erano mille rumori diversi eppure uno risuonò più forte di tutti, si fece largo tra gli alberi, gli animali ed ogni casa di Lykosdale arrivando alle orecchie di ogni cittadino. Uno, due, tre, otto colpi di fucile echeggiarono ovunque e poi piombò il silenzio assoluto. Tutti i cittadini si riversarono sulle strade pieni di paura domandandosi chi stesse sparando a quell'ora della notte, ma soprattutto a chi, il più grande timore di tutti era che si trattasse delle persone scomparse nei mesi passati, era qualcosa più che plausibile secondo loro. La polizia locale fece rientrare tutti nelle proprie case mandarono delle pattuglie nel bosco, dovevamo capire cosa stava succedendo, dovevano scoprire quale mistero si nascondeva dietro a quei colpi di fucile che avevano svegliato tutta Lykosdale. Passò una buona mezz'ora prima che le pattuglie riuscissero a trovare qualcosa e quello che trovarono era tremendo: decine di lupi morti, stesi a terra, coperti di sangue. Non era di certo quello che i poliziotti si aspettavano di trovare e non capivano quale potesse essere il movente di tanta ferocia. Intanto a casa Hummel si erano riaddormentati tutti, tranne Khalil, la sua testa continuava a ripetere in loop il suono di quegli spari, i suoi occhi erano rimasti fissi sul soffitto della camera mentre un silenzio tombale avvolgeva il quartiere. Il ragazzo si alzò dal letto, si fermò in mezzo alla stanza per qualche secondo, non sapeva quello che stava facendo, era come se fosse sconnesso,  ma un rumore proveniente dal giardino attirò la sua attenzione e di fretta si affacciò dalla finestra che aveva lasciato spalancata per via del caldo. La staccionata era stata sfondata, Khalil era quasi certo che fosse stata qualche bestia ancora in fuga dal trambusto di prima, ma la cosa che non gli piacque erano le impronte che partivano dalla staccionata stessa ed entravano in giardino. Prese la mazza da baseball che aveva sotto il letto  e si diresse in giardino cercando di non svegliare i genitori. La casa era abbastanza vecchia e le scale scricchiolavano ad ogni passo che il giovane muoveva, ma con tutta l'adrenalina che aveva in quel momento neanche ci stava facendo caso. Uscì lentamente dalla porta sul retro, diede un'occhiata veloce alla parte rotta della staccionata e poi osservò le impronte sul terreno umido, a mezzanotte erano partiti gli irrigatori automatici ed avevano reso il prato fangoso. Seguì con lo sguardo la scia che la bestia che era entrata aveva lasciato dietro di sé, l'aria era pesante, e le mani di Khalil tremavano come foglie, ma la presa sulla mazza da baseball era salda. Le impronte portavano alla baracca dove suo padre teneva la maggior parte degli attrezzi per riparare l'auto, probabilmente a quell'animale sembrava un posto sicuro per ripararsi, non aveva tutti i torti. Il ragazzo fece passi silenziosi, ma rapidi e senza pensarci troppo spalancò la porta della baracca, inzialmente non notò nulla, poi vide qualcosa brillare in fondo, sotto ad un tavolo di legno tutto rigato, erano due occhi gialli e luminosi che lo guardavano senza distogliersi dalla figura mingherlina di Khalil. Lui subito accese la luce, quella singola lampadina che se ne stava a penzoloni nel bel mezzo di quella stanzetta illuminò appena la figura nascosta sotto al tavolo e rivelò l'identità di un lupo dagli occhi che parevano due stelle lontane e luminose di un intenso colore giallo.
   
 
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