Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: bimbarossa    11/04/2021    1 recensioni
Opinioni, pregiudizi, punti di vista, tutto ciò che passa per la mente di chi si imbatte in coloro che sono il futuro di Casa Stark.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Rickon Stark, Robb Stark, Sansa Stark
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il sole di quel giorno benedetto dal Guerriero pareva rimbalzare sulle ciocche della ragazzina, che mandavano baluginii di un chiaro rame brunito come un fuoco appena acceso, e che accostati mirabilmente al vestito verde indossato, risaltavano nella folla come un'unica stella nel cielo nero della notte più buia.

Accanto a lei c'era la septa, una bambina scura dal volto allungato e tetro riconoscibilissimo anch'esso, e un'altra ragazza dai tratti scoloriti, confondibili, dimenticabili.

Quest'ultima non resse mentre la Montagna Che Cavalca impartiva il suo tocco a Ser Hugh, quasi collassò davanti a tutti e dovette essere portata via dalla livida septa.

Con un sorta di personale compiacimento si avvide che le due Stark non avevano battuto ciglio davanti a quello spettacolino crudele, niente lacrime, strepiti o drammi.

Non si avvicinò subito, aspettò che la septa tornasse. Non si fidava, non si fidava di sé stesso in particolare.

Aveva impiegato anni a diventare Ditocorto, fin nella più piccola parte di lui, ma era bastato incontrare la copia di Cat, la figlia che lui e Cat avrebbero potuto avere, che Petyr Baelish, il povero ragazzino proveniente dalle Dita con sangue braavosiano nelle vene facesse capolino.

Si dovette toccare la spilla, l'usignolo che chiudeva la sua cappa e che temeva volasse via, che sparisse nel vento, per ricordare chi fosse e quanta strada avesse fatto da allora.

“Voi dovete essere le sue figlie.” Alla fine non aveva resistito. Da vicino la somiglianza della più grande era quasi dolorosa. “Hai i lineamenti dei Tully.”

“Sono Sansa Stark. Questa è mia sorella...”

“Arya Stark.”

La forza che mise nel pronunciare il cognome che possedeva quasi lo fece ridere.

Bambina cocciuta quest'altra tua figlia, mia dolce Cat. Ha il tuo temperamento sfacciato e irresistibile.

“Non si interrompe qualcuno che ti sta presentando, Arya,” abbaiò la septa inflessibile.“Dolci fanciulle, questi è lord Petyr Baelish, membro del Concilio ristretto del Re.”

“E un tempo vostra madre era la mia regina di bellezza.”

L'usignolo dentro di lui aveva smesso di cantare la melodia del freddo gioco del trono, ora ne cantava un'altra più dolce, più malinconica, ma altrettanto potente e spietata.

Quietamente, senza spaventarla o urtare l'arcigna septa, le accarezzò velocemente una ciocca di capelli, quelli che sua madre le aveva dato tramite il sangue che le scorreva nelle vene, e se ne andò senza aggiungere altro.

La figlia mia e di Cat se solo il destino avesse deciso altrimenti.

Figlia mia e di Cat.

Figlia mia.

Mia.

Aveva progettato un piano. Anni e anni per curare ogni dettaglio. E come tutti i piani arrivava sempre un imprevisto imponderabile.

Ma non importava, anzi. Sansa Stark era appena diventata la pedina fondamentale e più preziosa del grande gioco, e quando l'avrebbe avuta avrebbe potuto, finalmente, accettare di aver perso Cat.

L'usignolo tacque, e quello che rimase fu solo il silenzio pericoloso di un gigante.

 

  
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