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Autore: Vickk36_    12/04/2021    1 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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In quel pomeriggio, in una stanza illuminata soltanto dalla leggera luce della lampadina che entrava in contrasto con quella rimasta fuori, la quale entrava nelle finestre dell'ufficio del professore elegantemente e che trasmetteva una certa tranquillità che Gemma si sforzava di avere invano, c'erano soltanto Il professore e la sua alunna. Il professore parlava con una certa autorità che di certo tutto fece tranne che passare inosservata a Gemma, la quale era rapita dal tono di voce della persona che si trovava davanti a lei. Ancora stentava a credere di aver accettato di ricevere lezioni private da una persona che fino ad allora non sopportava ma che in quel momento, si era ritrovata a porsi delle domande e così si era distratta, persa tra i tanti pensieri che le ronzavano in testa a causa di un'insolita confusione. Già, la confusione non faceva parte della personalità di Gemma ma forse nemmeno lei conosceva più se stessa. 

 

Guardò con una certa intensità le labbra di Riccardo Esposito, si concentrò difatti con attenzione nei suoi minimi particolari: le sue labbra erano a dir poco carnose e della giusta dimensione, la mascella era contratta e le sopracciglia erano più aggrottate del solito, sicuramente a causa della tanta concentrazione che egli stava applicando. 

Certo, aveva già una certa età che dimostrava ma allo stesso tempo che non rendeva in quanto nella sua vita Gemma non aveva mai conosciuto un uomo così enigmatico e attraente per la venera età di quasi  quarant'anni.

La giovane ragazza si mordeva la penna tra i denti, presa da un improvviso momento di eccitazione nel vedere solo il suo professore spiegarle cose che dovrebbero essere nel suo interesse ma che in quel momento non lo erano, in quanto nella testa aveva ben altro.

 

"Signorina va tutto bene?"

Improvvisamente, Gemma fu costretta a ritornare alla realtà. Realtà in cui non voleva tornare, voleva restare persa in quei pensieri impuri. Impuri perché non poteva e non doveva permettersi di pensare al suo professore in quanto tale.

"C-cosa? Si certo!" Disse Gemma schiarendosi la voce, con una punta d'imbarazzo nella lingua. Il professore la stava guardando -o meglio scrutando- con aria interrogativa e Gemma, cercando di sembrare più innocente possibile, accennò un sorriso di circostanza e si passò le mani tra i capelli nervosamente. 

"Bene...allora mi ripeta quanto detto" disse il professore allentandosi il nodo della cravatta e rilassandosi nella sedia sulla quale era seduto, mentre continuava a sostenere il suo solito sguardo intenso alla sua studentessa.

 

Gemma, chiaramente in difficoltà, sgranò per un attimo gli occhi e si morse il labbro inferiore nella speranza che avrebbe ben presto trovato una soluzione. 

"Si ehm...stavamo parlando dell'osteoporosi...uhm no mi scusi, dell'artrite reumatoide..." affermò Gemma, indecisa su entrambe le risposte poiché non aveva idea dell'argomento di cui il professore stesse parlando. 

"Nessuna delle due signorina...stavamo parlando dell'ernia del disco, per favore stia più attenta" Disse il professore leggermente infastidito dalla disattenzione di Gemma. Lui era poco tollerabile riguardo a tali comportamenti ma poteva biasimare per una volta la ragazza purché non si sarebbe ripetuto un'altra volta.

"Certo...mi perdoni" 

Come se non bastasse, Riccardo Esposito fece un'altra cosa che seppur normale, per Gemma risultava sensuale e si chiedeva se lui lo stesse facendo apposta per farla impazzire così tanto da farla agitare sulla stessa sedia: egli si era lentamente sbottonato i primi due bottoni della camicia di lino azzurra che abbinata ai suoi occhi del medesimo colore, gli donava fin troppo. 

 

"Per oggi basta così signorina, è tardi e credo che lei abbia bisogno di riposarsi" 

Il professore rilasciò un sospiro dovuto al fatto che Ia stanchezza era ben visibile nel suo viso  al contrario di Gemma, la quale aveva iniziato a sentire una vampata di calore in tutte le parti del corpo e si sentiva tutt'altro che stanca, aveva più che altro l’adrenalina che le scorreva nelle vene. Sperava che, sebbene Riccardo Esposito avesse la fortuna di avere un grande intuito -motivo per cui faceva il medico- non se ne fosse accorto ma Gemma pensò che lui dovesse essere proprio allo stremo delle forze per una cosa così palese. 

 

"Venga, l'accompagno alla porta..." affermò lui, mentre si alzava con la su solita classe, che lo metteva ancor di più in evidenza, dalla sua sedia con altrettanta finezza. Gemma a quel punto si alzò ed ebbe una gran voglia di uscire da quella stanza che in poco tempo, era riuscita a farle cambiare atteggiamento. Forse si era dimostrata troppo debole e consenziente agli occhi di Riccardo Esposito in quanto fino ad allora si era rivolto a lui con un tono abbastanza tagliente fino a farsi odiare anche se, nemmeno il professore era da meno. Quest’ultimo infatti, sembrava aver abbandonato il suo modo di fare assai scurrile nei confronti della giovane studentessa per lasciare spazio ad un professore disponibile e con una pazienza che metteva a suo agio la ragazza.

"La ringrazio professore per la lezione di oggi...le auguro una buona serata" disse Gemma, scossa dall'improvvisa vicinanza con il suo professore.

"Anche a lei, ci vediamo domani per il tirocinio" 

Gemma annuì sebbene dentro di lei c'erano troppe emozioni: confusione, indecisione e al contempo voglia di scoprire qualcosa di più riguardo questa situazione. A Gemma, infatti, le era sempre piaciuto il pericolo e tutto ciò che ne riguardasse e sicuramente lei e il suo professore, sebbene non fosse successo nulla di così sconvolgente, facevano parte di quel gioco malato. Perché il proibito potrebbe portare gioia ma allo stesso tempo, come succede nella maggior parte dei casi, porta a qualcosa di tossico e di inavvicinabile. Ma per Gemma, un conto era pensarlo nella sua mente e un altro era viverlo in carne ed ossa, insomma in tutti i modi possibili. 

 

Ella aveva messo un piede fuori dall'ufficio del professore che quest'ultimo la richiamò: "ah e signorina...non si dimentichi di arrivare puntuale e soprattutto di essere attenta durante le mie lezioni, non sarò tollerante a comportamenti del genere una seconda volta" le disse, senza aspettare una risposta dalla ragazza che le chiuse la porta in faccia e lei, a dir poco sconvolta, alzò le mani e imprecò mentalmente.

 

"Ma tu guarda questo! Si permette pure di chiudermi la porta in faccia!"

 

Per pochi minuti Gemma rimase a fissare di nuovo la porta di Riccardo Esposito e un moto di rabbia l’avvalse, presa dal momento così strano, in cui la tensione quasi si poteva trasformare da qualcosa di astratto a qualcosa di concreto. 

A farla smuovere da quel momento in cui era praticamente paralizzata come una statua, era il suo telefono che squillava incessantemente, cosa che la fece innervosire ancora di più: "pronto!" Disse al telefono.

Dall'altro capo del telefono invece si trovava Chiara, la quale poteva avvertire l'irascibilità della sua amica.

"Ehi Gigi! Dal tuo tono di voce vedo che non sei tanto felice!" Disse Chiara con la sua solita allegria e calma che Gemma tanto invidiava, in senso buono.

Quest'ultima alzò gli occhi al cielo e si massaggiò le tempie con le dita, prima di prendere un respiro profondo e cercare in questo modo di dare un freno al nervosismo improvviso.

"Lasciamo perdere! Ci possiamo vedere?" Chiese la ragazza alla sua migliore amica, la quale non esitò ad accettare l'invito che la colpì piacevolmente in quanto raramente le due avevano l'occasione di vedersi anche la sera. Tra università e gli esami che avrebbero dovuto dare a breve entrambe non c'era quasi mai spazio per un po' di sano è giusto divertimento.

"Porto con me un amico di cui ti avevo già parlato, così vi conoscete!" Gemma udì appena due parole non belle uscire dalla bocca di Chiara prima di riattaccarle il telefono e ridere di sottecchi.

Aveva bisogno di svagare la sua mente e di non pensare a Riccardo Esposito e l'unico modo per poterlo fare era starci lontano non solo dal professore ma anche e sopratutto dai suoi genitori, che cercava di evitare il più possibile,  e provare a stare più tempo con i suoi amici: Chiara e Luca.

 

Gemma infatti,  chiamò subito quest'ultimo appena chiuse la chiamata con Chiara e gli propose la sua splendida idea: "Luca, ti vorrei fare conoscere una persona con la quale penso che andrete d'accordo".

Infondo era la verità,  Gemma notava che tra Luca e Chiara c'erano molte concordanze nel loro modo di pensare e di fare, era come se quando parlava con Chiara vedeva al contempo Luca e viceversa. 

"Ma di chi stai parlando Gemma? E poi com'è andata con Esposito?" Chiese Luca stranito dalla particolare euforia che Gemma riusciva a trasmettergli con il suo genuino sorriso del quale era quasi "innamorato". Purtroppo, codesto sorriso non durò tanto in quanto, quando Luca fece il nome della persona di cui Gemma era assai preoccupata -in tutti i sensi- maledì mentalmente Luca poiché non poteva permettersi di farlo a voce, non voleva parlare di lui.

"Esposito passa in secondo piano...per quanto riguarda la prima domanda, vediamoci all'ingresso dell'Università" disse Gemma, affrettando il passo verso l'uscita della sua università.

"Ma Gemma cos-"

Anche con Luca, Gemma riattaccò il telefono. Voleva rendere l'incontro tra Chiara e lui quasi importante perché probabilmente, almeno lei lo sperava, potevano diventare un ottimo trio. Leonardo ne faceva parte ma visto il suo comportamento, Luca era un ottimo sostituto in senso buono, chiaramente.

 

***

"Mi spieghi dove stiamo andando cortesemente?" Chiese Luca, cercando di capire cosa avesse in testa la sua migliore amica. 

"Quante domande! Ora vedrai...siamo quasi arrivati!" Esclamò Gemma. Naturalmente, quest’ultima conosceva la strada per andare a casa di Chiara meglio di qualsiasi altra cosa perciò le era impossibile sbagliare e appena ella si accorse che erano giunti a destinazione,  si girò verso Luca e gli sorrise.

“Siamo arrivati, scendi!” Lo incitò Gemma. Luca, non ancora perfettamente convinto, esitò a scendere dalla macchina di Gemma ma dopo tanti tentennamenti si convinse, manipolato ancora una volta da quella giovane e ribelle ragazza.

Entrambi andarono verso il porto e la differenza in quei piccoli gesti si poteva ben notare: Gemma, era come se per lei fosse di routine andare in quella casa e per tale motivo si muoveva senza alcun disagio a differenza di Luca che la parola “imbarazzato” era troppo poco per descriverlo. 

“Stai tranquillo, magari un giorno mi ringrazierai ...” sussurò Gemma, aspettando pazientemente che la sua amica aprisse la porta di casa.

“Ho dei dubbi” disse Luca, con una voce così bassa che Gemma probabilmente non lo sentì, e il suo scopo era questo. 

 

Appena Chiara aprì la porta, gli occhi guardarono prima la sua migliore amica e poi l’altro ragazzo del quale non ne conosceva l’esistenza ma solo dopo comprese di chi si trattasse. Passò più volte lo sguardo da Luca, ma sopratutto, alla sua migliore amica: la guardava con aria interrogativa e quasi arrabbiata, anche se far arrabbiare Chiara era molto difficile sopratutto quando si trattava della sua migliore amica.

Quest’ultima le toccò un gomito per invitarla a comunicare con Luca, il quale non riusciva a decifrare gli sguardi che Gemma e Chiara si passavano e questo, gli rendeva le cose ancora più complicate di quanto già non lo fossero.

“Sono Chiara, piacere”

Finalmente, come era più semplice intuire in quanto la timidezza di Luca non avrebbe sicuramente fatto il primo passo, fu Chiara a rompere il ghiaccio per prima e questo fu un sollievo per Luca.

“Luca, piacere mio”

Il ragazzo allungò la mano, ancora esitante, che Chiara strinse in modo incoraggiante poiché notava che lui era un tipo molto riservato e introverso.

“Gemma mi ha parlato di te...prego entrate”  

Luca scambiò uno sguardo con Gemma per accusarla di quello che aveva fatto e lei lo ricambiò fingendo di essere innocente quando in realtà era ovviamente l’opposto.

“Allora...frequenti medicina come Gemma, giusto?” Chiese Chiara per far felice la sua migliore amica, la quale la guardava come un’assassina.

“Si, siamo entrambi all’ultimo anno e tu invece che università frequenti?” Domandò questa volta Luca.

“Giurisprudenza, anche io sono al quinto anno...ho iniziato tardi sennò avrei già finito” disse Chiara con una punta di amarezza nella voce. Come tutt gli studenti universitari, anche lei voleva finire al più presto quegli anni e iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

“Perché non ci sediamo sul divano e ci conosciamo meglio? Prego accomodati...” propose Chiara, indicando il divano di pelle nero.

Luca annuì e fece come Chiara gli aveva proposto mentre Gemma, li guardava già con gli occhi a cuore.  Sapeva e credeva che la loro sarebbe stata una bella amicizia e che forse, quei due, così diversi caratterialmente da lei, avrebbero curato tutte le sue ferite e colmato i suoi vuoti perché come spesso si dice, gli amici sono come una vera e propria medicina: guariscono i danni altrui.

   
 
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