Ho contato attimi
come se mi avrebbe permesso
di memorizzarli
mentre piegavo le dita
come un bambino
Cercavo di afferarli
come se mi avrebbe impedito
di scivolare
mentre dispiegavo le braccia
come una falena
Improvvisarmi messia
ma invece di acqua in vino
avrei tramutato quegli attimi
in eternità
Eternità che avrei speso
ad inseguire l'invisibile
l'immensità, l'ignoto
Sarebbe bastata
per riempire l'universo intero
ma non il mio cuore avido
che ancora si consuma
ingurgitando sé stesso
Me li sento scivolare addosso
Attimi di eternità
che non mi servono più a nulla
quando accarezzare quel volto
e misurarne ogni centimetro
è più difficile che raggiungere
l'immensità, l'ignoto
E il mio cuore avido
ancora si contorce
mordendosi.