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Autore: Fiore del deserto    16/04/2021    2 recensioni
A causa della sconfitta subita da Sarah diversi anni prima, il regno di Jareth rischia di andare incontro ad un pericoloso scioglimento di alleanze con il famigerato regno di Dullahan, dominato da un sovrano crudele e senza scrupoli. Quest'ultimo, tuttavia, è disposto a chiudere un occhio se Jareth sposerà la principessa Laryna, figlia del re di Dullahan. Non esattamente una storia romantica, Sarah si vedrà coinvolta nuovamente ad affrontare un' altra avventura nell'Underground... senza non incorrere in diversi pericoli.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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UNDERGROUND
 
Mentre Sarah si appresta a raccogliere il libro calpestato rabbiosamente da Laryna, cercando come può di restituirgli un aspetto decente, la sentenza enunciata da re Algol “risvegliano” la figlia, la quale si rialza da terra e si allontana dal grembo della madre.
«Ma, papà, non puoi permetterlo.» esclama lei con gli occhi arrossati dal troppo pianto e con il viso dello stesso colore dovuta alla forte rabbia immatura «Sono tua figlia.»
«Credo proprio che tu non abbia ben capito la gravità di ciò che hai fatto.» è il durissimo rimprovero di Algol «Hai messo a soqquadro l’equilibrio del regno di Goblin solo per soddisfare le tue futili frivolezze, per giunta coadiuvata da un buono a nulla, codardo e incapace» guarda Onyx, lasciando ben intendere che si stia riferendo a lui, per poi fare altrettanto con Linaris «e da una vecchia irrancidita assetata di potere che hai persino nominato come tua dama di compagnia.» guarda nuovamente la figlia incrementando la durezza del rimprovero «Come hai fatto a non accorgerti di esserti circondata da due inetti che aspiravano solo all’influenza della tua corona? Una corona che non meriti per nessun motivo.» con queste parole, le afferra la corona dalla testa e la scaraventa al suolo.
Laryna spalanca gli occhi di fronte ad un simile spettacolo, come se avessero ucciso un suo caro di fronte ai suoi occhi. Balbetta qualcosa, ma il padre non la lascia parlare, non ha finito con lei.
«Taci!» tuona re Algol, mentre Lavandula abbraccia la figlia come per consolarla e chiamandola ripetutamente con appellativi smielati con voce lamentosa «Le tue parole hanno già causato troppi guai a questo regno. La tua superba vanità ti ha reso cieca di fronte ai principi morali che deve osservare una principessa e una regina. Una regina che, adesso, non voglio che tu sia mai. Né per il mio regno, né per quello di nessun’altro.» è irremovibile di fronte alle lacrime della figlia versate sulla spalla della madre.
«Oh, la mia povera Laryna. Oh, il mio tesoro.» sono le uniche cose che riesce a dire Lavandula, dando pubblicamente l’impressione di non capire nemmeno lei gli innumerevoli disguidi creati dalla figlia. Quale madre sana di mente, si domandano tutti, difenderebbe così una figlia? Ed è ben chiaro come Lavandula non sia affatto una buona madre.
Re Algol ha un’ultima sentenza.
«Laryna, ti ho cresciuta sperando di vederti un giorno nelle vesti di una sovrana potente, degna degli appartenenti del regno di Dullahan,» la voce si placa, ma mantiene la sua rigidità «ma la potenza non è sinonimo di arroganza, di crudeltà e di mancanza di rispetto. Così come essere una regina non voglia dire affatto credere di essere superiori agli altri, né di credere di fare tutto quello che vuoi. Vergonati!» ignorando la cascata di lacrime della figlia, Algol conclude «Riceverai la giusta punizione in modo che tu possa fare ammenda di tutto quello che hai combinato.» una breve pausa e si volta verso Jareth.
Dopo avergli rinnovato le scuse di un re, Algol ripete quanto gli aveva detto in precedenza.
«Re Jareth, non essere misericordioso con mia figlia. Hai tutto il diritto di processarla secondo le Antiche Leggi.» apre un palmo della mano davanti a lui «Prima, però, ti rendo ciò che ti è stato subdolamente tolto.» è chiaro che si stia riferendo all’immortalità.
Jareth annuisce e Sarah sta per sorridere, ben sapendo cosa stia per succedere. Non riesce a completare il sorriso, in quanto si accorge che Onyx si sia lanciato contro Algol per impedirgli di rendere Jareth nuovamente immortale.
Con la velocità di un fulmine e una prontezza da fare invidia ad ogni riflesso felino, Rastaban blocca letteralmente Onyx solo puntandogli contro il dito indice. Onyx è paralizzato, non riesce a muovere un solo muscolo.
«Ora basta.» sibila Rastaban, come per scontare tutti i suoi anni passati nel silenzio della sottomissione. A dimostrazione del suo cambiamento emotivo, il vecchio sidhe sfrutta la sua magia facendo nascere robusti fusti di rose, i quali percorrono gli arti inferiori e superiori di Onyx, intrecciandosi su di essi e, in particolar modo, sulle sue mani in modo da impedirgli di eseguire qualsiasi magia.
«Ma che...» Linaris è sconvolta tanto quanto Onyx nell’assistere ad una simile magia di Rastaban a lei – finora - sconosciuta, ma non perde la sua prepotenza «Che significa tutto questo? Libera subito tuo figlio, razza di infido smidollato!»
Chiamandolo “tuo figlio”, è palese come Linaris abbia nuovamente perduto il rispetto verso Onyx, visto che ne ha affibbiato la familiarità solo a Rastaban.
Quest’ultimo esegue un nuovo movimento con il dito indice e crea dal nulla un intreccio di fusti sulla mascella di Linaris che si espandono fino a coprirle le labbra, facendo sì che le tappino quella boccaccia avvelenata.
«Per tutti questi anni» asserisce Rastaban «hai schiacciato il mio dolore con la tua aridità.» la sua voce si placa, mentre Linaris non fa altro che dimenarsi nell’inutile tentativo di liberarsi dalla trappola floreale «Ti sarebbe bastato così poco per tirarmi su di morale. Mai che abbia sentito dire da te frasi semplici del tipo “come stai?”, “come va, oggi?”, “hai bisogno di qualcosa?”. Mai niente di tutto questo.»
Persino Sarah è sorpresa da un simile potere, mai avrebbe immaginato che un sidhe così mite potesse nascondere una sorpresa del genere. Saggiamente, crede che la natura buona di Rastaban gli abbia impedito di sfruttare una tale magia per viscidi scopi. L’unione con una moglie fredda, spietata e calcolatrice aveva contribuito all’arrendevolezza del povero sidhe, ma adesso proprio il povero sidhe mite sta avendo la sua occasione per riscattarsi.
Jareth non può fare altro che donargli uno sguardo pieno di fierezza nei suoi riguardi.
«È vergognoso!» ringhia re Algol contro Laryna riferendosi ad Onyx, lasciando perdere per un attimo Jareth «È per un vigliacco del genere che hai creato un questo trambusto? Per un vile che sa solo pavoneggiarsi con la corona di cui non gli spetta per nessun diritto, che trema come un moccioso e non sa spiccicare una parola davanti ad un re? Che cerca di attaccare alle spalle? Che misera figura.» non è chiaro se re Algol si stia riferendo alla figura fatta da Onyx, da Laryna o da entrambi. Le ulteriori lacrime di paonazza vergogna di Laryna versate ancora sulla spalla della mammina, confermano la seconda opzione.
Sarah e Jareth, dal canto loro, hanno avuto modo di conoscerne l’orgoglio smisurato e credono fermamente che Laryna sia preoccupata solo per sé stessa.
Re Algol ritorna a Jareth e, non avendo più nessun’altra preoccupazione, gli restituisce la tanto desiderata immortalità. Pochi attimi e il corpo di Jareth viene avvolto interamente da una luce dorata, cosparsa di polvere di stelle che piove su di lui con la leggerezza dei fiocchi di neve. Le ferite si rimarginano prestissimo e di loro non resta nemmeno una cicatrice. La luce dorata si acquieta ed è palese che re Algol abbia terminato il suo lavoro. Jareth è di nuovo un sidhe. Si sente rinato e in splendida forma, forte come un leone. Un fiume in piena. Il tutto sotto gli occhi felici di Sarah, dei suoi amici, di Rastaban e di tutti i sudditi di Goblin che non hanno mai voltato le spalle al loro vero re e anche sotto quelli adirati di Laryna, Linaris e Onyx, ormai più che certi di vedere tutti i loro sogni di gloria andati in fumo.
Come prova della forza ritrovata grazie al re di Dullahan, Jareth evoca una sfera. La lancia per aria in modo che possa atterrare su di sé come una bolla di sapone, ottenendo un abbigliamento degno di un sovrano.
Sarah lo aveva già visto una volta in quel modo. Quando indossava quel completo bianco, composto da una camicia dal lungo colletto di mussola sfrangiato e dalle maniche lunghe a sbuffo, la candida calzamaglia sotto gli stivali del medesimo colore aderenti sotto le ginocchia, assieme al lungo mantello che partiva con una composizione piumata sull’estremità superiore e terminava con uno strascico velato su quella inferiore, Sarah aveva incontrato Jareth durante la sua ultima tappa a Goblin prima dello scoccare delle tredici ore.
Le fa uno strano effetto rivederlo in quel modo.
«Un re che si rispetti, deve presentarsi con stile.» afferma Jareth beffardamente, lasciando intendere che oltre all’immortalità ha anche riacquistato il suo atteggiamento sarcastico.  
Tornando alla punizione che spetta ai tre traditori, Jareth mette da parte il suo sorrisetto ironico ed assume un comportamento serio. Troppo serio, quasi vendicativo. Guarda Rastaban come per chiedergli il permesso per un’azione che sta per compiere. Quando lo zio annuisce in senso di approvazione, Jareth si rivolge a re Algol.
«Come prima condanna,» esprime con solennità e con forte desiderio di rivalsa «esigo che la Duchessa Linaris, Lord Onyx e la Principessa Laryna siano privati di tutti i loro poteri. Come seconda condanna, a ricorrere da oggi, la Duchessa Linaris, Lord Onyx e la Principessa Laryna decadono dal loro titolo e in più, quest’ultima, non ha più alcun diritto su nessun trono.»
Re Algol si inchina dignitosamente davanti al re Jareth, ben intuendo che spetti a lui il compito di privare ai tre della loro natura magica. Mentre Linaris tenta di supplicare qualcosa invano, in quanto trattenuta dall’intreccio, Onyx non fa altro che piagnucolare come un ragazzino. Chiede umilmente pietà, perdendo tutta la sua rispettabilità.
«Jareth, ti prego, no. Cugino mio...» si lamenta lui, ma Jareth lo ignora freddamente.
Laryna, intanto, non fa che stringersi sempre di più a sua madre.
«No!» piagnucola Laryna contro Jareth «Tu non puoi...»
«Silenzio!» la zittisce il padre «Da oggi in poi, i tuoi capricci sono finiti.» e basta qualche secondo perché re Algol faccia apparire sui tre condannati una nube grigiastra. Una nube sottile, ma in grado di renderli deboli in un batter d’occhio. La loro natura magica si dissolve insieme alla nube.
Jareth non può fare a meno di sorridere maliziosamente.
«Dovreste essermi grati.» aggiunge il re di Goblin «In fin dei conti, non vi ho trasformati in umani. Del resto, voglio che la vostra vita sia eterna dato che finirete dritti nell’Oltrelanda e non esigo che vi perdiate un solo giorno della vostra vita laggiù.»
Con grande sorpresa di tutti quanti, Sarah si fa avanti.
«Jareth, aspetta.» lo ferma lei, ottenendo un sussulto collettivo «Non ti sembra che sia già abbastanza?»
Jareth cerca di andarle contro e continuare ad assecondare il proprio desiderio di vendetta, tuttavia riesce a farlo con contegno.
«Le Antiche Leggi parlano chiaro, Sarah.» le risponde «E tu lo sai.»
«Questo è vero.» continua lei con pacatezza «Ma non è anche vero che le leggi possono anche essere interpretate?» un borbottio generale invade la sala «Con questo, non intendo dire che le vostri leggi non debbano essere rispettate. Al contrario, sono fiduciosa che un re saggio saprebbe bene come interpretarle ed applicarle per mantenere la pace nel suo regno.» guarda re Algol, sua moglie Lavandula e Laryna, quest’ultima ancora abbracciata dalla madre «E quello degli altri.»
«Ma, Sarah...» Jareth prova a replicare.
«Jareth, tutti ti riconoscono come il vero re di Goblin.» Sarah non si arrende «Dimostra di esserlo e attieniti alle parole del re Algol: la potenza non è sinonimo di arroganza, di crudeltà e di mancanza di rispetto.» ripete esattamente le parole dettate dal re di Dullahan «Dai la prova a te stesso di aver imparato qualcosa di positivo di fronte alla tua triste esperienza. Dai la prova a tutti quanti, come re, che il male non si combatte con il male.»
Jareth rimane in silenzio per un po’ e si guarda intorno, incrociando lo sguardo dei suoi sudditi, degli abitanti di Dullahan, dei suoi sovrani, dei tre traditori, di Hoggle e degli altri, di suo zio Rastaban e finiscono per incontrarsi con quelli di Sarah. Gli occhi spaiati del sovrano del Labirinto sorridono insieme alle sue labbra. Sorride di fronte alla saggezza di Sarah.
«Una saggezza degna di una vera regina.» si complimenta re Algol, come se avesse letto nel pensiero di Jareth «Se fossi stata mia figlia, sarei stato molto orgoglioso di te.»
Laryna non può che abbassare la testa e divenire sempre più paonazza dall’umiliazione, davanti a quelle parole così screditanti.
Jareth riformula la sua terza e ultima sentenza.
«Io, Jareth, re di Goblin, privo Linaris e Onyx di Goblin e Laryna di Dullahan dei loro poteri, ma non della loro dignità.» non si accorge di aver ottenuto lo sguardo pieno di lode da parte di Sarah e di Rastaban «Per cui, ho deciso di non spedirvi nell’Oltrelanda. Tuttavia, i vostri errori devono andare incontro a delle conseguenze.» si gratta la testa come per pensare ad una possibile soluzione e, come se una lampadina illuminata gli sia apparsa sopra come nelle scene dei cartoni animati, alla fine Jareth riesce a farsi venire una bella idea.
  
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