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Autore: ballerina 89    20/04/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico
Capitolo 19

 
Pov Emma.

 Passai dall’essere seduta accanto alla mia amica ad essere travolta in un abbraccio collettivo in un battito di ciglia. Non riuscivo a capire cosa stesse realmente succedendo, tutti esultavano, tutti gridavano il mio nome ma io niente... ero come in stato di trance.
Avevo visto la classifica, avevo letto il mio nome comparire nella seconda posizione dell’intero tabellone ma non riuscivo a capacitarmi che tutto ciò potesse essere vero. Quante possibilità c’erano dopotutto che una ginnasta come me, con un grave infortunio alle spalle come il mio, potesse raggiungere una postazione così elevata in un campionato così importante come un mondiale? A mio avviso nessuna ma a quanto pare non era così e fu Killian a farmi prendere con mano la cosa il quale vedendomi totalmente spaesata mi prese per mano e mi allontanò da tutta quella folla impazzita per avere un confronto faccia a faccia con me. Solamente io e lui.

 
  • Innanzitutto respira prima che ti venga un coccolone! - disse sorridendo vedendomi ancora parecchio confusa e soprattutto agitata. - è tutto vero amore! Il tuo nome è lì, proprio lì - mi indicò il tabellone che ancora campeggiava davanti ai nostri occhi. - seconda posizione amore mio, non so se ci stiamo rendendo conto della cosa... seconda... argento! - specificò scuotendomi
  • Io... io non...
  • Sei dentro amore! Andrai alle olimpiadi! Andremo alle olimpiadi.... insieme, come ci eravamo promessi!
  • Mi... mi sembra un sogno, non... non - mi pizzicò - aiiiiii! - mi lamentai andando subito a massaggiarmi il punto dolorante.
  • Come hai appena notato non è un sogno! - continuava a guardarmi e a sorridermi. - è tutto vero amore... ce l’hai fatta!
Tornai a guardarmi attorno e piano piano presi sempre più consapevolezza di quella che era la realtà: io, Emma Swan avevo appena realizzato il mio sogno d’infanzia.... entrare nel circuito olimpico. Ancora un po’ incredula, sembrava seriamente di sognare, Iniziai a sorridere come un ebete, un sorriso che nel giro di poco si trasformò in una risata isterica per trasformarsi ancora successivamente in un pianto... Un pianto di felicità assoluta.
Mi buttai a terra a braccia aperte sotto lo sguardo di Killian e tutta la squadra, Harris e Regina compresi, che rimasero a fissarmi come fossi appena diventata matta.
  • sembri uscita di senno! - fu Killian a confermare quanto pensato.
  • Togli il sembra - aggiunse Regina che ormai si era avvicinata sorridendo fiera - allora: sei contenta???? - ma che domande.... ero contenta? Ero super contenta. Annuii, non avevo ancora molte forze per parlare e compiere frasi di senso compiuto e questo mio mutismo li fece ridere ancora di più considerata la mia solita parlantina.
  • mia cara Emma! - non appena sentii la voce di Harris giungermi alle orecchie scattai come una molla sull’attenti neanche fossi un membro dell’esercito. - sono fiero di te, non avevo dubbi sulla tua buona riuscita ma aspetta a perdere il lume della ragione, la giornata non è ancora finita. - non era ancora finita? Ma come???? Lo guardai non capendo. - Tieni... - mi consegnò una busta con al suo interno una bandiera americana... la nostra adorata bandiera. - questa è per la premiazione! - vero la premiazione.... ecco cosa stavo dimenticando. Era palese ormai.... non ci stavo più con la testa.
Lo abbracciai senza neanche rendermene conto, ormai abbracciavo chiunque mi andasse a tiro e lui senza opporre resistenza, era un uomo tutto d’un pezzo lui, ricambiò senza esitazione. Fu un lungo abbraccio, interrotto poi dalla voce del telecronista che invitava me e le altre due ragazze del podio a raggiungere l’area addetta alle premiazioni per poter organizzare le ultime cose per la cerimonia finale.
Quante premiazioni da podio avevo già fatto in tutta la mia carriera? Nonostante la mia giovane età tante, troppe forze... avevo perso il conto ormai ma mai premiazione fu più apprezzata di quella che stavo per ricevere; quella per me era senza ombra di dubbio la medaglia con il valore più alto e non solo per l’importanza della gara, era pur sempre un campionando del mondo, ma anche per tutto ciò che era accaduto in quegli ultimi quattro anni. senza ombra di dubbio quella era la medaglia della vita e lo sarebbe rimasta per sempre, anche se in un futuro ormai prossimo avessi ricevuto medaglie dal valore simbolico ancora più importanti.
Immersa in tutti questi pensieri consegnai la bandiera a chi di dovere e successivamente aspettai che il mio nome venisse annunciato.
Si parti dalla terza classificata, la ginnasta proveniente dalla Russia, poi fu il mio turno e dietro di me venne presentata la ginnasta che era stata il top in assoluto. Ci salutammo tutte e tre come fossimo grandi amiche da sempre, facemmo le tradizionali foto di rito, singole e di gruppo, dopodiché, a ritmo dell’inno nazionale della ginnasta vincitrice vedemmo innalzarsi le tre bandiere di nostra appartenenza nel bel mezzo del campo di gara. Per molti magari non fu nulla di che ma l’emozione che provai io credetemi fu indescrivibile. La bandiera della mia nazione campeggiava tra le tre migliori di tutto il mondo è anche se facevo fatica a crederlo il merito era mio! Anche dei miei coach certo, ci mancherebbe altro, ma in particolar modo mio! Quella bandiera portava il mio nome e proprio mentre la vedevo alzarsi maestosa nel cielo le feci una promessa: promisi di impegnarmi con tutte le mie forze per vederla brillare ancora una volta ma questa volta in un luogo speciale: sotto il cielo olimpico.
Ci sarei mai riuscita? Probabilmente no ma una cosa è certa: ci avrei provato fino alla fine. La vera Emma Swan era tornata, nulla più orami mi faceva paura.
Ricordo che quella sera andammo tutti a festeggiare, fidanzati e genitori compresi, in un ristorantino lì vicino poi, a termine serata, mentre tutti tornarono nelle loro rispettive stanze d’albergo io mi trattenni un pochino con Killian. Fu una serata meravigliosa, romantica al punto giusto nonostante non ci spingemmo oltre dei semplici baci, ma aimè finì subito... dopo un paio d’ore passate insieme sotto il chiaro di luna entrambi decidemmo di andare a dormire, il mattino seguente il volo di ritorno era fissato all’alba per cui era meglio riposare un po’.
 
Una volta tornati a casa riprendemmo immediatamente la nostra routine, Neanche il tempo di riprendersi psicologicamente dal jet-lag che eravamo già nuovamente tutti in palestra a studiare i nuovi programmi in vista della prossima sfida.
I programmi di squadra vennero studiati in ogni minimo dettaglio calcolando i punti di forza di ciascuna di noi, programmi duri e di precisione rispetto a quelli svolti in passato devo essere onesta ma mai difficili come quelli che presentarono a me per il mio individuale.
Se fino a quel momento avevo anche solo vagamente pensato che i programmi eseguiti durante il mondiale fossero di gran lunga i più difficili mai provati beh... direi che mi sbagliavo di grosso. I nuovi programmi che Harris e Regina mi porsero in osservazione erano di gran lunga più complicati dei precedenti, quasi impossibili da svolgere a mio parere.
Fu un lavoro a quattro mani mi confessarono, entrambi ci lavorarono su, e il risultato che ne uscì fuori fu una vera bomba ad orologeria. Un programma del genere avrebbe potuto o segnarti nella storia in maniera indelebile o cancellarti per sempre da essa.
Confrontai il tutto con Abby, con i suoi programmi, prima di dire qualsiasi cosa e come immaginavo già solo a me riservarono quel tipo di trattamento... con lei ci andarono decisamente più leggeri.
Vedere poi lei, la mia migliore amica, sbiancare alla sola lettura del mio programma e non proferire parola a riguardo non mi diede molta fiducia e lì per lì ero quasi propensa a parlare con Harris e Regina della cosa ma poi, pensandoci attentamente, non lo feci.
In fondo avevo ancora quattro mesi davanti a me per poter perfezionare il tutto, quattro mesi di duro lavoro per portare a casa il programma pensato appositamente per me. Decisi quindi di provarci, avrei impiegato tutta me stessa per riuscire a portare a casa tutto se poi non ci fossi riuscita... beh, di sicuro chi di dovere mi sarebbe venuto in contro e avrebbe modificato qualcosa per aiutarmi.
Parliamoci chiaramente, Regina in fondo è una perfezionista, non mi avrebbe mai portata ad una gara, un’olimpiade poi, con qualche laguna o qualche passo incerto, quindi dopo un tentennamento iniziale mi rilassai completamente ed iniziai il mio percorso. Come andò? Benissimo direi...
già dopo il primo mese presi atto che probabilmente di cambiare qualcosa neanche ce ne sarebbe stato bisogno. Tutto mi veniva abbastanza bene, volteggio a parte, li ci volle un serio e duro lavoro, per cui non potevo che essere soddisfatta e continuare a migliorare sempre di più.
Lavorammo talmente tanto, non facemmo altro credetemi, che quattro mesi volarono senza che ce ne rendessimo conto e in men che non si dica ci ritrovammo a quella che a tutti gli effetti era la vigilia della partenza. L’indomani saremmo partiti per Rio de Janeiro, si sarebbero svolte lì le olimpiadi, e l’emozione ormai iniziava a trasformarsi in ansia e paura. Ero terrorizzata ed euforica allo stesso tempo, alternavo momento di felicità estrema a momenti di nervosismo e pianto... sembravo posseduta dovete credermi ma mi consolai vedendo le mie compagne e i miei compagni della squadra maschile fare lo stesso.
Per quella sera, in via del tutto straordinaria ci fu concessa una serata libera per scaricare la tensione ma a patto di rispettare le regole principali: no alcol e no sesso. Regina mi guardò dritta negli occhi mentre ripeteva le regole, aveva paura che dopo l’ultimo mese di reclusione, il famoso ritiro, io e Killian avremmo potuto fare di testa nostra ma si sbagliava: certo, avremmo passato la serata insieme, era il minimo visto che erano trenta giorni che non lo vedevo di persona, ma saremmo stati in gruppo, con tutte e due le nostre rispettive squadre e non avremmo fatto nulla di stupido. Tenevamo entrambi alla gara che stavano per affrontare, nessuno dei due voleva farsi trovare impreparato o con meno forze.
Fu dura non saltarci addosso, soprattutto quando all’unisono decidemmo tutti di rilassarci andando al cinema a vedere un film. le luci soffuse non aiutavano di certo a spegnere la passione che ci divorava e neanche i nostri amici che ci lasciarono una fila di posti vuoti solo per noi, per farci stare soli soletti ci aiutarono a placare il desiderio ardente, ma alla fine, nonostante tutto, riuscimmo ugualmente a fare i bravi: ci limitammo solamente a qualche bacio un po’ più approfondito e qualche mano vagante scappata “furbamente” al nostro controllo di tanto in tanto.
Morale della favola uscii da quel cinema più frustrata di come ero entrata ma dovevo farmene una ragione... per una volta dovevo mettere davanti a me le mie priorità.
Anche Killian uscì dal cinema un po’ scosso ma a differenza mia la sua espressione lo urlava a gran voce e i suoi amici non persero tempo a prenderci in giro.
  • Ad un certo punto ho avuto paura di sentire dei rumori poco piacevoli - disse uno di loro - ma lo avete visto il film? O lo avete fatto voi un film? - rise
  • Certo che lo abbiamo visto idiota! Non sono mica così depravato da farlo in pubblico.
  • Depravato forse no ma disperato si amico mio! Ti si legge in faccia credimi. A dire il vero ti si legge anche nei pantaloni - rise
  • Non temere... - fu Sam ad intervenire - Avranno tutto il tempo del mondo ora che partiamo!
  • Aiuto! Si salvi chi può! - commentò il primo che aveva iniziato il discorso.
  • Certo che siete imbecilli... non possiamo lo sapete! - fu il turno di Killian.
  • Si sì.... tra il non potere e il volere c’è un abisso però. Conoscendoti vi do tempo tre giorni al massimo - Sam era sempre il solito
  • Tre giorni???? - rispose il primo che aveva preso parola - quei due domani sera si chiudono in una stanza e altro che terremoto... suonerà l’allarme per farci evacuare all’istante l’edificio ve lo dico io
  • Ma come siete cretini! - disse Killian mentre io ero ormai diventata un tutt’uno con la mia maglia bordeaux, non mi piaceva essere al centro dell’attenzione per queste cose - dobbiamo pensare ad una gara vi ricordo. Chissà però, dopo le gare.... - mi fece l’occhiolino.
  • Iniziamo a cercarci una stanza alternativa ragazzi che questo ci caccia l’ultima sera. - tornarono i suoi amici a prenderci in giro ma fortunatamente fini li perché chiacchierando chiacchierando arrivano davanti i nostri rispettivi alloggi.
L’indomani arrivò preso, dormimmo si e no quattro ore, e subito dopo una lunga e abbondante colazione eccoci in marcia verso l’aeroporto. Con gran stupore di tutti noi ad attenderci prima di imbarcarci trovammo tutti i nostri parenti, erano giunti fin lì per salutaci e per caricarci ancora di più. Non tutti ci avrebbero raggiunto a Rio purtroppo, sarebbe stato bello avere tutta quella tifoseria, ma vederli lì, tutti insieme fu comunque una grande emozione.
Corsi immediatamente incontro ai miei genitori e li strinsi a me come se stessi partendo per un viaggio lungo anni, li avrei visti probabilmente per la finale, se ci fossi arrivata, ma era comunque triste dovermi separare da loro e saperli così lontani... soprattutto dopo averli visti pochissime volte in quei quattro mesi.
  • metticela tutta amore, noi sappiamo che puoi fare grandi cose... è il tuo sogno, fallo diventare realtà! - disse mia madre a nome di entrambi.
  • Non... non potete proprio raggiungermi prima? - chiesi ancora una volta nonostante conoscessi già la risposta. Avrei avuto piacere ad averlo lo fin da subito solo per un motivo, avevo paura di non arrivare a sostenere anche la finale. Avevo paura di essere eliminata prima e non volevo che si perdessero la mia esibizione in campo olimpico.
  • Sai che non si può ma non preoccuparti, riusciremo comunque a vederti, abbiamo segnato tutti gli orari, non ci perderemo una sola esibizione.
  • Dalla tv è diverso però....
  • Lo so ma tranquilla, la più importante verremo a vederla dal vivo, è una promessa questa.
  • Si ma non è detto che...
  • Shhhh... Non dirlo neanche - si intromise papà - tu arriverai fino alla fine, ne sono più che convinto e noi saremo lì! Pronti a sostenerti. - a quelle parole non potei far altro che avvicinarmi ancora di più e stringerli a me con quanta più forza avessi in corpo e loro fecero ugualmente. Ci abbracciammo a lungo, poi mentre il nostro volo venne chiamato papà si staccò da me per le ultime raccomandazioni da babbo iperprotettivo. - ti abbiamo già detto tutto, non mi ripeterò ma una cosa voglio aggiungerla - disse mentre con lo sguardo vagava verso un punto fisso dietro le mie spalle. Mi girai per vedere cosa ci fosse di così importante da vedere e vidi che stava scrutando con aria minacciosa Killian. Anche la sua squadra sarebbe partita con noi, stesso orario, stesso aereo.... anche a stesso hotel. Improvvisamente capii subito su cosa volesse raccomandarsi papà. - testa sulle spalle Emma, segui quello che dice Regina e non fare mai di testa tua. Lontano da casa, senza mamma e papà e con un fidanzato troppo vicino potresti perdere di vista determinate regole.... non farlo. Comportati bene e non farmi pentire di averti lasciata partire da sola.
  • Papà... ho 19 anni, sono grande no?
  • Per certe cose non si è ancora grandi, sei troppo piccola per capire ecco perché ti dico di dar retta a Regina.
  • Papà stai un po’ esagerando mi sembra... piccola??? Addirittura? Sarò giovane è vero ma lo so come va il mondo.
  • Killian non è un ragazzino come te tesoro, è uomo, ha esigenze diverse e avendoti accanto in circostante come queste dove noi non siamo lì con te a proteggerti potrebbe approfittarne per... sì beh... per fare qualcosa di poco raccomandato.
  • Approfittarne... addirittura???? Andiamo, lo consoci Killian, mi ama e poi se proprio dobbiamo dirla tutta.... - non mi fece continuare.
  • Emma per favore, lasciami finire: è importante. Non sto scherzando. Non farmi venire a sapere che sei stata in camera da sola con lui, che vi siete allontanati per appartavi, che avete... sì insomma che voi due insieme avete.... - mi stava seriamente facendo quel discorso? Proprio in quel momento?
  • Papà ma fai sul serio?!?!
  • Mai stato più serio! Sei una bambina ancora mentre lui è già un uomo e io non voglio che...
  • Papà è troppo tardi per questo discorso! - ammisi con quale coraggio ancora non lo so
  • Troppo tardi? In che senso? Te lo ha fatto già tua madre? Bene, sto più tranquillo ma rimarcare non fa mai male. - mi venne da ridere.
  • No papà... troppo tardi perché la nave, quella nave, è salpata da un bel pezzo ormai....
  • la nave è... Emma cosa.... - sembrava confuso ma poi... poi improvvisamente capì. Sgranò gli occhi in maniera spaventosa e vi giuro che le sue orecchie diventarono di un color rosso fuoco. - Emma ma cosa dici è? Non... non dirlo neanche per scherzo. Sei una ragazzina....
  • Due anni fa su per giù papà quindi.... - scrollai lei spalle - farò comunque la brava tranquillo! - gli diedi un veloce bacio sulla guancia prima ancora che potesse reagire, poi lo diedi a mamma e subito dopo li salutai per raggiungere gli altri, era arrivato il tempo di andare. Lo sentii inveire qualcosa contro di Killian sul fatto che forse ai tempi ero ancora minorenne ma non capii bene. possibile che dopo quattro anni di fidanzamento non si aspettava ancora una cosa del genere? Ero stata così brava a nasconderlo???? Mmmh... insomma, mamma mi aveva beccata subito....
  • Dimmi un po’... Vuoi forse farmi incenerire?? - Killian destò i miei pensieri avvicinandosi per saperne di più. - glielo hai detto? Ora????
  • Detto Cosa? - feci finta di non capire
  • Andiamo lo sai.... - ammiccò
  • Mi è scappato... mi stava facendo tremila raccomandazioni su di te e non ciò pensato due volte a rispondere. - scrollai le spalle - Che dici - Risi - l’ha presa un po’ male???
  • Un po’??? Minaccia di denunciarmi!
  • Non dire sciocchezze, non lo farebbe mai!
  • Lo so questo ma me lo ha gridato ugualmente poco fa non hai sentito?
  • Seriamente??? - chiesi non riuscendomi più a trattenere. Adoravo gli scleri iconici di mio padre.
  • Già! Ti denuncio e poi ti disintegro con le mie stesse mani per aver toccato la mia bambina... questo ha detto!
  • Oddio non ci credo... davanti a tutti???? - niente non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere come poche volte nella vita. Risi talmente di cuore che per poco non me la feci addosso. Killian mi segui a ruota e così i miei compagni che a differenza mia, che non avevo sentito bene le parole del mio caro papino, si erano gustati tutta la scena.
Una volta in aereo prendemmo subito posizione nei nostri rispettivi posti che guarda caso erano divisi per categoria, ginnasti con ginnasti e scherma con scherma. Sembravano proprio una bella scolaretta in viaggio d’istruzione e come tali dopo neanche mezz’ora che eravamo seduti, il tempo di decollare e che i nostri rispettivi allenatori si distraessero chiacchierando tra di loro, iniziammo a scambiarci di posto in base alle persone a noi più simpatiche. Io andai a sedermi accanto a Killian prendendo il posto del suo carissimo amico Sam il quale non perse tempo a raggiungere Sarah per scambiare qualche chiacchiera con lei.
  • tra quei due nascerà qualcosa te lo dico io... - dissi rivolta a Killian.
  • tu dici.... mah... non lo so... Sam mi parla spesso di Sarah ma.... è fidanzato...
  • Si ma con chi? Con miss so tutto io... - commentai conoscendo vagamente la fidanzata di Sam. Sarà stata anche una brava ragazza per carità, non lo mettevo certo in dubbio, ma non era proprio il suo tipo. - Non fa per lei quella lì mentre Sarah.... - alzai un sopracciglio lasciando la frase in sospeso. - Dobbiamo aiutarli.
  • Che c’è, ti vuoi mettere a fare cupido adesso? - scosse la testa.
  • Perché no!!! Quei due vanno spinti l’uno verso l’altro.
  • Guarda che Sam se le sa rivedere le sue cose...
  • Sam è un uomo e come tale non capisce nulla!!!! - sentenziai.
  • Ah sì???? E vale anche per me questo signorina? Anche io non capisco nulla??? - disse malizioso avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra. Indietreggiai un pochino facendo finta di non volerlo baciare ma poi quando stava per ritirarsi lo presi alla sprovvista e afferrandolo per la giacca lo spinsi addosso a me catturando le sue labbra in una morsa. Ci baciammo a lungo e in maniere decisamente poco casta tanto da richiamare l’attenzione di due signori dietro di noi che si lamentarono dello spettacolo. Non mi accorsi del loro chiacchiericcio, cioè li sentii parlare ma non diedi peso a cosa dissero, ero impegnata a fare altro per dedicare attenzione a loro, ma le loro lamentele non sfuggirono di certo alle orecchie da falco di Regina e del coach di Killian i quali, sentendo anche i nostri compagni sghignazzare non persero tempo a raggiungerci.
  • No mah fate con comodo... - esordi il coach di Killian vedendo che nonostante si fossero avvicinati a noi non li stavano considerando di striscio. Non era nostra intenzione ignorarli credetemi... semplicemente eravamo troppo presi su di noi per poterli sentire arrivare.
  • Emh... coach ciao!!!! Tutto bene???? - esordi così Killian vedendolo, il solito sbruffone.
  • Vedi di fare poco lo spiritoso Jones... ti sembrano comportamenti questi??? - ci indicò. in effetti non aveva poi tutti i torti: baciandoci eravamo finiti per assumere una posizione decisamente poco consona. In pratica io ero quasi sdraiata e lui mi era praticamente sopra anche se ancora seduto. Lo scansai all’istante diventando immediatamente paonazza in viso. Accidenti!!! Ma perché dovevo sempre mettermi in queste situazioni???
  • Ci... ci scusi signore! - risposi io ricomponendomi alla meglio e guardando con la coda dell’occhio Regina la quale non sembrava per nulla felice di ciò che i suoi occhi avevano appena visto.
  • Iniziamo molto male Swan... - aiaaaa... quando mi chiamava per cognome non era mai buon segno. - non pensare di poter avere un comportamento simile durante la nostra permanenza a Rio perché lo sai meglio di me cosa succede.... - mi guardò minacciosa - ti rispedisco a casa con il primo aereo a disposizione: non scherzo! Sei qui per una cosa importante non ti puoi prendere il lusso di amoreggiare a tuo piacimento.
  • Regina mah... - stavo semplicemente per dire che eravamo ancora in aereo, non era ancora tempo di concentrarsi ma il coach di Killian mi precedette dando manforte a Regina.
  • Vale anche per te Jones! Abbassa i livelli di testosterone di tua spontanea volontà o ti metto ai lavori forzati facendoti allenare tre volte tanto il dovuto... ci siamo capiti? La tua ragazza non scappa tanto... una settimanella puoi resistere penso, o no? - fu una strigliata imbarazzante ma la cosa più imbarazzante di tutte fu che venne fatta sotto gli occhi di tutti, compagni di squadra e non, i primi si limitarono a sogghignare e ridere prendendoci in giro per tutto il viaggio , gli altri, o meglio il signore che si era lamentato fino a poco prima, continuò imperterrito a commentare i nostri atteggiamenti sostenendo che noi giovani d’oggi non conosciamo neanche lontanamente il senso del pudore. Vidi Killian pronto a rispondergli, si stava alterando lo percepivo, ma riuscii prontamente a fermarlo in quanto notai un qualcosa poche file più avanti che sapevo avrebbe catturato la sua attenzione. Cosa vidi? Sam flirtare con Sarah.
  • Smettila di ascoltare quel troglodita e guarda lì.... il tuo amico sta facendo il provolone... - anche se distanti riuscii a capire di cosa stavano parlando: il caro Sam si stava pavoneggiando sul suo fisico raccontando quante ore si allena al giorno. Aveva il classico sguardo da colui che vuole rimorchiare, era palese... solo la mia amica sembrava non farci caso anzi... la cosa non gli dispiaceva affatto.
  • Tu dici??? - si mise ad osservare anche lui.
  • Dico dico… - dissi maliziosa - dobbiamo aiutarli però.
  • Dovremmo farci i fatti nostri!
  • E chi lo dice???
  • Il mio buon senso!
  • Il tuo buon cosa? Tu non hai minimamente il buon senso amore mio.
  • Cosa??? Mi offendi così - disse facendo finta di essere ferito nell’orgoglio.
  • Non lo dico io amore, lo dice il signore dietro di te. - dissi ricordandogli l’esistenza del tizio che sotto sotto borbottava ancora.
Scoppiò a ridere per la mia battuta ma poi tornò serio vedendo il tizio sempre più stranito per il nostro vociferare nonostante non stessimo facendo nulla di male.
  • mi sta dando sui nervi! - mi disse a voce bassa per non farsi sentire - ma chi si crede di essere è?!?!
  • Ignoralo amore, non ne vale la pena! - gli consigliai
  • Mmmh... no! Ho un’idea migliore. - mi guardò furbo.
  • Ah si??? E quale????
  • Vuole parlare di noi? Beh... diamogli modo - e senza neanche darmi il tempo materiale per chiedere spiegazioni ecco che tornò a baciarmi con più foga di prima.
Il risultato? Regina e il coach di Killian chiamati in causa proprio dal tizio in questione decisero di separarci e come se non bastasse, per paura che in un modo o nell’altro ci saremmo ricongiunti ci obbligarono a sederci accanto a loro neanche avessimo avuto sette anni.
Per tutto il restante del viaggio rimanemmo li, fermi immobili senza neanche respirare quasi, poi quando atterrammo la tensione di entrambi si sciolse e sempre l’uno accanto all’altro ma non da soli questa volta onde evitare altri casini andammo a ritirare i bagagli per poi raggiungere l’albergo dove tutti noi avremmo alloggiato.
Quattro camere per quattro squadre: due per la ginnastica, maschile e femminile e due per la scherma questa era la disposizione che ci venne data dagli organizzatori dell’evento e fui davvero felice di ciò perché ad un certo punto, quando venni a conoscenza che avrebbero scelto loro le nostre sistemazioni e non i nostri rispettivi allenatori, temetti addirittura di finire in camera da sola con Zelina. In gruppo forse, con l’aiuto delle altre, avrei anche potuto accettarla e sopportarla ma da sola, io e lei, proprio no. Escluso.
Raggiungendo le camere poi ci rendemmo conto di un’altra piccola particolarità: in realtà non avremmo alloggiato in una semplice stanza fatta solo esclusivamente di due letti a castello e un bagno stretto è invivibile a cui di solito eravamo abituate quando andavano in trasferta. Questa volta, causa forse anche il Grande evento a cui avremmo partecipato, ci ritrovammo ad alloggiare in una specie di mini appartamento composto da due stanze separate, molto capienti, un bagno degno di chiamarsi tale è un salottino con tanto di divanetti spaziosi dove avremmo potuto cenare e guardare anche le competizioni di altri sport.
Sembrava di essere approdare in un luogo di villeggiatura, sembrava di essere in vacanza... sì, per circa un quarto d’ora, poi Regina ci chiamò a rapporto per illustrarci il programma che ci avrebbe accompagnato da lì a 15 gg.
Nella prima settimana erano in programma allenamenti di potenziamento e prove di gruppo e individuali, o in albergo, vi era una palestra con tanto di attrezzature per ciascuna disciplina a cui avremmo avuto accesso a turno o su prenotazione, o direttamente in campo gara. Nella seconda settimana avremmo affrontato tutte le gare del caso.
Sarebbero stati 15 giorni davvero impegnativi e intensi ma non ero affatto spaventata dalla cosa, anzi... ero eccitata da morire.
Una volta sciolte le righe tornammo tutte e quattro in stanza e con i programmi alla mano che Regina ci aveva gentilmente lasciato per paura che dimenticassimo qualcosa, ogni programma era nominativo specifico, provammo a trovare degli spazi extra per poter aggiungere al lavoro anche un po’ di sano divertimento. Nulla di eccessivo ma eravamo a Rio de Janeiro, saremmo state delle stupide a non trovare il tempo per visitare almeno in parte la zona.
  • beh dai, magari durante le gare no, lo escluderei, ma per i giorni di pausa e durante tutta la prima settimana potremmo già iniziare ad organizzare qualcosa. - esordi Sarah con il suo entusiasmo studiando il programma con attenzione. - mercoledì questo ad esempio, abbiamo dalle 14:00 alle 17:00 ben tre ore di buco.... potremmo fare qualcosa no? Magari anche un pranzetto fuori.
  • Tu hai tre ore di buco... io ho le prove degli individuali alle 15:30 - corresse Abby.
  • Io direttamente alle 14:00 - aggiunsi io. - nessuno di noi aveva calcolato che i programmi erano nominativi perché differenti tra loro, pensavamo semplicemente che Regina era talmente maniacale che voleva essere precisa che nessuna di noi dimenticasse nulla.
  • Regina ci ha incastrate bene bene... - intervenne Zelina con il suo cinismo che la contraddistingue.
  • Non essere pessimista, un modo lo troveremo! Non me ne starò di certo qui dentro per due settimane senza fare nulla!!!! - protesto sempre Sarah. - non sono una nonnina, sono giovane e oltre a lavorare voglio divertirmi.
  • Beh... tu e Zelina potete divertirvi ugualmente, siamo io e Emma quelle più complicate con gli orari. Programma di squadra più individuale... per non parlare della signorina - Abby mi indicò maliziosa - che come minimo deve calcolare anche del tempo da mettere a disposizione per poter vedere Killian.
  • Beh... non sono la sola a dovermi prendere del tempo per qualcuno al di fuori della nostra cerchia.... - sentenziali io malizioso a mia volta - anche Sarah avrà questo piccolo impegno quotidiano, vero Sarah???? - divenne rossa in viso per l’imbarazzo.
  • Emma cosa... no io non....
  • Samuel Hernandez, detto Sam.... ti dice qualcosa?????
  • Quanto sei stupida! È un amico....
  • Si sì ora si dice così! Vi ho visto in aereo sai???? Eravate tutti occhioni e cuoricini.
  • Smettila.... è fidanzato! - mi fece notare anche se il rossore sulle guance non era minimamente sparito anzi, a solo pronunciare il suo nome si era accesa ancor di più.
  • Non ti ho detto mica che devi portarlo a tradire o farci chissà che cosa... lavoralo ai fianchi... fallo cadere ai tuoi piedi! La sua fidanzata tanto è destinata ad essere mollata presto fidati, non fa per lui.
  • mah...
  • E poi a lui piaci tu quindi....
  • Sogna Emma... sogna... - scosse la testa non credendomi.
  • Ce lo sapremmo ridire tesoro!
Terminammo così la discussione uomini e visto l’orario che avevamo fatto decidemmo all’unisono di andare a dormire per poter essere belle attive l’indomani mattina per i primi allenamenti di squadra.
Come in federazione decisi di dividere la camera con Abby, un po’ perché ci conoscevamo intimamente ormai e un po’ per via della nostra olimpiade speciale, eravamo le uniche della squadra femminile ad essere entrare negli individuali, i nostri amici della squadra maschile avevano dato il meglio di loro e attraverso dei pari merito a differenza nostra entrarono tutti e quattro.
Avere Abby vicina poi mi aiutava, non so dire il perché in realtà ma era così. Già... ma c’è da dire anche che se da un lato era un bene dividere la stanza con lei dall’altra fu un vero disastro perché essendo una chiacchierona di prima categoria per la prima notte non facemmo altro che conversare ininterrottamente dimenticandoci ciò che ci eravamo promesse poco prima, ovvero riposare il più possibile. Come se non bastasse poi Killian in tarda serata mi inviò anche i suoi orari di quelle settimane così, ormai con il sonno andato a farsi benedire insieme ad Abby progettai una specie di tabella alternativa dove segnai i possibili appuntamenti con il mio amore.
Durante la prima settimana avremmo avuto modo di vederci abbastanza spesso, bene o male una o due pause che coincidevano tra di noi c’erano sempre durante la giornata, grazie anche ai miei orari ridotti, ma per la settimana delle gare le possibilità di incontro diventavano decisamente più scarse, probabilmente avremmo dovuto accontentarci delle serate di gruppo che avevano già programmato di fare in aereo con la scusa di tifare la nostra nazione nelle altre discipline. Anche Regina e il coach di Killian ci concessero quella possibilità stranamente ma a patto di rispettare le regole. Di sicuro ci avrebbero controllato ogni mezz’ora per essere tranquilli, conoscendolo probabilmente sarebbe stato così, ma poco imporrava: non avevo alcuna intenzione di spingermi oltre e compromettere una gara quindi a mio parere avrebbero potuto anche assistere insieme a noi tanto non sarebbe successo nulla.
Con quei pensieri mi addormentai e al mattino, svegliarsi all’alba con poche ore di sonno non fu per nulla facile. Io e Abby trascinammo i piedi con fatica fino all’area ristoro è solamente dopo una buona colazione, buona si fa per dire, composta da yogurt bianco magro e una spolverata di cereali integrali, riacquistammo un po’ di energia per poter iniziare ufficialmente la settimana di prove.
Avevo detto orario ridotto a causa dei miei limiti fisici vero? Dimenticatelo.... Regina una volta aver terminato il primo allenamento individuale prima di cedere il posto ad Abby mi consigliò di utilizzare quell’ora e mezza per fare potenziamento. Niente lavoro di gambe: solo braccia e addome. Esercizi come arrampicate alla fune, addominali di tutte le salse possibili immaginabili, verticali in tenuta... tutti esercizi odiosi in pratica.
Sono onesta, Non mi obbligò a farli, il suo era semplicemente un consiglio ma potevo rifiutarmi sapendo cosa c’era in gioco solo per vedere Killian più smesso????
A malincuore fui costretta a rivedere i miei piani e gli incontri con il mio lui diminuirono drasticamente.
Nonostante questo piccolo inconveniente però riuscimmo sempre a vederci, anche se a volte solo per una mezz’oretta ma non mancò mai in quelle settimane il consueto bacio della buonanotte. Ogni sera lui, accompagnato dal suo amico inseparabile Sam venivano in camera nostra per la buonanotte e due chiacchiere alla fine ci scappavano sempre. Sam era lì per dar manforte a Killian diceva ma la verità era un’altra... come il mio uomo veniva ad augurarmi la buonanotte anche Sam voleva augurare la sua ad una di noi e la cosa era palese dal fatto che guarda caso quest’ultima era sempre l’ultima da cui andava in modo da poter avere più tempo.
Andammo avanti così per una settimana intera poi come promesso agli inizi della settimana di gara prendemmo l’abitudine di sistemarci comodamente sul divano o della nostra camera o di quella dei ragazzi di scherma e iniziammo a commentare tutte le gare delle altre discipline che ci interessavano.
Da calendario scherma e ginnastica artistica avrebbero esordito il secondo giorno per cui durante il primo, liberi anche da ogni allenamento, ne approfittammo per stare tutto il giorno insieme. Durante la mattinata e parte del pomeriggio facemmo un giro per la città esplorando cose che la settimana precedente non avevano potuto fare, facemmo un milione di foto e comprammo souvenir come se non ci fosse un domani. la sera ci concentrammo sulle gare di ginnastica ritmica e pugilato in modo da capire bene o male i metodi di valutazione per poterne trarre beneficio.
La verità è che fu una tragedia assistere alle prime gare, la giuria sembrava essere di pietra, mai vista una commissione così spietata. Punteggi bassissimi anche per dei fenomeni, piazzarsi per una qualifica in semifinale o finale dunque sarebbe stato pressoché impossibile.
Fortunatamente non fui la sola a pensarla in questo modo, non era un semplice pessimismo il mio, tutti noi esprimemmo lo stesso parere e alla fine, pur di non condizionarci proprio la sera prima del nostro esordio, di comune accordo, decidemmo di cambiare canale e ci concedemmo un bel film.
Abbandonai la serata insieme ad Abby subito dopo la visione, ero stanchissima, gli occhi mi si chiudevano da soli. Baciai Killian dispiaciuta più che mai di non poter assistere alla sua prima gara l’indomani e fare il tifo per lui, la sorte ci aveva penalizzato facendoci gareggiare nello stesso orario in due padiglioni differenti per quella prima gara e successivamente andai a dormire. Altri cinque minuti avrei anche potuto concedermeli in realtà ma volevo essere super riposata per il mattino seguente.
Obbligai Abby a dormire senza le nostre consuete chiacchiere pre-nanna o avremmo fatto l’alba ancora una volta ma questo non mi garantì affatto l’esclusiva con Morfeo.... no! Dopo neanche un’oretta che stavo dormendo sentii qualcuno scuotermi con insistenza con l’intento di svegliarmi.
  • Emma... Emma!!!! Svegliati andiamo!!!!! - ero talmente rintronata che non capii neanche di chi fosse la voce, cercai di ignorarla il più possibile ma vedendo la sua insistenza alla fina cederti e aprii gli occhi.
  • Mmh... s… Sarah!!!! Che vuoi!!!! - dissi solamente dopo essere riuscita a mettere a fuoco chi fosse il mio interlocutore.
  • Devo parlarti....
  • Ora??? - chiesi assonnata - no... domani! Torna a dormire.
  • Mi ha baciata! - disse ignorandomi completamente.
  • Chi... - chiesi non collegando, il mio cervello era in stand-by eheheheh
  • ma come chi!!!! Sam!!!!
  • Sam... Sam ti.... - collegai improvvisamente e in un secondo scattai all’impedì neanche avessi preso una scossa elettrica - SAM TI HA BACIATAAAAAAAA!!!!!! - urlai talmente tanto che ad Abby per poco non prese un infarto, stava dormendo beatamente poverina. La feci quasi cadere dal letto per lo spavento.
  • Shhhh che ti strilli! - mi rimproverò Sarah facendomi segno di tacere.
  • Si sì ok hai ragione mah.... andiamo di la, devi raccontarmi tutto - e senza aspettare oltre la trascinai per un braccio fino verso al salottino.
Scoprii che era appena tornata in stanza, che Zelina aveva abbandonato i ragazzi subito dopo me e Abby e che lei invece era rimasta ancora un po’ con loro. Scoprii che Sam era in crisi con la sua fidanzata, più del solito intendo, da tre giorni e che quella mattina, spazientito da quel suo modo di non voler capire che per lui la scherma è anche un lavoro, aveva finalmente trovato il coraggio di lasciarla.
  • hai capito Sam! Zitto zitto non ha perso tempo... - ammiccai. - sei contenta sì? Lo vedo che ti piace.
  • Mi piace è palese penso mah... beh ecco... se da una parte sono felice, euforica per questa cosa dall’altra penso che forse.... - sbuffò - si insomma.... mi ha baciata dopo neanche dieci ore che ha mollato la tizia.
  • E allora???? - non capivo dove fosse il problema anzi, apprezzavo molto il fatto che Sam avesse chiuso la sua relazione prima di spingersi oltre con lei. Non tutti l’avrebbero fatto.
  • Sono stati fidanzati per quanto? Tanto no??? Una storia importante immagino... baciarmi così, su due piedi come se fosse sempre stato single non... - ammettendo quelle paure l’euforia di poco prima spari di colpo.
  • Pensi di essere stata una valvola di sfogo? Un ripiego?
  • Tu non lo penseresti?
  • Credo di conoscere Sam un po’ meglio di te e fidati, è un bravissimo ragazzo!
  • Non lo metto in dubbio questo mah...
  • La loro storia non andava da tempo, si lamentava spesso con Killian di questa sua relazione quindi non preoccuparti, non sei stata un ripiego in un momento per lui di confusione. Avrebbe dovuto lasciarla da mesi credimi solo che è un bonaccione e non ha mai trovato il modo per farlo. - presi una pausa - capisci cosa intendo dire con questo no? Tu sarai anche più grande di me Sarah e di sicuro con più esperienze in fatto d’amore ma credimi sulla parola se ti dico che è da un po’ che Sam ti ha messo gli occhi addosso. Già da prima di partire, prima ancora del periodo di ritiro in federazione.... pur senza saperlo sei stata fondamentale per lui! Lo hai aiutato ad uscire dalla sua situazione di blocco con la sua ex.
  • Si, forse è come dici mah...
  • Credimi, non ti ha baciata cosi... tanto per. È da un po’ che desidera farlo credimi, ormai un pochino ho imparato a conoscerlo, ha finalmente trovato il coraggio di dar retta ai suoi sentimenti. - spiegai - ed è stato un signore perché lasciandola non ti ha messo in nessuna posizione scomoda. Se non è interesse questo....
  • Tu dici? E se se ne fosse già pentito? Emma credimi non era un bacio come dire.... semplice! Se non fosse arrivato Killian in salotto a prendere una cosa beccandoci in flagrante non credo ci saremmo fermati.... il primo bacio dovrebbe essere un po’ romantico no? Più casto non so come dire.... se il suo modo di fare fosse semplicemente un modo per sfogarsi dallo stress della sua situazione?
  • Non si sfogherebbe con te credimi! A mio modesto parere il caro Sam con te si sta trattenendo da un bel po ma evidentemente oggi non ce l’ha fatta.... non dirgli nulla, lascia fare tutto a lui, sono sicura che già da domani ti prenderà in disparte per parlare e spiegarti qualsiasi situazione. Io posso farlo in parte ma solo lui può realmente farti capire cosa si cela nel suo cuore.
  • Grazie Emma!
  • E ti pare? Per così poco...
  • Sei un’amica! Una vera amica.
Dopo quella breve chiacchiera tra amiche decidemmo di comune accordo di andare a dormire e ad oggi posso confermarvi che quella scelta fu senza dubbio la più azzeccata in tanti anni di carriera in quanto capii che per affrontare un campo di gara come quello olimpico, giurati e pubblico compresi, non occorreva solamente avere un ottimo riposo mentale per non dar di matto. Il riposo fisico era fondamentale per affrontare una competizione del genere, anche solo un minimo di stanchezza sul proprio corpo avrebbe potuto compromettere ad una ginnasta l’intera permanenza in gara.
Un paio di squadre vennero eliminate già al primo girone a causa di molteplici errori e questo ci confermò quanto detto: o si puntava alla perfezione o la permanenza sarebbe stata breve.
Per le prime gare, sia di squadra che individuali io e le mie compagne portammo in pedana programmi già proposti in precedenti gare, i nostri cavalli di battaglia per così dire e lasciammo i nuovi all’ultimo, per le finali insomma, sperando di riuscire ad arrivarci naturalmente. Sarebbe stato un vero peccato non sfoggiare il lavoro svolto in quegli ultimi mesi, un vero e proprio peccato ma Regina ed Harris avevano i loro modi di pensare e a differenza di molte squadre che gira che ti rigira portavano sempre i soliti esercizi, facendo così preparare psicologicamente noi avversari, loro puntavano sull’effetto a sorpresa in modo da annientare sul nascere possibili strategie che avrebbero potuto costarci addirittura il podio.
Nonostante però i programmi già eseguiti in passato, durante i primi due giorni di gara ci furono parecchi errori da parte di tutte noi, nessuna esclusa, per cui Regina ed Harris, dopo una bella tirata di orecchie, erano davvero arrabbiati credetemi, optarono per un paio di ore in più di allenamento individuale per ciascuna di noi, me compresa ma naturalmente con le dovute accortezze. Non solo, oltre al lavoro fisico ci impedirono di andare ad assistere personalmente ad altre gare nel nostro tempo libero e diminuirono addirittura anche i momenti di svago andando ad eliminare completamente le reunion serali con i ragazzi. Le porte della nostra stanza si sarebbe chiuse alle ore otto e trenta in punto, non un minuto in più e chiunque di noi fosse stata beccata fuori oltre orario stabilito avrebbe rischiato grosso.
Protestammo a questa punizione, non ci sembrò affatto giusta, ma i nostri superiori non vollero sentire ragioni per cui fummo costrette ad ingoiare il boccone amaro.
La più colpita tra tutte naturalmente fui proprio io poiché grazie a quella decisione vedere Killian per me, a parte al mattino per il buongiorno o quando lo vedevo gareggiare in tv, divenne pressoché impossibile ma nonostante cercai di parlare con Regina più volte, facendole capire che per me era davvero importante dare il mio sostegno dal vivo a Killian, anche per lui lo sarebbe stato, a lei non sembrò importarle nulla per cui dovetti tristemente farmene una ragione e reprimere la mia sofferenza e la mia rabbia negli allenamenti.
Mi persi all’incirca quattro delle sue gare e la cosa mi rese parecchio nervosa, non sopportavo l’idea di non poter sostenere il mio ragazzo senza nessun motivo apparente. Non avevo fatto errori in gara per via di troppe distrazioni come Regina ci teneva ogni giorno a sottolineare a ciascuna di noi, non eravamo dei robot, capitava di perdere l’equilibrio alla trave o sbagliare un passo al corpo Libero. Ok la perfezione e tutti i suoi discorsi ma c’è un limite a tutto e secondo me lo stava superando alla grande. Sono la prima che vuole disciplina e serietà ma qui si stava andando oltre.
  • Regina per cortesia prima di iniziare l’allenamento possiamo scambiare due paroline? È davvero importante.... - provai a chiederle un pomeriggio prima del nostro appuntamento quotidiano. Non era un giorno qualsiasi quello, tutt’altro... quel pomeriggio si sarebbero tenute le semifinali di scherma e io naturalmente, visto che Killian era tra i ragazzi selezionati, sperai di ottenere in qualche modo la grazia da Regina per poter quantomeno assistere a quella competizione.
Mi liquidò con un “magari stasera, ora non abbiamo tempo da perdere” e come se niente fosse, senza neanche mostrare un briciolo di curiosità su ciò che volevo dirle, qualcosa mi diceva che lo immaginava, mi spedì alle parallele per degli esercizi di perfezionamento.
Mai come quel pomeriggio credo di aver dato tanto, misi in quell’allenamento tutto ciò che stavo provando al momento e neanche una sola volta mi feci richiamare per un elemento sbagliato. Fui impeccabile e questa fu la mia unica soddisfazione.
A termine della mia sessione di allenamento vidi entrare Abby per darmi il cambio ma non era sola, Harris era con lei e a giudicare dalla faccia della mia amica non era lì per una visita di cortesia.
  • oggi mi allenerà lui! - mi disse avvicinandosi e alzando gli occhi al cielo.
  • Cosa? Seriamente? - Harris non ci allena mai così, senza un motivo. Di solito c’è o una qualificazione importante per cui ci fa una sottospecie di provino per capire chi di noi scegliere occupare è perché c’è qualcosa che non va e vuole indagare a fondo. Non sono mai allenamenti facili i suoi, la maggior parte delle volte che lui allena qualcuno, quel qualcuno esce con le lacrime. Io ne so qualcosa, avevo dodici anni quando una mattina me lo ritrovai in pedana, era lì per esaminare il mio lavoro, per capire se fossi pronta nonostante la mia giovane età a passare di livello con le ragazze più grandi e nonostante fosse una cosa bella il motivo per cui era lì per me fu un trauma... uscii dalla sala che in un primo momento chiesi addirittura ai miei di venirmi a prendere spaventandoli a morte. Ero solo una bambina, Abby non avrebbe di certo rischiato di abbandonare la ginnastica per un allenamento con lui ma il motivo della sua presenza mi rimaneva comunque un mistero. Aveva forse fatto qualcosa di male? Lo escludevo questo ma vederla in ansia portava anche me a fare domande.
  • Prima che ti prenda un infarto Abby ti tranquillizzo subito! - fu Regina che vedendoci parlicchiare sotto sotto decise di illuminarci. - non hai fatto nulla di cui tu debba preoccuparti. Harris è qui solamente perché ho un impegno per cui non posso garantirti un allenamento. - spiegò per poi rivolgersi a me. - per quanto ti riguarda ti dico solo che hai venti minuti di orologio per farti una doccia e renderti presentabile, se allo scadere del tempo non sarai pronta andrò a vedere le semifinali di Killian da sola! - rimasi per un momento interdetta, cosa aveva detto???? Voleva portarmi con sé a vedere Killian?
  • Regina mi stai dicendo che.... - sul mio viso si disegnò un sorriso a trentadue denti che le fece scuotere ripetutamente la testa. Sembravo forse una ragazzina innamorata? Beh... lo ero.
  • Ti restano diciannove minuti e cinquantanove secondi... 58...57...56...
  • Ho capito ho capito ho capito! Corro!!!!! - dissi prendendo le mie cose e avviandomi di corsa verso la porta. - ah regina posso.... posso portare Sarah con noi? - le domandai a bruciapelo.
  • Sarah???? Perché vuoi....
  • Fidati di me ok??? Ti prego.... - la vidi sospirare
  • Fa come ti pare, conoscendovi è meglio che non faccio domande ma sbrigatevi.... siamo a 18 minuti….
Corsi a più non posso per tutto il grande Hotel, avvisai Sarah e corsi sotto la doccia, neanche dieci minuti dopo eravamo già in reception ad aspettare Regina la quale arrivò solamente cinque minuti più tardi di noi.
  • come mai quando vi interessa una cosa siete sempre super puntuali e anche in anticipo mentre quando si tratta di faticare vi si deve buttare anche giù dal letto alcune volte??? - ironizzò - cioè... siete anche riuscire a truccarvi.... io non ho parole. - commento sempre con fare ironico.
  • Non ho lavato i capelli se è questo che vuoi sapere. Ecco perché ci siamo sbrigate - risposi ridendo e mostrando la mia lunghissima treccia bionda.
  • Taci tu che è meglio - continuò a scherzare - andiamo dai...
Raggiungemmo il padiglione allestito per la competizione del giorno e prima che potessi anche solo iniziare a salire i gradini per poter andare alla ricerca della postazione migliore per poter assistere alla gara ecco Regina trattenermi per un braccio e trascinarmi con lei verso una direzione totalmente opposta. Non mi rispose alla domanda che gli feci su dove stessimo andando, gli spalti erano da tutt’altra parte, ma lo capii qualche secondo dopo quando dopo aver mostrato il suo badge agli addetti della sicurezza ci ritrovammo catapultate direttamente nell’area adiacente alla pedana di gara, quella allestita per gli atleti che di solito viene utilizzate per le ultime prove o semplicemente per rilassarsi prima di entrare in pista.
  • ogni promessa è debito! - disse Regina rivolta direttamente a Killian il quale sembrava stesse aspettandoci da un bel po’. - Ti ho portato il tuo portafortuna ma solo perché si è comportata egregiamente oggi. Ora vedi di non rincitrullirti dietro questi occhioni verdi e porta a casa una buona posizione o la prossima volta col cavolo che la porto a salutarti.
Killian le sorrise ma non rispose alle sue provocazioni, affatto... si dedicò totalmente a me non perdendo ulteriore tempo e baciandomi con passione. In fondo dovevamo recuperare il tempo perso non credete? Mi era mancato terribilmente devo ammetterlo e non me lo aspettavo. In fondo erano solo tre giorni che non ci vedevamo, in passato eravamo stati separati addirittura un mese ma mai come in quei giorni sentii la sua mancanza. Era come se dentro di me mancasse un pezzo, un pezzo che solamente lui poteva colmare. Iniziai a credere che dovevo seriamente iniziare a preoccuparmi... stavo prendendo sempre di più la consapevolezza che il nostro rapporto stesse crescendo ancora di più.
Fui la prima a mettere fine al bacio, Killian non gradì particolarmente, ma solo perché improvvisamente, vedendo Sam con la coda dell’occhio, mi ricordai di Sarah. Ne approfittai dunque che quel cretino ci stesse prendendo in giro mimando i nostri baci proprio poco distante da noi per indicargli in modo silenzioso Sarah e lui vedendola cambiò di colpo espressione. “Grazie... sei un’amica” mi sussurrò passandomi accanto e dopo aver ascoltato il commento di Regina che fu un qualcosa del tipo “ahhhhh ora capisco tante cose” tornai a concentrarmi solo ed esclusivamente sul mio lui.
Ci tenemmo stretti stressi cercando di approfittare del poco tempo che avevamo a disposizione fino a quando non chiamarono gli atleti a sistemarsi nelle rispettive postazioni.
  • metticela tutta amoreeee! - gli dissi per poi dargli un ultimo bacio - fai vedere a tutti chi sei!
  • Ti amo! - mi rispose di rimando guardandomi dritto negli occhi con uno sguardo che mi perforò il cuore.
Lo lasciai andare a malincuore ma poco prima di vederlo scomparire dietro le tende che separavano la stanza in cui ci trovavamo dalla pedana di gara lo vidi girarsi nuovamente verso di noi e fare cenno a qualcuno che non ero io di avvicinarsi. Aveva chiamato a rapporto Sarah e dopo averle detto qualcosa all’orecchio che la fece totalmente andare fuori di testa mi salutò da lontano con un gesto della mano e segui la sua squadra.
  • che ti ha detto??? - chiesi curiosa una volta raggiunti gli spalti. La vedevo non smettere di sorridere e la cosa mi incuriosiva e non poco.
  • Niente di importante tranquilla! - mi rispose per nulla convinta.
  • Non le sai dire le bugie Sarah! Che ti ha detto?!??
  • Nulla Emma, davvero!
  • Guarda che vado da Sam e gli dico che la notte fai sogni erotici su di lui! - la minacciai!
  • Ma non è vero questo!!! - protestò - Emmaaaa!!!! Non ho mai sognato Sam in quel senso...
  • Ma lui non lo sa... - la minacciai - allora???? Me lo dici????
  • Ricattatrice... ecco che cosa sei!!! - sbuffò - e va bene te lo dico - prese una pausa - mi ha semplicemente parlato di Sam che lui ha una buona impressione sul nostro conto.
  • Ma chi? Killian? Il mio Killian ti ha detto questo? - ma se fino al giorno prima tutto questo amore non lo vedeva e mi dava della visionaria ora cosa era cambiato?
  • Già proprio lui! Ora vogliamo smetterla di parlare? Non vorrei dire nulla ma Sam sta per iniziare il suo incontro.
Doveva solo ringraziare il suo futuro ragazzo se io non continuai con il mio interrogatorio ma una cosa era certa: non avevo creduto ad una sola parola di quello che mi aveva raccontato e avevo fatto bene a non crederle perché con il senno di poi capii di avere ragione: Sarah aveva stava tenendo un segreto... un grosso segreto.
Non pensando fosse nulla di grave, potevo fidarmi ciecamente della mia amica infondo, decisi di ignorare la cosa e di godermi la competizione del mio uomo; dire che fu fenomenale era a dir poco riduttivo, fece degli incontri perfetti, questo me lo confermò anche il suo allenatore in una conferenza stampa, impeccabili... non lo avevo mai visto così carico di voler arrivare fino in fondo, era uno spettacolo per i miei occhi. Vedere poi Regina commuoversi nel vederlo esibirsi fu un’ulteriore conferma di quanto stessi dicendo quindi....
La classifica non deluse le nostre aspettative: primo posto nella gara individuale, secondo in quello a squadre. Anche Sam si posizionò bene per gli individuali, terza posizione per lui...a quanto pare la scherma aveva messo su una bella squadra non c’era altro da dire. Che poi, e questo in una squadra è fondamentale, tra di loro sono sempre stati molto uniti, amici con la A maiuscola oserei dire e questo loro legame giocò molto a loro favore... cosa che non potevano certo dire anche noi della nostra squadra. Per quanto eravamo solamente in due a non andare d’accordo e che entrambe con il restante delle ragazze della nostra squadra avevano un ottimo legame la tensione era comunque palpabile e anche se indirettamente si ripercuoteva sul nostro operato.
  • c’è da prendere esempio qui! - ci disse Regina proprio a proposito di questo argomento. - Essere uniti in situazioni del genere è già metà dell’opera.
  • So già dove vuoi andare a parare tanto... - commentai.
  • Non voglio andare a parare proprio nulla, è un dato di fatto questo. - compita e affondata.
Sospirai rassegnata e tornai a guardare Killian gioire con i suoi amici. Erano proprio belli da vedere ma lo furono di più quando si girarono verso la tifoseria americana e salutarono tutti noi in segno di ringraziamento per il supporto dimostrato. Mi commossi facendo compagnia a Regina ma non fui discreta quanto lei e Killian vedendomi così commossa scavalcò letteralmente le gradinate senza pensare ai fan che cercarono di placcarlo per ottenere una foto e mi venne incontro.
Vidi dei cameramen correre dietro di lui per immortalare il momento ma poi non capii più nulla. Mi stava baciando con passione estrema e per me contava solo questo.
Se fino a quel momento della nostra storia non si era mai parlato, dubito che i telecronisti o i giornalisti sportivi conoscessero questo piccolo gossip, con quel bacio si scatenò di tutto. Articoli di giornali, interviste, trasmissioni televisive... tutti parlavano di noi e ora le aspettative erano ancora più alte... sarebbero riuscire entrambe le punte di diamante di ciascuna squadra a realizzare il proprio sogno comune? Ormai il nostro oro olimpico di coppia non ora più solo il nostro sogno, senza volerlo era diventato il sogno di tutti i nostri sostenitori.
  • Ci mancava solo questo! - disse Regina quella stessa sera guardando un servizio al Tg in nostra presenza e anche a quella di Harris. Ci avevano convocato per una riunione pre-gara viste le semifinali alle porte e non volendo ci eravamo imbattuti in quel servizio di “coppia” - guarda te cosa mi tocca vedere... - sospirò spegnendo la tv per potersi concentrare su di noi.
  • Già... concordo - commentò anche Harris facendomi arrossire per la vergogna e guardandomi successivamente con aria seria. - Vedi di mettere lo stesso entusiasmo che ho appena visto in quel bacio nella competizione di domani Swan, non farmi pentire di averti voluta con me. - annuii semplicemente, avevo paura anche a dire “si”. - Voglio da tutte voi massima serietà e zero distrazioni: lo pretendo! Ci restano solo due gare: le semifinali di domani e le finali. Per me non esiste essere sbattuti fuori ad un passo dalla fine per cui esigo vedervi tra le sei nazioni che si disputeranno il premio finale. Esigo impegno e determinazione, vi voglio cariche e pronte ad affrontare anche l’impossibile. Sarà dura, molto dura domani, le squadre che si scontreranno con voi sono tra le più toste lo sapete meglio di me quindi fuori dalla vostra mente tutte le questioni amorose che vi riguardano e i vostri problemi personali. Domani voglio vedere una squadra unita e complice, una squadra con la S maiuscola, cosa che anche se avete vinto parecchie competizioni non avete ancora dimostrato. Vi volete bene? Dimostratelo, non ve ne volete? Non me ne importa nulla, domani voglio vedervi amarvi. Tutto chiaro? - annuimmo più impaurite che convinte ma a lui bastò anzi credo che impaurirci fosse il suo intento principale. - molto bene e ora andate a riposare, domani vi aspetta una lunghissima giornata.
Dormire con in mente le parole di Harris non fu affatto facile per nessuna di noi quattro ma ci provammo ugualmente per non ritrovarci il mattino successivo come degli zombie. Ci riuscimmo? In parte! non dormimmo molto quella sera causa anche l’adrenalina che scorreva nelle nostre vene, ma quel poco che riuscimmo ci bastò per darci la carica necessaria per affrontare la giornata.
Colazione al volo, trucco e parrucco e poi tutte in pedana pronte per iniziare. Da calendario avremmo esordito con la gara a squadre, gli individuali ci sarebbero stati solamente nel pomeriggio.
  • ricordate le parole di Harris! - ci disse Regina riunendoci per un ultimo consiglio - squadra unita! Fate il tifo l’una per l’altra, incoraggiatevi e sostenetevi a vicenda. Da questo momento fino alla fine della competizione siete una persona sola, comportatevi come tale. - annuimmo senza esitazione anche se per quando mi riguarda non credo che avrei mai fatto il tifo per Zelina dopodiché mettemmo in scena il nostro rito scaramantico e prendemmo posizione nelle nostre scuderie pronte per iniziare.
La prima cosa che feci una volta essermi seduta nella mia postazione fu guardarmi intorno alla ricerca del mio amore. Aveva promesso di essere presente ma non riuscivo a intravederlo da nessuna parte.
  • il suo coach l’ha trattenuto per una sessione di allenamento straordinaria. - Regina vedendomi agitata capi immediatamente cosa stesse frullando nella mia testa e corse subito in mio aiuto. - Mi ha detto di dirti che farà il possibile per liberarsi quanto prima ma purtroppo non può disertare. - non era colpa sua ma ci rimasi male ugualmente. Avrei tanto voluto che fosse lì, con me... sapeva darmi la carica giusta in ogni occasione, era il mio porta fortuna umano... gareggiare senza di lui accanto non sarebbe stato lo stesso. - ooh! Niente scherzi! - mi riporto alla realtà Regina. - ti voglio carica Emma! Super carica! Togli quel faccino dispiaciuto dal viso e stampati il miglior sorriso che hai! Non ha detto che non verrà, solo che farà un po’ più tardi ok? - annuii tristemente. - vai a scaldarti un po’ dai, eviti di pensare almeno.
Seguii il suo consiglio ma il non pensare fu difficile... per quanto capivo e comprendevo la sua assenza non riuscivo a farmene una ragione e ad essere felice e far finta di nulla. Desideravo averlo lì accanto a me a sostenermi più di qualsiasi altra cosa al mondo... sembravo forse una bimba viziata per questo? Sicuramente e forse lo ero anche ma il suo supporto era importante per me, a tratti fondamentale... senza di lui era come se tornassi indietro a quando ero semplicemente ragazzina di 16 anni impaurita e senza futuro.
Sarah e Abby, vedendomi giù e capendo il motivo corsero subito da me nella speranza di riuscire a strapparmi un sorriso ma non poterono fare più di tanto in quanto la gara ebbe inizio e non vi era più tempo per le chiacchiere.
Rispetto alle competizioni precedentemente eseguite da quando eravamo a Rio quella semifinale per me fu la peggiore. Sbagliai solo un paio di cose a livello tecnico, niente di che in realtà, ma l’eleganza e la sicurezza che mi aveva sempre contraddistinta non trapelò come al solito. C’era come un alone di tristezza dentro di me e non volendo lo esternai attraverso le mie prime tre esibizioni. Fortunatamente ottenni sempre punteggi molto alti nonostante tutto per cui Harris non poté rimproverarmi sul mio operato ma nulla gli impedì di lanciarmi frecciatine. - Baci meglio di come ti esibisci lo sai sì? - Disse in riferimento al bacio con Killian del giorno prima - vedi di riprenderti per l’esibizione alla trave ok? Non mi stai piacendo particolarmente oggi. Sembri un’altra persona.
  • Farò del mio meglio signore! - replicai a testa bassa.
  • Del tuo meglio non è sufficiente! Io voglio “il” meglio! Tratta quella sbarra come fosse il tuo inseparabile baciatore... dimentica le dinamiche esterne e concentrati su quello che stai facendo. Fai salire in pedana la mia Emma, non la sua brutta copia.
Sapevo che il suo era solo un modo per caricarmi quindi non me la presi per le parole usate ma nonostante ciò la carica non arrivò e anche per la trave il risultato fu più che buono ma non quello sperato.
Nella somma complessiva dei voti riuscimmo comunque a piazzarci tra le prime sei, arrivammo terze in classifica, avevamo ottenuto la nostra tanto agonista finale olimpica ma la cosa non sembrò importare nulla ad Harris il quale nonostante fosse chiaro come il sole che parlasse di me fece un rimprovero generale a tutte per il nostro comportamento odierno.
  • ma ti pare che debba prendermi una ramanzina per colpa di quella lì?!?! - sentii commentare Zelina una volta che Harris e Regina si furono allontanati - roba da pazzi! Lei non fa il suo dovere e la colpa è nostra??? - continuò parlando ad Abby e Sarah, io mi ero allontanata per starmene un po’ per fatti miei e metabolizzare tutta quella stramba mattinata ma nonostante ciò la sentii lamentarsi ugualmente.
  • Certo che sei davvero pesante quando ti ci metti... - commentò Abby a mio favore - Emma ha avuto una mattinata no è vero ma non mi sembra che noi siamo state tutto questo gran vedere da poterci permettere di parlare!
  • Ti pareva che l’avvocato non avrebbe preso le sue difese? Tze...
  • Zelina guarda Abby ha ragione... - continuò Sarah. - voti alla mano, nonostante la giornata no, Emma è comunque quella che nella squadra ha riportato i punteggi più alti quindi... - lasciò la frase incompleta - Harris avrà anche fatto una ramanzina rivolta per lo più a lei ma noi non è che per questo non abbiamo colpe.
  • Ora anche tu dalla sua parte...
  • io non sono dalla parte di nessuno Zelina e neanche Abby lo è. siamo amiche di entrambe e come tali se una di voi sbaglia è giusto che ve lo si faccia notare.
  • Io non ho sbagliato nulla, dico solo che non meritavo un cazziatone solo perché lei ha i suoi problemi del cavolo.
  • Vuoi un mio parere Zelina? - intervenne Regina - io non mi preoccuperei per aver ricevuto una ramanzina che non meritavi... mi preoccuperei più che altro di non aver ricevuto nessuna ramanzina personale. - Zelina la guardò non capendo - è vero che era rivolto ad Emma il discorso di Harris di poco fa ma perché rimproverare colei che tra tutte ha avuto il punteggio più alto e non te che hai riportato un punteggio non solo più scarso delle tue compagne ma anche al di sotto della tua stessa media? I rimproveri ci fanno crescere, sono utili ... è un bene quando li riceviamo, bisogna preoccuparsi del contrario.
La lasciò riflettere su quelle dure parole, era stata davvero crudele devo ammetterlo ma conoscendola probabilmente in serata sarebbe tornata da lei per farle capire il vero significato di quanto detto.
  • per quanto riguarda te invece… - disse avvicinandosi
  • No Regina ti prego non dire nulla! Sono stanca, vorrei andare a dormire se non ti dispiace... magari parliamo dopo ok?
  • A dormire? Tu? Ora?? - da che ne aveva memoria non avevo mai fatto un riposino pomeridiano... mai, soprattutto in vista di una gara. - devo forse preoccuparmi? Non ti senti bene? - iniziò ad agitarsi. Anche io avrei pensato lo stesso fossi stata al suo posto.
  • Tranquilla sto bene, ho solo mal di testa... passerà. - e senza darle modo di replicare mi incamminai verso la mia stanza dove non appena poggiai la testa sopra il cuscino caddi in un sonno profondo. Che stessi seriamente male? Escluso. Il mio mal di testa non era dovuto ad altro che ai troppi pensieri avuti in quella mattinata... pensieri profondi, troppo profondi che riguardavano me e il mio uomo.

 
  
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