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Autore: cassiana    20/04/2021    2 recensioni
[David Gilmour X Ginger Gilmour]
Una ragazza va a un concerto dei Pink Floyd e fa un incontro che le cambierà la vita.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, David Gilmour
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'David & Ginger '
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CAP. IV




La sera li trovò affamati, stanchi e più felici che mai. Si trasferirono nel centro città in main street e Ginger indicò tutti i negozi più importanti.

- Hey, questo è figo!


Esclamò David indicando una vetrina decorata da abiti particolarmente eccentrici e con un’insegna altrettanto bizzarra che portava il nome di Paraphernalia, mentre Ginger lo trascinava via rapida:

- Ahm, si. Quello è il negozio di Roger.
- Oooops!

Mentre camminavano a braccetto Ginger gli fece notare alcune porticine minuscole alla base di alcuni negozi spiegandogli che quelle erano le porte delle fate e che erano comparse all’improvviso qualche tempo prima e che nel corso degli anni stavano aumentando sempre più di numero. Erano graziosissime e uno dei suoi passatempi preferiti era quello di cercarle e disegnarle tutte esaltandosi quando ne trovava una nuova. David rise e le diede un bacio tra i capelli adorando questo suo lato fanciullesco. Infine si fermarono nel ristorante cinese preferito della ragazza. I proprietari infatti la salutarono cordiali e diedero solo un’occhiata curiosa al nuovo ragazzo che l’accompagnava.

- Allora, sai usare le bacchette?
- Certo!

Quando era stato in Giappone aveva dovuto imparare per forza, ma nell’emozione del momento David si fece cadere tutti i bocconi. Ginger rise ancora emettendo quel suo versetto che lo faceva impazzire e pur di farla divertire fece finta di fare l’imbranato ancora un po’. Ginger gli porse un piccolo xiaomai traslucido e appena rosato, David lo risucchiò con le labbra e poi provò a baciare il polso della ragazza provocandole un’altra scarica di risatine. Non riusciva a smettere di guardarla, il nasino impertinente, gli occhi turchesi da cerbiatta, i dentini che affondavano nei ravioli, la lingua che leccava via un po’ di salsa dalle labbra, il cuore incominciò a battergli forte e il sangue gli pulsava all’interno dei polsi.

- Dove andrete dopo?
- Toledo, Princeton, poi altri due posti che non ricordo e New York. Forse dopodomani saremo a Providence. Sembrano tutti così eccitati.

Sollevò le spalle in un gesto di noncuranza.

- Ci credo, Halloween nella città di Lovecraft - abbassò la voce - sai quello Necronomicon! Se fate quella canzone terribile dove ci sono quelle urla raccapriccianti sarete proprio in tema.
- Ahah, Carefull with that axe, Eugene! Sì è in scaletta. Poi faremo anche Cymbaline. E’ abbastanza spaventoso come set?

Ginger annuì arricciando il naso, si allungò a prendere una mano del ragazzo.

- Dopo di Providence un’altra serie di città - continuò David accarezzandole le dita - E poi, credo il 15 novembre, dovremmo tornarci. A New York, dico.

Ginger allargò gli occhi con espressione sognante appena sentì il nome della città. David stava spostando con una bacchetta il cibo da un lato all’altro del piatto, si appuntò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e la guardò da sotto in su:

- Vorresti venire, con me?
- Come se fossi una groupie qualsiasi?
- No, no io pensavo…
- E dove dovrei dormire, come dovrei spostarmi?
- Ci penserei io a tutto: biglietti aerei, hotel, tutto quello che serve.
- Come con una groupie, appunto.

David rimase interdetto e imbronciò le labbra per un momento. Per essere così carino era un vero nerd con le ragazze, pensò Ginger che fece un sorriso dolce:

- Ti stavo prendendo in giro!

Il volto di David si aprì in uno dei suoi splendidi sorrisi e ridacchiò imbarazzato. Mentre l’accompagnava a casa parlarono fitto fitto dei loro progetti futuri, organizzando, pianificando, sognando la loro favola. Erano quasi arrivati alla porta dell’appartamento di Ginger quando si ammutolirono entrambi, le foglie rosse e gialle che crocchiavano sotto i piedi era l’unico rumore. La ragazza si strinse in un brivido improvviso quando una folata di vento spazzò la strada, si appoggiò a un albero piegando il capo per proteggersi da un mulinello di polvere. David le prese il viso tra le grandi mani. Si baciarono ancora, baci avidi, disperati ora che il momento di lasciarsi si faceva sempre più vicino. Le labbra di Ginger erano così dolci che a David sembrò di assaggiare un frutto succulento. Lei affondò le mani tra i suoi capelli premendosi a lui. Alzò il viso, cercando di non far scivolare le lacrime che sentiva pungerle le palpebre:

- Non ti voglio lasciare.
- Neanche io amore vorrei.
- Chissà se dopo questa sera ci rivedremo...

Mormorò Ginger nascondendo il viso contro il bavero della sua giacca. David le sollevò il visino e con i pollici le asciugò le lacrime.

- Certo che ci rivedremo! Te lo prometto, Ginger.

La baciò ancora teneramente e la tenne stretta a sé, riluttante a lasciarla andare, anzi se fosse stato per lui l’avrebbe trascinata nella sua camera d'albergo e l'avrebbe portata ovunque fosse andato. Era il suo desiderio. Era la promessa che le fece.





Nota Autrice:

Di nuovo ringrazio chiunque abbia letto, commentato, seguito, messo kudos a questa storia. Come sempre, ogni commento, consiglio, aiuto e feedback è più che ben gradito. Alcune precisazioni come al solito. L'appuntamento al ristorante cinese c'è stato veramente, Ginger ne ha parlato in un'intervista. (A proposito seguite il suo instagram? È pieno di belle foto anche di David e aneddoti). Ho scambiato alcune date dei concerti: in realtà il 31 i Pink Floyd hanno suonato a Toledo, mentre a Providence ci sono stati il 4 novembre. Ma non sarebbe stato figo? La cosa delle porte delle fate in realtà nasce a metà degli anni ‘90 ma ho pensato che a Ginger sarebbe piaciuta tantissimo. Il negozio del fidanzato di Ginger si chiamava realmente Paraphernalia. Il resto è tutta una mia invenzione \o/
   
 
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