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Autore: eddiefrancesco    21/04/2021    0 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Rosalin fu tutt'altro che rassicurata dalla scintilla maliziosa che gli illumino' gli occhi. Ma ormai era troppo tardi per correre ai ripari. Lady Carlyn era a pochi passi da loro. - Lady Carlyn! Ho appena avuto l'occasione di conoscere vostra nipote. È bella e affascinante come sua nonna - esclamò deliziato Stamford baciandole la mano grassoccia. - Oh, lord Stamford! Alla mia età volete ancora farmi girare la testa. Rosalin è assai più bella di quanto io sia mai riuscita a essere.- - Ora che l'ho conosciuta, spero che mi concederete il permesso di farle visita qualche volta. Non dovete preoccuparvi, vi prometto che mi comportero' da perfetto gentiluomo.- - Va bene, ma badate che vi terrò d'occhio.- Rosalin non ne poteva più di quella conversazione. - Dubito vivamente che potrò ricevervi, milord.- Come potevano discutere di lei come se fosse un burattino incapace di prendere le proprie decisioni? Avrebbe voluto strangolarli tutti e due. - Non dire sciocchezze, cara - l'azzitti' lady Carlyn con un'occhiataccia. La bocca di lord Stamford s'increspo' in un diabolico sorriso. - Purtroppo ora devo congedarmi. Ci vedremo presto, lady Jeffreys. Anzi... prestissimo.- Lady Carlyn l'osservò allontanarsi, poi prese da parte la nipote con espressione perplessa. - Mia cara, non posso crederci! Lord Stamford che desidera farti visita. Non riesco a immaginare il motivo di tante attenzioni: di solito non si cura minimamente delle donne rispettabili. Certo non penserà che... No, ovviamente no. Basta solo guardare l'abito che indossi! - - Tanto meglio, allora! - replicò Rosalin in tono nient'affatto scherzoso. L'abito blu senza fronzoli che aveva scelto per quella sera era sempre stato fonte di estenuanti discussioni con sua nonna, alla quale sarebbe piaciuto vederla indossare tinte più civettuole. Rosalin trascorse il resto del ricevimento immersa in una sorta di malinconico torpore. Se ne desto' soltanto quando finalmente si accomodo' in carrozza accanto alla nonna. - Allora, mia cara, cosa ne pensi di lord Stamford? E dire che non lo avevo proprio considerato. A pensarci, non è un partito da scartare. Una donna non si annoierebbe mai in sua compagnia - tornò alla carica lady Carlyn. - Ho capito bene? - replicò Rosalin sconvolta. - Ma certo. Lady Spence, sua zia, mi ha rivelato che suo padre vuole a tutti i costi che si sposi. Ma perché non ci ho pensato prima? Ora che sei a Londra, chi mi impedisce di aiutarti? - - Lasciate stare, nonna. Preferirei morire, piuttosto che diventare sua moglie.- mormorò Rosalin, aggredita all'improvviso da un furibondo mal di testa. Michael ritirò cappello e soprabito dal maggiordomo e si avviò di buon passo verso casa. Amava camminare nelle fresche notti di primavera; lo aiutava a riflettere. Il suo pensiero corse immediatamente a lady Jeffreys. Chissà perché, non poteva resistere alla voglia di stuzzicarla. Forse il fuoco che le si accendeva nello sguardo e il rossore che le infiammava le gote vellutate erano tentazioni troppo intense per essere tenute a bada. Non aveva idea del perché una vedova tanto rispettabile dovesse interessarlo. Era graziosa e leggiadra, ma non certo bella come le spregiudicate signora che era abituato a frequentare. E il vestito che indossava quella sera... Tutto era meno che provocante. Nemmeno un fiore ne adornava l'orlo, nessuna piega ne esaltava le forme. Eppure le stava d'incanto. Di solito trovava noiose donne del genere. Qualcosa però gli diceva che, dietro la facciata che lady Jeffreys tentava di presentare al mondo, si celava lo spirito di una donna calda e passionale. E lui non era tipo da sottrarsi alla sfida di abbattere le barriere che gli venivano opposte. Peccato che non fosse lei la sua promessa sposa, riflette' a quel punto sorridendo fra sé e sé. Sarebbe riuscito a portarla all'altare soltanto trascinandola a viva forza. D'improvviso gli tornavano alla mente le parole del cugino Charles. Si fermò di botto nel silenzio della strada, come fulminato dal lampo di quella ispirazione. Lady Jeffreys era educata, rispettabile, graziosa e intelligente e lo vedeva come il fumo negli occhi. Cosa poteva pretendere di più da una futura sposa? E averla in suo completo potere gli pareva una prospettiva davvero allettante. Sentiva che, prima o poi, le sue armi di seduttore, sarebbero riuscite a infrangerne la resistenza. Tanto più che conosceva il mezzo per indurla a seguire i suoi piani. L'intensa luce del mattino penetro' attraverso uno spiraglio delle pesanti tende in broccato nella camera da letto. Rosalin aprì gli occhi a fatica con il solo desiderio di tornare a rannicchiarsi nel tepore del letto. Non era abituata a fare le ore piccole. Da quando era a Londra non si coricava mai prima delle due o delle tre di notte. Che energia aveva invece sua nonna! Mai che passasse una tranquilla serata in casa: se non usciva per un ballo, andava a un concerto o a un ricevimento. E puntualmente insisteva perché lei l'accompagnasse. La signora Harrod, la governante, entrò mentre lei era ancora indecisa se alzarsi o crogiolarsi un altro po' fra le lenzuola. Aprì le tende e uscì di nuovo, non prima di averle apparecchiato la colazione in camera. Rosalin si versò una tazza di cioccolata chiedendosi se ci fosse un modo per risparmiarsi il ballo in programma quella sera stessa. In dieci giorni di permanenza a Londra aveva partecipato a più serata che in tutta la sua vita. Suo marito John li considerava un frivolo passatempo, come molti degli studiosi suoi colleghi. A volte certe occasioni di divertimento le erano mancate. Dopo un paio d'anni di matrimonio John si era sempre più immerso nella stesura dei suoi ponderosi libri, al punto che ogni distrazione dal lavoro gli era sembrato tempo sprecato. Lei compresa. Sentendo le lacrime salirle agli occhi, le asciugo' con un gesto d'insofferenza. Il fatto era che aveva perso così tante persone in quei cinque anni! Prima John, poi i suoi genitori... Le restava solo suo fratello James e ora l'attanagliava il terrore di perdere anche lui. Si era trasferita a Londra proprio nella speranza di colmare la distanza che si era aperta fra loro come un abisso. Suo fratello era diventato chiuso, riservato, e raramente si lasciava andare alle confidenze. Oramai si assentava da Meryton per lunghi periodi e non tornava mai solo, ma sempre in compagnia di un rumoroso gruppo di amici. Persone poco raccomandabili, come quel Fairchilde. Si costrinse ad alzarsi da letto. La domestica la aiutò a indossare un abito azzurro con la gorgiera e le pettino' i capelli raccogliendoli a crocchia. Rosalin diede un ultimo tocco alla pettinatura accingendosi a scendere al piano di sotto. Almeno quella mattina, decise, sarebbe rimasta a casa, lontano da ogni circostanza mondana. - Avete visite, milady. Un signore chiede insistentemente di vedervi. L'ho fatto accomodare in salotto. Dichiara di essere il marchese di Stamford.- annunciò tutto ad un tratto la signora Harrod. Rosalin indietreggio' sgomenta portandosi una mano alla gola. Cosa voleva da lei così di buon ora? Che diamine! Credeva forse di poterla aveva a sua disposizione? - Lord Stamford vuole vedermi? Ditegli che non sono in casa. Non voglio assolutamente incontrarlo. È troppo presto per le visite.- Mentre la governante scendeva al piano di sotto, Rosalin tornò a sedersi di fronte allo specchio. Evidentemente lord Stamford aveva deciso di restituirle il ventaglio, riflette'. Vuol dire che lo avrebbe lasciato in consegna alla governante. Da parte sua, non sarebbe scesa finché lui non avesse tolto il disturbo. Decise di occupare il tempo leggendo un romanzo. Trasali' quando la governante busso' di nuovo alla porta. - Milord mi prega di avvisarvi che non se ne andrà finché non sarete tanto cortese di riceverlo.- - Tutto questo è ridicolo. - Eppure qualcosa le diceva che l'importuno visitatore non avrebbe esitato a mettere in atto la minaccia tenendola prigioniera nella sua stanza.
   
 
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