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Autore: Honey_2990    23/04/2021    0 recensioni
Vivere nel ventunesimo secolo non è semplice come tutti vogliono far credere.
Gli adulti guardando i giovani vedendo solo delle teste senza niente da dire, delle marionette mosse dal volere della massa, persone che non sono all'altezza delle loro aspettative e forse non lo saranno mai.
Noi invece ci ritroviamo a guardare un mondo che va avanti senza includere il nostro pensiero nel proprio progetto di avanzamento.
La nostra generazione non sa come far parte di un sistema che include solo determinate cose, come:
lavoro sottopagato, stipendio di sopravvivenza e contratti di lavoro inammissibili.
Nessuno di noi crescendo avrebbe mai immaginato che il nostro ingresso nel mondo reale, quello che si presenta al compimento dei diciotto anni, sarebbe stato così deludente. Credevamo che raggiunta la soglia della nostra indipendenza, il mondo intero sarebbe stato ai nostri piedi, mentre quello che non avevamo calcolato era il percorso tortuoso che ci aspettava per raggiungere la nostra meta. Ma quale era esattamente? Io non lo sapevo più.
Ho compiuto ventidue anni ormai cinque mesi fa e non mi capacitavo di quante cose erano cambiate nella mia vita rispetto ai miei diciotto anni. Niente era andato come mi aspettavo eppure non era passato così
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Durante il viaggio in macchina Josy ed io ci complimentammo a vicenda per i nostri vestiti.

Lei alla fine aveva optato per quello verde che le vidi indossare il giorno che facemmo un giro per negozi insieme. Aveva abbinato un paio di scarpe con un tacco largo dello stesso colore ed un cerchietto con molti brillantini che le teneva i capelli indietro. Stava benissimo!

"Quindi stasera lo incontrerai?"

Mi chiese picchiettando sulla mia gamba scoperta dallo spacco del vestito.

"Non so più che cosa pensare Josy, ma stasera andremo alla festa per un altro scopo."

Le risposi io sorridendo pensando a quanto fosse bella l'iniziativa organizzata dalla nostra azienda. 

Mi rigirai la maschera tra le mani per qualche secondo prima di rendermi conto che il nostro autista aveva svoltato dolcemente per parcheggiare davanti all'entrata di una bellissima villa. In men che non si dica venne ad aprire la nostra portiera per aiutarci a scendere dall'auto ed io portai la mia maschera sul viso sistemandola bene dietro alla nuca nella speranza che non cadesse durante l'arco della serata.

"Continuo a pensare che questa cosa sia incredibilmente romantica." Esclamò la mia amica prima di seguirmi e scendere dalla macchina.

Le sorrisi ed avvolgendo le nostre braccia l'una con l'altra, ci incamminammo sul tappeto rosso per entrare all'interno del grande salone dove si sarebbe svolto l'evento.

L'atmosfera era bellissima. Caroline si era data molto da fare affinché tutto risultasse perfetto e devo dire che ci era proprio riuscita.

Il colore prevalente della festa era il bianco, ma non mancarono rifiniture con brillantini di ogni tipo, decorazioni floreali ovunque e tavoli rotondi molto spaziosi ornati da composizioni davvero strepitose.

L'atmosfera era incredibile. Non avevo mai partecipato ad un evento di quel tipo in Italia, di conseguenza quello che per le altre persone poteva sembrare normale, per me risultava assurdamente bello.

Mi piaceva molto e ad essere onesta, l'ambiente ti dava l'illusione di essere in una favola.

La musica di accompagnamento era molto delicata e proveniva da un palco collocato in fondo alla sala, sul quale notai una band composta da musicisti prettamente legati allo stile classico/jezz.

Josy attirò la mia attenzione con un colpetto sul braccio e notai che ci stavamo incamminando verso dei divanetti bianchi, dove Caroline ci stava aspettando in compagnia di altre persone che fino a quel momento non avevo mai visto.

"Benvenute ragazze! Vorrei presentarvi il Signor Jule ed il Signor Miller. Sono i principali sponsor di questa meravigliosa serata e senza il loro prezioso aiuto, non sarebbe riuscita così bene."

Entrambe sfoderammo uno dei nostri migliori sorrisi quando porgemmo le nostre mani per stringere le loro e presentarci.

"Caroline ci ha detto che siete molto in gamba. Sono lieto di conoscervi."

Disse il Sig. Jule prendendo la mia mano e portandosela alle labbra.

"Siamo molto onorate di essere qui stasera, l'iniziativa per la quale è stato organizzato questo evento è davvero ammirevole. Spero che i fondi raccolti saranno molti."

Risposi io stringendo la mano anche all'altro investitore.

"Siete bellissime ragazze!"

Esclamò Caroline venendo ad abbracciarci.

"E questo vestito Anna è stupendo! E' la nuova collezione di Valentino! Come hai fatto?"

Mi chiese incredula squadrandomi dalla testa ai piedi.

"E' una lunga storia Caroline..."

Le rispose al mio posto Josy facendomi ridere.

"Beh ragazze, prendete qualcosa da bere e divertitevi! Ci vediamo in giro!"

Ci disse lei incoraggiandoci ad avviarci al piano bar che stava servendo champagne a prima vista molto costoso.

Dato che il tema della raccolta fondi riguardava proprio gli accessori che tutti portavamo in viso, notai che qualcuno aveva davvero esagerato con le proprie maschere. Ne vidi di ogni tipo alcune davvero molto stravaganti e fin troppo colorate.

Un cameriere con una divisa molto sexy si avvicinò a noi è lasciò sul nostro tavolo due cocktail evidentemente offerti durante la serata.

Uno dei drink più buoni che avessi mai assaggiato, fruttato e dolce proprio come piaceva a me.

Adoravo l'alcol mescolato con la frutta, un sorso soltanto, mi faceva sentire appagata, leggera e rigenerata.

Josy iniziò a commentare tutti i personaggi che apparivano davanti ai nostri occhi, analizzando nel dettaglio: la loro statura, il loro ruolo di rilievo nella società e perché no, anche il loro aspetto fisico.

Mi piaceva molto stare con lei, perché involontariamente avevo trovato una compagna di pettegolezzi migliore del previsto, qualche volta riusciva ad ammutolire anche la sottoscritta. Il che era tutto dire.

Non riuscivo a riconoscere le persone data l'atmosfera piuttosto buia della sala.

Il nostro bel discorso su quanto quella nuova vita stesse diventando l'opposto di quella che avevamo, venne interrotto da una richiesta per un ballo.

Un ragazzo molto alto porse la mano alla mia amica e lei prima di accettare guardò dalla mia parte leggermente titubante, come per chiedere il permesso.

Io non potei fare a meno di ridacchiare e di darle una leggera spinta verso le braccia del cavaliere mascherato.

Non succede tutti i giorni di ricevere attenzioni da un gentiluomo, no?!

Seguii la mia amica con lo sguardo fino a quando non la vidi scomparire con Mr. gentilezza in mezzo alla pista da ballo.

Mi guardai intorno e mi venne da ridere. Portano il drink alle mie labbra, tra me e me pensai solo a quanto era cambiata la mia vita in così poco tempo. Mi voltai per vedere meglio l'orchestra e per qualche minuto mi persi dietro alla melodia che fuoriusciva da quegli strumenti. Mi aveva sempre affascinata il pianoforte, ma diciamo che il mio talento nascosto era quello di non avere proprio alcun talento. Non sapevo cantare, non sapevo suonare, non sapevo disegnare e neanche dipingere o ballare. Risi di nuovo tra me e me puntando sul fatto che non avrei attirato l'attenzione di nessuno grazie alle luci molto basse.

"Se lo indosserai, potrò riconoscerti."

Una voce roca arrivò dritta alle mie orecchie e quando sollevai lo sguardo lasciando i miei pensieri da una parte, incontrai una figura alta e slanciata che in quel momento torreggiava su di me.

Un ragazzo vestito elegante con un completo nero da mozzare il fato, capelli ricci tirati indietro ed una maschera scura che lasciava praticamente tutto all'immaginazione.

Era lui. Il vestito, le scarpe.... Era lui.

"Tu..."

Risposi sottovoce rimanendo seduta non riuscendo a capacitarmi. Non era uno scherzo. Stava succedendo davvero.

Non sapevo cosa stessi provando in quel momento. Ero eccitata. Sconcertata, ma anche eccitata.

"Il mio impegno nel ritrovarti ti ha lasciata senza parole?"

Mi chiese gentilmente porgendomi una mano ed intuendo il mio stato d'animo. Ritrovarmi?

"Ritrovarmi?"

Diedi voce ai miei pensieri accettando la sua mano ed alzandomi in piedi.

Una volta raggiunta la posizione eretta, mi resi conto della nostra differenza di altezza piuttosto marcata, nonostante io stessi indossando diversi cm di tacchi alti.

"L'ultima volta che ti ho vista eri piuttosto impegnata ad osservare questo bel vestito addosso ad un manichino dentro alla vetrina di Valentino. Devo dire che su di te il risultato è splendido."

In quel momento ringraziai il cielo che l'atmosfera fosse così confusa perché per un momento sentii un forte calore sulle mie guance.

"Sei stato tu.. tu mi hai offerto il pranzo quel giorno! Ma perché lo hai fatto? Mi hanno dato tutti della pazza per settimane..."

Chiesi io sorridendo e portandomi una mano alla fronte in cenno di esasperazione.

"Volevo catturare la tua attenzione, ci sono riuscito?"

"Beh... direi proprio di sì! Ma per quale motivo? Non mi conosci neanche..."

"Potrei iniziare chiedendoti di ballare. Ti piacciono i lenti?"

Mi chiese tenendomi ancora per mano e voltandomi le spalle mentre iniziava a condurmi verso la pista da ballo.

"Si..."

In quel momento non ho voluto precisare che i lenti mi piacevano moltissimo ma che allo stesso tempo non sapevo ballarli.

Sentii una sua mano posarsi sulla mia schiena ed una volta raggiunta la pista, avvicinandomi a se, sorrise e disse:

"Bene, so già qualcosa in più su di te."

Non riuscivo a capire quale volto si celasse dietro alla maschera, perché era ben congegnata da lasciare intravedere solo il colore dei suoi occhi verdi e pochissimo la sua bocca. Gli spazi visibili erano comunque coperti da una rete molto leggera ma abbastanza coprente da impedirmi di capire meglio quali fossero i tratti del ragazzo davanti a me.

"Come mi hai trovata? Mi hai seguita fino a casa forse?"

Chiesi in tono minatorio.

Non sapevo fin quanto lusingarmi delle sue attenzioni, considerato che uno sconosciuto era riuscito a rintracciare il mio indirizzo di casa senza riscontrare alcuna difficoltà.

"Non ti rivelerò i miei segreti! Ci siamo appena conosciuti!"

Mi fece ridere il tono scherzoso che decise di utilizzare.

Era un bravo ballerino, portava avanti la nostra coppia facendo risultare anche me una ballerina non male, dovevo dargliene atto. Ci sapeva fare.

Io ero una frana.

"Mi spiace che tu abbia scelto proprio me per ballare, non sono una buona ballerina."

Rise ed il suo sorriso era contagioso perché chinando leggermente la testa sorrisi anche io.

Il silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi stava cominciando a sentirsi ed avevo paura di dire stupidaggini se a rompere il ghiaccio fossi stata io.

Guardandomi intorno, notai le numerose coppie ballare avvinghiate e per un momento sentii salire l'imbarazzo, sperai con tutto il cuore che sarebbe stato lui ad interrompere il silenzio che era sceso tra di noi.

Prese entrambe le mie mani e facendole scivolare sul suo petto; appoggiò delicatamente le sue sui miei fianchi avvicinandomi a se. Le note in sottofondo erano di una delle mie canzoni preferite.

The script con "The man who can't be moved."

Di solito ascoltandola cadevo in un mare di pensieri, era così bella e piena di significato....ma non quella sera, in quel momento stava solo accompagnando un piacevolissimo momento con uno sconosciuto.

"Di solito ballo con mia madre quando riesco a staccare dal lavoro, a lei piace molto. Mi ha insegnato tanti trucchetti."

Quelle parole mi scossero un attimo e mi venne spontaneo sorridere, consapevole del fatto che molto probabilmente, lui non mi avrebbe neanche vista.

"E' una cosa molto dolce..."

Risposi felice del particolare che mi aveva raccontato e del fatto che quasi nessuno si interessava a cosa piaceva o non piaceva ai propri genitori ormai.

"Di cosa ti occupi?"

Gli chiesi riferendomi al suo lavoro.

"Non posso dirtelo. E' un segreto."

La sua risposta così misteriosa mi incuriosì molto.

"E tu?"

"Sono una spia dei servizi segreti britannici."

Alzai lo sguardo verso di lui e scoppiò a ridere, aveva un sorriso molto bello per quel poco che potevo vedere; ero sicura che mi ricordasse qualcuno.

Afferrando una mia mano in un secondo mi trovai coinvolta in una piroetta. Mi fece volteggiare due volte prima di portarmi di nuovo tra le sue braccia.

"Vorrei almeno sapere il tuo nome, io mi chiamo-"

Non riuscii a finire la mia frase dato che con una seconda piroetta mi fece voltare tra le sue braccia finendomi alle spalle.

Cinse la mia vita e continuò a muoversi dietro di me tenendomi per mano.

Lo sentii avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare:

"Non voglio saperlo, mi piace il mistero."

"Dovrei dedurre che neanche io saprò il tuo nome?"

Chiesi leggermente infastidita.

Per quale motivo tutto quel mistero?

Un sorrisetto furbo spuntò sul suo viso e proprio in quel momento un bagliore illuminò la sala per qualche manciata di secondi e potei giurare che avesse qualcosa di familiare.

La musica si interruppe ed il misterioso ragazzo prese la mia mano nella sua ed incamminandosi verso l'uscita posteriore scostando una tenda notai che ci stavamo dirigendo in un bellissimo giardino poco illuminato.

"Che ci facciamo qui?"

Chiesi a lui non appena raggiungemmo l'esterno.

"Non ti ho corteggiata per doverti condividere con altre trecento persone questa sera. Abbiamo ballato, ma vorrei conoscerti un po'."

Mi fece arrossire nuovamente.

"Non abbassare lo sguardo, vedo comunque il rossore sul tuo viso."

Disse appoggiando due dita sotto al mio mento facendomi sollevare lo sguardo nella sua direzione.

"Cosa vuoi sapere di me?"

Chiesi guardandolo dritto negli occhi.

"Tu non sei del posto vero? Hai un bellissimo accento."

Mi aveva smascherata.

"Sono italiana e mi sono trasferita qui da poco per lavorare."

"Amo l'Italia. Dovendo viaggiare molto per lavoro ho avuto l'occasione di visitarla spesso e ne sono rimasto affascinato!"

Mi rispose spiegandomi quanto era rimasto colpito dal mio paese ed aveva ragione ad esserlo. L'Italia è uno dei paesi più belli al mondo, non l'ho mai negato.

"Sono d'accordo, il mio paese è bellissimo. Personalmente mi sono trasferita per cercare una stabilità che non riesco a trovare lì, purtroppo la bellezza di un posto non sempre è abbastanza."

Pensavo davvero tutto quello che avevo detto.

"Credo che sia un paese dalle molteplici risorse, che allo stesso tempo non vengono sfruttate a dovere."

Rispose lui. Non poteva esprimere in termini migliori la ragione che mi aveva spinta ad allontanarmi dalla mia terra. Abbassai lo sguardo ed incrociai le mani annuendo alle sue parole.

"Tocca a me adesso... Voglio sapere qualcosa di te, non posso sapere il tuo nome, ma dovrai pur avere qualcosa da raccontare."

Lo incalzai al fine di riuscire a strappargli qualche informazione in più.

La mia curiosità non trovava pace.

"Mi piace cantare. Lavoro sodo e cerco di portare a casa più risultati possibili. Per motivi legati alla mia carriera sono spesso in giro per il mondo e per lo più mi occupo di relazioni internazionali."

Suonava davvero importante come ruolo.

"Perché mi hai offerto un pranzo senza conoscermi? Come hai fatto a notarmi? Perché mi hai comprato un vestito così costoso? Come facevi a sapere che sarei venuta a questo ballo?"

Stavo cercando di fare più domande possibili al fine di placare la mia curiosità nell'eventualità in cui avesse risposto sinceramente a tutto ciò che gli avevo appena chiesto.

"Ero dentro alla boutique di Valentino per l'ultima prova di un abito su misura ordinato qualche mese fa, quando ti ho vista al di là del vetro e sono rimasto colpito. Hai dei bellissimi occhi. Ti ho offerto un pranzo perché conosco molto bene Max il cameriere del ristorante nel quale sei andata a mangiare e quando ti ho vista entrare lì ho chiamato il mio amico e gli ho chiesto un favore, così sono andato nel retro e ti ho lasciato un biglietto... volevo incuriosirti. Ho visto come hai guardato quell'abito in quella vetrina ed ho deciso di fartelo arrivare direttamente a casa così da poterti riconoscere durante questa bellissima serata."

Si era impegnato davvero molto per farsi notare, questo dovevo proprio riconoscerglielo.

Quando ebbe finito di parlare, si avvicinò pericolosamente a me e facendo un passo indietro mi ritrovai stretta tra lui che continuava ad avanzare e una staccionata bianca alle mie spalle.

Sfiorò la mia guancia e per un momento il mio fiato si spezzò in gola.

"Non avrei potuto scegliere un abito migliore da regalarti, sembra disegnato per te."

Disse portando una mano sulla mia guancia per cercare il mio sguardo. Ho già precisato che i suoi occhi erano davvero belli?

"Mi stai mettendo in imbarazzo!!"

Dissi facendomi sfuggire una risatina per spostare  nuovamente lo sguardo altrove.

"Per quale motivo?"

Disse avvicinandosi sempre di più a me fin quando il suo viso si ritrovò a pochi millimetri dal mio. Non potevo rispondere alla sua domanda con quello che mi stava passando per la mente in quel preciso istante o sarei sembrata una pazza.

Se ne sarebbe accorto che stavo trattenendo il respiro?

Scoppiò a ridere e si allontanò da me.

"Tranquilla! Adesso puoi respirare. Non ti bacerei mai al primo appuntamento!"

Lo fulminai con lo sguardo senza sapere se effettivamente avesse captato la mia occhiataccia.

"Appuntamento?"

Chiesi io scioccata.

"Non lo è?"

Mi chiese sorpreso.

"Continuo a non sapere praticamente nulla sul tuo conto."

Puntualizzai.

Lui prese la mia mano e mi fece strada verso una panchina vicina a noi.

"Questa non è la serata giusta per le presentazioni, vorrei che lo fosse, ma siamo circondati da troppe persone. Se me ne darai occasione mi piacerebbe vederti ancora e questa volta senza maschere."

Disse con un tono di voce serio, la sua voce era un vero piacere per le mie orecchie.

Non so spiegare bene cosa mi stava succedendo. Quel ragazzo capitato per caso nella mia vita poche ore prima, era davvero affascinante e stuzzicava la mia curiosità sempre di più.

Aveva delle bellissime mani ed i suoi capelli acconciati con gel e lacca, lasciavano intravedere qualche riccio ribelle.

"Non riesco a credere di essere stato così bravo. Ti ho trovata."

Disse scostando una ciocca dei miei lunghi capelli dalle mie spalle.

"Mi hai trovata ..."

Sussurrai proprio mentre stavo per porgli un'altra domanda.

Una mano si poggiò sulla mia spalla e voltandomi notai Josy di fronte a me che picchiettava sull'orologio.

"Dobbiamo andare...stanno per annunciare la maschera vincente."

Disse la mia amica indicando l'ora. Quanto tempo era passato dal nostro arrivo?

Praticamente tutta la serata!

"Devo andare! E' stato un piacere. Ti ridarò l'abito non appena sarà stato lavato e stirato. Ti ringrazio!"

Dissi alzandomi velocemente per provare a raggiungere la mia amica già lontana da me.

Feci qualche passo ma una mano mi afferrò per il braccio e tirandomi indietro andai a sbattere contro il petto del ragazzo con il quale avevo passato tutta la sera.

"Ci vediamo presto, ok?."

Disse avvicinandosi al mio viso e depositando un bacio sulla mia guancia.

Non risposi, annuii soltanto e voltandomi corsi di nuovo dirigendomi verso l'ingresso del salone.

Josy mi vide arrivare ed in un batter d'occhio fu di nuovo accanto a me.

"Era lui non è vero? Era il tipo dei regali!!"

Disse indicando la porta dalla quale ero appena rientrata.

Annuii soltanto.

"Oh mio Dio! Lo sapevo! Vi ho visti ballare! Ci sa fare!!"

"Non è niente male.... ma non so il suo nome, né il suo cognome... non ho un numero di telefono... quindi credo che molto probabilmente non lo rivedrò mai più."

Lei sbuffò e mi diede un buffetto sulla spalla indicandomi la cerimonia di premiazione per la maschera più bella.

Una signora piuttosto anziana iniziò a parlare del progetto che vedeva uniti gli enti benefici organizzatori dell'evento, ci teneva a far capire l'importanza della serata al fine di raccogliere fondi per l'ospedale pediatrico.

In quel momento capii che non era la prima edizione, ma che si trattava di una ricorrenza annua, che vide la prima edizione nel lontano 1952.

Caroline si palesò davanti ai nostri occhi per la seconda volta durante l'arco della serata ed era davvero radiosa.

Indossava un abito bianco che le aderiva perfettamente lungo tutto il corpo arrivando fin sotto alle ginocchia.

"Ve l'ho già detto che siete bellissime stasera? Ma dove eravate finite?"

"Ci dispiace Caroline, ci hanno invitate a ballare..."

Disse Josy strizzando l'occhiolino al nostro capo.

"Bene! Quale migliore evento per fare conquiste?"

Disse lei ridacchiando e strizzando l'occhio alla mia collega.

"Spero vi siate divertite. So che non è esattamente il tipo di festa che dovrebbero frequentare delle giovani ragazze come voi, ma ha fatto molto piacere all'azienda avervi con noi questa sera."

Sapevo che diceva la verità.

Caroline ci aveva puntualizzato più volte quanto stessero investendo sulla nuova generazione.

Pochi minuti dopo arrivò l'annuncio della maschera vincente, era davvero bella anche se un po' troppo sfarzosa per i miei gusti. L'asta venne vinta da un donatore anonimo che si aggiudicò il bottino per una cifra davvero esorbitante, quasi trecento mila sterline. Per una maschera? Assurdo.

Dopo la proclamazione sul palco salì la nostra titolare affiancata dagli sponsor della serata, tra i quali figuravano anche il Signor Jule ed il Signor Miller. A turno porsero i loro ringraziamenti a tutti i presenti per aver partecipato alla serata ed agli organizzatori per averla resa possibile. Insieme mostrarono l'enorme assegno dei trecento mila ed ufficializzarono il passaggio di proprietà consegnandolo in diretta alla Direttrice dell'Ospedale Pediatrico che era salita da poco sul palco con loro.

Quando iniziò a parlare per accompagnare il suo discorso mostrò un video di alcuni bambini che ringraziavano l'evento per il grande supporto e mi commossi un po'. Probabilmente mi sarei informata per iscrivermi nella lista dei volontari.

Una volta terminato il discorso ci avvicinammo al palco per salutare Caroline e ringraziarla per averci invitate, mi complimentai personalmente al fine di farle sapere quanto credevo in quello che era stato fatto. Le chiesi di mettermi gentilmente in contatto con qualcuno che si occupava del volontariato nell'ospedale di riferimento e lei mi rispose che il giorno seguente mi avrebbe aiutata.

Josy ed io uscimmo dalla splendida villa e ci fermammo all'ingresso in attesa dell'arrivo della nostra auto.

Parlavamo del suo cavaliere misterioso, mi stava dicendo che era stato un tipo piuttosto spinto durante la serata, ma a lei era piaciuto molto.

Avevano fatto sesso in bagno!!!! Non me lo sarei mai immaginata e quando iniziò a raccontarmi i dettagli piccanti di quei momenti di passione, scoppiai a ridere in mezzo alla strada nella speranza che nessuno sentisse quelle parole peccaminose!

Non ci potevo credere. Non me lo aspettavo proprio.

Un Range Rover nero con i finestrini oscurati si fermò davanti a noi, ma quella non era la nostra macchina, così lo ignorai semplicemente, fin quando il finestrino accanto a noi si abbassò e sentii dire:

"Non credevo di aver fatto un'impressione così brutta da meritarmi di essere ignorato!"

Era il tipo dei regali.

"Vorrei darti un passaggio se me lo concederai."

Il suo sorriso si intravedeva dalla maschera che stava ancora indossando.

Josy mi dette un piccolo buffetto sul braccio per incoraggiarmi a salire.

"Ma tu dovrai tornare da sola..."

Le feci notare accorgendomi che la nostra auto aziendale si era appena fermata dietro a quella del mio misterioso cavaliere per una sera.

"Tranquilla, so cavarmela da sola e poi c'è Ruphert con me!"

Disse ridacchiando e riferendosi al gentile autista che aveva sopportato i nostri chiacchiericci per tutto il tragitto fino al party.

"Ok. Ci vediamo domani allora."

Le feci un sorriso prima di sollevare leggermente il mio vestito per salire sull'auto un po' troppo alta per la mia statura.

 

   
 
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