Seccatura


“Sì!”
“No.”
“Sì!”
“Non se ne parla.”
Quella creatura riusciva davvero ad essere fastidiosa. Aveva ragione suo padre, le donne erano solo seccature. Spostò lo sguardo verso la finestra della cucina, nel chiaro intento di ignorare la sua cara consorte. Quest’ultima, per ripicca, tirò le tende.
“Niente nuvole, finché non fai quello che ti dico!”
La guardò con un’espressione annoiata. Temari era davanti alla finestra, le braccia conserte e lo fissava con sguardo irato.
“No.”
Non lo avrebbe mai fatto. Non erano cose che spettavano a lui, erano lavori da donne. Lui non le aveva mai chiesto di comandare una missione al posto suo, quindi lei non poteva chiedergli di fare quello.
Sua moglie sembrava leggermente alterata. Scosse i codini con foga e gli si avvicinò, minacciosa.
“Shikamaru, non mi interessa se sono cose da donne, tu lo fai! Sei soltanto un maschilista!”
Perché lei riusciva sempre a capire ciò che pensava? Lui non era un maschilista, riteneva solo che alcuni compiti erano più adatti al gentil sesso.
“Mettiamola così. Se non lo fai, io ti prendo a pugni.”
Però, non si poteva neanche dire che Temari fosse molto gentile, infatti si stava avvicinando minacciosamente al suo volto. Con la sua intelligenza, ci mise poco a comprendere che la scelta più conveniente era quella di ubbidirle.
Suo padre glielo aveva detto il giorno del suo matrimonio.
‘Shikamaru, sei ancora in tempo!’
Perché non lo aveva ascoltato? Avrebbe potuto condurre una tranquilla vita da scapolo, invece adesso si ritrovava con una moglie isterica e un cognato che gli giurava vendetta. Insomma aveva volontariamente detto addio alla sua pace.
Chissà dov’era finita la sua sovrastimata intelligenza il giorno del ‘sì’.
“D’accordo, seccatura.”
Le labbra di Temari si incurvarono in un mezzo sorriso. Aveva ottenuto la sua vittoria, di nuovo. Alla fine vinceva sempre lei. Shikamaru, un po’ per pigrizia, un po’ per paura, si arrendeva sempre.
Con sguardo lievemente schifato, si avvicinò con estrema lentezza a suo figlio Asuma che, da un buon quarto d’ora, stava piangendo come un disperato; sicuramente aveva preso il temperamento della madre.
“Allora?” lo incitò Temari.
“Dammi tempo, è un’operazione delicata.” Disse annoiato.
Con deliberata lentezza portò a termine la sua missione, che poteva essere classificata come di livello A.
“È stato così brutto?”
Oltre al danno anche la beffa. Lo aveva fatto, adesso non meritava un po’ di pace?
“Non era così difficile cambiare un pannolino, no? L’ho fatto per te, così sarai pronto per quando nascerà il prossimo!” disse sorridendo e indicandosi la pancia.
Il prossimo?
Aveva sentito bene? Perfetto, sarebbe arrivata un’altra seccatura. Lanciò uno sguardo asciutto alla moglie e si allontanò per andare ad osservare le nuvole.
Nessuno si accorse del sorriso che increspò le labbra annoiate di Shikamaru Nara mentre oltrepassava la porta.



Ehm… Non so come sia venuta… In realtà sono ancora in vacanza, ma visto che metà delle mie vacanze le ho passate con la febbre e solo ora mi sento leggermente meglio, ho deciso di festeggiare con una ShikaTema. Che dire, spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate!
Mata ne!