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Autore: _Misaki_    24/04/2021    5 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 25 -
 



 
   «Cosa ne dite di provare un combattimento uno contro uno con Iris?» Suggerì tutto a un tratto Wendy. La sua vendetta stava per avere inizio.
   «Adesso?» chiese Iris. Per poco non le era venuto un mancamento. Era stanca morta e più che mettersi a combattere sarebbe andata direttamente a letto.
   «Sì! Quale modo migliore di concludere un addestramento se non battersi contro un’agente in servizio? Ed è anche un ottimo esercizio per tenere allenati i tuoi riflessi, cara.»
   «Non credo potrei esservi molto d’aiuto in questo momento...» cercò di declinare l’offerta Iris, ma Wendy non volle sentire scuse e la spinse in mezzo al campo.
   «Ok, ok, però con calma, te l’ho detto, sono venuta qua diretta dopo una missione di una settimana, sono distrutta!» implorò Iris, ingessata in un tailleur grigio antracite. Qualcosa le suggeriva che se non avesse accettato Wendy avrebbe messo giù il muso e le avrebbe rovinato anche quegli unici cinque minuti in cui le era stato concesso di rivedere Taeoh. Sperando di spicciarsela in fretta, si sfilò le decolleté che aveva ai piedi e le spostò dal pavimento del ring.
   «Certo, lo so.» continuò imperterrita Wendy. Poi si avvicinò a Taeoh e gli diede una pacca sulla spalla «Vai tu. Forza, mostratemi cosa sapete fare!» In quel momento l’insegnante si sentì come se avesse appena fatto scacco matto. Era proprio curiosa di vedere come avrebbe reagito Iris sottoponendola alla stessa tortura che era costretta a subire lei tutti i giorni a stretto contatto con Dawon. «È tutta tua…» bisbigliò vicino all’orecchio di Taeoh.
   «Che?» chiese lui, perplesso.
   «Hai capito bene, ora vai, mangiatela viva!» bisbigliò di nuovo Wendy. Poi diede inizio al match. «Prego, iniziate!»
   Taeoh si portò al centro della stanza.
   «Prego! A te la prima mossa.» esclamò. Non aveva minimamente capito cosa gli avesse chiesto di fare Wendy e gli sembrava anche un po’ crudele chiedere a Iris di combattere vestita in quel modo. Di sicuro era un look molto professionale, ma non la lasciava certo libera nei movimenti.
   «Se questi sono i presupposti mi sento ancora più in svantaggio!» protestò scherzosamente Iris. «Vediamo un po’ che si può fare.»
   La differenza in quanto ad altezza e forza fisica era notevole. Se fosse stato un nemico avrebbe mirato direttamente ai punti vitali, ma, oltre a non essere consentito nei match amichevoli, non era certo sua intenzione accecare il povero Taeoh. L’agente si lanciò all’attacco, limitandosi a sferrare qualche pugno che venne intercettato facilmente dall’avversario. Anche i primi colpi di Taeoh non furono difficili da schivare, era sicura che non stesse facendo sul serio.
   «Taeoh! Non trattenerti! Quante volte ve lo devo ripetere ogni volta, ragazzi?» lo rimproverò Wendy.
   Iris guardò la collega come per chiederle “ma sei seria?”. In tutta risposta, Wendy le lanciò uno sguardo di sfida.
   «Uff, e va bene. Comincia a fare caldo qui dentro.» Iris si tolse la giacca e la lanciò fuori dal ring, vicino alle decolleté. Si arrotolò leggermente le maniche della camicia e tornò in posizione. «Ricominciamo.»
   Questa volta ad attaccare per primo fu Taeoh, con un colpo che l’agente schivò per un soffio. Il livello dello scontro si era decisamente alzato. In cinque minuti buoni era riuscita a beccarlo solo un paio di volte e in maniera del tutto superficiale. La faccenda rischiava di andare per le lunghe e la cosa non le andava per niente, così, alla prima occasione, servì la vittoria su un piatto d’argento al proprio avversario. La gonna, troppo stretta, le impediva di colpirlo con un calcio in maniera efficace e perciò fu esattamente con un calcio che decise di colpirlo; basso, sghembo e pure debole.
    Per Taeoh fu fin troppo facile immobilizzarla. Le afferrò la gamba, tirandola verso di sé, e si spinse contro di lei, facendole perdere l’equilibrio. Bloccata in quel modo, Iris cadde sulla schiena, ritrovandosi intrappolata tra Taeoh e il pavimento. Una volta accusata la caduta, non provò minimamente a liberarsi e, al contrario, annullò ogni tensione, appoggiando anche la testa al pavimento, nell’attesa che Wendy la dichiarasse sconfitta. Dichiarazione che stava tardando ad arrivare.
   Taeoh si scostò un po’ da lei e la guardò negli occhi.
   «Tutto ok? Ti ho fatto male?» le chiese, notando la sua arrendevolezza.
   «Sto bene, sono solo stanca.» “E imbarazzata, molto imbarazzata se mi guardi in quel modo”, avrebbe voluto aggiungere. Eppure, Taeoh non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Dopo tutto quel tempo, quelle labbra socchiuse in cerca d’aria e quelle guance arrossate contornate da una capigliatura ormai sfatta gli stavano di nuovo facendo perdere la testa.
   «Bene! Per oggi abbiamo finito!» esclamò finalmente Wendy.
   A quel punto, anche se un po’ a malincuore, Taeoh si allontanò da Iris e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi. In tutto questo, Wendy annuiva soddisfatta per la riuscita della vendetta: agente professionista messa al tappeto da un novellino e non uno qualsiasi, quello per cui molto probabilmente aveva ancora una cotta. Una figuraccia che evidentemente esisteva solo nella sua testa.
   «Giuro che di solito non sono così scarsa…» tentò di giustificarsi Iris dopo la palese resa, sciogliendosi i capelli per rimediare all’acconciatura distrutta.
   «Sei appena tornata da una missione, sei stanca, logico.» disse Wendy, sussurrando poi nell’orecchio dell’amica «Volevo solo divertirmi un po’ alle tue spalle.»
   «E io che pensavo di farti un favore!» provò a protestare Iris, ma proprio in quel momento Taeoh le si avvicinò con la scusa di riportarle le scarpe e la giacca.
   «Quindi sei stata in missione tutto questo tempo?» le chiese il ragazzo.
   «Già, subito dopo averti detto che sarei passata a trovarvi L mi ha mandato via per una settimana intera. Tra l’altro in una missione di coppia... una settimana senza privacy è stata dura da sopportare.» spiegò.
   «È andato tutto bene spero…» disse Taeoh. Poi si rese conto di quello che aveva appena sentito e ripeté «Coppia?» come per essere sicuro di aver capito bene.
   «Sì, a L piacciono molto queste coperture.»
   «Ah, con Lizzy dici?» continuò lui, intenzionato ad assicurarsi che non c’entrasse un altro uomo.
   «No, Lizzy si è ritirata, ha scoperto di essere incinta.»
   «Cosa?!» poteva sembrare un’esclamazione riferita allo stato di Lizzy, ma in realtà era diretta al fatto che non fosse con lei che era andata Iris. La cosa lo stava allarmando.
   «Lo ha scoperto un mesetto fa...»
   «Ma quindi con chi eri in coppia se Wendy è qui?» tornò immediatamente sul discorso di prima.
   «Con un collega, MinHyuk.»
   «Un uomo?»
   «Sì...» rispose sinceramente Iris, senza pensare che a Taeoh non sarebbe piaciuta per niente quella risposta.
   «E cosa avete fatto di preciso?» insistette lui.
   «Mah, niente di ché... Dovevamo arrestare un tipo losco in crociera con l’amante.»
   Taeoh moriva dalla voglia di farle domande più dettagliate su chi fosse questo MinHyuk e quanto fossero intimi e di preciso cosa fosse successo in questa missione senza privacy che gli stava dando il tormento, ma si rendeva anche conto di non averne il diritto, quindi fece forza su sé stesso per tagliare corto.
   «Dev’essere stata dura...»
   «Comunque, pensavo che se vi va stasera potremmo cenare tutti insieme.» cambiò discorso Iris «Se il coach Wendy ci dà il permesso.»
   «Se volete andate pure.» acconsentì Wendy «Io non posso, ho già un appuntamento.» in realtà l’unico appuntamento che aveva era quello con il suo divano, ma in qualità di istruttrice non riteneva opportuno uscire con i propri allievi, in qualsiasi veste, che fosse di amica o altro. Nemmeno con la sua classe di prima lo aveva mai fatto.
   «Ah, capito… beh posso uscire con loro tre se vogliono, non li vedo da tanto.»
   «Per me va benissimo!» Taeoh ovviamente colse la palla al balzo «Vado a farmi una doccia e arrivo!»
   «Ok anche per me.» disse Dawon.
   «Idem!» fu la risposta di Daeju.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
   Dopo l’allenamento erano tutti andati negli spogliatoi e anche Iris ne aveva approfittato per darsi una rinfrescata. Il match di poco prima l’aveva fatta sudare e di sicuro non poteva andare a cena fuori in quelle condizioni. Mentre si rivestiva, Wendy spuntò alle sue spalle con aria minacciosa.
   «È così che si trattano le amiche?»
   «Di che stai parlando?» Iris non aveva idea del perché Wendy ce l’avesse con lei.
   «Pensavo che se vi va stasera potremmo cenare tutti insieme.» le fece il verso.
   Iris la guardò come per dirle “e quindi?”.
   «Perché non mi racconti mai niente?»
   «Riguardo a cosa?»
   «Oh, andiamo, io ti ho raccontato delle mie uscite con Christian! Perché tu non mi puoi raccontare dei tuoi fidanzati?»
   «Perché non ci sono?»
   «Ok, allora mettiamo che MinHyuk sia solo un collega. Che mi dici di Taeoh?»
   «È un amico.»
   «Lo hai invitato a cena!»
   «Ho invitato tutti, anche te, non è un appuntamento romantico.»
   «Fai sul serio?»
   «Scusa, ma tu al mio posto non saresti curiosa di sapere come se la sono passata in questi mesi sotto la supervisione di L? Dopotutto diventeranno nostri colleghi alla fine di questo allenamento.»
   «No, onestamente non mi interessa. Dawon mi ha delusa moltissimo e anche se ora spetta a me allenarli non me ne importa proprio nulla di come se la sono passata. Non sono come te, non perdono certe bugie.» fece l’offesa Wendy, andandosene ad asciugarsi i capelli. Forse su MinHyuk poteva essersi sbagliata, ma, anche se in sua presenza non l’aveva mai dato a vedere, era certa che Iris provasse ancora qualcosa per Taeoh. Altrimenti perché tutto questo entusiasmo nel venire a trovare degli ex nemici? Era anche vero che se Iris già non si sbilanciava normalmente, in associazione teneva la bocca ancora più cucita. E poi effettivamente da quando si era trasferita non è che avessero avuto così tante occasioni di sentirsi. Forse tutto sommato la battuta sul “tuo Dawon” non era per insinuare che sotto sotto quel criminale pentito le piacesse ancora, poteva anche essere del tutto casuale. Probabilmente si era scaldata per niente ma, a scaso d’equivoci, con quest’ultima scenata doveva aver fugato ogni dubbio.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
   Nel frattempo, Taeoh si stava fissando allo specchio dello spogliatoio. Puntando il dito contro il proprio riflesso, si ammoniva da solo.
   «Allora, Taeoh. Vedi di non fare cazzate stasera. Niente baci, niente abbracci, no, non provare nemmeno a tenerle la mano. Al momento tu non sei nessuno e lei potrebbe avere un altro. E niente domande indiscrete. Non hai nessun diritto di ficcare il naso nella sua vita privata, chiaro? Datti un contegno.»
   Dawon passò dietro di lui e gli tirò uno schiaffo sulla testa.
   «Si può sapere che stai farfugliando?»
   «Niente.» dissimulò Taeoh.
   «Andiamo, ci starà aspettando.»
 
 
 
 
***
 
 
 
   Iris e i ragazzi si recarono in un piccolo ristorante vicino all’associazione. Certo non era il massimo per la riservatezza, ma tutti e quattro avevano poco tempo libero e nessuno dei colleghi avrebbe avuto da ridire se anche avesse sentito due chiacchiere inerenti al lavoro, non era nulla di ingiustificabile davanti a L.
   Daeju e Dawon si sedettero uno a fianco all’altro, così a Taeoh toccò il posto vicino a Iris. Si era sempre sentito a suo agio accanto a lei, ma, ora che la rivedeva dopo più di due mesi senza sapere nulla di quello che era successo nel frattempo, percepiva una certa agitazione.
   «Come avete passato questi mesi? È stata cattiva L?» fortunatamente per Taeoh, fu lei a sciogliere il ghiaccio mentre aspettavano le ordinazioni.
   «È stato impegnativo.» rispose Daeju, rimanendo sul vago. «L è un po’ esigente.»
   «Sì, è molto esigente.» continuò Iris, che era abituata a parlare del boss in quei termini. Dopotutto non era nulla che L stessa non sapesse già. «Ad essere sincera temevo non vi avrebbe fatti uscire dal carcere per anni! Però mi sembra di capire che si fidi abbastanza.»
   «All’inizio ci è andata molto cauta.» cominciò a raccontare Dawon. «Ci ha sottoposti a una marea di interrogatori. Noi abbiamo sempre collaborato al meglio delle nostre possibilità, perciò non c’è stato bisogno di usare metodi violenti per estorcerci informazioni, ma nonostante tutto non si può dire che non fosse diffidente. Appena i suoi sottoposti finivano di chiederci tutto quello che volevano sapere, ci rispediva dietro le sbarre ad aspettare l’interrogatorio successivo. Ci sono volute tre settimane intere prima che fosse soddisfatta delle informazioni raccolte. Ha voluto farci interrogare singolarmente, facendoci chiedere le stesse cose da persone diverse e in modi diversi per accertarsi che stessimo dicendo la verità. Poi la quarta settimana, di punto in bianco, anzi che portarci nella solita squallida stanzina degli interrogatori con la luce puntata in faccia, ci ha portati in una specie di ospedale. All’inizio non sapevo cosa fosse, poi ho capito che l’associazione ha anche un piccolo settore medico. Insomma, per un bel po’ di giorni ci è toccato restare lì come dei pazienti malati. Ci ha fatto tutti gli esami possibili, ha persino controllato che non avessimo microchip sottopelle! Poi è passata ai test attitudinali con i suoi strizzacervelli e per concludere a quelli fisici. Alla fine di questi due mesi ha deciso di assegnarci a Wendy, dicendoci solo che ci saremmo allenati con un’ex agente perché temeva che le altre insegnanti non essendo passate da quel tipo di carriera fossero troppo blande.»
   «Dev’essere stata dura!» esclamò Iris.
   «Non è stato particolarmente difficile, dopotutto non ci ha torturati, ma sembrava non finire più! Senza il minimo riferimento, senza orologi, telefoni né contatti con il mondo esterno avevamo completamente perso la cognizione del tempo là dentro. Alla fine, però, è passato meno di quel che pensassi.» disse Taeoh.
   «Già, è molto più dura adesso con Wendy!» concordò Daeju.
   «E tu Iris, che hai fatto in questi due mesi?» cambiò discorso Taeoh. Si era ripromesso di non infastidirla, ma non era riuscito a resistere.
   «Nulla di nuovo, la mia solita vita da inguaribile stacanovista.» rise. «Ho ricominciato le missioni appena tornata da Cancún e ho finito oggi. Credo che mi faranno presto avere notizie per il prossimo incarico.»
   «Cavolo, L non ti dà tregua!» per qualche motivo la risposta lo rese felice. Quindi quel MinHyuk in fin dei conti era solo un collega e niente di più.
   «Già, siamo a corto di agenti, così io e altri abbiamo firmato un contratto per renderci disponibili a fare un po’ di straordinari. Non ci aspettavamo di essere così in pochi ad accettare, quindi ora siamo oberati di lavoro.»
   «Che fregatura…»
   Tra una chiacchiera e l’altra era già passata più di un’ora e avevano finito di cenare.
   «Si sta facendo tardi, è meglio che torni a casa. Domani mattina devo tornare all’associazione per sentire le nuove direttive di L.» disse Iris, cominciando a prendere borsa e giacca.
   «E noi abbiamo l’allenamento.» aggiunse Daeju «Inizia troppo presto! Salvaci!»
   «Ci siamo passati tutti, è duro, ma alla fine ricorderete questo periodo con nostalgia.»
   Tutti e quattro si alzarono dal tavolo e andarono a pagare il conto. Iris era rimasta per ultima. Notò che gli altri erano già andati avanti, solo Taeoh si era fermato ad aspettarla sulla porta. Le sorrideva in modo dolce, come sempre.
   «Da che parte vai?» gli chiese Iris.
   «Ai dormitori.» indicò a destra.
   «Ah, io al parcheggio interrato.» era dall’altra parte.
   «Ti va se ti accompagno? È buio la sera.»
   «Non hai il coprifuoco?» Un’altra delle scocciature di essere ancora un allievo era il dover soggiornare al dormitorio, dove il coprifuoco scattava alle dieci in punto.
   «Non preoccuparti, faccio in tempo.»
   «Va bene, allora.» accettò Iris. La proposta l’aveva resa più felice di quanto pensasse.
   I due si avviarono fino al parcheggio e raggiunsero l’auto di Iris.
   «Grazie per stasera. Passerò a trovarvi di nuovo!»
   «Grazie a te. Ci vediamo presto, allora!»
   Iris annuì e aprì la portiera dalla parte del guidatore, per poi trovarsi improvvisamente a temporeggiare. Un largo sorriso si era fatto spazio sul suo volto. Era felice che Taeoh fosse tornato e che in fondo nulla fosse cambiato tra loro. Avrebbe voluto passare più tempo con lui, ma, anche se aveva acconsentito ad essere accompagnata al parcheggio, sapeva benissimo che il ragazzo era già in ritardo per il coprifuoco. Non poteva trattenerlo oltre.
   «Buonanotte.» lo salutò, con un tono di voce dolce che non pensava avrebbe mai sentito uscire dalle proprie labbra. «Vai, o farai tardi.»
   «Sì, ora vado. Buonanotte.» anche lui non poteva fare a meno di sorridere, dopotutto aveva ancora una chance. La osservò entrare in macchina si avviò verso il dormitorio in tutta tranquillità. Non appena fu sicuro di essere fuori dal campo visivo della ragazza, però, iniziò a correre disperatamente, sperando di arrivare in tempo per non essere chiuso fuori. Mancavano solo cinque minuti allo scadere del tempo.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Nel frattempo, Wendy aveva cenato a casa e stava guardando la televisione sul divano. Ora che viveva da sola poteva godersi tranquillamente i propri spazi e non sottostare a nessun tipo di orario. Nonostante tutto, però, c’era qualcosa che non le permetteva di rilassarsi completamente, nella sua testa aveva un pensiero fisso: quanto le davano fastidio le avances di SolHee a Dawon! Non che potesse rivendicare qualcosa, ne era consapevole. Lo aveva rifiutato e non aveva intenzione di iniziare una relazione con lui, almeno per il momento, ma si arrabbiava come se le appartenesse di diritto in un certo senso. Insomma, i suoi sentimenti per lui non erano cambiati e non poteva sopportare la possibilità che mettesse gli occhi su un’altra. Per quanto odiasse SolHee, doveva ammettere che era comunque una bella ragazza, se lei avesse continuato a bistrattare Dawon lui magari a un certo punto avrebbe rinunciato e avrebbe ceduto alle avance dell’altra. Però non poteva tutto a un tratto cambiare idea e confessarsi, avrebbe fatto la parte di quella debole e non aveva intenzione di cedere.
   Proprio mentre Wendy era immersa nei propri pensieri, qualcuno suonò al campanello. La ragazza non aveva idea di chi potesse essere a quell’ora, ma andò comunque ad aprire.
   «Perché sei in casa? Oggi usciamo a bere noi insegnanti, non lo sai?» disse senza preamboli la voce squillante della sua acerrima nemica, nonché vicina di casa e ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
   «Perché sei qui? Solo per dirmi questo?» rispose Wendy, già accingendosi a richiuderle la porta in faccia. La sua mossa fu poco efficace visto che SolHee aveva infilato un piede in mezzo alla porta per evitare che la chiudesse.
   «Ovvio, con chi dovrei competere in bellezza sennò? Magari viene anche Dawon, a volte ci sono alcuni allievi... e voglio una vittoria schiacciante! Quando vedrà quanto stanno bene il mio decolleté e il mio sedere perfetto in questo vestitino nuovo di zecca non potrà che cadere ai miei piedi!»
   «Ma che cosa vuoi da me? Vittoria di cosa? lasciami in pace...»
   «Guarda che ho visto che sguardi gli lanci... te lo mangi con gli occhi!»
   «Tzk, quella sei tu…»
   «E non mi piace che a lezione abbiate tutti quei momenti di skinship come se vi conosceste da una vita! Una mossa di karate qua, una di judo là, finite sempre uno sopra l’altra! Lo fate apposta?»
   «Ok, per prima cosa, non ci conosceremo forse da una vita ma di sicuro ci conosciamo da parecchio tempo e, seconda cosa, in ogni caso non sono affari tuoi.»
   «Che!? Come vi conoscete? Cosa avete fatto? Siete stati a letto insieme? Siete ex? Parla! Guarda che lo dico a L che ve la fate in associazione! È un tuo allievo, vergognati!» sentenziò a raffica SolHee, senza mai fermarsi a riprendere fiato.
   Wendy non le rispose nemmeno. Le pestò il piede per farglielo spostare e richiuse la porta.
   «Ahi!»  Urlò SolHee, sentendo già la rabbia pervaderla dallo stomaco. Non aveva idea di dove e come Wendy e Dawon si fossero conosciuti, ma non poteva tollerare che fossero più intimi di quanto pensasse. Ora le si era anche insinuato il dubbio che fossero amanti e al solo pensiero si sarebbe messa a prendere a calci la porta della sua vicina di casa. L’unica cosa che le venne in mente di fare fu tentare invano di fare invidia a Wendy gracchiando con la sua vocetta acuta, resa ancora più stridula dalla rabbia.
   «E comunque, vado alla cena, io! A mostrare il mio per-fect-bo-dy!!!»
   «Vai e strozzati!» le rispose Wendy, dall’altro lato della porta.
   «Gne!»
   Senza aspettare che SolHee si allontanasse dal suo appartamento, Wendy se ne tornò sul divano, tanto aveva già deciso di continuare a ignorarla in ogni caso.


Fine cap. 25
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   Sorpresa! Sono riuscita ad aggiornare in tempi brevi questa volta. A dire il vero il 24 e il 25 dovevano essere un capitolo unico, ma era troppo lungo e così l'ho spezzato. Quindi sono un paio di capitoli di assestamento diciamo, si tirano le somme e ci si prepara a qualcosa di nuovo, sì perché qualcosa sta per succedere! Probabilmente però anche il prossimo capitolo dovrò dividerlo in due.
   E comunque, alla fine la vendetta di Wendy non era nulla di ché e non ha sortito gli effetti desiderati. Iris e Taeoh tornano a "studiarsi" a vicenda e le insegnanti litigano come sempre. XD
  
   Grazie a chiunque stia seguendo la storia! <3
   A presto!!!

  Misa
  
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