Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: VigilanzaCostante    25/04/2021    1 recensioni
E come lo dici, alla persona che ami, che i suoi sogni si sono infranti come se un elefante fosse entrato in una cristalleria? Come glielo dici, che non sarà mai più libero, che indosserà sempre maschere e timori?
Non lo dici, Scorpius non lo dice.

|Albus/Scorpius| Questa storia nasce dall'iniziativa "Serata drabble" indetta da GaiaBessie su facebook|
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Queste drabble nascono dall’iniziativa di scrittura proposta da GaiaBessie su Facebook, nel gruppo “Serate drabble”. Ognuno dei partecipanti doveva proporre dei prompt e poi ad estrazione ci abbiamo scritto sopra. 5 drabble, 15 minuti per drabble e poi si passava alla successiva.
Oltre ad aver utilizzato per tutti i prompt il pairing Albus/Scorpius, ho anche tentato di creare una sorta di continuità, di narrare una storia. Albus cade durante una partita di Quidditch e poi non potrà più volare, e solo in campo si sentiva libero. 

Non sapeva cadere


Siamo tutti il mostro di qualcun altro.
[Leigh Bardugo]

Albus da piccolo aveva paura dei mostri, da grande invece i mostri si annidavano dentro di lui. C’erano quando dormiva, proiettati in una dimensione onirica; c’erano nella rabbia che non riusciva a calmare, nell’odio ingiustificato nei confronti della sua famiglia, nel suo rifiutare continuamente ogni forma d’amore.
Poi era arrivato Scorpius, con quella sua sfrontatezza tutt’altro che meschina.
«Sono un mostro» gli diceva per spaventarlo. Quanto ci avrebbe messo ad accorgersene e scappare via?
«Siamo tutti il mostro di qualcun altro. E tu non sei il mio».
E, da quando Scorpius dormiva nel suo letto a baldacchino, nessun essere malvagio aveva più fatto capolino tra i tendaggi verdi-argento.
 
"La vita è una lunga caduta. La cosa più importante è saper cadere"
[La verità sul caso Harry Quebert, J. Dicker]

Scorpius era una frana a Quidditch quindi si limitava a guardare le partite dagli spalti Serpeverde, vicino a Zabini o a Nott o a uno degli altri suoi compagni di casa con cui non aveva mai creato un rapporto.
Scorpius soffriva di vertigini, teneva gli occhi sbarrati per tutto il match perché solo guardare in su lo terrorizzava. Albus, invece, mentre volava metteva via le maschere e la rabbia, mentre volava era libero d’una libertà folle e pura che in terra non riusciva ad avere.
Poi, c’era stato l’infortunio. E si chiese se, si chiese se-
Se Albus ora sarebbe ancora felice, se avesse saputo come cadere.
 
Il mondo smise di essere parola per farsi pelle.
[L’attraversaspecchi, La memoria di Babel]

Albus s’era rotto la tibia. O il perone. O entrambi, Scorpius non lo sapeva perché dell’anatomia umana non ricordava nulla. Aveva capito solo una cosa, in tutto quel trambusto: “Non potrà più volare”.
E come lo dici, alla persona che ami, che i suoi sogni si sono infranti come se un elefante fosse entrato in una cristalleria? Come glielo dici, che non sarà mai più libero, che indosserà sempre maschere e timori?
Non lo dici, Scorpius non lo dice.
Elimina le parole e bacia i lividi violacei. E Albus nemmeno piange, sospira e basta. L’infermeria è vuota e nessuno sente. Non ci sono più parole – in quel bianco e ovattato mondo – solo pelle.

 
"Principessa, poggia la corona e indossa l'armatura, che la vita è dura"

C’erano giornate in cui Scorpius era stanco di stargli vicino perché faceva male, male da morire, vederlo corrodersi l’anima, le vertebre e la vita. C’erano giornate in cui Albus un mostro lo sembrava davvero – ma Scorpius si sentiva egli, un mostro, a pensare questo di lui. Era colpa della gamba e del non poter volare, ecco tutto.
Ma c’erano quelle giornate in cui Scorpius non voleva proprio fargli da balia e assecondare ogni suo capriccio. Allora si rifugiava in biblitoteca o si immergeva in un libro e gli nascondeva gli occhi stanchi.
«Che hai, metti il muso?» una risata sprezzante graffiava la gola di Potter. «Non lo sai, principessa? La vita è dura. Metti via quel buonismo del cazzo e proteggiti perché nessuno ti risparmia».
E Scorpius voleva urlare, urlare che aveva perso una madre e suo padre non era più lo stesso. Che era solo e che Albus era tutto ciò che aveva, un Albus che si vergognava di lui e lo riempiva del suo rancore e, e. E voleva dirgli che lo sapeva già, che la vita era dura, lo sapeva da prima di lui.
Ma poi Albus s’addolciva e gli chiedeva scusa. Gli diceva che era per il dolore, che era stanco di quelle pozioni e che voleva solo poter tornare nei sotterranei, che quel bianco lo sfibrava. E allora Scorpius si sistemava la cravatta e ingoiava i bocconi amari, sorrideva e gli dava un bacio.
Perché stronzo non ci nasci, forse ci diventi – e Scorpius poteva pure accettare d’essere una principessa, a patto che Albus si togliesse quella dannata armatura.
Credevi fosse amore
E invece era un coglione
E sbaglia anche il migliore
Ma con stile
[Lo stato sociale]

Scorpius aveva atteso con un coraggio non Serpeverde e poi aveva mollato la presa. L’aveva fatto dopo una litigata silenziosa, fredda, meschina. Perché Albus era così: quando stava male, feriva.
«Sei veramente un coglione, Al» sibilò lievemente, delusione dipinta sul suo volto pallido.
Era stanco, perché Albus nemmeno sapeva di stargli frantumando il cuore a ogni passo. Perché Albus nascondeva, bisbigliava, scappava; perché Albus aveva paura. Una paura che rifiutava baci, fingeva odio e indifferenza, ma ancor peggio banale amicizia. Una paura che gli ghiacciava le ossa, i denti e le membra.
E – si sa – la paura è cieca come è cieco l’amore.


 
 
 



 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: VigilanzaCostante