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Autore: Donatozilla    25/04/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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 Capitolo 10: il giorno dopo

Dormitori della 1-A, ore 09:00

Il silenzio regnava sovrano nella sala comune dei dormitori.

Era la mattina dopo l’attacco compiuto da Rio Honda… Venom… e la scuola aveva deciso di dare alla 1-A il giorno libero, in modo che potessero riposarsi e riprendersi dall’attacco.

La sala comune pareva come nuova: i muri distrutti erano stati ricostruiti senza problemi da Cementos, e i danni all’interno era totalmente scomparsi. Eppure nonostante ciò la tensione dopo degli eventi della notte precedente non se ne era ancora andata, anzi, pareva che fosse cresciuta ancora di più dalla notte precedente.

Nessuno parlava. Stavano tutti o seduti sui divani in assoluto silenzio a vedere il notiziario alla TV, o a guardare nel vuoto. L’attacco della scorsa notte li aveva lasciati spaventati, confusi e pieni di domande: come poteva Ryo, un ragazzo all’apparenza così gentile e pacato, essere il violento vigilante di Jaku City? Qual era il motivo per cui voleva uccidere Bakugo? E sopratutto… 

Cos’era quella massa nera che era stata staccata da Rio e che fino a quel momento gli aveva dato tutti quei poteri e quell’aspetto mostruoso?

Midoriya e Bakugo erano entrambi seduti nello stesso divano, immersi nel completo silenzio e con gli sguardi abbassati. Le loro ferite erano state curate da Ricovery Girl, ma avevano ancora alcune fasciature che coprivano o la guancia destra a Bakugo o la fronte a Midoriya. Nessuno dei loro compagni aveva osato rivolger loro la parola, considerando che qualcuno che loro due conoscevano molto bene si era rivelato essere un violento vigilante ricercato da mesi e che aveva anche cercato di uccidere Bakugo.

“Il vigilante che due notti fa ha ucciso la gang Chikara è stato finalmente arrestato dai Pro Heroes” la voce del reporter alla TV attirò l’attenzione di tutti gli studenti, compresi Midoriya e Bakugo che alzarono i loro sguardi verso la TV “Stando alle parole dei Pro Heroes questo vigilante è il vigilante di Jaku City. Apparso diversi mesi fa questo vigilante è diventato in poco tempo uno dei vigilanti più pericolosi in circolazione e non è mai stato catturato… fino a ieri notte quando, per qualche strana ragione, ha attaccato i dormitori della UA. I motivi di questo attacco ci sono ignoti e se gli Heroes lo sanno non hanno voluto farcelo sapere”.

Gli studenti della 1 A spostarono lo sguardo verso Midoriya e Bakugo: il primo aveva abbassato nuovamente lo sguardo, gli occhi lucidi e sul punto di lacrimare mentre Bakugo semplicemente evitava gli sguardi dei suoi compagni.

Già…

Ci sarebbe voluto un pò prima che si riprendessero.

In una struttura dedicata allo studio e alla creazione di gadget e altri oggetti di supporto per gli Heroes…

Nel laboratorio principale si trovavano tre individui: il detective Naomasa, Aizawa e un uomo in camice bianco, con capelli verdi e una barba del medesimo colore. Il suo nome era Hideki Hirano, scienziato e capo della struttura in cui si trovavano.

I tre erano dinnanzi a vari computer e tastiere, e osservavano una grossa teca di vetro con degli speaker diretti verso esso, che si trovava dall’altra parte del laboratorio che si poteva vedere da un finestra di vetro incredibilmente resistente. Cosa c’era all’interno della suddetta teca che aveva l’interesse dei tre?

Era la massa nera che aveva donato tutti quei poteri a Rio Honda e da cui era stato separato la notte precedente.

La massa nera continuava a muoversi all’interno della teca, colpendola molte volte cercando di liberarsi. Tuttavia non riusciva rompere la sua prigione di vetro essendo troppo debole… a causa degli speaker che lo circondavano.

“Allora…” iniziò Naomasa guardando Hideki “Cosa ci può dire riguardo questa… cosa?” Spostò nuovamente lo sguardo verso la cosa che, nonostante non avesse occhi, pareva che li stesse osservando intensamente facendogli venire i brividi.

“Beh…” cominciò a parlare Hideki massaggiandosi la barba mentre continuava ad osservare la melma. Si voltò verso Naomasa e Aizawa con un espressione seria “Sarà meglio che vi faccia vedere”.

Accese uno dei computer davanti a lui apparvero dei dati. E ad essere più precisi, i dati della melma nera.

“Quando ci avete portato questa creatura ieri notte era molto debole. Di conseguenza siamo riusciti con più facilità non solo a metterla in quella teca di vetro, ma anche a studiare il suo… DNA se così possiamo chiamarlo” guardò nuovamente verso Aizawa e Naomasa “E abbiamo scoperto delle cose a dir poco… interessanti e sconvolgenti”. Puntò un dito verso lo schermo.

“Abbiamo scoperto che è principalmente debole al fuoco e a alle onde sonore incredibilmente alte. Per questo abbiamo modificato degli speaker in modo da parli in caso la creatura si innervosisca troppo. Osservate”.

Schiacciò un altro bottone attivando gli speaker, che lanciarono onde sonore abbastanza forti da far male alla creatura melmosa ma non troppo forti da farle lo stesso male che gli fecero le onde sonore dell’urlo di Present Mic. La creatura cominciò a tremare ed agitarsi mentre vari piccoli tentacoli cominciarono a spuntare dalla sua massa informe mentre veniva colpita dalle onde sonore, ma si calmò subito quando Hideki schiacciò un altro bottone spegnendo così gli speaker. 

“Queste cose le sapevamo già” disse Aizawa con tono stanco “quello che vogliamo sapere è… cos’è questa cosa? Da dove viene? Non può essere un Quirk, non è mai esistito un Quirk con caratteristiche simili a questa cosa” “Forse potrebbe essere un Quirk creato appositamente per legarsi a qualcuno” teorizzò Naomasa “Forse creato dalla Lega dei Villains”.

“Mi spiace deluderti detective” lo interruppe Hideki “Ma questa creatura non è affatto un Quirk artificiale o roba del genere” “Allora che cos’è?” Chiese Aizawa, il tono spazientito ed esasperato.

Hideki restò per qualche secondo in silenzio, guardandosi intorno con fare turbato. Questo comportamento fece inarcare sia a Naomasa che ad Aizawa i loro sopraccigli. Perché si stava comportando così?

“È meglio che vediate i dati” rispose Hideki puntando lo sguardo verso il computer in cui si trovavano i dati della creatura. Naomasa e Aizawa si avvicinarono al computer ed osservarono i dati sullo schermo. Sui loro volti si dipinsero sguardi confusi.

“Uh… professore…” disse Naomasa “Perdoni l’ignoranza… ma qui non si capisce nulla” “è questo il punto” rispose serio Hideki “Se questa creatura fosse un Quirk artificiale creato dalla Lega dei Villain dovrebbe avere per forza di cose elementi terrestri nel suo  DNA per poter funzionare o per potersi fondere con un umano come ha fatto con Ryo Honda. Eppure vedendo il DNA di questa creatura…. Non c’è alcun elemento terrestre. Niente. Zero assoluto. È quasi come… se non fosse nemmeno di questo pianeta”.

Mentre Naomasa e Aizawa ascoltavano i loro occhi cominciarono piano piano a sbarrarsi, un espressione di puro shock ed incredulità dipinta sui loro volti. No… non voleva dire che…

“Signori…” continui Hideki, il suo tono serio “Ho idea che ci troviamo davanti a un esemplare di extraterrestre”.

Un silenzio inquietante e potente cadde nel laboratorio, con Naomasa e Aizawa che spostavano lo sguardo dal computer alla creatura nel teca dall’altra parte della finestra di vetro. “Non ci posso credere…” disse Aizawa “Un alieno? Mi… mi stai prendendo in giro professore?!”.

“Per niente” rispose Hideki “Questa creatura… è la prova definitiva dell’esistenza di vita al di fuori del nostro pianeta. La prova definitiva che non siamo soli nell’universo”. Hideki appoggiò la mano sulla finestra, osservando l’alieno che rimaneva fermo apparentemente a fissarli “Con gli studi fatti su questo alieno, abbiamo poi scoperto che è un alieno dalle caratteristiche uniche. Ha le caratteristiche di un simbionte, è capace di attaccarsi ad un ospite e donargli vantaggi, capacità e poteri simili se non superiori a molti Quirk della Terra” continuò a spiegare lo scienziato “Ecco spiegato perché era attaccato a Honda e gli aveva donato tutti quei poteri: è un simbionte alieno”.

Naomasa ed Aizawa rimasero in un interdetto silenzio ad ascoltare la spiegazione di Hideki. Gli alieni esistevano… e questa creatura… questo simbionte… ne era la prova vivente.

“Io… io non posso crederci” disse Naomasa appoggiandosi al muro, come se la rivelazione gli avesse tolto ogni energia. Aizawa rimaneva in silenzio ad osservare il simbionte che ancora non stava a fare nulla, se non a stare fermo a ‘fissarli’. “Non solo è un alieno… ma è anche uno intelligente” osservò Aizawa, ricordandosi gli eventi di ieri sera di come il simbionte aveva provato a riunirsi a Ryo e di come avesse provato a liberarsi dalla cupola di cemento creata da Cementoss quando Ryo aveva iniziato a dare di matto.

“Esattamente Aizawa” disse Hideki “Questo simbionte pare sia anche incredibilmente intelligente, e non sia stupido sia dagli eventi di ieri notte che mi avete raccontato sia dalle vare azioni che ha compiuto da quando è qui” “Questa notizia non deve essere rivelata al pubblico” si limitò a dire Aizawa. Hideki annuì. Per quanto volesse con tutto il suo cuore rivelare al mondo che gli alieni esistevano e la prova era proprio qua, comprendeva che se una notizia del genere fosse stata rivelata al pubblico ci sarebbe stato il panico. Già l’arrivo dei Quirk quasi cento anni prima aveva portato caos e distruzione… si poteva solo immaginare cosa avrebbe provocato la notizia al fatto che c’era altra vita nell’universo.

“E per quanto riguarda gli altri Heroes?” Chiese Naomasa “Almeno loro dovranno pure sapere questa notizia giusto?” “Sì… gliela riferirò io stesso” si limitò a dire Aizawa. 

“Rimane solo una domanda” disse Hideki “Come ha fatto Honda a mettere le mani su questo simbionte? Come è venuto in contatto con esso finendo per entrare in simbiosi con lui?”. Si voltò verso Naomasa chiedendo “Immagino che lo abbiate interrogato al Tartarus” “Lo abbiamo fatto” rispose Naomasa “O almeno… ci abbiamo provato. Honda si rifiutava di parlare o di rispondere alle domande. Alla fine non abbiamo ricavato un bel nulla”.

“Forse un modo per farlo parlare c’è” disse Aizawa spostando via lo sguardo dal simbionte per poi guardare Naomasa “Possiamo usare Midoriya” “Midoriya?” ripetè Naomasa. “Sì. Lui e Honda sono vecchi amici d’infanzia e sono sicuro che una faccia amica potrebbe convincere Honda a parlare senza che lui faccia scena muta. Potremmo così capire per quale ragione abbia tentato di uccidere Bakugo e come abbia fatto ad entrare in possesso di questo… alieno”. L’ultima parte la disse con esitazione, quasi come se non credesse ancora al fatto che si trovava in presenza di un simbionte extraterrestre.

Naomasa ascoltò il tutto con una mano sul mento per poi annuire “Hai ragione. Forse con Midoriya saremo capaci di cavare qualcosa da Honda” “Allora andiamo ai dormitori” continuò Aizawa “Così potremo risolvere al più presto questa faccenda”. Guardò poi Hideki dicendo “Voi nel mentre continuate a osservare questo simbionte. Confido che riuscirete a tenerlo a bada anche con quegli speaker vero?” “Non si preoccupi Aizawa” rispose Hideki “i penseremo noi qui”.

E dopo questo, Aizawa e Naomasa uscirono dal laboratorio.

Dormitori della 1-A, poco più tardi…

Aizawa e Naomasa entrarono nella sala comune e poterono già sentire la tensione nell’aria. Era così spessa che si poteva tagliare con un coltello. La loro entrata attirò subito l’attenzione degli studenti che volsero immediatamente i loro sguardi verso di loro.

“Professor Aizawa! Detective Naomasa!” disse Iida alzandosi immediatamente dal divano “Scusateci se ci trovate in questo stato! Ma vedete…” “Non c’è bisogno di scusarsi Iida” lo interruppe Aizawa “Dopo ciò che è successo ieri notte come siete messi è l’ultima cosa di cui dovete preoccuparvi. Ciò di cui dovreste preoccuparvi, invece, è ciò che farò dopo che avete deciso di seguirci per aiutarci contro Honda” finì con uno sguardo torvo facendo rabbrividire gli studenti.

La sua espressione si fece più morbida quando ricominciò a parlare “Ma questo sarà per un altra volta. Io e il detective siamo qui per chiedere l’aiuto di Midoriya”. Tutti i presenti spostarono lo sguardo verso il ragazzo dai capelli verdi mentre quest’ultimo sbarrò gli occhi dall’essere nominato. 

“I-io?” “Sì, tu Midoriya” confermò Naomasa “Vedi… abbiamo provato ad interrogare Honda al. Tartarus e… non parla. Si rifiuta di parlare e di rispondere alle nostre domande, mettendoci in un vicolo cieco. Senza la sua collaborazione non sapremo mai come abbia fatto a ricevere quei poteri e per quale ragione abbia provato ad uccidere Bakugo. Ma con te… pensavamo che con te forse potesse finalmente parlare. Perché tu…” “Perché io sono suo amico” lo interruppe Midoriya “E una faccia amica lo convincerebbe a parlare” “Esattamente” annuì Naomasa “Non ti stiamo obbligando a farlo, ma…”.

“Verrò” fu la risposta immediata di Midoriya, sorprendendo Naomasa, Aizawa e i suoi compagni di classe. Il ragazzo si alzò dal divano e si avvicinò al professore e al detective con uno sguardo determinato “Ryo è mio amico… e se c’è un modo per poter capire cosa gli è successo e in qualche modo anche aiutarlo… allora verrò” “Verrò anche io” disse d’un tratto un altra voce: quella di Bakugo.

Quest’ultimo si alzò dal divano e, come Midoriya, un espressione determinata sul volto. “Bakugo…” disse Aizawa “Non penso che sia sicuro…” “Non mi interessa affatto” fu la risposta di Bakugo “Honda ha attaccato i dormitori solo per uccidermi. Per vendicarsi di qualcosa che gli ho fatto, perché gli ho ‘portato via tutto’. Non so cosa significhi, ma ho intenzione di scoprirlo. Che lei lo voglia o no”.

Passò qualche attimo di silenzio in cui i vari presenti non sapevano quale sarebbe stata la reazione di Aizawa. Quest’ultimo, alla fine, semplicemente sospirò e disse “Va bene. Tu e Midoriya potrete andare al Tartarus per l’interrogatorio a Honda” “E lei professore?” Chiese Midoriya “Non viene con noi?” “No. Devo restare qui per una riunione con altri Heroes” rispose Aizawa facendo riferimento al fatto che avrebbe dovuto convocare una riunione per rivelare la vera natura della creatura melmosa attaccata a Ryo. Guardò poi il resto della 1-A dicendo “Poi discuteremo di quell’atto stupido di ieri sera” e gli studenti non poterono non deglutire.

Detto questo, i quattro uscirono dai dormitori con Naomasa, Midoriya e Bakugo diretti verso l’auto del primo e con Aizawa diretto verso la scuola per chiedere a Nezu di indire una riunione.

Appena entrati nell’auto, Naomasa accese l’auto e partì dicendo “Tartarus è abbastanza lontano. Ci metteremo probabilmente un pò per arrivarci. Spero non sia un problema per voi” “Per niente detective, non si preoccupi” disse Midoriya con Bakugo che disse semplicemente “Tsk…”.

“Se non è di disturbo detective” disse Midoriya “Perché avete rinchiuso Ryo al Tartarus? Insomma… non ha un Quirk, ed è stato separato dalla cosa che gli aveva dato tutti i suoi poteri. Quindi perché rinchiuderlo in una prigione dove vengono imprigionati i Villain più pericolosi?” “Perché, Midoriya, Honda è il vigilante di Jaku City. Uno dei vigilanti più sanguinari, violenti e pericolosi in circolazione. Ha dietro di sé un body count di innumerevoli Villain che ha ucciso nelle maniere più violente possibili. Anche senza poteri è colpevole di quelle morti e potrebbe causarne altre anche senza i suoi poteri, e dunque l’unico posto dove lo si possa tenere rinchiuso senza che lui faccia del male a qualcun altro è il Tartarus”. 

Midoriya semplicemente annuì… anche se considerava il rinchiudere uno senza Quirk in una prigione come il Tartarus era una decisione troppo severa. “E i suoi genitori?” Disse d’un tratto Bakugo attirando l’attenzione di Naomasa e Midoriya. “Prego?” “I genitori di Honda. Non li avete avvertiti? Non avete detto loro che loro figlio è un vigilante e che ora è in prigione” “Ci abbiamo provato” rispose Naomasa “Ma per qualche strada ragione… non ci siamo riusciti. Non siamo riusciti a contattarli e quando abbiamo mandato degli agenti a Jaku City per trovare i genitori di Honda non siamo riusciti neanche a trovarli. È come se fossero… spariti”. La risposta confuse sia Midoriya che Bakugo e per qualche ragione turbò entrambi. I genitori di Ryo… spariti?

Il viaggiò continuò in silenzio, con magari qualche domanda rivolta o a Midoriya o a Bakugo. Alla fine due ore dopo la macchina arrivò al Tartarus. Dopo aver attraversato l’enorme ponte che univa la terraferma alla prigione, e dopo i controlli delle guardie entrarono nelle enormi mura della prigione.

Dopo aver fatto sapere che erano qui per Ryo Honda, i tre entrarono nella prigione e cominciarono ad incamminarsi nella sala delle visite dopo Ryo sarebbe stato portato per l’interrogatorio. La sala era molto grande e divisa in due parti divise da un enorme vetrata: da una parte sarebbe stato portato il prigioniero, e dall’altra ci sarebbero stati i visitatori.

Naomasa fu il primo ad entrare nella sala e si sedette su una delle tre sedie messe appositamente per loro e guardò dall’altra parte dello specchio: dall’altra parte si trovava Ryo. Egli indossava una tuta da prigioniero arancione, aveva delle ben visibili occhiaie ed era seduto su una semplice sedia, senza essere legato e senza una camicia di forza. Dato che non aveva poteri non gli erano state date le stesse restrizioni che erano state date a Villain con Quirk più pericolosi come All For One.

“Buongiorno Honda” cominciò Naomasa.

Silenzio.

“So che sei abbastanza intelligente da sapere perché sono qui”.

Ancora silenzio.

“Sono qui per un secondo tentativo di interrogarti. Per vedere se stavolta parlerai”.

Ancora silenzio per qualche secondo… finché Ryo non parlò “Cosa le fa pensare, detective, che risponderò anche a solo una delle sua domande?” “Lo penso perché ho portato qualcuno che, molto probabilmente, sarà capace di farti parlare” disse Naomasa schioccando le dita, segnale che indicio a Midoriya e a Bakugo di entrare nella sala interrogatori. “Chiunque sia, detective, la assicurò che non parle…”.

Non finì neanche quelle parole che vide Midoriya e Bakugo entrare. I suoi occhi si spalancarono mentre Midoriya e Bakugo si sedeva sulle altre due sedie. “Izuku…” sussurrò Ryo osservando il suo migliore amico con uno sguardo quasi felice. Il suo sguardo si postò verso Bakugo e il suo sguardo si fece d’un tratto scuro e ricolmo d’odio “Bakugo…” sussurrò Ryo con astio.

“Ho portato qui due persone che ben conosci Honda” continuò Naomasa “Il tuo migliore amico e la persona che apparentemente odi più al mondo. Ero sicuro che con loro due avresti finalmente iniziato a rispondere alle nostre domande”.

“Ti prego Ryo” disse Midoriya attirando l’attenzione del ragazzo dai capelli viola “Vogliamo aiutarti. Vogliamo capire cosa ti sia successo… dove tu abbia trovato quella cosa nera che ti ha dato tutti quei poteri, cosa ti abbia spinto a diventare un vigilante e ad attaccare Kacchan. Ti prego Ryo…”.

Il ragazzo dai capelli viola restò a guardare il suo migliore amico per qualche secondo per poi spostare lo sguardo verso Bakugo con un espressione torva “E tu allora? Che diavolo sei venuto a fare qua? Posso capire Izuku ma tu cosa ci ricavi?” “Voglio capire” rispose Bakugo con un espressione seria “Voglio capire cosa io ti abbia portato via di cui tu continui a blaterare. Voglio capire cosa io abbia fatto… per averti spinto ad attaccare i dormitori solo per uccidermi”.

Ci fu silenzio per qualche secondo. Un silenzio che fu interrotto da Ryo che iniziò a ridacchiare. Ma non era una risatina divertita: no, era una risatina finta, vuota di ogni divertimento… una risatina piena di tristezza.

Ryo tirò un sospiro e guardò i tre dietro la vetrata “E così… volete sapere tutto eh? Molto bene allora… mettetevi comodi. Perché la storia che state per ascoltare… la mia storia… è molto lunga… ed è una che non vi piacerà affatto”.

   
 
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