26/04/2021
3 recensioniColorata, leggera, inconsistente.
Una stupida falena che batte le ali al vento e si fa lusingare dalle fiamme delle candele.
Io ero una rosa.
Fragrantemente profumata e seducente come “succosa frutta raccolta” *
Una rosa cresciuta con le spine aguzze dei conti sbagliati e dal letame della miseria.
Ci siamo incontrate, un salone d’oro per una rosa ombreggiata e una farfalletta svolazzante.
Farfalletta folgorata dalla bella rosa modesta e gentile.
Ti facevo svolazzare via dal peso dei doveri che ti appesantivano le ali, che volevi di stoffe preziose e gioielli scintillanti, per portarti lontana dai brutti nobili petulanti, dalla noiosa morigeratezza marziale di Oscar e dalla angelica Madame de Lamballe.
Vola, farfalletta, su calici di champagne e tavoli da giuoco, dalle tue ali scende polvere d’oro – mi copre.
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Eri una farfalletta colorata, leggera.
Una stupida regina che non voleva le responsabilità della sovranità.
Sognavi un principe e un Re bello e valoroso, come nelle favole, avevi invece un matrimonio accomodante con marito apatico che ti concedeva tutto - tranne ciò che era necessario.
Eri incapace di dare un Delfino alla Francia e all’Austria. Delfino figlio più dei nobili in attesa che vostro. L’amore è come un accessorio, bene se c’è ma non indispensabile.
Io una figlia l’ho avuta, prima bastarda e poi legittima, ma deboli e inutili entrambi. Una macchiò col suicidio il nome della famiglia, entrambe ignoranti e ottuse alle scelte fatte per il loro bene. ***
Io ero una rosa in un terreno arido, assetata di danaro.
Era facile irretirti con un ballo o un salotto che ti liberava dai doveri di Stato; nascondere il tuo dolore in giri di roulette e false vincite.
Ridevi, mi appellavi teneramente, prendevo senza lesinare ciò che mi occorreva, appartamenti ed incarichi.
Volevo il meglio, ricostruire il mio nome. Tu volevi solo dimenticare il tuo
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Eri solo una farfalletta e io ero solo una rosa. Ma sopravvissute al tempo.
Note:
- “succosa frutta raccolta” è la descrizione che da di lei uno storico a commento del ritratto della pittrice Le Burn (fonte Wikipedia)
- nell’opera della Ikeda la figlia della Polignac, Charlotte, si suicida per evitare il matrimonio. Nella realtà la ragazzina, di nome Aglaé, si sposa col Duca de Guiche dandogli tre figli. Io ho scelto di menzionare la realtà ikediana. L’altra figlia è Rosalie, che fugge via da lei e sposa Bernard
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Salve, ben trovati in questa raccolta – spero lo diventi.Nell’opera ikediana la Polignac è identificata come la rosa gialla.
La figura della contessa di Polignac mi è sempre piaciuta, soprattutto il rapporto con la regina. Ancora c’è un dibattito sulla loro amicizia, se fosse sincera o solo un artificio della Polignac per avere dei benefit. Certo è che la contessa visse la giovinezza in povertà ed anche il marito non disponeva di ricchezze, ed entrambi beneficiarono dell’amicizia con la sovrana.
Lei divenne Governante dei figli di Francia, ricevendo un appartamento a Versailles da ben 13 stanze, e più tardi ebbe un piccolo cottage nel Villaggio della Regina.
Il marito divenne primo scudiero della regina, poi creato duca ereditario, in seguito nominato ministro delle poste e governatore del castello di Chambord. Ricevette in dono forti somme di danaro e, non contentò, saccheggiò il tesoro reale a più riprese, aumentando i conti presentati alla regina.
Alla prossima.