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Autore: ksecret    27/04/2021    0 recensioni
Katsuki Bakugou sogna di entrare nell'esercito per mostrare al mondo il suo coraggio e la sua forza.
Possiede però un dono particolare che gli causerà non pochi problemi e di cui cercherà in tutti i modi, anche i più disparati e divertenti, di liberarsi
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È una fottuta merda questa parte della mia vita.
Perché, con tutte le persone che ci sono al mondo, proprio a me doveva toccare questa sorte?
Se chi mi sta intorno ne fosse a conoscenza penserebbe che è un potere figo, di quelli che capitano a pochi eletti, ma non per me.
È un fastidio, una seccatura, qualcosa che sono obbligato a vedere e di cui non mi importa niente.
Non mi interessano queste cose, io voglio entrare nell'esercito e combattere dimostrando la mia forza.
Non appena raggiungerò la maggiore età mi arruolerò e andrò al fronte.
Nessuno avrà niente da dire perché, negli anni in cui dovrò aspettare, dimostrerò quanto valgo e poi anche il mondo intero lo vedrà.

Sollevo di poco lo sguardo dalla strada e una coppietta sdolcinata mi passa vicino.
Stretto tra i denti mi esce un ringhio di fastidio.
La ragazza si è avvinghiata al braccio di lui come un polpo, ridacchiando in modo maliziosa, mentre il ragazzo sorride flirtando con lei.
Mi danno la nausea.

"Idioti" penso sbuffando "tanto non durerà mai tra voi"

Ma a me che cazzo importa? Perché ancora faccio caso a queste cose?

Mi infilo entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e torno a guardare la via.
Ancora una volta maledico gli dei che hanno scelto proprio me per questo dono.
Non l'ho chiesto io, se potessi disfarmene lo farei in questo stesso istante.
È qualcosa che farebbe fremere dall'eccitazione ogni donna mentre a me fa schifo.
Oltre all'avversione che sento nel ritrovarmi inevitabilmente a guardare, mio malgrado, si aggiunge anche la mania che mi è presa ultimamente di controllarmi le mani.
Chi mi vede sicuramente crede che io abbia un tic nervoso e questo mi fa ancora più incazzare.
Eppure non posso fare a meno di farlo, soprattutto quando sono per strada o nei posti pieni di gente.
Non che ne abbia paura, io non ho paura di niente e di nessuno, ma perché sarebbe un fastidio che non riuscirei a scacciare dalla mente e chissà quali sconsiderati gesti mi porterebbe a fare.
Appena la mia testa formula questo pensiero i miei occhi guardano le dita con quella che potrebbe sembrare un'espressione di terrore, che non mi si addice affatto e di cui nessuno deve accorgersi.

Mi fermo di fronte alla vetrina di un negozio di musica.
Magari entro e mi compro le cuffie stereo che ho visto la settimana scorsa, ho i soldi che mi servono.
Mi aggiro tra gli scaffali cercando di tenermi il più lontano possibile dalle persone.
Ci sono alcuni CD di ultima uscita che si possono ascoltare, quindi mi infilo le cuffie e lascio che la musica mi riempia la mente.
L'assolo di chitarra mi entra in testa e per qualche minuto smetto di pensare al mio problema, solo che quando la canzone finisce i pensieri tornano come un pugno in faccia.
Non so quando sia accaduto, di sicuro non ce l'ho dalla nascita.
Non ne ho parlato con nessuno, anche perché chi si professa mio amico in realtà mi teme e mi segue per non avermi contro.

Perdenti

Quando vado alla cassa la commessa mi porge la borsa con le cuffie acquistate e lo vedo.
Fa bella mostra sul dito della ragazza e noto che non è spezzato come invece nella maggior parte dei casi.
Seguo la sua linea con lo sguardo per vedere fin dove arriva.
La meta non è lontana.
Un gruppo di cinque persone ridacchia a voce alta cantando una canzone rap del momento.
Non mi soffermo troppo sugli altri ma concentro l'attenzione sulla persona in questione.
Si tratta di un tipo alto, con gli occhiali e l'aria seria da saputello irritante.
A pelle già non lo sopporto.
Sembra essere l'unico che non canta, anzi osserva gli amici quasi come a volerli rimproverare per il chiasso che stanno facendo in un luogo pubblico.

"E sarebbe lui?" mi dico ironicamente tra me.
Avrà qualche anno in meno della commessa ma tra il suo gruppo è evidentemente il più grande.

Il resto della compagnia è formato da una ragazza che schiamazza fastidiosamente, un tipo dai capelli rossi pettinati come Goku nei tempi peggiori, un punk forse, un biondo con l'aria da scemo e uno sfigato con gli occhi sognanti che stringe tra le mani un CD di chissà quale idolo musicale.

Scuoto la testa e prima di andarmene guardo con pena la cassiera che mi restituisce un'occhiata interrogativa.

Esco dal negozio con l'intento di andare a casa, chiudermi in camera e provare le cuffie nuove.
L'aria è frizzante e non ho nemmeno una felpa nello zaino.
Tengo lo sguardo dritto di fronte a me per non guardare chi mi passa vicino.

Ci sono incontri che sembrano essere voluti dal destino.
Due persone che camminano in direzioni opposte ma che incrociano per caso gli sguardi.
Due maniche che si sfiorano su di un marciapiede affollato della città.
Due persone sedute su una panchina al parco, così perse nei loro pensieri che quasi non si accorgono della presenza l'uno dell'altra.
Non sai che aspetto abbia, non sai la sua età, né in quale parte del mondo sia eppure prima o poi incrocerà la tua strada, perché è così che le cose devono andare, anche se non la riconoscerai.
Questa è l'anima gemella

Tutte cazzate che non so nemmeno più dove ho sentito, forse in classe da qualche compagna esaltata.
Non ci ho mai creduto e, nonostante ciò che vedo ogni giorno, non ci credo nemmeno adesso.
Involontariamente mi controllo per l'ennesima volta le mani e inorridisco.
Legato al mignolo della mano sinistra c'è un filo rosso e non è spezzato.
I miei peggiori incubi si sono avverati.

Maledetto dono di merda.

Finché si tratta di quelli degli altri posso anche ignorarli e far finta che non esistano ma questo è legato al mio di dito.
Mi irrigidisco e deglutisco a vuoto per l'orrore.

E adesso, che cazzo faccio?


 
   
 
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