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Autore: _L_Black_    28/04/2021    1 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 42
 
La prima giornata di lezioni si era rivelata esattamente come se l'era immaginata, i professori li avevano riempiti di compiti già ai primi minuti di lezioni e Alyssa, aveva iniziato il tema di Storia della Magia già all'ora di pranzo. Lavanda l'aveva presa in giro ma di contro, aveva iniziato anche lei a scrivere il diario dei sogni che la Cooman aveva affibbiato ai suoi alunni. Alyssa era certa che sui sogni di Lavanda, la Cooman aveva di che divertirsi, visto le chiacchierate che la ragazza aveva con i defunti.
Stavano proprio parlando di quel diario, quando entrarono nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure e si sorprese, nel non trovare gli studenti di Serpeverde ma bensì i ragazzi di Corvonero.
 
-Ma i Serpeverde?- chiese Alyssa, confusa.
 
-Non hai letto la modifica?- ribatté Lavanda, mentre cercava Anthony con lo sguardo. -Da quest'anno abbiamo Difesa con i Corvonero e Incantesimi con i Serpeverde-
 
-Starai accanto a me, ti dà fastidio?- le disse Hermione, circondandole le spalle con il braccio. -Credo proprio che Lavanda siederà accanto al bel Goldstein- disse sghignazzando.
 
-Il nome Brian Grinston ti dice nulla, Herm?- controbattè Lavanda, ghignando.
 
-Brian Grinston? Che vuole Brian Grinston?- chiese Ron, avvicinandosi a loro.
 
-Niente!- esclamò Hermione a voce alta e prese Alyssa per un braccio, trascinandola al secondo banco.
 
Alyssa vide Harry e Ron lanciarsi un'occhiata confusa e sghignazzò, mentre prendeva posto. Come aveva predetto Hermione, Lavanda andò a sedersi a fianco ad Anthony ed Harry e Ron, scelsero il banco accanto al loro. Della Umbridge non si vedeva neanche l'ombra e Hermione, ne approfittò per raccontarle di come Brian l'avesse fermata prima di pranzo, per invitarla ad andare a Hogsmeade con lui.
 
-E tu?- chiese Alyssa, interessata. -Ci andrai?-
 
-Non lo so- borbottò la ragazza, lanciando un fugace sguardo al banco di Harry e Ron.
 
Alyssa alzò gli occhi al cielo e fece per risponderle ma la porta dell'aula si aprì, lasciando entrare una donna con la sua ormai immancabile veste rosa e il suo cardigan coordinato. Lanciò un'occhiata a Lavanda e la vide arricciare le labbra disgustata ma fu solo un attimo, prima che Anthony la facesse tornare in sé.
 
-Buon pomeriggio ragazzi- esclamò la donna.
 
-Buon pomeriggio- borbottarono i ragazzi.
 
La Umbridge si fermò di colpo e arricciò le labbra, irritata. -Così non va, ripetete utilizzando la frase "Buon pomeriggio professoressa Umbridge". Suvvia, fatelo per me-
 
-Psicopatica- borbottò Terry Boot alle sue spalle, camuffandolo con un colpo di tosse.
 
Alyssa e Hermione si guardarono per un secondo divertite, prima di sfoderare il loro migliore sorriso. -Buon pomeriggio, professoressa Umbridge-
 
La Umbridge sorrise vittoriosa e posò la sua borsetta sulla scrivania. -Via le bacchette-
 
Le due ragazze si guardarono di nuovo, prima di riporre le proprie bacchette ed estrarre piuma, inchiostro e pergamena. La Umbridge nel frattempo, tirò fuori dalla borsa una bacchetta, anche quella più corta del normale, per avvicinarsi poi alla lavagna. Le diede un colpetto e subito apparve una scritta.
 
Difesa Contro le Arti Oscure
Ritorno ai principi base
 
-L'insegnamento di questa materia è stato discontinuo e frammentario- Alyssa annuì facendo una smorfia, al ricordo delle lezioni di Allock. -Il continuo cambio d'insegnanti, molti dei quali pare non seguivano alcun programma approvato dal Ministero, ha purtroppo sortito l'effetto di porvi assai sotto la media che ci aspetteremmo di vedere nell'anno dei G.U.F.O.- si avvicinò al banco dov'erano sedute Calì e Lisa e sorrise, sfoderando i suoi dentini affilati. -Ma questi problemi saranno risolti. Il corso di Difesa che seguirete quest'anno è fondato sullo studio della teoria, oltre che approvato dal Ministro stesso- tornò alla lavagna e le diede un altro colpetto, facendo apparire gli "Obiettivi del corso". Gli studenti copiarono in fretta i tre obiettivi di quell'anno e, quando la Umbridge si accorse che tutti avevano terminato di scrivere, continuò. -Avete tutti Teoria della magia difensiva?- ci fu un flebile mormorio di assenso e la donna, alzò gli occhi al cielo spazientita. -Quando vi faccio una domanda, gradirei avere una risposta, che sia un sì o che sia un no, riproviamoci. Avete tutti Teoria della magia difensiva?-
 
-Sì, professoressa Umbridge-
 
-Bene- disse, sorridendo amabile. -Vorrei che apriste il libro e leggeste il primo capitolo-
 
La Umbridge si andò a sedere dietro la cattedra, Alyssa le lanciò un'occhiata prima di mettersi a leggere come i suoi compagni. Passarono alcuni minuti, prima di sentire Hermione accanto a lei che si drizzava, per ottenere l'attenzione della professoressa. Alyssa la guardò confusa e attese come gli altri, che la donna le desse il permesso di parlare. La Umbridge provò a ignorarla ma quando si rese conto, che anche le due ragazze della prima fila si erano voltate a osservare la compagna, fu costretta a prendere in mano la situazione.
 
-Voleva chiedere qualcosa in merito al capitolo, cara?-
 
-Non a proposito del capitolo, quanto più agli obiettivi del corso- rispose Hermione, prontamente.
 
-Il suo nome?-
 
-Hermione Jean Granger-
 
-Beh signorina Granger, direi che gli obiettivi sono perfettamente chiari, basta leggere attentamente- le rispose dolcemente.
 
Le labbra di Hermione si strinsero fino a diventare una linea sottile. -Non mi pare- disse, in tono brusco. -Non parla dell'utilizzo pratico degli incantesimi difensivi-
 
-Usare incantesimi difensivi?- esclamò la donna, ridacchiando. -Ha paura di essere aggredita a Hogwarts?-
 
-A Hogwarts no ma a Diagon Alley...- borbottò Terry, dietro di loro.
 
Alyssa gli lanciò un'occhiata d'approvazione ma dovette voltarsi subito, per non finire nel mirino della Umbridge.
 
-Non useremo la magia?- chiese Ron, sbalordito.
 
-Se volete parlare, dovete alzare la mano!-
 
-Ma professoressa, lo scopo del corso è anche farci esercitare negli incantesimi difensivi!- continuò imperterrita, Hermione.
 
-Siccome lei non è un'esperta di istruzione del Ministero, non è qualificata per decidere quale è lo scopo di questo corso-
 
-La teoria non ci servirà se verremo attaccati!- chiese Harry, ad alta voce.
 
-La mano!-
 
-È come dice Harry però!- esclamò Dean, infervorandosi.
 
-La mano, signor Thomas!- ribatté la donna, esasperata. -Professori irresponsabili e ibridi pericolosi non vi hanno insegnato in modo adeguato!-
 
-Il professor Lupin- sibilò Alyssa, ostentando un tono indifferente. -È stato il miglior professore che abbiamo avuto finora-
 
-La mano, Black!- le disse, senza tante remore. -Non vi imbatterete in nessun Mago Oscuro durante la vostra vita, è inutile che voi sappiate usare questi incantesimi!-
 
-Strano, Lord Voldemort l'ho incontrato giusto qualche mese fa- disse Harry, guardandola truce.
 
-Dieci punti in meno a Grifondoro- disse la Umbridge, irritata. -Vi è stato detto, che un mago oscuro è tornato ma questa...-
 
-È tornato!-
 
-È una bugia!-
 
-Non è una bugia! È tornato ed io l'ho visto-
 
-Punizione, signor Potter. Domani alle cinque nel mio ufficio- scrisse un bigliettino e lo passò al ragazzo, che nel frattempo si era alzato per avvicinarsi a lei. -Vada dalla McGranitt e le dia questo-
 
Harry afferrò il foglietto e fece per uscire dalla stanza ma prima di mettere piede fuori da lì, si voltò di nuovo verso la donna, con le mani che gli tremavano di rabbia.
 
-Se per lei Cedric Diggory è morto così, da solo, in un tragico incidente è solo una stolta. Creda pure alle sue fandonie-
 
-FUORI!-
 
Harry uscì e nell'aula cadde il silenzio, alcuni si rifiutarono di riprendere a leggere mentre altri, preferirono seguire le direttive della donna. Dal canto suo, Alyssa osservò quella donna, con le mani che fremevano per darle uno schiaffo e toglierle quel sorriso che di dolce non aveva nulla. Alzò la mano e attese che la donna se ne accorgesse. La Umbridge la guardò e ad Alyssa, parve vedere la gli angoli della bocca vacillare dal nervosismo.
 
-Si, signorina Black?- le chiese, con tono carezzevole.
 
-Mettiamo caso, che non sia un mago oscuro ad attaccarci ma un semplice malvivente- disse Alyssa, preferendo una tattica diversa da quella degli amici. -Dovremmo comunque saper difenderci, giusto?-
 
La donna le sorrise apertamente e Alyssa, pensò di esserci riuscita ma dovette presto ricredersi.
 
-Signorina Black, non vedo quale sia il problema per lei- le disse, sorridendo.
 
-In che senso, mi scusi?- chiese confusa.
 
La classe si era ormai messa in ascolto di quella discussione, che si presagiva più interessante del noioso capitolo introduttivo.
 
-Vista e considerata la sua storia familiare, direi che lei con la magia oscura non avrà problemi di sorta no? In fondo è risaputo che i Black sono grandi estimatori di...-
 
-Sta dicendo che la mia, è una famiglia di Mangiamorte?- l'interruppe, con un'espressione indifferente. Il tremolio delle sue mani però tradiva quell'indifferenza.
 
-Lo ha detto lei, non io- rispose la Umbridge, con tono amabile.
 
Alyssa sorrise e Hermione accanto a lei le mise una mano sulla spalla, come a volerla calmare.
Ma fu inutile.
 
-Ah sì? Allora sa che le dico?-
 
***
 
-Punizione- borbottò, rigirando le patate arrosto nel piatto.
 
-Beh dirle di andare a farsi fottere non è stata una grande scelta- disse Lavanda, con un'espressione ammonitrice. -Anche se, devo ammettere, che sei diventata la mia seconda persona preferita-
 
-La prima sono io, vero?- chiese Fred, accanto a lei.
 
-Certo caro- rispose lei sorridendo divertita.
 
Il gruppo rise e anche Alyssa sghignazzò, mentre continuava a rigirare il cibo nel suo piatto. La vista le si era annebbiata, quando la Umbridge aveva osato affermare quelle cose sulla sua famiglia. Non era stupida, sapeva che suo zio era nei Mangiamorte e che i suoi nonni, avevano fatto scelte sbagliate all'epoca, tuttavia non aveva alcun diritto di fare quelle affermazioni.
Lei della sua famiglia non sapeva nulla.
 
-Noi avremo la punizione domani- disse George, dopo aver ingoiato un boccone di spezzatino.
 
-Io venerdì prossimo- esclamò Harry, sconsolato.
 
-Io stasera dopo cena- affermò Alyssa, sospirando. -Ha detto che con i maleducati, è meglio iniziare subito- disse, provando a rifare la voce della professoressa.
 
Gli altri ridacchiarono e lei alzò lo sguardo sul tavolo di Serpeverde, sentendosi osservata. Vide Theodore chiacchierare con Astoria e dall'espressione che aveva, doveva essere un discorso serio e si ripromise di chiedergli cosa fosse successo. Spostò lo sguardo un po' più in là e incontrò gli occhi di Tracey, che la osservavano incuriosita. Fece per dire qualcosa ma si bloccò quando vide Angelina Johnson, entrare nella sala a grandi falcate e optò per abbassare il capo sul piatto, scoprendo quanto lo spezzatino fosse diventato particolarmente interessante.
 
-DOV'È LA BLACK?- urlò Angelina inferocita.
 
Il tavolo si voltò verso di lei, compresi alcuni studenti delle altre casate, incuriositi dalle urla della giovane Grifondoro. Ad Angelina bastò seguire lo sguardo dei suoi compagni, per trovare la persona che le interessava. L'improvviso silenzio dei suoi amici e il rumore passi urgenti che si avvicinavano a lei, la costrinsero ad alzare lo sguardo sulla figura imbestialita di Angelina. Questa si fermò a due passi da lei e Alyssa, inghiottì la sua stessa saliva, immaginando cosa volesse dirle.
 
-COME HAI POTUTO LASCIARE LA SQUADRA?! DOVE LO TROVO ADESSO UN CACCIATORE? SEI IMPAZZITA O COSA!-
 
-Signorina Johnson la voce!- esclamò la professoressa McGranitt, avvicinandosi a loro in tutta fretta. -La signorina Black ha avvisato alla fine dello scorso anno che avrebbe abbandonato la squadra, come troverà un nuovo portiere, riuscirà anche a trovare un altro cacciatore. Ora si sieda e si calmi, non voglio togliere punti alla mia casa quindi per questa volta la perdono-
 
Angelina le lanciò un'occhiataccia ma non disse nulla, preferendo andarsi a sedere accanto alle sue amiche. Alyssa la guardò e per un secondo maledì la professoressa, per non averle dato la possibilità di difendersi da sola ma quando vide che la donna non se ne andava, capì che non era solo per quello che le si era avvicinata.
 
-Black, vieni con me-
 
Hermione le diede una pacca amichevole sulla spalla e Alyssa si alzò suo malgrado, seguendo la professoressa fuori dalla Sala sotto gli occhi dei compagni. Voltò il capo indietro e fu contenta, di non vedere la Umbridge seduta al tavolo dei professori. La McGranitt la portò nella Sala d'Ingresso e chiuse il portone con un colpo di bacchetta, per non avere eventuali intrusi, poi si voltò verso di lei e sospirò.
 
-Hai davvero detto alla professoressa Umbridge di andare a farsi fottere?-
 
-Sì- rispose con un'alzata di spalle.
 
La McGranitt sospirò nuovamente e si appoggiò al portone chiuso, visibilmente esasperata. -Cosa diamine è successo?-
 
-Ha insultato la mia famiglia, professoressa. Se pensa che io abbassi la testa quando qualcuno insulta chi mi ha cresciuta, si sbaglia di grosso- rispose Alyssa, con veemenza.
 
Non provava alcun pentimento per ciò che aveva detto alla Umbridge, lei non era di certo pentita delle affermazioni che aveva fatto riguardo i Black. Non vedeva perché doveva provare rimorso.
 
-Ti chiedo di non finire di nuovo in punizione- disse, utilizzando un tono più preoccupato. -Alyssa, stai attenta. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare e ad ora tutti siamo sotto osservazione-
 
La McGranitt aprì la porta e se ne andò senza attendere una risposta, così Alyssa rimase finalmente sola. Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi, tentando di riprendere un po' di calma. Da quando la Umbridge le aveva detto quelle cose, era stata tutto il tempo con i nervi a fior di pelle e più volte, si era dovuta trattenere dall'andare da lei per continuare a dirgliene.
 
-Hai davvero...?-
 
-Sì, ho detto alla Umbridge di andare a farsi fottere, va bene?!- esplose, riaprendo gli occhi di scatto.
 
Theodore si zittì e le si avvicinò cauto, vagamente preoccupato di ritrovarsi pietrificato da lei. Si appoggiò al muro accanto alla ragazza e finalmente questa, posò il capo sulla sua spalla, visibilmente esasperata. Theodore le prese la mano e le accarezzò il dorso, rimanendo in silenzio e attendendo che fosse lei a decidere di parlare.
 
-Ha detto che la mia, è una famiglia di Mangiamorte- borbottò lei, abbassando lo sguardo a terra. -Che io non avrei problemi a combattere contro un mago oscuro, visto che la magia nera è nel DNA della mia famiglia-
 
Theodore s'irrigidì a quelle parole ma Alyssa non ci fece caso, troppo irritata per ciò che era accaduto con la Umbridge. Il ragazzo le diede un bacio sul capo e la strinse a sé, inspirando il profumo dello shampoo al cocco che la ragazza utilizzava.
 
-Lo ha fatto di proposito, Alyssa. Non devi cedere alle sue angherie- le disse dolcemente. -Sei la Black migliore, se ne accorgerà-
 
Alyssa annuì ma non era tanto sicura di ciò, tuttavia non continuò il discorso e si lasciò travolgere dalle attenzioni che il ragazzo le stava dando per calmarla. Lui sapeva bene quanto adorasse quando qualcuno le accarezzava i capelli e si accoccolò al suo petto, in balia del suo tocco. Theodore sorrise e immerse il viso in quella cascata di capelli, lasciando i capelli per cullarla tra le braccia.
 
-Hai un profumo buonissimo- le sussurrò, incantato.
 
-Avresti mai detto che saremmo finiti insieme?- mormorò, sorridendo e inspirò l'odore della sua divisa.
 
-Mi aspettavo di finire tra le braccia della Delacour ma sì, mi vai bene anche tu- disse tanto per punzecchiarla.
 
Alyssa gli diede un pugno sulla spalla e Theodore rise, attirandola di nuovo a sé per baciarla. Loro erano così, potevano avere mille idee discordanti ma alla fine, sarebbero tornati l'uno dall'altra. Lui lo sapeva, non c'erano amici che potevano dividerli.
 
I due ragazzi uscirono dalla Sala d'Ingresso mano nella mano ma, se Theodore tornò a cena nella Sala Grande, Alyssa preferì rimanere alle scale, optando per avere ancora un po' di tranquillità prima di andare a scontare la sua punizione. Si sedette agli ultimi gradini e guardò l'ora, constatando che in fondo avrebbe potuto già avviarsi verso l'ufficio della professoressa ma volle stare lì, in silenzio. Si abbracciò le gambe, portandosele al petto e la sua mente tornò inesorabilmente a rimuginare sugli avvenimenti di qualche ora prima. Era il primo giorno di lezione e si era ritrovata in punizione, in barba al suo rendimento sempre impeccabile e le tornò alla mente il discorso di sua nonna. Le venne quasi da piangere, al pensiero che aveva fatto l'esatto contrario di quello che i suoi nonni le avevano detto.
 
-Ma perché...?-
 
-Sì, ho mandato la Umbridge a farsi fottere, la volete smettere di chiedermi il perché?- sbottò esasperata.
 
Terrence la guardò e aprì bocca per rispondere, ma preferì andarsi a sedere accanto a lei. Fece uscire dalla tasca un zuccotto di zucca e glielo passò, Alyssa guardò il dolce e lo prese, nonostante fosse ancora irritata da quell'intrusione. Voleva stare solo tranquilla per qualche minuto, non era una grande richiesta in fondo.
 
-Volevo chiederti perché hai lasciato la squadra- disse Terrence, guardandola di sottecchi mentre lei, spezzava il biscotto.
 
-Oh- esclamò con un misto di sorpresa e imbarazzo, pensava fosse l'ennesimo che voleva parlare della Umbridge e invece, si era preoccupato di altro. Si voltò verso di lui e solo allora si scoprì di averlo particolarmente vicino. -Beh... perché so che non sarà il mio futuro ed è inutile continuare a fare qualcosa, se poi non ti servirà no?- osservò il viso del ragazzo e aguzzò lo sguardo, notando un livido proprio sul collo. -Che ti è successo?-
 
-Però non tutto è dovere...alle volte c'è anche il piacere e ti ho visto, come eri spensierata sulla scopa- rispose lui, ignorando la domanda della ragazza.
 
-Sì, durante le partite è vero ma ti ricordi i nostri allenamenti?- Terrence annuì, osservandola confuso e lei si mise più comoda, per poterlo guardare meglio. -Ero in ansia sempre. Sì tu mi hai aiutato anzi, hai fatto tutto tu ammettiamolo e intendiamoci, sono stata felicissima di avere il tuo aiuto e tornassi indietro sceglierei sempre te come vice. Ma non voglio più avere il magone, ogni volta che prendo un manico di scopa. Voglio poter volare tranquilla e spensierata, non devo avere le pressioni di tutti addosso-
 
-Questa è già una risposta migliore- rispose Terrence, sorridendole dolcemente. -Non posso dirti che non avrai mai più ansia quando giocherai, però magari riflettici meglio no?-
 
-Andiamo! Hai visto come ha reagito Angelina, no?-
 
Terrence alzò le mani a mo' di resa. -Se fossi stata nella mia squadra, non mi sarei mai comportato così- le sorrise e accettò la metà del biscotto, che lei gli stava offrendo. -Avrei provato a convincerti a rimanere-
 
-E sentiamo, come?- chiese incuriosita e iniziò a sgranocchiare il dolce.
 
-Beh già ho Malfoy in squadra, se te ne vai anche tu cosa dovrei fare io? Chi devo prendere, Goyle?- le disse, continuando a guardarla. -Tra l'altro mi pare di aver capito che lui e il suo compare Tiger, vogliano provare a entrare come battitori. Dimmelo tu Black, che ho fatto di male nella mia vita da capitano?-
 
Alyssa rise divertita e poggiò il capo sul muro. -Mi avresti convinta allora- disse in preda alle risate.
 
Terrence la guardò sorridendo e si alzò, per tornare dai suoi amici. Alyssa fece lo stesso ma a differenza del ragazzo, per avviarsi nell'ufficio della Umbridge.
 
-Sai Terrence- esclamò Alyssa, prima che il ragazzo se ne andasse. -Sono contenta che siamo amici-
 
-Anche io, Alyssa- le disse, con un mezzo sorriso.
 
~
 
Bussò alla porta dell'ufficio e attese di avere il permesso per entrare. Le chiacchierate con Theodore e Terrence le avevano risollevato il morale ed era pronta, a scontare la sua punizione. La Umbridge le diede il permesso di entrare e lei aprì la porta, riuscendo a non storcere il naso davanti a tutto quel rosa e ai quadri di gatti alle pareti.
La Umbridge la guardò sorridendo affabile e le fece segno di sedersi, sulla sedia di fronte a lei.
 
-Buonasera, professoressa- disse Alyssa, con tono educato.
 
-Buonasera cara- le rispose con tono amabile. -Prenda un foglio di pergamena. No, non userà la sua piuma, meglio una delle mie-
 
Alyssa prese la piuma che la donna le aveva passato e attese qualche secondo, per avere anche l'inchiostro. La Umbridge si posizionò meglio gli occhiali sul naso e la guardò interrogativa, prima di comprendere le perplessità della ragazza.
 
-Oh cara, questa piuma non ha bisogno di inchiostro- disse, sorridendo. -Ora scrivi: Devo stare al mio posto-
 
Alyssa strinse le labbra e si trattenne dal dirle ciò che pensava. -Per quante volte?-
 
-Quanto basta, signorina Black-
 
***
 
Sbadigliò sonoramente e bevve un lungo sorso di caffè, le palpebre erano così pesanti che pensava di cadere in un sonno profondo durante le lezioni. Era tornata in dormitorio alle cinque, con il dorso della mano che le faceva male.
Ma non aveva ceduto neanche una volta, era stata la Umbridge a decidere di smetterla, fosse stato per lei avrebbe continuato a scrivere. Ad ogni suo "Allora, signorina Black, ha compreso i suoi errori?" Rispondeva con un "No". Ne era scaturito quindi che la punizione si protraesse fino all'alba. Probabilmente anche lei avrebbe continuato la punizione all'infinito ma forse la stanchezza del primo giorno di lavoro l'aveva portata a fare quella scelta. Fece uscire la bottiglia dalla borsa e la riempì di succo di zucca, prima di mangiare di malavoglia un biscotto.
La mano.
La mano le faceva male da morire.
Lanciò un'occhiata al dorso e inorridì, nel leggere la frase "Devo stare al mio posto".
 
-Tutto bene, Alyssa?- chiese Ginny, guardandola preoccupata.
 
Alyssa alzò lo sguardo e si accorse che tutti i suoi amici, la stavano osservando. Persino Theodore, dal tavolo di Serpeverde le lanciava delle occhiate preoccupate.
 
-Sì, tutto bene- borbottò.
 
-E allora perché non usi la sinistra?- chiese Lavanda, indicandole con un cenno del capo il braccio sinistro. La mano, era ben nascosta sotto il tavolo.
 
Alyssa sbattè le palpebre e si ritrovò a non avere una risposta. Tutti la stavano guardando preoccupati e lei, non poteva che dargli ragione. Il suo aspetto era simile a quello di un fantasma, pallido con gli occhi contornati da un alone violaceo. Forse una pozione rimpolpasangue sarebbe l'ideale.
Quel pensiero subito dopo una punizione scolastica le fece male, Hogwarts era un luogo dove poter essere una ragazza di quindici anni e avere una scritta impressa sulla pelle, la fece sentire vulnerabile. D'un tratto, sentì qualcosa di umido sulla mano sinistra, abbassò lo sguardo e vide che la ferita sulla parola "posto", si era riaperta.
 
-Alyssa?-
 
Alzò di nuovo gli occhi sui suoi amici e scoprì che anche Tracey, la stava osservando dal tavolo di Serpeverde. Strinse le labbra irritata e prese un fazzoletto, con l'intenzione di tamponare la ferita.
 
-Ho detto che va tutto bene, mi avvio a lezione- disse, alzandosi di fretta e stando attenta a non far vedere la mano.
 
Barcollò quando fu in piedi ma fece finta di nulla e si avviò all'uscita, con l'intenzione di dirigersi fuori dal castello per la lezione di Cura delle Creature Magiche. Uscì dalla Sala Grande e Theodore, non attese un secondo di più, la seguì senza tenere conto delle chiacchiere degli amici. Lavanda osservò il ragazzo fermare la sua migliore amica e prenderle il volto tra le mani, per constatare da solo il suo pallore.
 
-Vogliamo andare anche noi?- chiese Hermione, risvegliando Lavanda dalla contemplazione della coppia, che si era appena avviata insieme nella Sala d'Ingresso.
 
-Sì, andiamo- sospirò, alzandosi dal suo posto.
 
Il gruppo si divise all'uscita dalla Sala Grande, i gemelli se prima non erano granché preoccupati dalla punizione della Umbridge, l'aspetto della loro amica li aveva messi in allarme. Anche Harry provava apprensione, per l'appuntamento che avrebbe avuto con la professoressa proprio il venerdì successivo. Lavanda fece segno a Hermione e gli altri di avviarsi e tornò indietro, per afferrare dal tavolo una brioche di zucca da dare all'amica, visto che aveva lasciato a metà il biscotto. Uscì di nuovo dal castello questa volta a passo svelto, ma Tracey la fermò a gran voce.
 
-Hey Lavanda!- urlò la Davies, avvicinandosi a lei con Terrence e Andrew al seguito.
 
-Ciao Tracey- le disse sorridendo. -Terr, Andrew-
 
-Ciao, Lav- disse Terrence, sorridendole di rimando. -Quella brioche è per me? Sai, stamattina non mi sono svegliato-
 
-No mi dispiace- rispose Lavanda, ridacchiando e gli fece segno di avviarsi a lezione. -È per Alyssa-
 
In breve tempo, i quattro camminavano lungo il sentiero che portava alla capanna di Hagrid. Tracey strinse il manico della sua borsa e sia Andrew che Terrence, notarono quel gesto all'apparenza innocuo. Era dal giorno precedente, che la ragazza si comportava in modo strano.
 
-Che ha Alyssa?- chiese Tracey, guardando la bionda. -Stamattina l'ho vista...-
 
-Più pallida di Mirtilla Malcontenta?-
 
-Chi è Mirtilla Malcontenta?- chiese Andrew, confuso.
 
-Un fantasma- rispose Tracey con tono spicciolo. -Allora? So che ieri ha mandato a quel paese la Umbridge-
 
-No Tracey, l'ha proprio mandata a farsi fottere- disse Lavanda con un sorriso orgoglioso, ma scomparve subito dalle sue labbra, trasformando il suo volto in una maschera di serietà che raramente i tre Serpeverde avevano visto. -Ieri ha avuto la sua punizione e...-
 
-E...?-
 
-È tornata alle cinque- disse, con tono serio.
 
-Alle cinque di questa mattina?- ripeté Terrence, sorpreso. -Ma allora non ci sarà nulla di cui preoccuparsi no? Sarà stanchezza, avrà dormito si e no due ore poverina-
 
-Mah, non lo so- borbottò Tracey, pensierosa. -La Umbridge non mi piace-
 
-Confetto rosa non ti piace? Strano, lei vuole tanto che diventiamo tutti amici- disse Andrew, riproponendo un'ottima imitazione della voce della professoressa.
 
Il gruppo rise ma smise subito, quando videro Theodore e Alyssa tornare indietro in direzione del castello. Lavanda la guardò con apprensione mentre il ragazzo la teneva stretta, forse per non farla cadere.
Alyssa incrociò lo sguardo dell'amica e quando se ne accorse, anche Theodore alzò gli occhi su di loro ma se la prima sorrise flebile, il secondo li osservò con irritazione.
 
-La porto da Madama Chips- disse Theodore, più per la presenza di Lavanda con loro, che per reale voglia di spiegare a Higgs il motivo di ciò.
 
-Mi chiedo come mai- chiese Lavanda, guardando l'amica con sospetto.
 
-Ieri mi sono tagliata- spiegò Alyssa, con tono spicciolo come se non fosse accaduto nulla di importante. -Mi sono curata da sola ma quando mi sono messa a dormire, si è riaperta e non me ne sono accorta-
 
-Mh, va bene- borbottò Lavanda, poco convinta.
 
I tre Serpeverde con Lavanda rimasero lì, a guardare la coppia tornare al castello in fretta e furia ma la Grifondoro, immaginò che avrebbero rivisto Theodore di lì a poco. E infatti, videro Nott camminare nella loro direzione e per Lavanda, fu solo una certezza che la sua amica aveva mentito.
 
-Terrence- lo richiamò Lavanda, guardando il ragazzo.
 
Terrence era rimasto a osservare l'entrata del castello, dove la sua amica era scomparsa e Tracey alzò gli occhi al cielo esasperata. La Davies gli diede una gomitata e il ragazzo si voltò verso di loro, giusto in tempo per prendere al volo la brioche che gli aveva lanciato Lavanda.
 
-Non credo che le servirà più-
 
~
 
L'ultima lezione del giorno, era quella di Pozioni e dopo una giornata sfiancante come quella, non aveva tutta questa voglia di ascoltare Piton. L'unica nota positiva di quelle lezioni, era il fatto di essere riusciti ad accaparrarsi il banco a tre con i suoi amici. Beh quella era la prima nota positiva che aveva trovato, da gennaio ne aveva trovata un'altra.
Entrò in aula con Andrew e Tracey e presero posto al banco che ormai era diventato loro. Si ricordava come fosse ieri il primo giorno di Pozioni del secondo anno, Tracey era riuscita ad accaparrarsi il famoso banco a tre, a discapito del bambino che era sopravvissuto. Da allora nessuno aveva più provato a rubargli il posto a Pozioni ma nonostante ciò, non avevano mai abbassato la guardia.
 
-Insomma, vi siete scritti per tutta l'estate giusto? Sarà pure un segno- disse Tracey, mentre prendeva il libro dalla borsa. -E comunque, dovresti vedere cosa fare con Astoria-
 
-Sì, un segno che per lei sono solo un amico- borbottò Terrence, contrariato. -E qualcosa mi dice che se a me scriveva, con Nott si baciava-
 
-Parli come se lei ti abbia tradito- gli fece presente Andrew. -Nott ha tutto il diritto di baciarla, stanno insieme da quasi un anno ormai e sapevamo tutti che tra loro c'era qualcosa-
 
-Senti un po'- esclamò Terrence, assottigliando lo sguardo. -Ma tu esattamente da che parte stai?-
 
-Dalla tua, ovvio- rispose Andrew, guardandolo confuso.
 
-Meno male, sembrava il contrario- lo rimbeccò, sarcastico.
 
Tracey guardò l'amico e gli diede uno scappellotto sul capo, irritata. Terrence di massaggiò la parte lesa e la osservò confuso, non aspettandosi una reazione del genere.
 
-Ti ho detto di vedere cosa fare con Astoria- gli fece presente la ragazza, contrariata.
 
-Ad Astoria va bene così- rispose, con un'alzata di spalle.
 
-Ad Astoria Greengrass va bene che il suo ragazzo pensi sempre ad un'altra ragazza? Che s'incanta a guardarla ogni volta che la incrocia per i corridoi? Che le scriva? Che...-
 
-Okay, ho capito- l'interruppe, con tono scontroso. -Ed io non mi incanto a guardarla-
 
Andrew e Tracey si guardarono sghignazzando, nel frattempo gli studenti di Grifondoro erano appena entrati nella stanza e Terrence, si permise di prendersi qualche secondo per osservare la ragazza, che sembrava stare molto meglio rispetto alla mattina. L'aveva vista così pallida che si era preoccupato, tanto da pensare di avvicinarsi a Nott, per chiedergli come stava.
Pensiero che era stato subito accantonato, quando quest'ultimo lo aveva invitato ad andare a quel paese.
 
-No, non s'incanta a guardarla- sghignazzò Andrew.
 
Tracey scoppiò a ridere e Terrence lanciò loro un'occhiata irritata, aprì la bocca per ribattere ma l'entrata di Piton, lo fece fermare. Si voltò verso il professore e solo in quel momento, notò di avere Lavanda e Hermione sedute di fronte a lui.
Piton posò il suo libro sulla cattedra e osservò i banchi con aria sprezzante.
 
-Nott- disse, guardando il diretto interessato che come ogni anno, aveva preso posto accanto alla sua ragazza. -Credo che questo non sia più il posto adatto a lei-
 
-Mi scusi?-
 
-Ha capito bene, lei ormai è un caso perso ma la sua compagna, non ha bisogno di avere distrazioni l'anno dei G.U.F.O.- gli scoccò un'occhiata annoiata e continuò. -In questa stanza solo tre persone possono davvero riuscire a fare qualcosa di decente con le pozioni e lei, Nott, direi che non rientra tra queste-
 
Piton osservò bene tutti i banchi occupati, sicuramente pensando a come mischiare le carte e Terrence attese annoiato, che tutta quella manfrina finisse in fretta. Sapeva che era troppo sfortunato, per essere scelto come nuovo compagno di banco della ragazza.
Non vedeva l'ora di poter tornare in Sala Comune.
 
-Davies, prenda il posto di Nott. No, signor Urquhart non si metta accanto a Higgs, neanche lei deve essere distratto-
 
Ditemi che sta scherzando, pensò inorridito mentre vide Nott lanciargli un'occhiata di fuoco. Terrence e Andrew si guardarono facendo una smorfia nel frattempo Tracey, aveva radunato le sue cose e stava avvicinando al banco di Alyssa, dove Theodore stava ancora raccattando la sua roba.
 
-Questo sì che è divertente- esclamò Lavanda, voltandosi verso di lui ridacchiando.
 
Quando Nott fu accanto a Terrence, Piton li osservò soddisfatto e iniziò la prima lezione dell'anno. Vide Tracey chiacchierare con Alyssa mentre lavoravano alla Bevanda della Pace, o meglio, Tracey seguiva le direttive della Grifondoro e quest'ultima scriveva un tema su una pozione dal nome impronunciabile. Di fianco a lui Nott aveva bruciato già alcuni ingredienti e sorrise, quando questo dovette ripulire il calderone per la terza volta.
 
Terminata l'ora i ragazzi si catapultarono fuori dall'aula e Terrence, fece un respiro di sollievo nel non avere più accanto quel maledetto Nott.
 
-Alyssa è mancina- disse Tracey, avvicinandosi ai due amici.
 
-Lo so già, perché?-
 
-Oddio, sai anche con che mano scrive- lo prese in giro, Andrew.
 
-Ha parlato il fan numero uno di Megan Jones- lo rimbeccò Terrence, ghignando. -Quand'è che ti dichiarerai?-
 
-Quando lo farai tu-
 
-La volete smettere voi due?- esclamò Tracey, scura in volto.
 
Terrence e Andrew si guardarono preoccupati dall'espressione della ragazza e si tennero in disparte dal resto dei Serpeverde, che tornavano in Sala Comune. Tracey si appoggiò al muro e guardò per un attimo, i Grifondoro che stavano salendo le scale.
 
-Le punizioni che usa la Umbridge le conosco- disse a tono basso, per non farsi udire dai pochi presenti nel corridoio. -Ed è meglio se quest'anno stiamo attenti a non avere a che fare con lei-
 
***
 
Il venerdì era presto arrivato e se tutti i ragazzi di Grifondoro, stavano pensando a come passare il primo weekend a Hogwarts, Alyssa Black e i gemelli Weasley attendevano con ansia il ritorno di Harry Potter dalla punizione con la Umbridge. Il giorno dopo il suo castigo, era toccato ai gemelli dover scrivere utilizzando il loro sangue come inchiostro e la mattina successiva, il loro aspetto era identico a quello che aveva avuto la ragazza.
Quando Theodore l'aveva convinta ad andare da Madama Chips, un'idea migliore le era balenata in testa e anziché dirigersi in infermeria, era andata prima nel dormitorio a recuperare il materiale di Pozioni, poi a rinchiudersi nel bagno del secondo piano. Si era preparata una pozione rimpolpasangue e l'aveva presa, sentendosi subito meglio.
Il problema era che la scritta sulla sua mano, difficilmente se ne sarebbe andata.
Così quando anche i suoi amici avevano avuto la sua stessa sorte, aveva deciso di fare le pozioni anche per loro.
 
Quella sera tra le mani ne aveva una preparata appositamente per Harry, immaginando che a breve anche lui sarebbe tornato pallido come un fantasma. E infatti, quando il ragazzo tornò, il suo volto era il riflesso di ciò che i suoi amici avevano provato prima di lui. Nella Sala Comune erano rimasti solo loro, il camino si stava man mano spegnendo e il silenzio era diventato irritante.
Harry si sedette sul divano accanto ad Alyssa e la ragazza lo osservò, mentre si rimirava il dorso della mano.
 
-La scritta se ne andrà?- chiese Harry, rompendo il silenzio.
 
I gemelli si protrassero verso di loro e anche Alyssa, continuò a mantenere lo sguardo sul ragazzo.
 
-Non lo so- rispose Alyssa, con tono gentile.
 
-Dobbiamo fare qualcosa- esclamò Fred, serio. Forse era la prima volta che lo vedeva così. -Non può permettersi di comportarsi in questo modo!-
 
-Non faremo nulla invece- rispose Harry, con tono fermo.
 
Alyssa gli passò la pozione che aveva preparato per lui e il ragazzo la bevve tutta d'un sorso, sotto gli sguardi attoniti dei suoi compagni. Alyssa si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra, fuori le nuvole coprivano la mezza luna e la Foresta Proibita, sembrava ancora più spettrale senza il chiarore lunare.
 
-Non faremo nulla- confermò Alyssa, senza voltarsi. -Però, possiamo salvare i nostri amici-
 
-Che vuoi dire?- chiese George, confuso.
 
-Voglio dire- disse, girandosi finalmente verso i suoi compagni. -Che noi quattro abbiamo testato sulla nostra pelle le punizioni della Umbridge, facciamo in modo che i nostri amici non provino quello che è successo a noi- alzò la mano e abbassò la manica del suo golfino, facendo vedere a tutti la frase che aveva impressa sulla pelle. -Non voglio che Lavanda, o Hermione, o Ginny provino quel dolore-
 
-E cosa proponi?- chiese Fred, guardandola.
 
-Di prenderci le loro colpe- rispose semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
I gemelli si voltarono verso Harry, come ad attendere un suo cenno affermativo ma non arrivò, quanto meno non subito. Si alzò dal suo posto e si avvicinò alla ragazza, sia Fred che George seguirono il suo esempio e in un attimo, i quattro avevano scoperto il loro marchio. Ad Alyssa venne da ridere, sembravano proprio come quei Mangiamorte che tanto odiavano.
Marchiati, forse a vita.
 
-Sì- disse Harry, infine. -Questo lo possiamo fare-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci con un nuovo capitolo. Allora vi faccio giusto due osservazioni, nel libro la punizione della Umbridge non fa così male (manco bene, sia chiaro) tuttavia, io questa cosa di avere una scritta impressa sulla pelle mi aveva sempre impressionato.
Perciò ho pensato di renderla più dolorosa.
Un'altra osservazione doverosa, molte cose che Alyssa dice a Terrence - come ad esempio l'ansia del giocare - sono cose che Theodore già sa in quanto oltre ad essere il suo ragazzo, è anche il suo migliore amico.
Mi sembrava giusto dirvelo perché nella scena che abbiamo visto, sembra che a Theodore non importi nulla della sfuriata di Angelina ma in realtà, le motivazioni di Alyssa già le sa.
Cosa ne pensate di Tracey? Vi avviso che la vedremo più spesso nel corso del tempo.
 
Io ho terminato le osservazioni, aspetto i vostri commenti.
 
Al prossimo capitolo,
_L_Black_
  
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