Capitolo
21 - Too
many lies -
Sedevo
ancora sul divano, rigirandomi il cellulare tra le mani, piuttosto
agitata,
mentre aspettavo l’arrivo di Kou.
Temevo
che qualche altro Mukami o Sakamaki sarebbe sbucato nel salotto ed io
avrei
dovuto confessare la verità a tutti quanti.
“Adesso
ti spiegherò tutto –, annunciai, andandogli
incontro. – Ma non interrompermi,
non abbiamo molto tempo.”
Il
vampiro assentì.
Così
iniziai a raccontare.
“Sono
stata rapita da quella bionda per volere di mio padre. Il mio vero
padre.”
Kou
non nascose la sua meraviglia.
“Il
suo nome è Carla Tsukinami ed è-”
“Uno
dei primi Fondatori della razza demoniaca.”, mi
anticipò l’altro, visibilmente
sconcertato.
Doveva
aver visto che non si trattava di
una
bugia.
Dunque
Carla non mi aveva mentito su questo.
“Mia
madre lo scelse come Adamo.”
Almeno
su questo avevo ragione, sarei dovuta essere io a scegliere un Adamo.
“Ed
io faccio parte della nuova razza che Karl Heinz vorrebbe
creare.”
“I
tuoi poteri derivano da questo.”
“Esattamente
–, risposi. – E Carla mi insegnerà a
controllarli. A patto che io lo aiuti ad
uccidere Karl Heinz.”
Mi
presi del tempo per continuare, potevo notare l’espressione
sbalordita
dell’altro.
Kou
elaborò le informazioni.
“Non
puoi fidarti di un demone, è pericoloso.”
“Se
avesse voluto uccidermi l’avrebbe già fatto.
–, rimbeccai – mentirò agli altri,
dicendo che voglio trascorrere del tempo con lui.”
“E
io dovrei coprirti?”
“Se
ti avessi mentito, tu lo avresti scoperto.”
“E
ti avrei impedito di vederlo. Cosa che farò.”
Mi
torturai le mani, sperando che non arrivasse nessuno in quel momento.
“Troveremo
un’altra soluzione.”, annunciò Kou, non
l’avevo mai visto così deciso.
“E
quale? Non esiste nessuno che sia come me. Solo Carla può
aiutarmi!”
Il
vampiro mi diede le spalle.
“Dei
Sakamaki non mi importa, ma non chiedermi di fingere con i miei
fratelli.”
“Se
non confermi la mia versione, gli altri non si fideranno a lasciarmi
andare con
lui.”
“Ti
impediranno di vederlo in ogni caso.”
“Hai
visto cosa può succedere se perdo il controllo! –,
quasi urlai. – Stavo per
uccidere Kanato, io devo, devo,
imparare a gestirli!”
Kou
abbassò lo sguardo su di me.
“Ti
prego…”, mormorai con un filo di voce.
“Dì
la verità Mitsuko, loro capiranno.”
Non
ebbi il tempo di ribattere, Ayato era comparso nella stanza.
Mi
scrutò da capo a piedi.
“Tavoletta,
dove diavolo eri finita?”
“Te
lo dirò quando tutti gli altri saranno qui.”, mi
limitai a dire.
Ayato
sembrava confortato nel rivedermi, tuttavia c’era qualcosa,
nel suo sguardo,
come se si portasse dietro un peso.
“Dove
sei stato?”
Alla
mia domanda parve trasalire.
“Ho
informato Yuki della tua scomparsa.”
Ottimo,
quindi avrei dovuto mentire anche alla mia amica adesso.
“Lei
stava bene?”
Ayato
tentennò.
Lo
fissai interrogativa, ma stavolta a distrarmi fu l’arrivo di
Yuma, seguito da
Ruki e Subaru.
I
due mi guardavano come se avessero visto un fantasma, per cui mi
incamminai
nella loro direzione.
Era
una gioia rivederli, ma esitai a pochi metri di distanza: come avrei
dovuto
salutarli? Con un abbraccio? E chi avrei scelto per primo?
Quando
si trattava di quei due, tutto diventava più complicato.
“Mitsuko.”
Mi
voltai e sollevai lo sguardo, prima di incrociare il volto preoccupato
di Shu.
D’impulso
lo abbracciai, venendo ricambiata dopo qualche secondo.
Ero
delusa per come si era comportato, certo, ma al momento mi aveva tirato
fuori
da una situazione imbarazzante e avevo proprio bisogno di abbracciare
qualcuno:
avevo bisogno di calore umano.
Sebbene
Shu non emanasse propriamente calore,
per ovvie ragioni.
Mi
sentii sfiorare la spalla con una mano e sorrisi ad Azusa.
Reiji
incrociò le braccia al petto e chiamò il mio
nome: esigeva delle spiegazioni.
Mi
schiarii la voce, cercando le parole giuste.
“Il
mio rapimento è stato architettato dal mio vero padre, Carla
Tsukinami.”
Tutti,
tranne Kou che ne era già a conoscenza, rimasero sbigottiti.
“Non
aveva alcuna intenzione di farmi del male, voleva solo
conoscermi.”
“E
i Ghoul?”, domandò Yuma.
“Se
ti riferisci a quei cosi che si
sono
trasformati, loro li ha mandati Karl Heinz. Vuole ancora creare una
nuova
razza, quel che non sa è che…”
“Che?”,
mi incitò Ruki.
“Io
faccio parte di quella razza. Mia madre era una discendente di Eva e ha
scelto
Carla Tsukinami come Adamo.”
“Questo
è il motivo per cui ho questi… poteri.”
“Quindi
Karl Heinz non lo sa?”, domandò Reiji.
I
due fratelli trasalirono appena, confermando i miei sospetti: erano
veramente
stati da quell’uomo e lo avevano tenuto nascosto.
Shu
abbassò lo sguardo e poi lo sollevò nuovamente,
come in cerca di una
giustificazione, ma non avevo tempo per chiarire.
In
realtà, non riuscivo mai a fidarmi di loro, non
completamente, seppure lo
desiderassi con tutta me stessa.
Quella
notizia si aggiungeva alla lista infinta di pensieri che mi
tormentavano e che,
ne ero sicura, mi avrebbero privato del sonno quella notte e tutte le
notti a
venire.
La
mia corazza di pietra, indossata per il momento, vacillò:
anche lui mi mancava
tantissimo.
“Potremmo
andare da lui più tardi.”
Guardai
l’orologio: erano le undici del mattino, ma avevo
già concordato con Carla che
sarei stata con lui, durante il pomeriggio, mentre al momento ero
troppo stanca
per affrontare anche Takeshi, avevo bisogno di un briciolo di
serenità e
solitudine per schiarirmi i pensieri ed elaborare ciò che mi
era successo.
“Vuoi
trascorrere del tempo con uno che ha mandato una Predatrice a picchiare
la
bella addormentata qui affianco?”, domandò Yuma.
Intuii
si riferisse alla vampira dai capelli biondi.
“Se
vuole conoscerti meglio
può farlo
qui.”
Ovviamente
non era affatto uno stupido, sospettava ci fosse dell’altro
sotto e
probabilmente non avevo convinto neppure gli altri.
“Se
avessi dei sospetti non andrei da lui, ma sono sicura di potermi
fidare. -,
tornai a guardare Kou e lo indicai – lui può
confermare.”
“Si,
Mitsuko sta dicendo la verità:”
Osservai
Kou sbalordita: ero convinta che alla fine avrebbe smentito la mia
versione dei
fatti e mi avrebbe obbligata a dire la verità.
Ma
mi aveva dato fiducia e più ci pensavo, più
l’idea di mentire agli altri mi
corrodeva l’animo.
Ero
stanca delle menzogne.
Mi
ero ripromessa di essere sincera con loro, anche se loro non lo erano
con me, non
del tutto.
Ignorai
l’occhiata interrogativa che mi rivolse Kou.
“Sa
che è una bugia, gli ho chiesto io di mentire.”
Ignorai
anche le occhiate diffidenti e confuse che mi stavano rivolgendo i
vampiri
presenti.
“Si
tratta di un demone sanguinario e subdolo, come puoi credergli? Vuole
solo il
tuo aiuto per uccidere Karl Heinz e prendere il suo posto come Re dei
Vampiri.”
Ovviamente
avevo valutato anche quell’opzione.
Carla
non si era presentato a Villa Sakamaki con un mazzo di fiori, per
annunciare la
nostra parentela, ne’ mi aveva portato al parco per prendere
un gelato.
D’altronde
non potevo aspettarmi un padre ordinario,
rimaneva pur sempre un demone; ma assoldare una predatrice,
così l’aveva
chiamata Yuma, per stimolare i miei poteri, dimostrava quanto fosse
legato alla
causa e poco ai miei sentimenti.
Lei
era stata una sciocca ad innamorarsi di lui.
Una
strana sensazione, per nulla spiacevole, che scaturiva quando qualche
ricordo
della mia primissima infanzia tornava alla memoria, ed era tutto
ciò a cui
potevo aggrapparmi.
Ricevetti
diversi sguardi che parevano urlare “non lo sai
affatto”.
“Non
posso rischiare di far del male a qualcuno di voi, se ripenso quello
che ho
fatto a Kanato…”
Scossi
il capo e continuai.
“Devo
vederlo da sola, non mi accadrà nulla. – passai in
rassegna i volti dei
presenti – dovete fidarvi di me.”
Dubitavo
fortemente che lo avrebbero fatto, considerati i precedenti, ma fu
proprio Shu
a sorprendermi.
“Mi
fido.”
Gli
fui riconoscente, tuttavia non riuscivo a mandar giù il
fatto che mi avesse
mentito, per cui quella era solo una piccola vittoria.
Forse
il tempo che avevano trascorso insieme era servito a qualcosa.
Così
Subaru si unì ai fratelli e di conseguenza Ruki, e seppi che
anche il resto dei
Mukami mi avrebbe supportato in quella folle scelta.
“Certo,
vale anche per me.”
In
un altro contesto, probabilmente mi sarei commossa nel vederli tutti
schierati
dalla mia parte.
Avrei
voluto esprimere la mia riconoscenza per essersi mobilitati subito, pur
di
ritrovarmi, a differenza dell’ultima volta, quando tutti
seguivano rigidamente
gli ordini di Karl Heinz.
Avrei
voluto chiarire immediatamente con Shu, perché era
l’unico con cui riuscivo a
condividere ogni pensiero mi passasse per la testa, l’unico
con cui condividevo
un legame speciale, avrei voluto
chiedere ad Ayato cosa lo preoccupasse tanto da non cercare
perennemente di
essere al centro dell’attenzione.
Avrei
voluto parlare con Kanato, sperando di farmi perdonare per il male che
–involontariamente- gli avevo causato.
E
soprattutto, avrei voluto sistemare le cose con Ruki e Subaru, senza
dovermi
sentire a disagio ogni qualvolta loro erano nei dintorni.
Ma
tutto ciò che riuscii a fare, fu sorridere debolmente ed
avviarmi nella mia
stanza.
Credevo
che qualcuno mi avrebbe seguito per avere altre spiegazioni, farmi
domande, o
semplicemente per mordermi, restavo pur sempre la loro Sposa
Sacrificale.
Nessuno
mi venne dietro.
E
fui grata anche per questo.
ANGOLO
AUTRICE
Volevo
iniziare ringraziando tutti coloro che hanno inserito la storia tra le
preferite/seguite/ricordate, a volte mi limito ad aggiornare per
questioni di
tempo, ma mi accorgo di voi e vi ringrazio con tutto il cuore per
esservi
appassionati alla storia tanto da segnarla, mi farebbe piacere avere un
vostro
parere comunque!
Un
immenso, enorme ringraziamento a SeiraBrizzi che spende sempre delle
belle
parole per questa storiella.
Detto
questo vi spoilero che stiamo giungendo nella parte clou della
fanfiction e
restano all’incirca dieci episodi, quindi fate questo ultimo
sforzo e restate
con me fino alla fine!
A
presto, Nephy_