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Autore: Nephertiti    29/04/2021    1 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 21 - Too many lies -

 

 

 

 

 

 

Sedevo ancora sul divano, rigirandomi il cellulare tra le mani, piuttosto agitata, mentre aspettavo l’arrivo di Kou.
Temevo che qualche altro Mukami o Sakamaki sarebbe sbucato nel salotto ed io avrei dovuto confessare la verità a tutti quanti.

Poi uno spostamento d’aria alle mie spalle: balzai in piedi e mi rasserenai nell’incrociare lo sguardo perplesso di Kou.
“Adesso ti spiegherò tutto –, annunciai, andandogli incontro. – Ma non interrompermi, non abbiamo molto tempo.”
Il vampiro assentì.
Così iniziai a raccontare.
“Sono stata rapita da quella bionda per volere di mio padre. Il mio vero padre.”
Kou non nascose la sua meraviglia.
 

“Il suo nome è Carla Tsukinami ed è-”
“Uno dei primi Fondatori della razza demoniaca.”, mi anticipò l’altro, visibilmente sconcertato.
Doveva aver visto che non si trattava di una bugia.
Dunque Carla non mi aveva mentito su questo.
 

“Mia madre lo scelse come Adamo.”
Almeno su questo avevo ragione, sarei dovuta essere io a scegliere un Adamo.
“Ed io faccio parte della nuova razza che Karl Heinz vorrebbe creare.”

Kou mi osservò per qualche secondo.
“I tuoi poteri derivano da questo.”
“Esattamente –, risposi. – E Carla mi insegnerà a controllarli. A patto che io lo aiuti ad uccidere Karl Heinz.”
Mi presi del tempo per continuare, potevo notare l’espressione sbalordita dell’altro.

“Non ho alcuna intenzione di uccidere Karl Heinz, sebbene lo meriterebbe. Ma ho detto a Carla che lo farò, purché mi aiuti con questi… poteri.”
Kou elaborò le informazioni.
“Non puoi fidarti di un demone, è pericoloso.”
“Se avesse voluto uccidermi l’avrebbe già fatto. –, rimbeccai – mentirò agli altri, dicendo che voglio trascorrere del tempo con lui.”
“E io dovrei coprirti?”
“Se ti avessi mentito, tu lo avresti scoperto.”
“E ti avrei impedito di vederlo. Cosa che farò.”
Mi torturai le mani, sperando che non arrivasse nessuno in quel momento.

“Ma io devo imparare a controllarmi.”
“Troveremo un’altra soluzione.”, annunciò Kou, non l’avevo mai visto così deciso.
“E quale? Non esiste nessuno che sia come me. Solo Carla può aiutarmi!”
Il vampiro mi diede le spalle.
“Dei Sakamaki non mi importa, ma non chiedermi di fingere con i miei fratelli.”
“Se non confermi la mia versione, gli altri non si fideranno a lasciarmi andare con lui.”
“Ti impediranno di vederlo in ogni caso.”

Emisi un verso di stizza e girai intorno al vampiro, per fronteggiarlo.
“Hai visto cosa può succedere se perdo il controllo! –, quasi urlai. – Stavo per uccidere Kanato, io devo, devo, imparare a gestirli!”
Kou abbassò lo sguardo su di me.

“Ti prego…”, mormorai con un filo di voce.
“Dì la verità Mitsuko, loro capiranno.”

Non ebbi il tempo di ribattere, Ayato era comparso nella stanza.

“O-ohy!”, esclamò, comparendo al mio fianco.
Mi scrutò da capo a piedi.
“Tavoletta, dove diavolo eri finita?”
“Te lo dirò quando tutti gli altri saranno qui.”, mi limitai a dire.
Ayato sembrava confortato nel rivedermi, tuttavia c’era qualcosa, nel suo sguardo, come se si portasse dietro un peso.
“Dove sei stato?”
Alla mia domanda parve trasalire.
“Ho informato Yuki della tua scomparsa.”
Ottimo, quindi avrei dovuto mentire anche alla mia amica adesso.
“Lei stava bene?”
Ayato tentennò.
Lo fissai interrogativa, ma stavolta a distrarmi fu l’arrivo di Yuma, seguito da Ruki e Subaru.
I due mi guardavano come se avessero visto un fantasma, per cui mi incamminai nella loro direzione.
Era una gioia rivederli, ma esitai a pochi metri di distanza: come avrei dovuto salutarli? Con un abbraccio? E chi avrei scelto per primo?
Quando si trattava di quei due, tutto diventava più complicato.

Poi una voce alle mie spalle.
“Mitsuko.”
Mi voltai e sollevai lo sguardo, prima di incrociare il volto preoccupato di Shu.
D’impulso lo abbracciai, venendo ricambiata dopo qualche secondo.

Ero delusa per come si era comportato, certo, ma al momento mi aveva tirato fuori da una situazione imbarazzante e avevo proprio bisogno di abbracciare qualcuno: avevo bisogno di calore umano.
Sebbene Shu non emanasse propriamente calore, per ovvie ragioni.

Lo sguardo pungente dei presenti, davanti quel gesto inaspettato, mi costrinse a sciogliere l’abbraccio.
Mi sentii sfiorare la spalla con una mano e sorrisi ad Azusa.
Reiji incrociò le braccia al petto e chiamò il mio nome: esigeva delle spiegazioni.
Mi schiarii la voce, cercando le parole giuste.
“Il mio rapimento è stato architettato dal mio vero padre, Carla Tsukinami.”
Tutti, tranne Kou che ne era già a conoscenza, rimasero sbigottiti.
“Non aveva alcuna intenzione di farmi del male, voleva solo conoscermi.”
“E i Ghoul?”, domandò Yuma.
“Se ti riferisci a quei cosi che si sono trasformati, loro li ha mandati Karl Heinz. Vuole ancora creare una nuova razza, quel che non sa è che…”
“Che?”, mi incitò Ruki.

“Io faccio parte di quella razza. Mia madre era una discendente di Eva e ha scelto Carla Tsukinami come Adamo.”

Se pensavo di averli impressionati, rivelando l’identità del mio vero padre, ora i loro volti sembravano ancora più increduli.
“Questo è il motivo per cui ho questi… poteri.”
“Quindi Karl Heinz non lo sa?”, domandò Reiji.

“No. Sempre che tu e Shu non andiate a raccontarglielo.”
I due fratelli trasalirono appena, confermando i miei sospetti: erano veramente stati da quell’uomo e lo avevano tenuto nascosto.
Shu abbassò lo sguardo e poi lo sollevò nuovamente, come in cerca di una giustificazione, ma non avevo tempo per chiarire.

“Siamo dalla stessa parte -, ribatté Reiji. – Dovresti saperlo.”
In realtà, non riuscivo mai a fidarmi di loro, non completamente, seppure lo desiderassi con tutta me stessa.

“Dovresti informare tuo padre.” -, si intromise Ruki. – Sarebbe voluto venire, ma ha dei problemi con la Chiesa.”
Quella notizia si aggiungeva alla lista infinta di pensieri che mi tormentavano e che, ne ero sicura, mi avrebbero privato del sonno quella notte e tutte le notti a venire.
“Gli manchi.”, aggiunse Subaru.
La mia corazza di pietra, indossata per il momento, vacillò: anche lui mi mancava tantissimo.
“Potremmo andare da lui più tardi.”
Guardai l’orologio: erano le undici del mattino, ma avevo già concordato con Carla che sarei stata con lui, durante il pomeriggio, mentre al momento ero troppo stanca per affrontare anche Takeshi, avevo bisogno di un briciolo di serenità e solitudine per schiarirmi i pensieri ed elaborare ciò che mi era successo.

“No, non oggi. Ho intenzione di passare del tempo con Carla, lui mi insegnerà a controllare i miei poteri.”
“Vuoi trascorrere del tempo con uno che ha mandato una Predatrice a picchiare la bella addormentata qui affianco?”, domandò Yuma.
Intuii si riferisse alla vampira dai capelli biondi.

“È stata quella vampira a decidere di attaccare, l’unico compito che Carla le aveva affidato era quello di prendere me.”, mentii spudoratamente e i miei occhi corsero a Kou, che ovviamente mi stava fissando.

Reiji scosse il capo.
“Se vuole conoscerti meglio può farlo qui.”
Ovviamente non era affatto uno stupido, sospettava ci fosse dell’altro sotto e probabilmente non avevo convinto neppure gli altri.
“Se avessi dei sospetti non andrei da lui, ma sono sicura di potermi fidare. -, tornai a guardare Kou e lo indicai – lui può confermare.”

Attesi in silenzio, il vampiro non sembrava affatto incline a confermare, d’altronde il suo motto era sempre stato “non si fa nulla, senza ottenere qualcosa in cambio”, era sciocco illudermi che mi avrebbe coperto, andando perfino contro i suoi fratelli.
“Si, Mitsuko sta dicendo la verità:”
Osservai Kou sbalordita: ero convinta che alla fine avrebbe smentito la mia versione dei fatti e mi avrebbe obbligata a dire la verità.
Ma mi aveva dato fiducia e più ci pensavo, più l’idea di mentire agli altri mi corrodeva l’animo.
Ero stanca delle menzogne.
Mi ero ripromessa di essere sincera con loro, anche se loro non lo erano con me, non del tutto.

“No, non è vero.”
Ignorai l’occhiata interrogativa che mi rivolse Kou.
“Sa che è una bugia, gli ho chiesto io di mentire.”
Ignorai anche le occhiate diffidenti e confuse che mi stavano rivolgendo i vampiri presenti.

“Carla vuole il mio aiuto per uccidere Karl Heinz. Io ho finto di accettare, perché, in cambio, lui mi aiuterà ad usare i miei poteri.”

Subaru aprì bocca per parlare, visibilmente in disaccordo con la mia decisione, ma Ruki fu più veloce.
“Si tratta di un demone sanguinario e subdolo, come puoi credergli? Vuole solo il tuo aiuto per uccidere Karl Heinz e prendere il suo posto come Re dei Vampiri.”
Ovviamente avevo valutato anche quell’opzione.
Carla non si era presentato a Villa Sakamaki con un mazzo di fiori, per annunciare la nostra parentela, ne’ mi aveva portato al parco per prendere un gelato.
D’altronde non potevo aspettarmi un padre ordinario, rimaneva pur sempre un demone; ma assoldare una predatrice, così l’aveva chiamata Yuma, per stimolare i miei poteri, dimostrava quanto fosse legato alla causa e poco ai miei sentimenti.

Che altro aspettarsi da un essere che aveva finto di amare mia madre, solo per raggiungere i suoi scopi?
Lei era stata una sciocca ad innamorarsi di lui.

Eppure c’era qualcosa, qualcosa che non avrei saputo spiegare a parole, che mi permetteva di dargli fiducia.
Una strana sensazione, per nulla spiacevole, che scaturiva quando qualche ricordo della mia primissima infanzia tornava alla memoria, ed era tutto ciò a cui potevo aggrapparmi.
“So quello che faccio.”
Ricevetti diversi sguardi che parevano urlare “non lo sai affatto”.
“Non posso rischiare di far del male a qualcuno di voi, se ripenso quello che ho fatto a Kanato…”
Scossi il capo e continuai.
“Devo vederlo da sola, non mi accadrà nulla. – passai in rassegna i volti dei presenti – dovete fidarvi di me.”

Dubitavo fortemente che lo avrebbero fatto, considerati i precedenti, ma fu proprio Shu a sorprendermi.
“Mi fido.”
Gli fui riconoscente, tuttavia non riuscivo a mandar giù il fatto che mi avesse mentito, per cui quella era solo una piccola vittoria.

Ma Reiji lo seguì a ruota.
Forse il tempo che avevano trascorso insieme era servito a qualcosa.
Così Subaru si unì ai fratelli e di conseguenza Ruki, e seppi che anche il resto dei Mukami mi avrebbe supportato in quella folle scelta.

Ayato pareva assorto da altri pensieri, ma si riscosse quando vide tutti gli altri osservarlo interrogativi.
“Certo, vale anche per me.”
In un altro contesto, probabilmente mi sarei commossa nel vederli tutti schierati dalla mia parte.

Avrei voluto esprimere la mia riconoscenza per essersi mobilitati subito, pur di ritrovarmi, a differenza dell’ultima volta, quando tutti seguivano rigidamente gli ordini di Karl Heinz.
Avrei voluto chiarire immediatamente con Shu, perché era l’unico con cui riuscivo a condividere ogni pensiero mi passasse per la testa, l’unico con cui condividevo un legame speciale, avrei voluto chiedere ad Ayato cosa lo preoccupasse tanto da non cercare perennemente di essere al centro dell’attenzione.
Avrei voluto parlare con Kanato, sperando di farmi perdonare per il male che –involontariamente- gli avevo causato.
E soprattutto, avrei voluto sistemare le cose con Ruki e Subaru, senza dovermi sentire a disagio ogni qualvolta loro erano nei dintorni.
 

Ma tutto ciò che riuscii a fare, fu sorridere debolmente ed avviarmi nella mia stanza.
Credevo che qualcuno mi avrebbe seguito per avere altre spiegazioni, farmi domande, o semplicemente per mordermi, restavo pur sempre la loro Sposa Sacrificale.
Nessuno mi venne dietro.
E fui grata anche per questo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Volevo iniziare ringraziando tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, a volte mi limito ad aggiornare per questioni di tempo, ma mi accorgo di voi e vi ringrazio con tutto il cuore per esservi appassionati alla storia tanto da segnarla, mi farebbe piacere avere un vostro parere comunque!

Un immenso, enorme ringraziamento a SeiraBrizzi che spende sempre delle belle parole per questa storiella.

Detto questo vi spoilero che stiamo giungendo nella parte clou della fanfiction e restano all’incirca dieci episodi, quindi fate questo ultimo sforzo e restate con me fino alla fine!

A presto, Nephy_

 

 

 

 

 

 

   
 
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