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Autore: eddiefrancesco    30/04/2021    0 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Al ritorno dalla sua passeggiata mattutina le venne comunicata la visita di lady Spence. La notizia la gettò nello smarrimento. Come avrebbe potuto affrontarla dopo l'increscioso incidente della sera prima? Quando la vide entrare in salotto, lady Spence si alzò a salutarla con la solita cordialità. - Mia cara, dovevo controllare il vostro stato. Spero che non siate troppo sconvolta.- - Sono davvero desolata per quanto è accaduto al ballo. Danzare con Fairchilde era l'ultimo dei miei desideri, ma non ho...- Evito' di finire la frase, non poteva certo spiegarle perché si fosse sentita obbligata a ballare con quell'individuo. - Vi capisco, tesoro. Vi sembrerà un po' bizzarro da parte mia, ma vi confesso che mi ha fatto alquanto piacere vedere Michael perdere le staffe. Di solito è così indifferente a tutto! E che dire di voi? Lo avete trattato come meritava. Avete fatto bene a non obbedirgli.- - Io... veramente...- balbetto' lei incredula. - Però fatemi un favore: non siate troppo dura nei suoi confronti. Oggi l'ho visto e gli ho suggerito di farvi visita.- Le prese la mano confortandola con un caldo sorriso. - Tiene molto a voi, mia cara. Purtroppo ha preso da suo padre: tende a essere prepotente con le persone che gli stanno più a cuore.- Rosalin si mordicchio' nervosamente le labbra cercando una giusta risposta. - State tranquilla, milady. Gli parlero' - disse alla fine. - Non avevo dubbi. Avete un cuore d'oro, cara Rosalin. - Si sporse a baciarle una guancia e si alzò. - A proposito, verrete al ballo degli Almack, stasera? - - Suppongo di sì.- - Molto bene. Ci sarà anche Michael. Un'ultima cosa e poi vi lascio in pace: Caroline vuole dare un piccolo rinfresco in campagna il prossimo fine settimana. Interverranno solo le persone di famiglia, naturalmente. Se non altro servirà a tenere voi e Michael un po' lontani da Londra.- Rimasta finalmente sola, Rosalin fu presa dal panico. Ormai era completamente in balia degli eventi: il rinfresco di lady Caroline, per non parlare del ballo di quella sera. Era così stremata che avrebbe voluto soltanto rannicchiarsi nel suo letto a leggere un romanzo. Era stanca di fingere in pubblico, di tenere sotto stretto controllo ogni reazione, di preoccuparsi di continuo per suo fratello. Arrivata a quel punto, le occorreva davvero un attimo di tregua. Ormai il dado era tratto: niente e nessuno l'avrebbe trascinata fuori di casa quella sera. Si sedette allo scrittoio e senza il minimo ripensamento scrisse un biglietto a sua nonna avvisandola che un forte mal di testa le impediva di intervenire al ballo. Rosalin ricominciò a leggere per la terza volta la pagina del romanzo che aveva scelto in biblioteca. Richiuse il volume con un sospiro scoraggiato. Lanciò un occhiata all'orologio sul caminetto. Mancava poco alle undici. Avrebbe dovuto coricarsi. Il rumore di qualcuno che bussava alla porta le strappò un gemito di sorpresa. Si alzò stringendosi lo scialle intorno alle spalle. Udì una voce maschile che le era alquanto familiare. Come mai Michael le piombava in casa così tardi? La porta si aprì. Michael fece il suo ingresso. - Cosa ci fate qui, milord? - - Dovrei chiedervi la stessa cosa, visto che vi ho atteso invano al ballo. Per fortuna vostra nonna si è disturbata ad avvisarmi che sareste rimasta a casa.- - Vorrei farvi notare che non sono obbligata a informarvi di ogni mia mossa. E se siete venuto per farmi una ramanzina, vi prego di andarvene - Non ho alcuna intenzione di rimproverarvi.- Fece per andare verso di lei, ma si fermò. - Volete accettare invece le mie scuse per il mio assurdo comportamento di ieri sera? - - Siete perdonato. Quel ballo con Fairchilde non significava niente per me.- - Non voglio che vi si avvicini: è pericoloso. È un essere totalmente privo di scrupoli. Soprattutto se c'è di mezzo una donna, non si ferma davanti a niente. Pensavo di proteggervi informandolo del nostro fidanzamento. Se non basta, lo sfidero' a duello.- - Vi prego, milord. Non dovete battervi per causa mia. Non sono una vostra proprietà.- - Sì, invece, finché sarete fidanzata con me - sussurro' lui afferrandola per le spalle. Il suo volto tenebroso, a un soffio dal suo, la precipitò in . Cos'avrebbe fatto se l'avesse baciata di nuovo? Dal suo respiro affannoso capì che anche lui era turbato. - Vi avverto: se lo sfiderete a duello, sciogliero' il nostro patto. Non voglio che rischiate la vita per causa mia.- - Voi mi colpite il cuore, mia cara. Sapete? Nutrivo l'impressione che mi avreste visto volentieri all'inferno.- - A proposito: vi ringrazio molto per le rose e la spilla. Non dovevate darvi tanto disturbo - disse lei cambiando discorso. - Quando li ho visti, mi siete venuta in mente e mi è parso naturale farvene dono.- La mente di Rosalin era completamente svuotata. A sconcertarla ulteriormente era l'attrazione quasi tempestosa che le spalle larghe, i folti capelli e i tratti virili di Michael esercitavano su di lei. Si portò una mano alla fronte, come volendo tenere a bada gli stati d'animo che l'agitavano in quel momento. - Qualcosa non va'? - - No. Sono solo stanca. Immagino che i vostri amici vi attendano al circolo. Fareste meglio a raggiungerli.- - Da quando vi ho conosciuto, mia cara, le mie serate sono trascorse in un incessante susseguirsi di balli e ricevimenti. - Rosalin provò una punta di sofferenza nel sentirsi considerata niente di più che una seccatura. - In effetti comincio a essere stanca di questo gioco. Inoltre miss Randall è davvero la fanciulla che fa al caso vostro. Non capisco proprio perché vi ostiniate a non sposarla.- L'espressione di Michael da ironica si mutò in una maschera di sdegno, avanzando verso Rosalin. - Sicché ritenete che dovrei prenderla in moglie. Sperate forse che vi libererei prima da questo accordo nonché dalla mia presenza? - Ringhio', lo sguardo più torvo e feroce che lei gli avesse mai visto. - Miss Randall non m'interessa. Non ho alcuna intenzione di affrancarvi dal nostro impegno. Perciò passerete in mia compagnia tutto il tempo che io riterro' necessario allo scopo.- Lui le era fin troppo vicino. Rosalin facendo appello a tutte le sue forze, lo spinse via. - Non vi azzardate più a trattarmi con tanta arroganza, milord. Vi prego di andarvene, altrimenti... altrimenti chiamo la governante. Sappiate che è molto pericolosa quando è armata della sua scopa.- - Una minaccia che mi ispira infinito terrore - la canzono' Michael senza un accenno di sorriso. - Domani ho intenzione di tornare a farvi visita. Mi auguro vivamente di trovarvi in casa.- La lasciò sola, con il cuore che le doleva tanto per l'emozione e la collera. Perché dava tanto peso all'opinione di quell'uomo? In fondo per lui non rappresentava altro che un banale mezzo in vista di uno scopo ben più rilevante. Il muro che lei aveva badato a erigersi intorno stava crollando miseramente. Michael lo stava distruggendo a poco a poco. Michael decise di accorciare la sua passeggiata mattutina nel parco. Il cielo plumbeo minacciava pioggia e l'ultima cosa che voleva era prendersi un acquazzone. Ci sarebbe mancato solo il raffreddore a rincarare la dose dei suoi malanni. Impreco' fra sé sentendo cadere le prime gocce. Era di umore pessimo, non solo per i capricci del tempo: si era reso conto che Rosalin era misteriosamente riuscita a penetrare il velo d'indifferenza che lui opponeva al mondo. Nemmeno ricordava l'ultima volta in cui aveva perso le staffe con una donna né, tantomeno, di essersi comportato da despota. Non ce n'era mai stato bisogno. Con Rosalin era diverso. Gli aveva fatto capire senza mezzi termini di non voler avere niente a che spartire con lui e che sopportava la sua vicinanza solo a causa del loro accordo. Il guaio era che dal canto suo desiderava piacerle. - C'è un messaggio per voi, milord. Credo che sia alquanto urgente - gli riferì Wathins quando rientrò. Proveniva da una prestigiosa gioielleria di Bond Street, da lui frequentata.
   
 
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