In una notte di luna rossa un mostro in cima a un palazzo stava distruggendo le costruzioni circostanti ma a guardare bene la figura non era solo un mostro ma un mezzo bambino, i grossi fari lo illuminavano e delle sirene suonavano allarmando tutti del pericolo , il caos regnava nella città di Suna nel paese della sabbia le persone scappavano e urlavano in preda alla paura mentre il Kazekage accorreva verso quello che era suo figlio, poco dopo lo raggiunse Yashamaru,
-Cosa è successo a Gaara, non si era ancora mai trasformato per metà nel demone tasso!-
-Kazekage il bambino si sente solo ha bisogno di essere integrato con gli altri bambini ma tutti hanno paura e viene additato come mostro, io sto provando a fare qualcosa ma ...-
-Lui è un mostro non è un comune bambino e di conseguenza va trattato come tale e tenuto sempre sotto d'occhio e questo è compito tuo .-
Yashamaru abbassò la testa nonostante fosse molto combattuto sul rispondere al proprio Kazekage, arrivarono alle spalle di Gaara che si dimenava con il braccio e la coda dal tasso, alcuni ninja stavano cercando di fermarlo bloccandolo con i kunai e con delle carte-bombe ma con risultati scarsi, quasi tutti venivano spazzati via dalla forza del bambino in preda a delle urla estreme , sembrava che non riuscisse a ragionare ne a comprendere cosa stesse facendo fino al momento in cui si girò verso il padre e Yashamaru si fermò .
Se li avesse riconosciuti o no non era sicuro, dai suoi occhi scesero delle lacrime e successivamente si portò le mani sulla testa come colpito da un malessere e svenne sotto la voce di Yashamaru che chiamava incitandolo a controllare il tasso ma lui sentiva solo dolore e solitudine dentro di se.
I giorni successivi Gaara continuava ad essere emarginato e additato da tutto il villaggio trovandosi solo fino all'ora di cena in cui Yashamaru tornava dalle sue mansioni di ninja e si occupava di lui raccontandogli di come erano i sentimenti, di cosa fosse il dolore ma in particolare di come fosse l'amore, nemmeno il pomeriggio passato con i suoi fratelli riusciva a farlo sentire amato o a casa come quando tornava suo zio e gli cucinava un piatto caldo, così passò i mesi successivi fino a che non incontrò una strana bambina.
Come ogni pomeriggio Gaara andato a vedere i bambini del villaggio a giocare nella speranza che lo invitassero ma il suo posto preferito era stato occupato, tutti sapevano che lui si rifugiava in quell'angolo perchè isolato e coperto sempre dall' ombra ma quel giorno una piccola bambina dai capelli del colore della sabbia se ne stava lì seduta a guardarsi i piedi senza accorgersi che il mostro della sabbia le stava venendo in contro, timoroso di una sua reazione, una volta trovatosi davanti così lasciò che fu la sua sabbia a fare la prima mossa posizionandosi davanti a lei e creando un piccolo fiore, la bambina stupita alzò lo sguardo in cerca di chi lo avesse fatto e trovandosi solo un bambino dai bizzarri capelli rossi le sorrise.
-AH! la nuova arrivata ha fatto amicizia con il mostro, anche lei lo è.
mostri !- così bambino dopo bambino scappò urlando ai due piccoli bambini
-Mostri?- chiese innocentemente lei guardandolo
-Io sono un mostro! vattene e non fatti più vedere vicino a me.- rispose Gaara intimandole di andarsene con la mano
-Tu sei solo un bambino- ribatte guardandolo con serietà e tornando a fare quello che stava facendo prima non curandosi dell'espressione sbigottita di quest'ultimo
-se resti accanto a me ti chiameranno mostro e ti paragoneranno a me, cosa non capisci? non sei di qui? non sai che devi starmi lontana.-
affermò in preda alla più confusione e senza rendersene conto la spinse per terra con la sua sabbia, convinta di averla spaventata rimise la solita faccia impassibile sul suo volto ma la bambina non sembrava sorpresa ne spaventata per averla attaccata ma continuava a curiosare con le mani il fiore di sabbia, nel guardarle bene le mani Gaara notò una cicatrice piuttosto fresca che le percorreva tutto il dorso della mano destra e che si stava infettando con la sabbia che lui stesso aveva alzato prima, si risvegliò dai suoi pensieri dalla risposta di lei alle sue precedenti domande.
-Io sono nata qui e non ho paura di te, tu sei solo un bambino invece mi spaventano di più gli adulti ma se ti disturbo me ne vado
gli altri bambini non mi interessa sono stupidi .-
Gaara pensò che quella bambina più piccola di lui sembrasse molto più matura e poco bambinesca , ma il suo cuore era contento che qualcuno non lo avesse cacciato ne additato come mostro e sentì un palpitare così forte dentro di se che si chiese se stesse bene .
Quella stessa sera decise di chiedere a suo zio
-Yashamaru cosè questo palpitare che sento incessante dentro di me? -
-Quello è il tuo cuore e batte per tenerti in vita e lo senti battere più forte quando provi un emozione forte,come può essere la paura o la felicità.-
-E anche il tuo batte così forte?-
-certo, ogni volta che ti vede batte più forte perchè sono felice che il frutto dell'amore della mia sorellina sia vivo e abita sotto il mio tetto.- disse accarezzandoli dolcemente la testa per poi riprendere il discorso
-come mai questa domanda?-
-Ecco oggi ho conosciuto una bambina, ma non so quale è il suo nome ma mi ha detto che lei non ha paura dei bambini ma degli adulti non l'avevo mai vista e non ha avuto paura di me.
Per tutto il tempo ho sentito qui dentro - disse indicandosi il cuore -qualcosa che sento solo con te Yashamaru e che non so spiegare forse è la felicità ?-