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Autore: CatherineC94    02/05/2021    2 recensioni
Alice non ama le smancerie-non è una novità- ma quando Frank la stringe,ogni pezzo va al suo posto e si sente intera. “Questa storia partecipa al contest Dantedì! indetto da Severa Crouch nel forum di EFP”.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Dopo la II guerra magica/Pace
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Sulla superficie, tenue
 
 
È nella notte cupa e senza stelle del suo sguardo che lei si immerge.
Spesso ne sfiora la superficie, con immensa delicatezza.
A quel punto Frank sussurra: «Mi piacerebbe farlo, allo stesso modo».
Alice ride, uno scampanellio vivace che colma la stanzetta e lui si nutre di lei,
del suo sorriso, dei suoi occhi, affamato.
Alice non ama le smancerie-non è una novità- ma quando Frank la stringe,
ogni pezzo va al suo posto e si sente intera.
«Tu lo fai, anche se non te ne rendi conto» risponde limpida.
Frank ci pensa su, imbarazzato si gratta la testa ed un largo sorriso tinge il suo volto rotondo.
Alice stringe la sua mano,baciando ogni dito.
 
 
Sono i raggi del sole-irruenti ma provvidenziali- che avvolgono il suo esile corpo.
Non c’è traccia di quella tenue danza nelle sue carni e nella bocca avverte un sapore strano di rancida
sopportazione.
I suoi occhi questa volta sono immersi in un tunnel che non ha mai fine; ogni tanto scorge occhi, sorrisi, urla che la fanno arretrare.
Il labbro sa di ruggine.
La mano secca e tremante tocca il volto scavato; si volta dall’altra parte.
In quello spazio che non concepisce, si ricorda che qualcosa ha occupato i suoi viaggi infiniti.
Lei non comprende, il petto si muove in modo convulso.
Capisce che in realtà c’è qualcosa che dimentica, che non riesce a ricordare.
Sommersa da cartacce colorate le rimira per un attimo, per poi stringerle e lanciarle in aria.
Ride, per poi chiudere gli occhi.
 
 
Alice ama sfiorare tenue la superficie delle cose, ritrovandosi ancora una volta nella notte- non più cupa come un tempo- sorridente.
«Ci hai messo parecchio, ti stavo aspettando» mormora Frank.
Alice si avvicina, con l’involucro di una gomma da masticare nella mano destra.
Frank le stringe la mano, conducendola in avanti.
 
«E quindi uscimmo a riveder le stelle».
 
 


Note.
Questa storia è nella mia testa da un sacco e finalmente sono riuscita a scriverla. Spero sia di vostro gradimento, un abbraccio.
 
   
 
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