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Autore: Sanae77    03/05/2021    7 recensioni
Si fanno scelte nella vita che spesso coinvolgono gli altri.
Altre volte, senza esserne coscienti, sono le tue scelte a portare conseguenze.
Ma indipendentemente da ciò che scegliamo... il nostro destino è già scritto?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koshi Kanda, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pizzata con Kanda è stata divertente finché non è partito il terzo grado su Ozora, ad aggiungersi alla confusione che ho in testa i messaggini che Yukari mi ha mandato da quando ci siamo divise, sono equamente suddivisi tra l’ironico e lo straziante… non fa altro che ripetere che da quando li ho lasciati, per uscire con il mio ragazzo, Tsubasa è caduto in un mutismo assoluto e anche se interpellato risponde a monosillabe.

“Tutto bene Sanae?” Koshi mi guarda perplesso.

Come una bambina colta in flagrante ripongo il cellulare nella borsetta, so che ha fastidio che lo tenga sempre tra le mani.

“Sì, scusa era Yukari ci mettevamo d’accordo per domattina.”
“Pensavo fosse accaduto qualcosa di particolare è tutta la sera che hai tra le mani il telefono.”
“No, sai com’è fatta… le piace prendermi in giro. Che vuoi farci.” Faccio spalluccia e gli sorrido per rassicurarlo.
“Ogni tanto è davvero matta.”
“L’adoro anche per questo.”
“Ma dimmi un po’, Tsubasa è tornato e che progetti ha per il futuro?”
Perdo un attimo il fiato per questa domanda inaspettata.
“I-io francamente non gliel’ho chiesto.”
“Ma come? È tornato dal Brasile e non lo avete intervistato? Magari tu no, ma Yukari non ci credo, suvvia!”
“Sono stati giorni normali, il capitano ha ripreso gli allenamenti con tutti gli altri come se non fosse mai andato via. Non so altro e neppure m’interessa.” Cerco di restare vaga e non dare adito a sospetti.
“Ok, non ti agitare era una domanda. Senti, che ne dici se andiamo verso casa?”
“Ok” rispondo senza aggiungere altro. Non ho più voglia di stare tra queste persone non mi sento a mio agio e mi mancano i miei amici e…
 
E finisco io per te… ti manca Tsubasa e ci sei restata male quando gli hai visto quell’espressione di dolore sul bel volto.
 
E il mio sesto senso è più lucido di me. Debbo ammetterlo. Forse davvero dovrei ascoltarlo.
Koshi mi sta riportando a casa dopo che ho declinato l’invito di passare un paio di ore a casa sua. Stasera non sono proprio dell’umore adatto. Quando parcheggia la moto scendo tolgo il casco e lui mi attira a sé.
Mi abbraccia forte poi con gli occhi fissi nei miei inizia a parlare: “Non sei la mia prima ragazza e so riconoscere quando qualcosa cambia. Che cos’hai Sanae?”

Mi rendo immediatamente conto che non posso fuggire.
La posizione non lo permette.
Vuole una risposta sincera e la vuole adesso.

“Niente.”
“Non ti credo. Riproviamo. Cosa ti sta succedendo?”
“Non lo so.”

E in parte è pure vero. Perché mi dispiace per tante cose. Mi rendo conto che con Koshi non può proseguire, ma allo stesso tempo mi dispiace averlo illuso, lui a me ci tiene… o almeno credo. Lui, lui non mi guarda mai come fa il capitano però. Era stato chiaro quando ci siamo messi insieme. Se stai con me non devo essere un ripiego. E ora che è tornato non sono più sicura di nulla.

“Secondo me lo sai, ma non vuoi ammetterlo.”
Sono stanca di queste allusioni: “Sentiamo allora tu che idea ti sei fatto, perché sono certa che ne hai una, giusto?”
“Certo, Ozora è tornato e non sei capace di dimenticarlo. Sei ancora innamorata di lui.”

Punto i palmi sul suo petto e faccio pressione per riuscire ad allontanarmi. Ma allenta la presa solo di poco.
 
“Voglio una riposta Sanae prima che tu salga in casa.”
“Hai ragione, ho bisogno di una pausa, sono confusa.”
 
Con una mossa improvvisa Koshi mi afferra il viso e bacia. Colta alla sprovvista lo respingo, ma lui non cede… quindi gli concedo quest’ultimo bacio mentre mi esplodono nella testa le immagini di me e il capitano vicini sulla metro, del suo odore, dei suoi muscoli, della sua pelle quando mi ha preso la mano per uscire dalla carrozza. Non penso ad altro, anche dopo che Kanda mi ha lasciata andare dicendo: “Non puoi rinunciare a tutto questo…”
Annuisco retrocedendo verso il cancello di casa, anche se nella mia mente penso:

A tutto questo cosa esattamente?

 
 
Era meglio se mi schiacciavo un dito nella porta piuttosto che dire a Yukari di aver preso una pausa con Kanda. Ha sclerato, ma era inevitabile; dopotutto, se non glielo avessi detto io lo avrebbe fatto Kazuo. 
 
“Devi dirlo a Tsubasa” insiste, sono due giorni che mi dice d’informarlo.
“Tanto lo verrà a sapere comunque, che diavolo di confidenza ho per dirgli una cosa del genere scusa?”
“Da chi credi che possa venire a saperlo?”
“Perché non lo hai già spifferato a mezzo mondo?” l’accuso puntandole anche il dito contro.
“Mi hai detto di tacere, sai che rispetto le tue scelte, ma questa… questa proprio non la capisco.”
“Ancora non me la sento di lanciarmi in un altro possibile fidanzamento. E poi ci siamo presi solo una pausa di riflessione.” Puntualizzo.
“Sì, un modo soft per dire: caro, mi piace un altro.”
“Ma piantala!” esclamo spingendola.
La mia amica ride mentre piega l’ultima maglia. “Ora entro negli spogliatoi e inizio a sbraitare che sei libera.”
“Non lo farai davvero. Yukari non ti reggo più il gioco con tua madre quando devi dormire da Kazuo. Sai che non scherzo!” La minaccio con il manico di scopa.
“Ok. Ok, questa è una minaccia seria che non si può ignorare. Giuro che taccio!” Intona con voce solenne e mano sul cuore. Scoppiamo a ridere come matte prima di riporre tutto e uscire dalla lavanderia.
“Allora stasera cinema?” propone Taro appena fuori dal cancello prima che ognuno di noi prenda la sua strada.
“Sì, alle 21:00 ci troviamo lì di fronte.” Risponde Ryo prima di salire in bici e salutarci in fretta e furia; ha detto che doveva andare ad aiutare sua madre.
“Io esco con Kazuo mi spiace.” Yukari sull’incrocio della strada ci congeda così. Gli altri hanno tutti acconsentito e una volta che anche Mamoru e Yuzo sono scomparsi nella penombra della sera svanisce anche Shingo. Kumi è salita nella macchina di suo padre dopo averci salutato tutti e dandoci appuntamento a stasera.
“Facciamo un pezzo di strada insieme?” propone il capitano rimasto al mio fianco.
“Certo, come ai vecchi tempi?”
“Già – sorride – come ai vecchi tempi.” La voce si addolcisce forse per il ricordo delle infinite volte che siamo tornati a casa da scuola insieme.
 
Quindi iniziamo a percorrere il tratto di strada per raggiungere le nostre abitazioni. Ho il cuore in gola ogni volta che le nostre spalle si sfiorano, perché mi torna in mente la nostra passeggiata fianco a fianco dopo il pasticcio della metro. E ogni volta che ripenso al contatto stretto avuto in quel frangente il mio cervello va in tilt. Ma il silenzio riflessivo dura poco.
 
“Stasera verrai anche tu al cinema?” domanda il capitano quando siamo quasi arrivati alla mia casa.
“Sì, stasera sono libera.” Spiego poco prima di posare la mano sul cancelletto del giardino.
“Se vuoi ti passo a prendere.”
 
Mi volto perplessa come se stessi osservando un marziano. Forse ha saputo che ci siamo lasciati o che comunque stiamo in pausa o come diamine si dice… la mia espressione non deve averlo entusiasmato visto che si affretta ad aggiungere: “Scusa, non volevo esagerare e che non mi andava che tu facessi la strada da sola… tutto qua.”
“No, non devi scusarmi è che… lasciamo perdere. Va bene alle 20.45, ok?”
“Ok.” Risponde mentre nelle iridi brilla qualcosa che non avevo mai notato prima. Sembra abbia quasi gli occhi lucidi, forse l’ho visto solo una volta così: quando aveva la febbre. Solo quando mi riprendo da quest’ultimo pensiero mi rendo praticamente conto di avere un appuntamento con Ozora.
Porto le mani al petto cercando di prendere fiato ora che improvvisamente è venuto a mancare. Ma è lui che poco dopo richiama la mia attenzione: “Sanae, allora ci vediamo dopo: te lo avevo detto che io non mi arrendo mai!”
 
Resto un attimo stordita dall’ultima frase mentre si allontana verso casa.
La consapevolezza delle ultime parole mi riporta alla passeggiata nel parco dopo la partita con l’Olanda. A quella specie di confessione tra le righe, una confessione molto probabilmente trattenuta dall’incertezza del ritorno a casa, ma ora che è tornato forse si sente più libero di osare. Ricordo anche la punta di rabbia di quel giorno e la superficialità con cui parlava di questi tre anni. E se avesse avuto ragione Yukari? E se si fosse comportato così per non farmi soffrire e non soffrire a sua volta?
Una cosa è certa quando varco la porta di casa mia madre mi guarda incuriosita.

“Tutto bene amore?” domanda mentre sto camminando almeno dieci metri da terra.
“Benissimo mamma stasera vado al cinema con il… gli altri.” Cavolo! Stavo per dire il capitano quando mamma non sa neppure che con Koshi ci siamo presi una pausa di riflessione.
“Viene Kanda a prenderti?” s’informa perché, benché abbia accettato il mio ragazzo, non ha del tutto digerito il fatto della moto anche se alla fine poi lo ha dovuto digerire forzatamente.
“Mamma – dico afferrandole le mani, non voglio che stia in pensiero inutilmente – con Koshi abbiamo deciso di prenderci una pausa riflessiva di qualche giorno.”
“Oh, tesoro, mi dispiace tanto…”
“Mamma sono stata io a chiedergliela.”
“Ok, importante è che tu sia consapevole della decisione presa.”
“Lo sono. Grazie.” Mormoro mentre mi avvolge in un caldo abbraccio materno. Dopo mi lascia e prende per le spalle, ha gli occhi lucidi e tira su con il naso. Mia madre ha sempre avuto un debole per le storie d’amore… non oso immaginare se gli dicessi di Tsubasa. Più precisamente che passa a prendermi sotto casa.
“Forza sono certa che non tarderai a trovare altra compagnia…” lascia morire la frase e io la guardo dubbiosa. Da quando ha tutta questa spavalderia nel parlare delle mie possibili relazioni?
“Vedremo…” resto vaga non vorrei buttare benzina sul fuoco ma conosco mia madre e mi sta fissando troppo.
“Per caso questa decisione ha un nome ben preciso?”
 
Arrossisco. Ne sono certa. Sento il viso andare a fuoco. Come quando da piccola mi beccava con la scatola dei biscotti tra le mani. Conta in flagranza di reato.
 
“Mamma, ma cosa vai pensando.”
“Mh… da quando un tale Ozora è tornato in circolazione non sei più la stessa, amore.”
“Mammaaaaa” l’ammonisco mentre mi divincolo per tentare una fuga ormai inutile. E se penso che è la medesima cosa che insinua Koshi… credo che abbiamo fatto bene a prenderci questo periodo di riflessione.
“C’ho azzeccato?” Batte le mani tutta felice peggio dei bambini quando vedono il camioncino dei gelati.
“Sei tremenda.” Finalmente libera salgo le scale per darmi una sistemata.
“Romantica, amore. Sono un’inguaribile romantica e poi lo sai che ho un debole per il capitano… ora posso anche dirtelo.”
 
Ridacchio mentre salgo le scale di corsa tappandomi la bocca. È veramente destino o una fottuta congiura il mio futuro con Tsubasa.
   
 
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