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Autore: Meramadia94    03/05/2021    3 recensioni
Deborah è la giovane e competente criminologa del 12th, e per tutta la squadra è come una sorella minore. Una sera però la ragazza scompare nel nulla, vittima di un serial killer. La squadra ingaggia una terribile lotta contro il tempo per salvare la loro consulente da un terribile destino, e nessuno è più determinato del fratello a riportarla a casa e consegnare il suo carnefice nelle mani di Madama Giustizia.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Kevin Ryan, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Era riuscita a trovare un rifugio, almeno per riposare un paio d'ore. In mezzo al bosco, nascosta fra gli alberi aveva trovato una piccola costruzione. Era il posto giusto per riposarsi un po'. Malloy ci avrebbe messo un po' a capire che si era nascosta lì. Mentre correva e scappava si era ritrovata nei pressi di un fiumiciattolo che l'avrebbe condotta dall'altra parte... e allora le era venuta un'idea per confondergli le idee. Aveva messo un tronco caduto sul fiume, come se fosse un ponte, lo aveva attraversato per piazzare la sua giacca in mezzo agli alberi, per dargli l'impressione che si fosse impigliata mentre correva ed era tornata indietro.
Piccoli stratagemmi che stava usando per costringerlo a girare a vuoto, come aveva fatto lui con la polizia, incastrando un uomo innocente. 
Solo che non sapeva fino a quanto sarebbe riuscita a resistere. Iniziava ad avere freddo. Ed iniziava ad avere fame. 
- No.... devo resistere.... staranno arrivando ormai....- 
Il suo pensiero corse all'uomo che le aveva preso il cuore. Dominick O'Halloran, vice procuratore distrettuale. Decisamente, lui non aveva mai fatto parte dei suoi piani. Negli ultimi cinque anni della sua vita aveva assistito ai cambiamenti del 12th.
Kevin aveva incontrato la sua anima gemella, e si erano sposati.
Esposito si era preso, mollato, e ripreso con Lanie.
Castle e Beckett si erano girati attorno per quasi quattro anni prima di capire che erano nati per stare assieme. 
E poi c'era lei.
 La '' felicemente single'' del gruppo. Jenny e Lanie avevano spesso provato a convincerla a dare una possibilità a qualcuno, di presentarle qualcuno... aiuto che lei puntualmente rifiutava. Non aveva mai sentito il bisogno, nemmeno da adolescente, di frequentare un ragazzo. Non aveva mai sofferto nel vedere le coetanee fare progetti per San Valentino o per passare un fine settimana con il loro fidanzato o una di quelle che augurava alle coppiette felici di lasciarsi quanto prima e nel peggiore dei modi. 
Da psicologa era solita dire alle donne che si lamentavano di essere infelici perchè single, che il modo migliore per sentirsi infelici era pensare che la loro felicità dipendesse da qualcun'altro. 
Non si era mai pensata come una donna che per essere felice dovesse essere sposata e con figli. 
Una volta aveva detto alle sue sorelle che le auguravano di trovare il principe azzurro -'' Mi dispiace deludervi, ma il principe azzurro è solo un'invenzione della società per far credere alla donna che l'unica cosa che mai le darà gioia di vivere ed appagamento è la condizione di moglie e madre'', con grande sollievo di Kevin che già si vedeva a rimettere in riga qualche fidanzato troppo intraprendente. 
Poi era arrivato lui. Carino, simpatico, intelligente, innamorato del suo lavoro... tra loro due era scoccata subito un'intesa particolare, anche se lo scenario in cui si erano conosciuti era tutt'altro che romantico. 
Avevano deciso di provarci.
Insomma cosa mai sarebbe potuto andare storto? 
'' Il cielo ci darà un segnale se questa cosa non è destinata a funzionare''
- Destino, potevi mandare una modella di bikini o farci litigare su dove saremmo andati a vivere, come tutte le persone normali?- 
Si rilassò appena, ignara che presto sarebbe finita nelle mani spietate del suo aguzzino. 
...
...
...
- Pezzo di schifoso...- fece Dominick in sala relax dopo essersi messo una borsa per il ghiaccio sull'occhio che il detective Ryan gli aveva quasi ucciso. 
- Procuratore!- fece Beckett raggiungendolo, seguita a ruota da Castle - capisco il suo stato d'animo ma cerchi di capire il detective Ryan... è pur sempre sua sorella...- 
- Ma io non ce l'ho con lui.- fece Dominick - Il mio capo mi ha appena avvisato che Leopold Malloy si è fatto vivo tramite il suo avvocato e la sua compagna, dicono che mi vogliono in tribunale per la deposizione che avevo promesso.
Non è da folli? Lascia morire una donna innocente che non gli ha fatto nulla di male, e pretende pure un premio.- 
- Dirò a Ryan che abbiamo trovato una valvola di sfogo comune...- fece Beckett  - Mi scuso profondamente per...- 
- Si figuri.- fece Dominick. 
- Però su una cosa Kevin ha ragione.- fece Castle - E' strano. Che un procuratore distrettuale si interessi, e si parcheggi alla polizia, solo perchè è scomparsa una consulente con cui collaborava ad un caso.- 
Dominick sorrise - Cavolo. Dal tono che ha, e da quello che mi ha raccontato Deborah, sembra che mi stiate per accusare di qualcosa.-
- Si, quando vorremo accusarla di qualcosa se ne accorgerà.- fece Beckett - Guardi, non ce l'abbiamo con lei... è solo che Debby è una sorella minore per tutti noi, e sappiamo che da un po' di tempo frequentava qualcuno, anche se si sforzava di tenere la cosa segreta.- 
- E converrà con noi che non è normale che un fidanzato o qualcuno con cui la vittima di un rapimento da parte di uno psicopatico non si degni di fare nemmeno una telefonata ogni cinque minuti per sapere cosa la polizia sta effettivamente facendo per la sua fidanzata.- fece Castle - a meno che non si tratti di un uomo sposato. Ma si fidi, Deborah non è il tipo.- 
- L'unico che si è parcheggiato qui chiedendo delle indagini e partecipandovi attivamente è lei.- fece Beckett. 
L'avvocato alzò le mani in segno di resa - Okokokok, mi arrendo.- 
- Come vi siete conosciuti?- fece Beckett - Realmente.- 
Dominick rispose.
- Che ci crediate o no è andata esattamente come vi ho detto. Le ho chiesto di aiutarmi con un caso, perchè sapevo che lavorava per la squadra con il più alto tasso di casi risolti.- fece Dominick bevendo un sorso di caffè - Abbiamo passato intere serate a rivedere gli incartamenti del caso, le dichiarazioni dei testimoni, i rapporti del medico forense, per essere certi che non ci fosse sfuggito niente. Deborah ci teneva a vedere Ronsom in galera quasi quanto me, se non di più.
Poi una sera abbiamo finito presto, e le ho chiesto se le andava di cenare assieme...- 
- E da allora il vostro rapporto è diventato sempre più personale.- fece Castle pensando all'ipotesi di scrivere un romanzo a sè stante sulla collaborazione di una bella criminologa con la squadra crimini sessuali di una città immaginaria, ed amante segreta del procuratore distrettuale.
- Scusa, ma perchè non ce l'hai detto subito?- fece Beckett. Anche se doveva ammettere che le circostanze non erano delle migliori per dire '' Indovina chi viene a cena?''.
- Per via del mio capo.- fece O'Halloran - sa che non può tenermi in archivio per sempre senza affidarmi mai un caso, e mi ha affidato il caso Porter intimandomi di non farle fare figuracce. L'avvocato di Ronsom, negli ultimi sei mesi, ad ogni data fissata per il processo ha usato qualunque espediente procedurale ed intimidatorio per creare una situazione di stallo...-
- .... e se si fosse scoperto che il procuratore appena assunto aveva una storia con la psicologa che aveva sostenuto la vittima di uno stupro che lui stava perseguendo, la difesa sarebbe riuscita ad invalidare il processo per sospetta subordinazione di testimone.-  concluse Castle guardando Beckett. 
Debby e Dominick non dovevano fare i conti con una situazione poi così diversa dalla loro. Come loro, anche la piccola di casa ed il suo ragazzo erano costretti a fingere di essere solo amici, o conoscenti, per poter lavorare assieme.
- Io e Deobrah ci siamo messi assieme solo due mesi fa, quando il grosso del lavoro era già fatto...- fece O'Halloran - ma se la difesa di quel bastardo avesse saputo della nostra storia avrebbe potuto insinuare che stessimo insieme già da molto tempo. 
Avrebbero invalidato il processo per un vizio di forma, uno stupratore libero, una vittima depredata di nuovo della sua dignità... le avremmo rovinato la vita inutilmente.-
Beckett annuì. Adesso comprendeva il motivo per cui Deborah, nonostante fosse chiaro che uscisse con qualcuno, non aveva confidato a nessuno il nome del suo misterioso ragazzo. Non per la paura che un fratello troppo protettivo gli facesse il terzo grado ed indagasse su tutto quello che aveva fatto dall'asilo in poi.
Stava tentando di proteggere una povera anima infelice. 
- Non mi do pace per quel che è successo...- fece Dominick - se solo non avessi dovuto lavorare fino a tardi...-
- No questo non lo dire nemmeno per scherzo...- fece Beckett - L'unico responsabile è Nigel Malloy. E lo prenderemo prima che possa fare di nuovo male a qualcuno. Uomo o donna che sia.- 
- Gli animali si sentono offesi per non essere inclusi nella lista delle creature da difendere da quel mostro, detective.- scherzò l'avvocato.
- Gli animali?- fece Castle.
- Si, Leopold ci ha raccontato di come Nigel torturò ed uccise il loro cane.- fece Dominick - e per ragioni di buon gusto, vorrei evitare di dirvi come quel cane fu ritrovato.- 
Beckett sbiancò al pensiero che la loro giovane amica potesse finire in un modo simile, ma Castle ebbe un'idea.
- Scusi... questo cane dove fu ritrovato?- fece lo scrittore. 
- In un bosco nei pressi della loro casa di famiglia.- fece Dominick - I genitori dei Malloy l'hanno venduta per comprarne una al figlio pur di non averlo più attorno...- 
- Quindi... due poliziotti ed un procuratore vanno da lui... gli offrono un accordo vantaggioso e lui parla di come il fratello era solito torturare ed uccidere le prede fin da piccolo?- fece Castle - Avvocato... Leopold le ha chiesto quanto pattuito... perchè in realtà lui ci ha aiutato!- 
- Non capisco...- fece Dominick. 
- Se veramente avesse voluto negare il suo aiuto puntando su quanto fuori di testa sia il fratello, avrebbe solo descritto quello che aveva fatto... non avrebbe mai dato indicazioni precise dei luoghi, le pare?- 
- Cioè...- intervenne Beckett - tu pensi che abbia dato indicazioni su dove potrebbe essere Debby senza aiutarci esplicitamente?- 
- Nigel Malloy in qualche modo ha finto la sua morte.- fece Castle - E non si può simulare un infarto e la fuga dall'obitorio senza che qualcuno ti aiuti. Forse Leopold aveva già capito tutto, e temeva che il fratello lo tenesse sotto controllo, così ha usato un trucco...- 
-.... non sapeva cosa Nigel avesse fatto, ma sapeva benissimo che qualunque cosa avrebbe fatto, non poteva andarsene in giro tranquillamente con la polizia che conosceva benissimo la sua faccia. Gli serviva un posto tranquillo, isolato, dove nessuno avrebbe cercato ne lui ne la sua vittima...-
- ... e quale posto migliore della casa di famiglia di colui che è passato alle cronache come '' Il Tristo Mietitore''?-
- Dobbiamo controllare i registri immobiliari della contea!- fecero i due in coro.
- Ehm... fate sempre così quando nessuno vi nota?- fece Dominick con un mezzo sorriso.
...
...
...
Dopo la lite al distretto, Ryan era andato a casa di Debby.
A rifugiarsi nella sua camera.
Una camera semplice, pulita e ordinata.
Un letto al centro della stanza con il copriletto arancione, una scrivania con sopra due o tre libriccini rilegati e un telefono fisso e una foto che ritraeva Deborah un po' più giovane e un ragazzo in uniforme da poliziotto.
Ryan sorrise.
L'avevano scattata il giorno che sera diventato poliziotto.
Sopra la scrivania una bacheca di sughero con qualche post-it e di fianco una libreria. Gialli, thriller, manuali di criminologia, appunti personali sui casi che avevano seguito... inspirò a fondo. In quella casa sentiva ancora la presenza di Deborah. 
- Lo so che sei arrabbiato.- fece Esposito portandogli qualcosa da bere- e ti capisco. Debby per me è come una sorella, l'ho vista crescere... ma prendertela con quel tizio non la farà tornare a casa.- 
Ryan annuì, aprendo l'armadio di Debby per prendere la sua pashmina leopardata, stringendola forte a sè come se stesse abbracciando Debby stessa - Lo so... non so cosa mi sia preso.- 
- Si che lo sai.- fece Esposito - Kevin... lavoriamo assieme da anni ormai. Negli ultimi sette anni ho passato più di quattordici ore al giorno con te, più qualche Natale e qualche giorno festivo, e ti conosco meglio di chiunque altro. Persino meglio di tua moglie. Io e Deborah ti conosciamo meglio di molti altri.
E io so che in questo momento ti senti lacerare dal senso di colpa. Pensi che sia colpa tua se è successo questo, che se non avessi mai proposto a Debby di fare la tirocinante da noi, adesso avrebbe uno studio da qualche parte, ad aiutare le persone a mettere ordine nella loro vita, e che non le sarebbe successo niente di tutto questo... e se lei fosse qui, prima ti direbbe che picchi il primo arrivato perchè in realtà ce l'hai a morte con te stesso, e pensi che forse dando un pugno a qualcuno quello si sentirà autorizzato a massacrarti di botte.
- Senti, risparmiami le frasi fatte da psicologo...- 
- Sai che ho ragione... ma non è così che tornerà.- nel dir così rispose a quel telefono che non smetteva di squillare - Esposito.
Dimmi Beckett. Cosa? Davvero? Si arriviamo subito...- fece con un sorriso di gioiosa incredulità per poi dire al collega - Forse l'abbiamo trovata. 
  
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