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Autore: Saryna8000    03/05/2021    1 recensioni
Può un Malfoy seguire soltanto il proprio cuore?
Forse, dopo una vita di scelte dettate da altri, è il momento di voltare pagina e lottare davvero. Quello che non può immaginare Draco è che la sorte non si è dimenticata dei suoi veri sentimenti e gli sta dando una nuova occasione.
Una malattia degenerativa, che mette in pericolo i suoi cari, farà sì che la sua strada si incroci nuovamente con quella di Hermione.
Hermione che 12 anni prima ha scelto improvvisamente di scappare lontano da lui. Riusciranno a mettere da parte tutte le loro incomprensioni e riscoprire il loro amore?
Una Dramione senza alcuna pretesa che crede nell’amore imprevedibile ed infinito, che muta forma ma resta nel tempo.
Questa fan fiction non tiene conto del capitolo “19 anni dopo” del libro “Harry Potter ed i doni della morte”
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Ciao a tutti, ringrazio davvero chi sta leggendo questa storia e chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione. Curiosa di sapere cosa ne pensate, grazie!
 
La cosa giusta da fare
 
Ginevra Molly Potter accarezzò amorevolmente la testolina della figlia e le lasciò un dolce bacio sulla fronte.
“Fai la brava con i nonni, io ho un po' di lavoro arretrato e papà ha una missione. Ma sarà solo per questo week-end.”
Lily Luna guardò la madre con un cipiglio imbronciato.
“Ma perché solo io e non anche Albus?”
Ginny si sentì per un attimo colpevole, gli occhi azzurri della figlia la scrutavano perplessi.
“Perché ci ha chiesto la possibilità di restare con Scorpius e Eltanin. Dai, tu qui hai i tuoi cugini: Victorie Dominique e Louis. Ti divertirai molto di più.”
La bimba arricciò le labbra e sbuffò.
“Ma io volevo stare con Albus, Eltanin e…Scorpius. E’ vero che non mi fanno mai giocare perché sono più piccola ma forse visto che c’è anche Eltanin…”
Ginny si scambiò un’occhiata con Molly cercando il suo aiuto e la nonna accorse ad abbracciare la nipote.
“Tesoro, tu sei una brava bambina e se i tuoi genitori hanno deciso questo tu obbedirai. Ti prometto che la prossima domenica organizzerò un pranzo alla Weasley e inviteremo qui alla Tana Scorpius e Eltanin. Così potrai vederli, ok?”
La rossa ringraziò di cuore la madre e la bambina sembrò convita.
“Ok, allora io vado dagli altri. Ma se Dominique vuole giocare a truccarci tu non farai obbiezioni mamma!”
Ginny sorrise ed annuì. Doveva pur darle vinta qualcosa.
Molly prese la figlia sotto braccio ed insieme seguirono l’esile figura di Lily Luna scomparire per le scale a chiocciola.
“Dici che sto facendo la cosa giusta, mamma? So per certo che è vero, Harry e Draco hanno organizzato una sorpresa per Albus, Scorpius e Eltanin…però qualcosa non mi convince…e poi…devo parlare con Astoria e con Hermione…sento che mi sono persa qualcosa…
“Oh Ginevra cara…Sai che puoi contare sull’aiuto della tua famiglia e che questa casa è sempre aperta. Segui il tuo istinto e raggiungi Harry dai Malfoy. Lily Luna starà benissimo qui.”
“Grazie mamma.”
Molly stritolò in un forte abbracciò la figlia e poi sgranò gli occhi ricordandosi improvvisamente di qualcosa.
“Oh per Merlino! Ciambellone!”
“Ciam…Cosa?”
“Aspetta prima di andare prendi questo! E’ un dolce babbano, il preferito di Hermione. Salutamela tanto, dille che capisco che ora è presa dal lavoro ma pretendo assolutamente che venga qui il prima possibile. Va bene o mi vedrò costretta ad inviarle una strillettera!”
Ginny si ritrovò in un attimo il pacchetto in mano, impossibilitata a rifiutare.
Baciò la madre sulla guancia ed afferrò un po' di polvere magica lanciandola nel camino.
“Va bene, riferirò! A presto.”
“Ciao cara, salutami tutti.”

Fiamme verdi apparvero nel camino del lussuoso salotto dei Malfoy e Ginny ne uscì strofinandosi i vestiti per togliere la polvere in eccesso.
“Buongiorno Sig.ra Potter, Poppy è felice di vederla qui. Suo marito è nello studio del padrone, Poppy le mostra la strada.”
La rossa sorrise ma scosse la testa.
“Per favore Poppy, annunciami ad Astoria prima. Dopo mi condurrai dagli altri.”
L’elfo annuì e scomparve con il classico “pop” per poi riapparire pochi istanti dopo.
“La Signora Astoria la aspetta, Poppy l’accompagna?”
“No grazie, conosco la strada. Ah Poppy…questo è un dolce, puoi portarlo in cucina? E’ da parte di mia madre per la Dottoressa Grenger.”
“Certo! Poppy se ne occupa subito!”
Sorridendo e saltellando la piccola elfa si smaterializzò e Ginny con passo sicuro si avviò verso la camera dell’amica.
Bussò con sicurezza e con altrettanta disinvoltura entrò nella camera della donna.
“Ginevra, che bello vederti.”
“Astoria, buongiorno, ti trovo benissimo…oh…wao…e questi? Opera di Hermione?”
La rossa indicò incuriosita tutta la strumentalizzazione medica babbana.
“Sì, lei è davvero un portento. Mi ha spiegato anche la funzione di ogni singolo aggeggio ma…non saprei ripetere.”
Entrambe si misero a ridere e Ginny si accomodò sulla sedia affianco al letto di Astoria.
Le prese la mano e la strinse.
“Dimmi, come stai?”
Astoria sfoggiò il miglior sorriso che avesse ma aveva l’anima inquieta.
Non si aspettava quella visita e il dover affrontare la sua amica così presto. Sì perché avrebbe anche potuto provare a mascherare il suo vero stato d’animo ma con Ginevra Potter era inutile negare.
“Sto molto meglio fisicamente.”
Ginny prese un profondo respiro.
“Sì lo vedo ma…io ti conosco…non dev’essere facile tutta questa situazione…davvero come stai?”
Astoria inclinò elegantemente il capo.
“Sto.”
Ginny aveva lo sguardo seriamente preoccupato.
“Oh cara, non devi essere forte con me. Io voglio molto bene ad Hermione e tu lo sai. Ma voglio bene anche a te e ci tengo a dirti che ti sono vicina, che se hai bisogno di parlare sono qui. Non dev’essere stato facile accettare Herm come medico sapendo del suo passato con Draco…e…beh…”
Gli occhi limpidi di sincerità e onestà della rossa furono troppo per Astoria che ritrasse la mano ed abbassò il capo.
“Mi dispiace io…”
“No, no. Ma di cosa dovresti dispiacerti, non è colpa tua se il caso è stato così beffardo. Chi poteva immaginarlo? Ora però devi concentrarti sulla tua guarigione, al resto penserai dopo.”
Astoria chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore.
Era più che evidente che nessuno aveva aggiornato Ginny, e che lei non sapesse della maledizione e del male fatto ad Hermione e Draco.
La medimaga era stata di parola. Non l’aveva infangata e non aveva sbandierato alla rossa e al marito ciò che lei aveva fatto anni prima. L’assurdo è che l’aveva posta in una situazione peggiore. Ora avrebbe dovuto necessariamente ammettere i propri sbagli e prendersene le conseguenze.
“Ehi, Astoria…tutto bene?”
La Greengrass scosse la testa, gli occhi lucidi.
“Devo essere sincera Ginny, come non lo sono mai stata in tutti questi anni. E…beh l’opinione che hai di me cambierà ma…non posso più omettere.”
“Mi stai seriamente preoccupando…che sta succedendo?”
Astoria prese un respiro profondo e sempre a testa bassa, incapace di guardare la rossa negli occhi, iniziò a raccontarle tutto: dalla pozione polisucco alla maledizione.
Percepiva lo stupore e lo sgomento di Ginny ma non aveva proprio il coraggio di alzare lo sguardo e leggere la delusione e l’indignazione nel volto dell’amica.
Quando finì dovette ammettere a se stessa che si sentiva più leggera, colpevole ma liberata da un peso che la opprimeva da anni.
Sentì la sedia affianco a lei spostarsi e vide la figura della rossa andare verso la finestra.
“Capisco se ora vuoi andare via e se ce l’hai con me, Ginny…io ho allontanato Hermione per anni, ho avuto Draco con l’inganno e ho messo a repentaglio la vita di mio figlio…ma…ecco…ci tengo a ribadire che ero una sciocca piccola ed egoista purosangue, abituata ad averla sempre vinta. Sono cambiata, davvero…e con te sono sempre stata me stessa.”
Ginny le dava le spalle, silenziosa e pensierosa. Poi ruppe improvvisamente il silenzio.
“Sai, prima della guerra Harry mi lasciò. Mi disse che era meglio per entrambi e che mi voleva al sicuro. Per un frangente, un assurdo momento mi balenò la malsana idea di rapirlo. E scappare con lui. Trascinarlo via dal suo destino e stravolgerlo. Al diavolo il mondo magico, i maghi e le streghe coinvolte e tutto quello che avrebbe comportato la vittoria di Voldemort. Io lo amavo con tutta me stessa e non potevo sopportare la rottura. Per non parlare della gelosia che mi logorò capendo che sarebbe scappato con Hermione e mio fratello.”
Ginny fece volutamente una pausa e si girò verso Astoria. I loro sguardi si incrociarono e la rossa si avvicinò nuovamente alla donna malata.
“Io…ho seriamente pensato di arrivare a costringere Harry con la forza, ero pronta a lanciargli un Imperio…ma poi ho capito che sarebbe stato del tutto inutile e che se davvero mi amava una volta finito tutto sarebbe tornato da me. E così è stato.”
Il volto di Ginny era serio.
“Astoria mi delude sapere quello che hai fatto e non ho parole davvero ma…in un certo senso lo comprendo. Io sono riuscita a controllarmi e a non far vincere l’egoismo ma so che la paura di perdere qualcuno e la gelosia possono portare a gesti estremi. Guardami e dimmi a cuor leggero che rifaresti tutto, che sei contenta di quello che hai fatto.”
Astoria scosse la testa e lasciò che una lacrima le rigasse il volto.
“No…io…non potrei mai rifarlo, io sono terribilmente dispiaciuta e pentita. Quando ho scoperto di stare male ero convinta che la malattia fosse la mia giusta punizione.”
Ginny la cinse in un abbraccio e lasciò che la donna sfogasse tutte le sue lacrime.
“So che non lo rifaresti e so che non volevi il male di nessuno, ma ora devi affrontare la realtà. Devi collaborare e provare a ricordare quel libro.”
Astoria annuì e Ginny fu ancora più risoluta.
“E dovrai lasciare Draco. Lo dovrai lasciare libero di scegliere chi amare, anche se già sai chi vorrà. So che il vincolo magico e indissolubile ma trovate un accordo. Non lo legare a questo matrimonio senza amore. Fa male a lui e fa male a te.”
La serpeverde sfiorò la fede che aveva al dito e guardò l’amica dritta negli occhi.
La consapevolezza di come riscattarsi definitivamente.
“Se dovessero trovare la cura e spezzare la maledizione, sono pronta ad autodenunciare le mie colpe, sì Ginny. Sono pronta ad andare ad Azkaban se questo significa la felicità di Draco e serenità per Scorpius. Mi allontanerò da loro per un bel po'.”
Ginny chiuse gli occhi inspirando.
“Forse può esserci un altro modo…forse…”
Astoria ghignò sconsolata e si sforzò di apparire calma.
“Non c’è. E va bene così. In questo momento Draco ed Hermione stanno aggiornando Harry, mi aspetto da un momento all’altro di vederli spuntare da quella porta per l’interrogatorio. E da bravo Auror tuo marito aprirà un protocollo. Chiederò di evitare la stampa ma non posso esimermi.”
La rossa la guardò determinata.
“Sono più che sicura che Harry sarà discreto…e nel caso…puoi contare su di me.”
“Grazie.”
Un lieve bussare alla porta fece voltare entrambe le donne.
Astoria prese un profondo respiro e diede con eleganza il permesso di entrare.
Potter e Malfoy entrarono mesti e imbarazzati.
Ginny ed Astoria si guardarono incredule, di certo non si aspettavano che fossero i propri figli a fare il loro ingresso nella stanza.
 
Harry James Potter si arruffò i capelli con entrambe le mani e si accasciò sul divano dello studio di Draco Malfoy.
“Fatemi capire bene. Astoria è vittima di una maledizione mortale lanciata da lei stessa più di 11 anni fa. Magia oscura. Magia proibita. E se non troviamo il contro incantesimo non solo muore lei ma pure Scorpius. E mi state chiedendo di aiutarvi. Senza in alcun modo denunciare il caso al dipartimento Auror.”
Hermione e Draco si scambiarono una veloce occhiata ed annuirono.
“Harry…”
Il moro alzò un dito e se lo portò alle labbra, chiedendo all’amica di fare silenzio.
“No Hermione, non siamo più a Hogwarts se ci sono delle procedure da seguire è perché mantengono tutti in sicurezza. Avete idea di cosa possa significare cercare un libro oscuro e aprirlo? Quanti incantesimi e maledizioni potrebbe innescare il solo ritrovamento? Vi rendete conto che state chiedendo ad un Auror di infrangere la legge?”
Hermione battè un piede a terra e pretese che il moro gli desse attenzione.
Con la voce più alta di un’ottava gli urlò in faccia tutta la sua frustrazione non capendo la polemica senza senso che stava montando su il suo amico.
“Harry! Io e Draco sappiamo perfettamente il rischio è per questo che abbiamo chiesto a te e non abbiamo fatto di testa nostra. Ci sono in ballo due vite e poco tempo a disposizione! Perché ti rifiuti di capire?”
Malfoy mise un braccio intorno alle spalle della riccia cercando di calmarla ed il gesto non passò inosservato agli occhi dell’Auror Potter.
Harry sospirò, si alzò e si pose di fronte ai due.
“C’è altro che dovrei sapere?”
Hermione abbassò gli occhi sentendosi immediatamente colpevole di aver fatto trapelare quella complicità ritrovata con il biondo, mentre Draco sostenne lo sguardo indagatore del salvatore del mondo magico.
“Lo stai chiedendo da Auror o da amico, Potter?”
Lo sguardo di Harry si addolcì.
“Da amico.”
Stringendo ancora di più a se Hermione, Draco raccontò al moro con una naturalezza disarmante cosa avesse compiuto Astoria 12 anni prima per separarli. E prima di concludere il racconto si voltò leggermente verso la riccia cercando il suo sguardo.
“…Non ho mai smesso di amare Hermione, lo sai Potter. E ora che l’ho ritrovata non la lascerò di certo andare.”
Harry rimase a bocca aperta esterrefatto dal racconto di tutti gli eventi. Mentre Malfoy raccontava lui collegava ogni singola faccenda e più la storia si faceva completa più Harry percepiva dove il biondo volesse andare a parare.
“A te non importa più nulla di Astoria, vero Malfoy? Se lei non avesse messo in pericolo Scorpius tu l’avresti lasciata sola al suo destino. Tu vuoi salvare tuo figlio e poi sbatterla ad Azkaban.”
Hermione si voltò verso il biondo allibita e sconcertata.
Il volto di Draco si fece serio ed impassibile.
“E’ così. Se lo merita.”
Hermione si portò una mano alla bocca.
“Ma…Draco…è la madre di Scorpius…se la denuncerai non pensi a lui? Tu non puoi volere per lei una cosa del genere e provocare altro dolore a tuo figlio.”
Gli occhi di ghiaccio di Draco erano infuocati d’ira.
“E allora cosa dovrei fare? Salvarla e tenermela? Lo sai anche tu che se non la denunciassi lei resterà qui, al mio fianco. Finché morte non ci separi. Ma se posso allontanarla e poter stare finalmente con te lo farò.”
Hermione indietreggiò di un passo e si aggrappò al braccio di Harry.
“Chiuderla in prigione non cambierà il suo status sociale. Lei sarà comunque tua moglie e io non ho intenzione di diventare una concubina. Sappilo!”
Draco digrignò i denti appellando più autocontrollo possibile.
Perché era così difficile far capire ad Hermione che l’importante era stare insieme non importa il mezzo ma il fine. Dannata lealtà grifondoro!
Harry sospirò e si massaggiò le tempie.
“Va bene, calmatevi. Capisco l’integrità e l’onestà di Hermione e la voglia di vendetta di Draco, anzi mi stupisco che tu non l’abbia già fatta arrestare.”
Il biondo fece scivolare lo sguardo verso la grifona e Potter sorrise magnanimo.
“Non litigate adesso per questa questione. Vi aiuterò senza coinvolgere il dipartimento. Affrontiamo una cosa per volta. Ora pensiamo alla maledizione. Poi penseremo a cosa sia più giusto fare nei confronti di Astoria.”
La riccia si buttò fra le braccia di Harry ringraziandolo, poi si voltò verso Draco e gli tese la mano.
“Tregua.”
Il biondo afferrò la mano della riccia ma anziché stringerla la usò per trascinare la donna verso di sé e catturarle le labbra di lei con un bacio.
Harry alzò le mani in segno di resa e si avviò verso la porta.
“Vado ad informare i ragazzi della loro uscita ad Hogsmeade.”
Hermione e Draco continuavano a fissarsi sorridenti non prestando molta attenzione all’amico.
Non appena il salvatore del mondo magico aprì la porta si ritrovò davanti Eltanin.
Un sorriso a trentadue denti e un guizzo furbetto negli occhi.
“Ciao zio Harry! Che bello vederti.”
Come aveva fatto poco fa la madre, Eltanin gli saltò al collo e lo salutò calorosamente.
Non appena sentì la voce della figlia la riccia si distanziò da Draco come se si fosse scottata e raggiunse la porta.
“Hey tu, signorina! Cosa ci fai qui?”
Eltanin snobbò la domanda della madre, la superò e si avvicinò al padre.
“Ho bisogno di parlare con voi.”
Il biondo le sorrise e le accarezzò una guancia.
“Non ora piccola, adesso noi adulti abbiamo una cosa importante da fare. Dove sono gli altri due? Abbiamo una sorpresa per voi.”
Malfoy si aspettava dell’entusiasmo invece la figlia restò immobile ed impassibile.
“Non hai capito papà. Noi adesso parleremo.”
Hermione si scambiò un’occhiata perplessa con Harry e decise di intervenire.
“Tesoro, perché dici così?”
La piccola alzò il mento fiera.
“Hogsmeade può aspettare. Quello di cui dobbiamo parlare no.”
Draco scrutò meglio la figlia, aveva oscurato la sua mente e sosteneva risoluta il suo sguardo. Non l’aveva mai vista così e a giudicare dal comportamento di Hermione era così anche per lei.
Con un gesto della mano la invitò ad accomodarsi sul divano.
“Siediti e dicci tutto. Ti ascoltiamo.”
Eltanin scosse la testa ed incrociò le braccia al petto.
“Non qui. Dobbiamo andare da Astoria. Deve esserci anche lei.”
Draco serrò la mascella e parlò con una voce che non ammetteva repliche.
“Non credo sia il caso, figlia mia. La mamma di Scorpius è affaticata e sarebbe uno strapazzo inutile per lei. Deve riposare.”
Hermione si avvicinò alla figlia e la strinse a sé. Poi prese il volto della piccola tra le mani e la guardò dritta negli occhi.
“Eltanin, papà ha ragione, sei sicura sia necessaria la presenza di Astoria?”
La bambina annuì caparbia.
La riccia rivide nella bambina la sua determinazione di quando era giovane e capì che la figlia sapeva qualcosa di vitale importanza: dovevano darle fiducia e fare come diceva.
“Molto bene. Draco, Harry andiamo da Astoria.”
La piccola sorrise felice e trascinò la madre fuori nel corridoio prima che potesse cambiare idea.
Harry diede una pacca sulle spalle a Draco prima di imboccare la porta.
“Amico mio sei fregato, tua figlia è peggio della madre.”


 
   
 
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