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Autore: Danielle Petite    03/05/2021    0 recensioni
Hane: Lasciata da neonata in un orfanotrofio, skater e inserviente in uno degli hotel più lussuosi di Seoul. Non ha peli sulla lingua e non ha paura di nulla essendo cresciuta per strada.
Jiyong: ragazzino annoiato che non ha nulla di meglio da fare che prendersela con il suo personale. Talentuoso ma apparentemente narcisista.
Si incontrano a causa di uno strano gioco architettato dai due, a suon di stelle....
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Scherzi pericolosi

Finalmente GD tornò in hotel, non ne poteva più di girare le pubblicità. Erano circa le 6 di pomeriggio quando si gettò sul divano del suo appartamento in cima all'hotel «Uff....» appoggiò i piedi sul tavolino e notò che ci cadde sopra del terreno. Sorrise pensando che non doveva essere lui a pulire. Gli venne in mente dello scherzetto del secchio e buttò un occhio alla porta della sua camera da letto che era chiusa. Sicuramente la persona addetta alle pulizie si era fatta una bella doccia fredda.
Non lo faceva per qualche motivo in particolare, ma solo per divertimento. Lasciava quel diario in quasi tutti gli hotel in cui andava e questa era la prima volta che qualcuno aveva avuto il coraggio di rispondere. Era curioso di vedere se aveva letto di nuovo il diario e magari risposto ma quando fece per aprirlo gli squillò il telefono «Ehi! Ciao...» rispose sapendo già chi fosse l’interlocutore.
«Ciao JiYong, ti ho chiamato per sapere se per stasera è confermato....»
«Si, ovvio...sai dove trovarmi vero?»
«Certo» rispose la voce femminile in maniera sensuale.
«Ti aspetto al solito orario...» e attaccò la chiamata. Neanche un attimo dopo bussarono alla porta e si accomodarono i suoi amici.....

Di nuovo si ubricarono e ballarono fino a notte tarda ma è quando si fecero le 3 di mattina che qualcosa andò storto.
«Jiyong fa troppo caldo, noi andiamo via»
«Si, mi cola il trucco, io vado, ciao!»
Uno dopo l'altro se ne andarono tutti mentre lui cercava di spegnere il riscaldamento. Chiamò anche la reception ma non riuscirono a risolvere il problema. «Mi spiace Signore, non sappiamo perchè ma è bloccato, se vuole le prepariamo una delle stanze libere..»
Buttò giù il telefono arrabbiato «Incapaci!» aprì tutte le finestre della casa. Andò in camera da letto grondante di sudore e aprì anche la finestra di quella stanza. Entrò un folata di vento che gli fece dare una boccata d'aria ma che fece volare via anche tutto ciò che c'era sulla scrivania, compreso il diario. Lo raccolse e lesse "Conosco solo io il codice per sbloccarlo, fai il bravo. H."
«Hahahahahah bene.....a quanto pare ho trovato pane per i miei denti» 
Bussarono alla porta e già sapendo chi fosse aprì senza chiedere nulla «Scusa, ho da fare adesso, facciamo un'altra volta eh?» e richiuse la porta in faccia ad una giovane, bella e incredula ragazza.
«Cosa posso farti domani H.?» disse guardando la calligrafia dell'ultima frase.

 
______


Hane tornò al lavoro e come tutte le mattine fece prima le stanze standard e poi passò alla suite. Ma questa volta ci andò molto cauta. Non sapeva spiegarsi la sensazione che provava ma sapeva che qualche scherzo era dietro l'angolo per lei. E forse era più di un secchio d'acqua fredda. Bussò prima come sempre e poi entrò. 
«Oh bene!» esclamò quasi sorpresa «Nessun festino ieri sera». Non era immacolato come aveva lasciato lei il giorno precedente ma almeno non c'erano bottiglie e sigarette ovunque. Il giorno prima aveva impostato il termostato al massimo per qualche ora di notte, giusto per fargli capire che non era una stupida, che non aveva paura di qualche scherzo di un ragazzino.
Voleva vedere se aveva risposto sul diario e quindi andò per prima cosa in camera da letto ma non c'era più nessun diario. 
Si era arreso? Dovette ammettere che rimase delusa.
Fece per tornare in salotto quando «Cerchi questo per caso?» 
Sobbalzò voltandosi verso la voce e lei cacciò un urlo. Era nudo. Bagnato e nudo. Teneva tra le mani il diario all'altezza del pube come se nulla fosse.
«Allora?» incalzò lui. Aveva i capelli scuri che gli gocciolavano sul viso e mentre si avvicinava a lei lasciava dietro di se una scia d'acqua. Non era come nei manifesti nei treni, sembrava uno come tanti. Magro ma in forma, con qualche tatuaggio.  
«Sei impazzito?» cercò di fissare lo sguardo sulla sua faccia e non sul resto «Indossa qualcosa per favore!». Da regolamento avrebbe dovuto dargli del lei, ma visto il soggetto decise che non lo meritava un trattamento di classe.
Ecco lo scherzo che le aveva riservato quella mattina. 
«Ok, ok...mica sei arrossita per me?» ma chi si credeva di essere quel demente?
«Ho bussato alla porta, perchè non hai risposto?» cambiò argomento lei.
«Ero sotto la doccia non vedi?» aprì di nuovo l'accappatoio che stava indossando.
Ignorò di nuovo le parti basse «Ma alla reception risulta che sei uscito!»
«Scherzetto!»
«Insomma! Tu non stai bene! Me ne vado» se ne andò sbattendosi la porta alle spalle ma lui la raggiunse in salotto.
«Dai aspetta, parliamo» voleva parlare con lei? Di cosa?
«Siamo pari» allungò la mano verso di lei sorridente «E' stato ingegnoso lo scherzo del termostato»
«Non siamo pari» colpì leggermente la sua mano per scansarla. Si sentiva ancora rossa come un pomodoro. Era la prima volta che aveva visto un uomo nudo. E il suo fisico era niente male.
«Hahaha in realtà questa è stata un'idea dell'ultimo minuto...ci ho pensato tutta la notte ma non ho trovato nessuna idea come la tua» di nuovo le porse la mano «JiYong, piacere di conoscerti»
Stavolta dovette stringergli la mano «Hane»
«Quindi l'H. stava per Hane? Io ho immaginato fosse una lettera a caso» disse lui sembrando sorpreso.
«Perchè avrei dovuto mettere una lettera a caso?»
«Bo non so...per paura di essere licenziata? Avrei potuto farti licenziare consegnando questo diario al direttore» notò un luccichio nei suoi occhi marroni. Lei non ci aveva pensato. Ora si stava rendendo conto che da quando aveva deciso di rispondere a quel diario aveva firmato il suo licenziamento.
«Allora...credo che hai vinto tu a questo punto» disse a denti stretti. JiYong aveva circa la sua stessa età a guardarlo così e non poteva credere di essersi fatta mettere i piedi in testa da quel tipo.
«Non ho intenzione di farti licenziare, non sono così stronzo» le passò il diario «Leggi»
Aprì alla solita pagina e vide che era sparita. Al suo posto c'era una sorta di tabella divisa in due, su una colonna c'era scritto GD e sull'altra c'era una H.
«Mi diverto con te, facciamo un gioco. Per ogni scherzo dell'altro assegnamo delle stelline. Una stellina sta per mediocre, 5 per geniale. Ci stai?»
Hane rimase scioccata dalla proposta «Ehm...sei serio?»
«Si...mi sono sempre annoiato a stare solo in questi hotel...»
«Per questo fai tutte le notte dei festini? Oh! A proposito, ieri sera com'è andata?» chiese trattenendo una risata.
«Sono scappati tutti» disse ridendo «A proposito di ciò, se gentilmente potresti sbloccarmi il termostato te ne sarei grato...» fece un inchino e le indicò l'ingresso dove c’era appunto il termostato.
«Così stasera puoi dare un'altra festa?»
«Dai ma che ti importa...»
«Se pulisci tu la spazzatura della festa non mi importa, hai ragione» incrociò le braccia e lo fissò.
«D'accordo, non ti farò trovare le bottiglie in giro»
«...ed i mozzoni di sigarette »
«Ok, e le sigarette»
lo guardò per un pò e poi decise di sbloccarlo «Tanto lo so che non farai nulla di quello che hai detto» disse rassegnata inserendo il codice.
«Ed hai ragione»
Hane sospirò. «Comunque io ora devo lavorare...vai via tu o ripasso più tardi?»
«Non puoi pulire mentre ci sono io?»
«Di regola no...»
«Ok, tu pulisci qui. Vado ad asciugarmi i capelli di la» Si voltò e se ne andò nell'altra stanza.
«Bè effettivamente così non è contro il regolamento...» disse afferrando l'aspirapolverea.


 
________


Passarono due settimane  e quel quaderno ormai aveva pagine piene di commenti, parolacce,insulti, complimenti e stelline. Ormai per Hane la Suite era diventato un quasi piacevole campo da battaglia da affrontare tutte le mattine. 
Mentre lei gli lasciava creme decoloranti al posto dello shampoo lui le faceva trovare cavallette in giro per l'appartamento e cose del genere.
Poi ad un certo punto di avanzamento nel gioco riuscirono anche a prevedersi gli scherzi.
"Inchiostro sotto il cuscino? Banale" scrisse GD sul diario.
"E tu che hai provato a farmi inciampare con il filo del telefono? Dilettante"
GD quel giorno era riuscito a procurarsi un serpentello senza veleno da un negozio di animali, il venditore gli aveva assicurato che era innocuo e che non aveva i denti. Lo portò in hotel di nascosto in una scatola e pensò a dove metterlo per farlo trovare ad Hane. Nell'ultimo periodo avevano provato di tutto e le idee per giocare erano finite. Aveva visto quel serpente in una vetrina e gli era venuto il lampo di genio. Era molto piccolo e non faceva tanta paura ma immaginò di trovarselo davanti all'improvviso e comunque il suo effetto lo faceva.
La mattina, prima di andare via, lo sistemò nella cabina armadio libero e chiuse la porta così non poteva uscire.
Scrisse sul diario "Spero non ti sia spaventata troppo" e se ne andò.

Hane entrò un'ora dopo sospettosa come sempre e guardò in ogni angolo per capire dove e cosa fosse lo scherzo di quella mattina ma non trovò nulla. «Che si sia scordato?» sussurrò a se stessa. Andò al diario e lesse la frase per lei. Ok, quindi qualcosa c'era per lei.
Riguardò in tutte le camere che ormai conosceva a memoria ma non vide nulla di spaventoso. Si trovava nella cabina armadio e quindi pensò di cominciare a sistemare gli abiti li dentro. La luce era impostata su soffusa e quando fece per raccogliere una manciata di abiti da terra sentì un pizzico sulla mano che ritrasse quasi subito. Forse si era punta con uno spillo. Riprese gli abiti da terra e sentì di nuovo pizzicare la mano ma in un altro punto, poi il braccio, lasciò cadere i vestiti a terra e vide che intorno al suo braccio si era avvinghiato qualcosa. Lo strappò via e lo lanciò lontano spaventata. Aumentò l'intensità della luce per vedere che fosse e cacciò un urlo. Ma non per il serpentello minuscolo che la guardava dal fondo della stanza dove lo aveva lanciato, ma per la sua mano che si stava gonfiando a dismisura.
Un serpente velenoso? Ma GD era impazzito? 
Chiuse la porta per non farlo uscire e corse via, doveva andare in ospedale. Mentre era in ascensore però, perse i sensi.




Note autrice: Capitolo corto, lo so. Ho deciso di essere più breve e veloce rispetto a "Oh! My Baby" (presente nel mio profilo la versione revisionata e completa) fatemi sapere se vi piace! Grazie
xoxo Danielle
 
  
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