Serie TV > Il paradiso delle signore
Ricorda la storia  |      
Autore: InvisibleWoman    04/05/2021    0 recensioni
Irocco | Una piccola storia post-bacio. La mia personale interpretazione del comportamento di Irene, perché secondo me sta scappando e sta fingendo che Rocco non le interessi. Poi non sarà così, ma chi ha conosciuto bene Irene in questi anni, non può trovare credibile questa svolta.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aveva trascorso tutto il fine settimana in attesa di rivederla. Quel bacio lo aveva stupito, turbato, preoccupato. Rocco non era abituato a queste cose. Non sapeva come comportarsi. Non era un uomo moderno, non era in grado di passare da una relazione all’altra. Da dove veniva lui le cose erano molto più semplici: ci si corteggiava, ci si baciava, ci si fidanzava. Fine. Non era certamente in grado di dare un nome alla sensazione che provava, ma in quei due giorni non aveva fatto altro che pensare a lei e a quello che era accaduto tra di loro. Si era chiesto come avrebbe reagito Irene, quale sarebbe stato il passo successivo, come lo avrebbe detto ai suoi zii.
Eppure, nonostante tutto, Rocco era riuscito a celare bene il proprio tumulto interiore, e la sua famiglia non si era accorta di nulla, anche perché aveva trascorso gran parte delle ore ad allenarsi insieme ad Armando e Pietro. Dopotutto non aveva alcun motivo di bussare alla porta di Irene, a conti fatti loro due erano solo amici. Un’amicizia di cui non tutti erano a conoscenza. Soprattutto dell’importanza che aveva per lui. Li avevano visti parlare, sua zia Agnese sapeva che erano in confidenza. Ma nessuno poteva immaginare quanto conoscessero l’uno dell’altra, quanto si fossero supportati a vicenda, soprattutto negli ultimi mesi. Non dimenticava come Irene gli avesse offerto la sua spalla quando era rimasto scottato dalla partenza di Marina, o come gli avesse dato sicurezza durante il periodo dell’esame. E lui aveva fatto lo stesso con lei quando aveva avuto problemi con suo padre. Era stato lui a proteggere Irene e il suo segreto, offrendole un posto in cui stare, un maglione caldo e qualcosa da mangiare. Irene non si era fidata di nessun altro, eccetto che di lui. 
Rocco non era capace di spiegare a parole ciò che sentiva. Non sapeva definire la natura di quel rapporto. Sapeva solo che teneva a Irene e saperla triste era stato l’unico chiodo fisso che lo aveva tormentato il giorno in cui il signor Armando aveva puntato il dito contro di lei. Aveva cercato ogni modo per tranquillizzarla, dapprima parlandole, poi portandole quei due fiorellini di carta che aveva realizzato lui stesso con le sue mani. Non sapeva cos’altro fare, lui che di amore non ci capiva proprio niente. Ma l’aveva vista sorridere e questo gli era bastato. 
Tutto quello che era successo dopo aveva mandato in confusione Rocco, tanto quanto aveva fatto con lei. L’aveva vista alzarsi smarrita e uscire dallo spogliatoio, poi non aveva più sentito parlare di lei per quasi tutto il fine settimana. Lo aveva lasciato da solo coi suoi pensieri e i suoi mille dubbi.
Ogni tanto Rocco aveva indugiato sul pianerottolo, al ritorno dagli allenamenti, sperando di vederla passare. Dovevano parlare, chiarire quello che era successo. Doveva capire se anche per lei quel bacio aveva contato qualcosa. E la domenica mattina era quasi riuscito a parlarle. Aveva atteso seduto su una cassa di legno per circa mezz’ora. Se qualcuno lo avesse visto, avrebbe finto di aver dimenticato le chiavi ed essere rimasto fuori.
“Irè” aveva detto sottovoce, vedendola uscire dall’appartamento. Il volto di Irene si era trasformato in una statua di sale. Sembrava avesse visto un fantasma.
“Rocco” aveva risposto lei, deglutendo a fatica, voltando i tacchi per andarsene il prima possibile.
“Dove vai, dobbiamo parlare!” aveva sbottato lui, alzandosi per trattenerla per il gomito. 
“Non è il momento, Stefania sta per uscire.” Nella sua voce il panico non di essere scoperta da lei, ma da Maria. E il terrore di non sapere cosa rispondere alle domande che Rocco inevitabilmente le avrebbe posto. Mise le mani nelle tasche del cappotto, non per il freddo, ma perché aveva bisogno di ritrovare quei fiorellini di carta che in quei due giorni aveva continuato a fissare e muovere tra le dita in cerca di una risposta, o forse del coraggio necessario per dirgli chiaro e tondo quello che provava.
Vide lo sguardo perso di Rocco, che non capiva cosa le stesse passando per la mente e avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e fargli capire che non ce l’aveva con lui. Che non aveva fatto niente di sbagliato. Quella sbagliata lì era lei. 
“E quando, allora? Stasera?” aveva domandato Rocco speranzoso, senza però ricevere una risposta, dato che Stefania aveva fatto capolino, interrompendoli. Irene era rimasta lì ferma, incapace di dire qualsiasi cosa, o di fare qualche passo per allontanarsi. Per qualche istante entrambi avevano continuato a fissarsi.
“Che state facendo lì impalati?” aveva ridacchiato Stefania con curiosità. E allora Irene era rinsavita, aveva accennato un lieve sorriso imbarazzato a Rocco ed era scappata via, lasciando lui con gli stessi dubbi dei giorni precedenti. 

Anche il lunedì mattina Rocco si era alzato dal letto con più calma del solito, cercando di copiare i ritmi più rilassati di Irene e sperare di incontrarla prima ancora di raggiungere il Paradiso, dato che il giorno precedente gli aveva dato buca un’altra volta. Ma quando aveva bussato, Anna e Stefania gli avevano detto che Irene era già uscita. Non era da lei andare al lavoro così presto. Cosa le stava succedendo?
Tuttavia, l’inizio della settimana avrebbe sancito un loro incontro, uno al quale Irene non si sarebbe più potuta sottrarre. Quando l’aveva finalmente rivista in negozio, il suo cuore aveva perso un battito. Per quanto si fosse preparato, cercando le parole giuste da dire, l’atteggiamento di Irene lo colse nuovamente di sorpresa. Non capiva come mai si comportasse in modo tanto distaccato. Perché continuasse a evitarlo. Perché non volesse seguirlo in magazzino, dove sperava di poterle finalmente parlare con calma. Perché non riuscisse nemmeno a guardarlo in faccia. Quel bacio non aveva contato nulla per lei? O non le era piaciuto? Confuso aveva continuato a fissarla al centro di quel negozio, esattamente com’era successo il giorno prima, ma stavolta, anziché Stefania, c’erano gli occhi della signorina Moreau puntati su loro due, perplessa dal comportamento del magazziniere. E allora Rocco, con l’aria persa di chi non sapeva darsi delle risposte, si era rintanato laggiù con il signor Armando e aveva lavorato fino al momento di quella cena dalla quale non era riuscito a defilarsi. 
Non era convinto di andare, dopotutto sarebbe stato strano trovarsi a contatto con Irene senza prima aver chiarito la loro situazione. Ma non aveva trovato la motivazione per dire di no e, in fondo, voleva vederla, nonostante tutto, dato che continuava a sfuggirgli. Ma quando aveva capito che Irene non ci sarebbe stata, non era stato in grado di fingere. Rocco non ne era mai stato capace. Era limpido e cristallino, era una persona onesta, un uomo per bene. Rimanere da solo con Maria gli sembrava strano, visto quello che era successo con Irene. Ma, in fondo, cosa era successo? Iniziava a domandarsi se quel bacio avesse avuto per lei lo stesso significato che aveva avuto per lui. Persino il giorno successivo Irene aveva continuato a evitarlo. Le aveva fatto qualcosa? Perché lo trattava così, perché non voleva dire a nessuno di loro due? Si vergognava di lui? Irene aveva sempre detto di desiderare un uomo elegante e facoltoso. Tutti lì erano a conoscenza delle sue ambizioni. Ma fino a quel momento Rocco le aveva bollate come chiacchiere prive di fondamento. Qualcosa che l’Irene superficiale e acida che mostrava a tutti avrebbe potuto dire, ma lui che la conosceva bene sapeva quanto altro si celasse dentro di lei, quanta profondità e quante qualità teneva nascoste. 
Osservò il proprio abbigliamento, il maglione infeltrito e le mani piene di calli per via dei pesi che trasportava giornalmente. Mani di un onesto lavoratore, non di un elegante banchiere. E se invece si fosse sbagliato? Se lui non fosse stato abbastanza per lei? Forse aveva ragione Irene e le loro erano differenze inconciliabili. Forse c’era un motivo se tutti continuavano a dirgli che Maria era la scelta più giusta per lui. Come poteva anche solo pensare di stare con Irene se non capiva nemmeno i suoi comportamenti? Provenivano da due mondi completamente differenti, avevano due mentalità opposte. Per lui quel bacio aveva significato qualcosa, significava volerla vedere anche fuori dal Paradiso, uscire insieme. Baciarla di nuovo. Iniziava a pensare che per Irene non fosse così. 
“In fondo non ci conosciamo, non so cosa ti piaccia a parte la bici” gli aveva detto Irene. Ma aveva importanza? Erano così fondamentali questi dettagli, se c’era altro a spingerli continuamente l’uno verso l’altra? Conosceva Irene più di quanto la conoscesse chiunque altro lì dentro. Tutti dicevano di sapere come fosse fatta, ma nessuno era in grado di capire davvero i suoi comportamenti. Per la prima volta, però, adesso si trovava in alto mare anche lui.
La verità era che non riusciva a capirsi da sola nemmeno Irene. Aveva il terrore di doverlo affrontare, e per tutto il fine settimana aveva cercato di ignorarlo, nel tentativo di fare chiarezza nella propria mente. Lo amava? Come faceva a saperlo? Sapeva solo di trovarsi bene con lui, Rocco era l’unico in grado di farla sentire al sicuro. Ma era abbastanza? Il senso di colpa nei confronti di Maria la stava bloccando. O forse quella era solo una scusa per giustificare il proprio comportamento e non buttarsi a capofitto in quella storia. Quanto avrebbe desiderato avere la forza di farlo. Lanciarsi, senza sapere di trovare a terra una rete di sicurezza. Un vero e proprio salto nel vuoto che aveva il terrore di compiere. Se solo fosse stata più coraggiosa...
Averlo davanti a sé, chiusa con lui in quel camerino, per un attimo aveva annullato quelle paure. Sentiva solo il suo odore, poteva vedere i suoi occhi limpidi e il suo sorriso buono e sincero, e in quei momenti ogni pensiero svaniva. C’erano solo due persone intente a scambiarsi stupide confidenze sui film. Lì dentro tutto era più semplice. Nessuno a guardarli, nessuno a giudicarli. Ma là fuori aveva gli occhi di Stefania puntati addosso, la paura di essere scoperta da Maria ed essere additata ancora una volta come la cattiva della situazione, e il terrore di non essere all’altezza di quella relazione. 
Eppure, quando si trovavano insieme, il suo corpo sembrava incapace di reagire ai comandi della sua testa. Sorrise come mai aveva fatto prima nel vedere la tenerezza con cui Rocco cercava di colmare ogni possibile divario da lei proposto. La semplicità e la dolcezza delle piccole cose che gli davano gioia. L’ingenuità nella sua voce calda mentre le proponeva di mettersi una cravatta, credendo che a lei potesse importare davvero il modo in cui fosse vestito. Ma Irene non intendeva in alcun modo cambiarlo. Rocco poco prima le aveva chiesto se si vergognasse di lui. No, la verità era che si vergognava di se stessa. Ed era molto più semplice scappare via che affrontare la realtà di petto. Non era fatta per quel tipo di rapporto. Poco contava che non riuscisse a smettere di pensare a quel bacio, che sentisse le gambe molli ogni volta che lo rivedeva e la salivazione si azzerasse. 
No, non era innamorata di Rocco Amato. Impossibile. Non poteva esserlo. Come avrebbe fatto se lo fosse stata?

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: InvisibleWoman