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Autore: Shian Tieus    18/05/2005    2 recensioni
un ragazzo, uno schiavo, un guerriero, un esperimento, una pedina... Verten Tirji è molte cose, ma non lo sà: l'unica cosa che sà è che vuole continuare a vivere. In un medioevo spaziale, dove conta solo la legge del più forte, un giovane dovrà lottare per la propria libertà, e non solo.
Genere: Generale, Science-fiction, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLOOD TEARS ON A SILVER BLADE

BLOOD TEARS ON A SILVER BLADE

 

Capitolo 21

 

Carceri era il pianeta-prigione per eccellenza.

Era periferico, e ben poche rotte incrociavano la sua orbita, cosa che lo rendeva sconosciuto a chiunque non avesse problemi con la legge o con altre forti autorità… anche se, bene o male, tutti avevano sentito parlare di Carceri.

Fra la gente comune spesso circolavano strane leggende… c’era chi diceva che il pianeta fosse abitato da una sconosciuta razza di alieni che tenevano soggiogate le menti degli abitanti, c’era chi asseriva che gli abitanti fossero invece tenuti in grosse gabbie, sotto il controllo di un despota sanguinario, c’era anche chi diceva che, semplicemente, la gravità del pianeta era troppo forte per permettere a qualsiasi astronave di allontanarsi… ma quella più accreditata diceva di atmosfere sulfuree, infiammabili e alcoliche che avrebbero fatto saltare in aria qualsiasi motore avesse tentato di accendersi…

Ad un’analisi più attenta, ci si può rendere conto di come queste ipotesi siano del tutto infondate.

Se fosse stata abitata da pericolosi alieni, la federazione non avrebbe aspettato un giorno, prima di far saltare per aria l’intero paese.

Un despota, inoltre, non avrebbe avuto alcun vantaggio a tenere in gabbia gli abitanti come bestie, per quanto pazzo e crudele potesse essere.

Se, invece, si prende in considerazione della forza di gravità ci si rende conto come sia impossibile tenere sempre accesi dei simulatori di gravità al fine di non finire spiaccicati al suolo… avrebbe richiesto troppa energia.

Anche l’ultima ipotesi, per questo stesso motivo, era del tutto infondata: sarebbe stato troppo costoso mantenere “sacche” d’aria in grado di contenere tutti gli abitanti.

Tutte queste leggende, però, collimavano in un punto.

Ovvero, sul fatto che fosse impossibile fuggire da Carceri.

E, certamente, questa non era una coincidenza.

Come non era una coincidenza che il vecchio nome del pianeta, ovvero “Kar’zer”, fosse ormai desueto e sostituito dall’amaramente ironico “Carceri”.

Il pericolo di carceri non erano pericolose bestie, guardie infernali, atmosfere mortali o pressioni atmosferiche devastanti.

Il pericolo di Carceri era più sottile.

Quello che pochi al di fuori del pianeta sapevano, era che questo globo periferico fosse governato in base a rigidissimi criteri e rapporti di vassallaggio, talmente intricati da far capitolare al suolo qualsiasi tentativo di precisa catalogazione.

Non c’era un’autorità centrale, sul pianeta, ma un consiglio, formato da cinque “Comanti”, ognuno a capo di una determinata attività del pianeta… in teoria i cinque Comanti avrebbero dovuto collaborare per il bene del pianeta, ma la cosa si ridusse a una assennata lotta di potere fra le famiglie (il potere dei Comanti era ereditario) di questi consiglieri, con continue prese e cadute di potere, talmente rapide che, se un giorno prima eri l’uomo più benvoluto della città, il giorno dopo potevi trovarti una daga armonica piantata allegramente su per la colonna vertebrale… ammesso di essere un vertebrato, ovviamente…

Queste lotte fra fazioni si articolavano su scambi di favori, pagamenti, alleanze fra le varie famiglie minori, che tentavano a loro volta di spodestare i Comanti per ottenere il comando.

Una cosa consegue da ciò.

Con chiunque tu ti alleassi, avresti sempre dei nemici, che a loro volta avrebbero alleati potenti, in grado di schiacciarti come una formica.

Ma i tuoi alleati avrebbero avuto alleati più potenti in grado di schiacciare i tuoi oppressori come formiche… e così via, fino ai cinque principali Comanti.

Un complesso ed articolato equilibrio, decisamente instabile, ma che, fra omicidi e episodi di guerriglia urbana, andava ormai avanti da molto, molto tempo. Erano quindi cinque le corporazioni principali che governavano il pianeta, ognuna delle quali, almeno formalmente, si occupava di una determinata area di competenza… ma anche qui, la divisione non era netta; ognuno aveva comunque un settore “nero” riguardante gli ambiti di competenza altrui… così, il Comante addetto alla difesa, aveva a disposizione ospedali che normalmente sarebbero spettati al Comante addetto alle opere pubbliche, tanto per fare un esempio.

Queste cinque aree di influenza erano: Difesa, Opere Pubbliche, Cultura, Progresso e Lavoro.

E come se ciò non bastasse, c’era un’altra cosa a complicare la situazione.

Il fattore di rotazione.

Carceri era terribilmente lento a ruotare su se stesso, di una lentezza quasi esasperante.

Impiegava più o meno 400 giorni di Rijal per compiere un solo movimento di rotazione.

Questo significava, ovviamente, notti che duravano mesi, inverni semi-perenni durante la notte che si trasformavano in infuocati deserti subito dopo l’alba… un inferno climatico.

E i nostri eroi avevano avuto la fortuna di capitare esattamente in mezzo alla notte, con una nave danneggiata e senza energia e senza alcun modo di comunicare con nessuno.

Già, perché questo fattore rendeva il popolo di Carceri un’umanità in continua migrazione, cosa che, ad ogni migrazione per seguire il sole, rischiava di invertire i delicati equilibri… c’erano città fisse, ovvio, ma venivano abbandonate al tramonto, sostituite da centri abitativi sul lato dove il sole sorgeva… ed era durante questi spostamenti che si rischiava di più… in queste situazioni di semi-anarchia, dove nessuno aveva più la protezione di un clan, di una famiglia, di una corporazione, la sopravvivenza della propria posizione sociale (e, a volte, anche della propria persona) era più una scommessa che altro.

Se poi si esclude che la sopravvivenza nelle regioni “notturne” era praticamente impossibile.

Non c’era energia solare da cui trarre energia, di conseguenza non c’era nemmeno energia eolica, e la mancanza di combustibili naturali (le piante, ovviamente, non crescevano) suggellava il tutto…

A meno che non si fosse in grado di contattare qualcuno, le probabilità di sopravvivenza erano piuttosto scarse.

Queste furono, più o meno, le informazioni che Bob fu in grado di carpire dalla rete satellitare del pianeta durante il rovinoso atterraggio d’emergenza, si può immaginare che l’umore dell’equipaggio non fosse dei migliori.

Ci fu un buon minuto di tesissimo e ben poco rassicurante silenzio dopo che il droide ebbe terminato la sua relazione, una sola parola, provenne, poi, dalle semiserrate labbra di Mallix:

-Andiamo!-

-Le informazioni sono state inviate agli Umbratilis, attendo risposta- disse l’Heleghita dalla pelle nera che, seduta al posto di comando della corazzatissima nave da guerra, premeva con sicurezza tasti del computer di bordo.

-Bene… spero non ci ordinino di scendere in quella fogna…- Chalideas guardò fuori da uno stretto oblò il grosso pianeta dove, poco prima, la nave che trasportava il loro obbiettivo era miseramente precipitata. –Carceri non è decisamente il posto migliore dove operare…-

-Lascia perdere, Chal, saranno già belli e spacciati, dopo un botto del genere- aggiunse Feherul –la loro nave sarà esplosa…-

Come al solito, BGK lo contraddisse:

-C’è circa il 30% delle possibilità che siano atterrati incolumi, ergo, è bene controllare-

Feherul si girò e borbottò qualcosa che somigliava vagamente a degli insulti, poi aggiunse –Ma muori proprio dalla voglia di scendere in quel bordello?-

TWEET

L’accenno di litigio fu interrotto dal segnale acustico che indicava l’arrivo di un nuovo messaggio, tutti e quattro i presenti si girarono verso lo schermo, leggendo in silenzio.

 

Indirizzato a: Veicolo da guerra 2365

Inviato da: Il macchinista

 

Visti i recenti sviluppi, l’obbiettivo della missione è cambiato.

Lo scopo finale non comprende più la cattura e la reclusione del soggetto B345, Verten Tirji, bensì la sua eliminazione immediata, con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo.

Sarebbe bene eliminare il soggetto prima che possa avere qualsiasi tipo di contatto con i nativi del pianeta.

Dati i recenti avvenimenti, il grado di importanza del soggetto sale a 25.

 

-MA E’ RIDICOLO!- Sbottò Feherul finendo di leggere il messaggio

-Indubbiamente, si tratta di una situazione inusuale- Disse invece una sottile voce sibilante che fece girare tutti dalla sorpresa; Quoth era, come al solito, arrivato alla spalle degli astanti e aveva letto il messaggio senza che nessuno si accorgesse  della sua presenza –è raro che, solo per essere sbarcato su un pianeta periferico come questo, l’importanza del soggetto salga a tal punto… ed è altrettanto raro che non ci venga spiegato il perché…-

-Calmi, calmi… un messaggio così telegrafico avrà un suo scopo, i nostri dubbi verranno chiariti, prima o poi…- Tagliò corto Chalideas

“spero”, aggiunse mentalmente.

 

RINGRAZIAMENTI

 

Eccomi qui^^

Tornato dopo secoli e secoli di pigrizia, scuola e mancanza di idee ho finalmente rimesso mano a questa storia… spero di riuscire a mantenere gli aggiornamenti regolari… per ora, beccatevi stò capitolo e crogiolatevi nell’attesa.

 

Bye!

 

  
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