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Autore: Sanae77    06/05/2021    7 recensioni
Si fanno scelte nella vita che spesso coinvolgono gli altri.
Altre volte, senza esserne coscienti, sono le tue scelte a portare conseguenze.
Ma indipendentemente da ciò che scegliamo... il nostro destino è già scritto?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koshi Kanda, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando suonano il campanello mia madre si precipita alla porta, ma sono più veloce così da pararmi davanti per non farla passare.

“Mamma non provarci, ci penso io: sono i miei amici!”
“Improvvisamente sono diventati un segreto? Non posso salutarli?”
“Mamma, te lo chiedo per favore, ok?” lo sguardo da cerbiatta ferita ha sempre funzionato, e anche stavolta per fortuna.
“Ok” acconsente andando in cucina.

Sollevo gli occhi al cielo perché so perfettamente che sarà dietro la tendina ricamata a sbirciare il più possibile. Spero solo che Tsubasa sia rimasto al cancelletto d’ingresso; forse, nell’ombra della sera, non sarà riconoscibile. La speranza dura qualche millesimo di secondo visto che mia madre esce dalla cucina tutta saltellante e con le mani a fianco della bocca, come se dovesse dirmi chissà quale segreto, quindi bisbiglia: “C’è il capitano.”

E com’è venuta se ne torna in cucina. Sicuramente proseguirà l’opera di spionaggio.
Prendo un profondo respiro, la maglia di cotone, la borsetta ed esco chiudendo la porta dietro le spalle.
Speranza vana, visto che mi ritrovo il numero dieci praticamente sul porticato di casa.

“Accidenti, mi hai spaventata!” esclamo portando la mano al petto.
“Scusa.” Mormora allontanandosi di un passo.

Con la testa faccio diecimila segni per cercare d’indicare, la mia destra, dove sicuramente mia madre è in agguato peggio dell’avvoltoio sulla spalliera… ma lui non comprende i miei gesti quindi si avvicina per capire meglio.
E quando mi porge l’orecchio affinché possa confessargli chissà quale segreto; mi scappa da ridere mentre sussurro: “mia madre a ore due.”
“Ok, ricevuto capitano!” sta al gioco mostrando un saluto militare divertito.
“Ruoli invertiti stasera” ironizzo mentre m’infilo la maglia avviandomi verso l’uscita.
“Per una sera lascio volentieri il timone della barca.” Tiene il passo per affiancarmi e ancora le nostre braccia si sfiorano mentre ci dirigiamo verso il cinema dai nostri amici. Il cuore nel petto pare un martello pneumatico, batte forte e profondo. Il leggero venticello serale mi avvolge del suo profumo. Ringrazio il cielo per essere dal lato giusto e per poterlo percepire con l'olfatto in tutta tranquillità. Stasera non indossa la solita tuta e ho notato subito i jeans che gli calzano a pennello.
Il sangue si agita nelle vene alla vista dei muscoli tonici messi in risalto anche da questa camicia celeste chiaro con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Non è certo stata un’occhiata di sfuggita quella che gli ho riservato.

Beh, non hai nulla da dire? Suggerisco alla mia coscienza.

Che c’è da dire: è un fico da paura!

E se non fosse che sicuramente verrei classificata come squilibrata forse potrei confidare a Tsubasa i miei assurdi dialoghi con il mio cervello. Chissà se anche lui ne fa?

Ti ricordo che lui è quello che parla con il pallone, eh? Così, per dire.

Rido tra me e me mentre ascolto il capitano chiacchierare tranquillo. La meta sempre più vicina.
Davvero mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi quando lui fantasticava sui suoi sogni con la palla e io lo ascoltavo struggendomi per la partenza che sapevo ci sarebbe stata.
Ma ora tutto è passato anche se non gli ho chiesto i suoi progetti per il futuro. Appena finisce il discorso, visto che siamo in tema, decido di indagare sui suoi progetti.

“Quindi ora che l’avventura Brasile è finita che cosa ti aspetta?”
“Ora sono in caccia di una proposta seria e vantaggiosa per la mia carriera, ne ho già alcune che sto valutando.”
“E dove giocherai?”
“L’Europa sarebbe il mio obiettivo, lì ci sono squadre di alto livello.”
“Quindi partirai di nuovo…”
“Sì, ma ho anche un altro progetto.”
“Davvero? E sarebbe?”
“Per ora non posso anticipartelo ma, se il puzzle nella mia testa prenderà forma, non temere che sarai la prima a saperlo.”

Annuisco restando comunque perplessa sull’ultima affermazione. Quando arriviamo vicino al cinema notiamo che gli altri sono già in fila per il biglietto, quindi gli affianchiamo quieti. Dopo due occhiate complici che ci siamo scambiati con Ozora abbiamo deciso di fare un ingresso silenzioso per evitare prese di giro e fischi provocatori. Insomma l’arrivo chiassoso al bar del centro commerciale c’è bastato l’altro giorno.

“Oh, ce l’avete fatta temevamo che non veniste più.” Yuzo ci accoglie con un sorriso rilassato mentre vedo Kumi al suo fianco. Non capisco se mi sono persa qualcosa o che, non è solo più una questione di corso di pittura. Ultimamente sono così concentrata su me stessa che forse mi sto perdendo i passaggi di chi mi sta intorno. E quando vedo che Yuzo le mette una mano dietro la schiena invitandola a entrare… credo proprio di essermi persa dei passaggi.
Aggrotto le sopracciglia perplessa mentre li osservo dare il biglietto all’addetto. Io e il capitano siamo ancora in cassa che stiamo pagando, una volta finito anche lui con un braccio m’invita ad andare avanti in un gesto di galanteria che apprezzo; anche se adoro averlo vicino a me che sfiora il mio braccio con il suo.

“Vedo che ci sono novità” ipotizzo facendo un gesto del capo verso Kumi e Yuzo.
Tsubasa si avvicina per rispondere al pettegolezzo. “Già, me lo ha detto Ryo circa tre giorni fa.”
“Me ne accorgo presto eh?” rispondo un attimo interdetta. Vero che con Kumi non abbiamo la medesima confidenza che ho con Yukari però… un po’ mi dispiace che non si sia confidata con noi.

Devo anche ammettere che la nostra amicizia non era partita benissimo vista la madornale cotta che aveva per Ozora.

“Non si può star dietro a tutto; credo che comunque siano questioni private in cui gli altri dovrebbero starne fuori. Anche se non lo fanno mai.” 

Arriviamo ai sedili e ci accomodiamo. Alla mia sinistra Mamoru alla mia destra il capitano che a sua volta ha vicino Shingo. Ryo ovviamente è nel mezzo per tenere banco, ma ha vicino Izawa e credo che lo terrà a freno nelle sue sparate.
Tsubasa m’invita a prendere i pop-corn dal suo secchiello porgendomeli. Ne afferro un paio mentre le luci si spengono. Inizia così la nostra serata tra a amici.
 
Siamo sulla strada di ritorno verso casa e stiamo ancora ridendo del film e di Ryo che dopo aver fatto lo spavaldo si è spaventato a morte per il mostruoso pagliaccio di IT. Ripenso alle volte che sono saltata sulla sedia mentre il capitano mi teneva un braccio per rassicurarmi. Ripenso anche allo sfiorarsi delle dita prima involontario, dopo più ricercato, dentro il barattolo di mais scoppiettato.

“Comunque mi sono sganasciato quando Izawa ha tuonato: Ryo, fai più schifo te quando ti abbuffi che questo mostro.”
“Oddio anch’io avevo i lucciconi, peccato che le persone dietro si siano infastidite.” Preciso, visto che più volte ci hanno ripreso per la confusione che stavamo creando.

Era tantissimo che non ridevo così con i miei amici. 

“Vero che ogni tanto esageravamo, non ricordavo i ragazzi così confusionari.” Tsubasa si fa improvvisamente pensieroso.
“In tre anni cambiano tante cose.” La butto lì, ma credo sia giunto anche il momento di affrontare la questione.
“Ho visto. Inseguire il mio sogno ha avuto delle conseguenze, lo sapevo, ne ero consapevole, ma credo anche che non tutto sia un male… siamo cresciuti tutti alla fine.”

Perché deve essere sempre così criptico quando parla: che palle!

Per una volta il mio subconscio e io siamo d’accordo… incredibile.

“Cresciuti e ognuno ha preso la sua strada, più o meno.”
“Non è detto che due strade diverse poi non debbano incrociarsi no?”
“Già.” 
“Tu che intenzioni hai dopo le scuole?” m’incuriosisce questa domanda indagatrice, non si è mai interessato dei miei progetti.
“Farò passare l’estate e poi ci penserò non ho grandi idee per ora… è come se avessi vissuto in stallo non so spiegarti.”
“Ti capisco, anche per me questo periodo è stato pieno di novità, ma allo stesso tempo fermo su altre questioni.”

Arriviamo così nuovamente al cancelletto di casa. Sbircio le finestre e vedo tutto spento, per fortuna.

“Paura di tua madre?” domanda dopo aver visto che controllavo l’interno del giardino.
“Era su di giri stasera, mi aspetto un agguato da un momento all’altro.” Ridacchio mentre mi preparo a salutarlo.
“Siamo stati bene stasera, dovremo trovarci più spesso al di fuori del campo da calcio, intendo.”
“Mi fa strano sentirti parlare di altro… che non riguardi il pallone.”
Sorride compiaciuto forse dal fatto di avermi impressionata. “Si matura no?”
“Giusto.”
“Grazie per la splendida serata Sanae. Buonanotte.”

Quando vedo che si china leggermente penso che voglia baciarmi. Vengo colta dal panico che m’immobilizza sul posto. Chiudo gli occhi mentre avverto il suo odore sempre più vicino intensificarsi. Percepisco le labbra sfiorarmi la guancia mentre con la punta del naso mi regala un tocco delicato tipo micro carezza. La mano ha accarezzato i capelli posizionandoli dietro l’orecchio per potermi salutare meglio. Quando lo sento allontanarsi le palpebre si sollevano lentamente come al risveglio da un sogno. Ci fissiamo un attimo negli occhi mentre le iridi si scrutano a fondo. Un riflesso improvviso nella sua pupilla mi fa capire che una luce è stata accesa alle nostre spalle. Sicuramente è mia madre. Infatti quando mi volto vedo la luce della cucina accesa, vorrei ucciderla in questo momento.

“Bu- buonanotte Tsubasa. Mia madre…” non riesco a finire la frase perché sono davvero desolata per il comportamento impiccione.
“Tua madre forse è preoccupata dell’orario.”
“Credo sia solo curiosa…” sollevo una spalla arresa.
“Ci vediamo domani.”
“A domani.”

Gli ultimi passi del camminamento li compio camminando all’indietro mentre con una mano saluto il mio capitano.
 

Quando entro in casa ovviamente mamma è in cucina che fa finta di bere, guardo l’ora e non è assolutamente tardi, mi affaccio augurandole la buonanotte.

“Che carino il capitano che ti ha accompagnato fino al cancello.”
“Non è sicuro girare di notte da sola. Notte mamma.”
“Notte, amore, sogni d’oro.”

Se non ci avesse interrotto magari potevamo rivivere il rewind di un bel bacio prima di dormire.

Anche stavolta concordo con la mia coscienza; salgo le scale e tiro fuori il cellulare dalla borsa. Koshi per l’ennesima volta mi augura la buonanotte. Lo vedo solo dalle notifiche perché è da quando abbiamo preso questa pausa che non apro la sua chat.
Il dito si sposta invece su quella di Yukari e vengo investita da 50 messaggini idioti.



Del tipo: allora con il capitano?
Siete da soli?
Vi siete seduti lontano dagli altri?
Ti ha abbracciata al cinema?
Una palpatina?
Un bel bacio alla francese? 


Arrossisco immediatamente come se avessi ancora quindici anni. Che amica idiota che ho! Appena entrata in camera però inizio a ridere sottovoce per non svegliare mio padre.
Nella chat quindi compongo il seguente messaggio.

Ma non avevi da fare con Kazuo?
Ho sempre da fare con Kazuo se è per questo… insomma Ozora come se la cava? Controbatte con tanto di faccetta allusiva.
Come tre anni fa.
Quindi lo zero assoluto. Sicura, sicura di mollare Koshi?
Yukari piantala, non c’è da scherzare.
Se ancora ti piace buttati. Hai 18 anni che altro aspetti? Che vada via di nuovo?
Tanto andrà via ugualmente.
Non pensarci. Vivi ora. Adesso e stop.
Vedremo. Tu tutto bene?
Certo, ci vediamo domani a scuola. Notte.
Notte.

 
Allo specchio del bagno guardo la mia figura riflessa e non posso fare a meno di sfiorare la pelle, con le dita, lì dove il capitano ha lasciato il suo saluto. Metto una maglietta e corro sotto le coperte non voglio ancora che questa sensazione della bocca di Tsubasa su di me svanisca. Voglio ricordarla finché non mi addormento così da poterla portare con me nel mondo dei sogni dove forse posso baciarlo davvero senza arrossire.
   
 
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