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Autore: Angeline Blackrose    07/05/2021    2 recensioni
Dalla storia:
'' Hermione sospirò.
- Non vale la pena sprecare così tante energie, credimi.-
- Eppure mi sembra che tu le stia sprecando tutte, queste energie- rispose Ginny, guardandola con durezza.
Hermione la guardò interrogativa.
- Guardati, sei praticamente il fantasma di te stessa. Non parli, non mangi, sembri non dormire da secoli, e non fai altro che studiare. Stai sprecando energie inutili per una persona che, come dici anche tu, non lo merita per niente.- ''
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Note iniziali: consiglio la lettura della OS con la canzone su cui essa verte (ovvero Mr. Perfectly Fine TV), a mio avviso rende di più!



 
 


Mr.Perfectly Fine
 
Hello, Mr. ‘Perfectly Fine’
How’s your heart after breaking mine?
Mr. ‘Always at the right place at the right time, baby
Hello, Mr. ‘Casually Cruel’
Mr.‘Everything revolves around you
I’ve been Miss ‘Misery’ since your goodbye
And you’re Mr.
‘Perfectly Fine’.





Hermione era distesa sul letto della sua stanza. Era l’estate del suo settimo anno ad Hogwarts, e si trovava a casa dei suoi genitori per le pausa estiva.
Tra qualche settimana sarebbe partita per la Tana, dove avrebbe passata il resto delle vacanze in compagnia dei suoi migliori amici. Non stava nella pelle, sentiva di averne bisogno.
Tuttavia, quel giorno si era svegliata con un senso di profonda malinconia addosso: non riusciva a smettere di pensare a lui, ancora.
Quella notte lo aveva sognato, di nuovo.
Si era svegliata sudata e in completa agitazione, poiché quel sogno era stato così vivido che per un momento aveva pensato che fosse veramente lì, in un angolo della stanza, con i suoi capelli argentei, il viso impassibile, e lo sguardo freddo come il più rigido degli inverni scozzesi.
Come l’ultima volta che si erano visti, e rivolti la parola.
Dopo un primo momento di smarrimento, e dopo essersi strofinata gli occhi assonati più volte, si era mentalmente data della stupida per aver anche solo immaginato una cosa così assurda.
Da quel momento in poi però, un senso di tristezza l’aveva pervasa per tutta la mattina, il ricordo del loro ultimo incontro che bruciava ancora vivido come fuoco dentro la sua mente.
La ferita bruciava ancora, più di quanto le piacesse ammettere.
Insomma, era pur sempre Hermione Granger, la strega più brillante della sua epoca, la studentessa più arguta, e razionale di Hogwarts.
Hermione Granger non poteva davvero star male per amore.
Aveva fatto di tutto per distrarsi, per cercare di non pensarci, invece ogni tentativo era stato vano: neanche buttarsi a capofitto nello studio era servito a scacciare quel senso di vuoto che sentiva nel petto.
Ripensò ancora una volta al loro ultimo incontro.


*******************************************************


‘Non possiamo continuare, Granger, sono desolato’.
Draco Malfoy si era fermato, ed ora era immobile davanti a lei, lo sguardo serio e impassibile.
La freddezza con cui aveva parlato, aggravata dall’utilizzo del suo cognome, le aveva provocato una scarica di brividi, in totale contrasto con la temperatura tiepida, tipicamente primaverile, di quel giorno di inizio Maggio.
Si trovavano sulla riva del Lago Nero, era pieno pomeriggio, e il sole splendeva, riflettendosi sullo specchio d’acqua pululante di creature magiche tra le più disparate.
Hermione era scioccata, non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, era come se il suo cervello fosse andato in tilt.
Si limitava a fissare il ragazzo davanti a lei, incredula.
 
‘Non dici nulla?’ - continuò.

A quel punto il suo cervello si decise a processare le parole pronunciate dal giovane. Sentì un improvviso senso di rabbia crescere dentro di lei, la frase pronunciata dal ragazzo che le colpiva l’orgoglio, e il cuore, come un pugnale.

‘Cosa vuoi ti dica? Puoi almeno degnarti di spiegare il perché di questa decisione?’ - rispose finalmente la ragazza, in tono duro, fulminandolo con lo sguardo.
 
Il ragazzo mantenne la sua espressione impassibile, e rispose con tono indifferente:
‘Semplicemente mi sono reso conto dell’errore madornale che stiamo compiendo, Granger. Pensaci, non abbiamo futuro. Io sono un rampollo purosangue, e la mia famiglia ha determinate aspettative nei miei confronti, aspettative a cui non posso sottrarmi, anche se lo volessi’.

‘Se lo volessi davvero, non esiteresti a farlo. Se ci tenessi davvero lo faresti, senza paura di affrontare qualsiasi conseguenza. Ma dopotutto, non ne vale la pena, non per una schifosa sanguesporco, giusto?’ - fu difficile pronunciare quelle parole, per Hermione.

Malfoy non rispose, si limito ad abbassare lo sguardo, in apparente dispiacere.

Hermione trattene a stento una risata colma di amarezza.
‘Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te. Maledetta me. Non mi sarei dovuta lasciare abbindolare. Ho buttato al vento mesi della mia esistenza, per cosa poi? Per vederti etichettare tutto come un semplice ‘errore madonarle’. Avresti dovuto pensarci prima, ci saremmo risparmiati tempo e fatica.’
 
Malfoy apri la bocca per rispondere, ma Hermione lo interruppe bruscamente:
‘Non voglio sentire altro, Malfoy. Ti consiglio caldamente di sparire dalla mia vista, prima che io decida di affatturarti. E credimi, ci sto pensando seriamente’ - la furia montava in lei minuto dopo minuto, e sentiva il pianto incastrato in gola.

‘Hermione…’
‘Ti ho detto: sparisci, Malfoy. Alla fine non è questo quello che vuoi? Allora vattene. Hai delle aspettative da soddisfare, ricordi?’-  la voce le tremò appena.

Non qui.


Non si meritava di vederla in lacrime. Non voleva mostrarsi debole, non più almeno. Gli aveva già donato abbastanza di sé.
 
Malfoy sospirò sconfitto, e iniziò a muoversi. Prima di superarla, le lanciò un’ultima occhiata.
Hermione non battè ciglio, e rigida come una lastra di marmo continuò a guardare dritta di fronte a sé, gli occhi lucidi e le labbra tremanti per la rabbia.
Il ragazzo sospirò nuovamente, per poi incamminarsi, togliendo definitivamente il disturbo.
 
Assicuratasi del fatto che Malfoy fosse ormai lontano, potè lasciarsi andare.
La sua postura si ammorbidì, e le lacrime iniziarono a scendere copiose, i singhiozzi prepotenti le sconquassarono il petto.
Avrebbe voluto urlare, prendersi a schiaffi per essersi fidata di lui, lasciare che la rabbia si sprigionasse.

Stupida! Stupida! Sei solo una stupida!
Continuava a ripetersi, quasi come un mantra.


*************************************************************


Dopo essere tornata al castello, era andata dritta in sala comune, dove aveva ignorato bellamente Ron ed Harry, seduti nel loro solito posto vicino al camino, e si era chiusa in camera per tutta la sera, saltando addirittura la cena.
Era stesa sul letto. La divisa, di solito sempre in ordine, era stropicciata per il numero di volte in cui si era rigirata sulle coperte, ormai sfatte. Gli occhi erano ancora gonfi e rossi per il pianto, che non aveva cessato di tormentarla per tutto il pomeriggio, e la mente era immersa in flussi incessanti di autocommiserazione.

Improvvisamente un forte bussare alla porta la riportò alla realtà.

Chissà, magari ci ha ripensato.
Pensò quell’unica parte di lei che aveva ancora voglia di illudersi che non fosse finita davvero.

‘Herm? Sono io, Ginny. E’ successo qualcosa? Perché non sei scesa a cena?’

Ecco, appunto, illusa.
 
‘Ginny non preoccuparti, sto bene, ho solo bisogno di stare un po’ da sola’
‘Sei sicura? Sai che se hai bisogno ci sono, ci siamo. Anche Ron ed Harry sono preoccupati per te.’
‘Sicurissima Ginny, non preoccuparti’.
Sentì la rossa sospirare, e dei passi allontanarsi.

Stupida, Stupida Hermione.


***********************************************************


Trascorsero un paio di settimane.
Hermione si allontanava dalla propria camera solo per consumare qualche pasto, per seguire le lezioni - non avrebbe mai permesso a quella situazione di rovinare la sua media impeccabile - e per le ronde da svolgere, onere impossibile da evitare a causa della sua posizione di prefetto.
Profonde occhiaie solcavano il suo viso, segno di notti passate insonni a rigirarsi nel letto.
Agli amici appariva totalmente spenta e schiva. Parlava solo se interpellata, e per gran parte del tempo rimaneva chiusa in un silenzio austero.
Ron ed Harry erano sempre più confusi e preoccupati per l’amica, ma non si azzardavano a fare domande: l’unica volta che ci avevano provato, avevano suscitato una reazione isterica della ragazza, la quale ripeteva loro di smetterla di guardarla con occhi impietositi, che stava bene, e che era solamente stressata a causa della gigantesca mole di compiti che si ritrovava a dover svolgere ogni giorno, visti i numerosi corsi che seguiva.
Ginny invece, saputa, aveva capito più di quanto l’amica volesse lasciar intendere. Sapeva della sua relazione clandestina con Malfoy, e sospettandone il coinvolgimento non faceva altro che rivolgere sguardi minacciosi al tavolo dei Serpeverde, in particolare in direzione del rampollo, il quale sembrava il ritratto della spensieratezza e della tranquillità.
Questo faceva ribollire il sangue nelle vene della piccola di casa Weasley, che avrebbe voluto volentieri cruciarlo, o al limite spedirlo in infermeria con una fattura ben assestata.

Una sera, si decise ad affrontare Hermione.
 La ragazza aveva saltato nuovamente la cena, e Ginny non ci aveva visto più. Non vendendola in Sala Grande aveva deciso di tornare alla Torre di Grifondoro, determinata a rompere il silenzio in cui l’amica si era rifugiata.


Hermione era seduta alla scrivania, e cercava, con immensa fatica, di scrivere il tema di trasfigurazioni che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.
Un bussare forte e deciso alla porta la fece sussultare.
Riconobbe subito la voce di Ginny:

‘Hermione Jean Granger, se non apri questa porta giuro che la butto giù.’

Hermione sospirò, indecisa.
Da un lato non voleva rendere partecipe l’amica del suo dolore, troppo orgogliosa per mostrarsi ferita.
Dall’altro sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno, correndo addirittura il rischio di risultare patetica.
Ma forse, per quella sera, si sarebbe potuta lasciare andare.

‘Hermione sto per…’
Ginny non ebbe il tempo di finire la frase, che Hermione aprì la porta.

‘Finalmente, non mi andava proprio di sfondare la porta’ provò a scherzare la rossa.
Hermione le rivolse un sorriso mesto, e la invitò ad entrare.
Qualche minuto dopo erano sedute sul letto.
‘Allora signorina Granger, sarebbe così gentile da spiegarmi cosa stracazzo le passa per la testa in questo periodo?’ aprì il discorso Ginny, cercando di sdrammatizzare, ma allo stesso tempo andando dritta al punto.
Hermione fece un altro piccolo sorriso
‘Sono una stupida Ginny, una stupida illusa.’
L’espressione della rossa si incrinò, e i suoi sospetti furono confermati.
‘Io lo affatturo quel bastardo di un furetto’ disse a denti stretti.
Hermione sospirò.
‘Non vale la pena sprecare così tante energie, credimi.’
‘Eppure mi sembra che tu le stia sprecando tutte, queste energie’ rispose Ginny, guardandola con durezza.
Hermione la guardò interrogativa.
‘Guardati, sei praticamente il fantasma di te stessa. Non parli, non mangi, sembri non dormire da secoli, e non fai altro che studiare. Stai sprecando energie inutili per una persona che, come dici anche tu, non lo merita per niente.’
 
Hermione sentì gli occhi inumidirsi, e la vista sfocarsi.
‘Ci credevo davvero Ginny, mi aveva promesso che sarebbe rimasto, nonostante tutto, nonostante la sua famiglia…’ – disse con voce tremante.
 
Lo sguardo di Ginny si addolcì, e la invitò a continuare.
‘So di essere stata una stupida a fidarmi, ma pensavo davvero che fosse diverso da come si presenta al mondo, che fosse sincero…’ – un singhiozzo le spezzò la voce.
Ginny le si avvicinò, circondandole le spalle, e tirandola in un abbraccio.

Hermione chiuse gli occhi, e continuò a parlare, decisa a tirare fuori tutto:
‘ Oggi l’ho visto baciare Astoria Greengrass, davanti l’aula di pozioni. Avevo notato una certa vicinanza negli ultimi giorni, ma non potevo credere fosse vero. Sembra così felice, sta andando avanti con la sua vita come se nulla fosse successo, come se l’ultimo anno passato insieme non fosse significato nulla per lui…’. – un altro singhiozzo le spezzo la voce.

‘E’ pur sempre un Malfoy, Herm. Non ci si può fidare di loro, lo dice anche il cognome’.
 
Hermione continuò a piangere, stringendo forte l’amica.
Si sentiva così esausta. Perché lui riusciva a star bene, a comportarsi come se niente fosse, e lei no? Era forse l’unica ad averlo amato?

‘Ero davvero innamorata di lui, Ginny…ci speravo sul serio.’ concluse la riccia, tirando su con il naso.
Ginny le baciò il capo, continuando a cullarla.

‘Ho già detto di avere voglia di spedirlo in infermeria con una fattura ben piazzata?’- disse poi.

Hermione si lasciò scappare una risatina tra i singhiozzi.
‘Grazie Ginny…’

 
**************************************************************


Dopo quella chiaccherata liberatoria con Ginny, l’umore di Hermione era decisamente migliorato. L’amica faceva di tutto per starle vicino, e distrarla.
Ron ed Harry furono felici di vedere un miglioramento nel comportamento dell’amica e, nonostante fossero allo scuro della verità sul motivo del crollo psicologico di Hermione, non esitarono ad unirsi a Ginny nel tentativo di tirarla su di morale.

L’anno scolastico si era concluso, ed Hermione era tornata a casa, con la promessa di passare le ultime settimane di vacanza alla Tana. E ben presto si era resa conto di averne un serio bisogno.
L’assenza dei suoi amici infatti aveva fatto precipitare nuovamente il suo umore, e la ferita infertale aveva ripreso a bruciare, come se il dittamo capace di guarirla fosse improvvisamente terminato.

Tuttavia, quella mattina di metà luglio, dopo l’ennessima notte passata a sognarlo, si era detta basta.
Era ora di andare avanti una volta per tutte, e lasciarsi alle spalle tutta questa storia.

Sei Hermione Granger. Sei la strega più brillante della tua generazione. Sei intelligente, e razionale. Basta sprecare energie per qualcuno che non ti merita. Il tuo mondo non gira intorno a lui, la tua vita è ricca e completa anche senza la sua presenza.

Era ora di dirgli addio, per sempre.
Si alzò dal letto, avvicinandosi alla parete su cui aveva appeso miriadi di foto ricordo scattate con tutte le persone a cui teneva di più.
Ne prese una posizionata al centro: l’unica foto mai scattata con Draco. L’aveva appesa insieme alle altre durante le vacanze di Natale, ed era stata scattata durante una delle loro fughe ad Hogsmeade.
La fissò per un po’, per poi strapparla in quattro prezzi, e riporla in un cassetto della scrivania.
Quel gesto, seppur banale, l’aveva fatta sentire più leggera.
Chiuse gli occhi, e sorrise, mentre il caldo sole estivo filtrava tra le tende leggere e riscaldava la sua figura esile.

Sei Hermione Granger, e questa è l’ultima volta che starai male per colpa di Draco Malfoy.
 
 
 
 
I’ve been Miss ‘Misery’ for the last time
and you’re Mr.’Perfectly Fine’












Spazio autrice
Ciao a tutti! Se state leggendo questa nota significa che avete letto la mia piccola creatura per intero, e di questo vi ringrazio!
Questa è la prima volta che pubblico una storia Dramione, ma più in generale una fanfiction nella sezione dedicata ad Harry Potter. Ero molto indecisa in verità, ma alla fine mi dispiaceva lasciare questo piccolo scritto a marcire nei meandri del mio pc, e mi sono detta: why not? Quindi eccomi qui :) 
Come avrete potuto notare, la fanfic è costruita intorno alla canzone di Taylor Swift, di cui sono letteralmente ossessionata dalla sua pubblicazione, ossessione che mi ha ispirato immediatamente la stesura di questa piccola storia senza impegno e piuttosto leggera ( e forse anche un po' banale per certi versi, ma anche qui: why not?).
Per quanto riguarda le note, ho inserito un OOC perché non ero sicura che i personaggi fossero in character, e quindi a scanso di equivoci ho segnalato la cosa, e inoltre ho aggiunto un AU perchè ci troviamo in un contesto alternativo, in cui gli eventi non seguono la storia originale.
L'ho letta e riletta fino alla nausea, così da poter scovare qualsiasi errore/orrore ortografico/grammaticale, ma nel caso in cui me ne fosse sfuggito qualcuno non esitate a segnalarmelo!
Detto questo vi lascio, e vi auguro di passare una bellissima giornata :)

F.

 
 
 



 
  
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